Papa in visita a sorpresa prima a Genazzano poi sulla tomba di Francesco

Il Papa in visita a sorpresa prima a Genazzano poi sulla tomba di Francesco

AGI – Due visita a sorpresa: al Santuario della Madre del Buon Consiglio a Genazzano per pregare un’antica immagine della Vergine cara all’Ordine di Sant’Agostino – presenti lì dal 1200 – e alla memoria di Leone XIII, e alla Basilica di Santa Maria Maggiore per pregare sulla tomba di Francesco e davanti alla Salus Populi Romani.AGI – Due visita a sorpresa: al Santuario della Madre del Buon Consiglio a Genazzano per pregare un’antica immagine della Vergine cara all’Ordine di Sant’Agostino – presenti lì dal 1200 – e alla memoria di Leone XIII, e alla Basilica di Santa Maria Maggiore per pregare sulla tomba di Francesco e davanti alla Salus Populi Romani.

Papa Francesco e il ritorno alle sorgenti del Concilio

Vatican News
In un libro di Stefania Falasca le coordinate del pontificato nell’alveo del Vaticano II
Andrea Tornielli

scheda libro online qui

Nel corso dei suoi dodici anni di pontificato, come a volte qualcuno ha notato, Papa Francesco è sembrato parlare meno del Concilio Ecumenico Vaticano II rispetto ai suoi immediati predecessori. E questo non per qualche forma di dimenticanza, ma semplicemente perché l’ultimo Concilio è stato, insieme, l’insostituibile bussola per orientarsi e al contempo l’alveo naturale dentro cui far fluire il magistero del Successore di Pietro venuto «quasi dalla fine del mondo». Se i Papi precedenti, da Paolo VI a Benedetto XVI, avevano vissuto in prima persona i lavori dell’assise e avevano dovuto governare la non facile transizione negli anni turbolenti della contestazione, dovendo innanzitutto spiegare e successivamente anche difendere il Concilio, Francesco è stato il primo dei Vescovi di Roma ad aver interamente vissuto la sua vita sacerdotale ed episcopale in epoca conciliare.

Ritrovare le coordinate di fondo del suo magistero, e il loro legame con le sorgenti del Concilio, è quanto ha fatto con un percorso limpido e profondo Stefania Falasca – firma autorevole di Avvenire e notista di lungo corso, che ha conosciuto Jorge Mario Bergoglio fin dai tempi in cui era arcivescovo di Buenos Aires – nel libro “Francesco. La via maestra” (Edizioni San Paolo). Un volume prezioso per cogliere le linee portanti dell’insegnamento di Francesco sulla rotta conciliare: la risalita alle fonti del Vangelo, una rinnovata missionarietà, la sinodalità come stile e forma costitutiva della Chiesa e della sua comunione, il servizio nella povertà e il dialogo con la contemporaneità, la ricerca dell’unità con i fratelli cristiani, il dialogo interreligioso, la ricerca della pace.
Il puntuale lavoro di Falasca fa innanzitutto comprendere, grazie anche a un’intervista che l’autrice fece all’allora cardinale arcivescovo di Buenos Aires ad Aparecida nel 2007, in occasione della Conferenza dell’episcopato latinoamericano, quali fosse la visione ecclesiale del futuro Vescovo di Roma. Il cardinale Bergoglio contribuì alla redazione del documento finale dove emerge un approccio pastorale centrato su una Chiesa missionaria, povera per i poveri, aperta alla misericordia e pronta a uscire da sé per incontrare l’altro. Tutti temi che costituiranno il filo rosso del pontificato.

Dalle pagine del volume emerge dunque con chiarezza quale sia stata la bussola di Papa Francesco. «Non sono io – aveva affermato il Papa nell’intervista con Falasca per «Avvenire» nel novembre 2016 – Questo è il cammino dal Concilio che va avanti, che s’intensifica. Io seguo la Chiesa. Non ho dato nessuna accelerazione. Nella misura in cui andiamo avanti, il cammino sembra andare più veloce». La sequela del magistero conciliare e la sua piena applicazione, sono state vissute dal Pontefice come un percorso naturale: «Io seguo la Chiesa». Sono parole, nella loro semplicità, rivelatrici del suo sguardo sulla natura della Chiesa e sul ministero di Pietro.

Attraverso otto “vie maestre” del Concilio e altrettanti capitoli di approfondimento, Falasca inserisce i gesti, le parole, gli insegnamenti del Papa argentino nella scia delle costituzioni conciliari Lumen Gentium e Gaudium et Spes, fino a risalire all’Evangelii nuntiandi di Paolo VI e al già citato documento di Aparecida, base della prima esortazione apostolica di Francesco, l’Evangelii gaudium (2013). Per Francesco, spiega l’autrice del libro, seguire la Chiesa nel solco della Tradizione che dal Concilio va avanti «ha significato riprendere tout court e portare avanti il lascito del Vaticano II che “è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea”». Ha significato «riscoprire la natura costitutiva della Chiesa, la “medicina della misericordia”, e richiamare a una conversione missionaria di tutto il popolo di Dio nella sinodalità e nel servizio ai poveri». Ha significato «percorrere la via su cui la Chiesa è chiamata a camminare: il dialogo. Percorrere quindi una prospettiva ecclesiale ed ecclesiologica, perché quando si dice dialogo, nella Chiesa, si dice colloquium salutis, ovvero la fedeltà a Cristo nell’Ecclesiam suam, come descritto nell’enciclica di Paolo VI, che indica “per quali vie la Chiesa debba oggi adempire al suo mandato”».

Ha significato portare avanti il dovere dell’ecumenismo: «Da quando è stato promulgato il decreto conciliare Unitatis redintegratio, più di cinquant’anni fa, e si è riscoperta la fratellanza cristiana basata sull’unico battesimo e sulla stessa fede in Cristo, il cammino sulla strada della ricerca dell’unità è andato avanti a piccoli e grandi passi e ha dato i suoi frutti. Continuo a seguire questi passi», ha detto Francesco. Ha significato riprendere e proseguire nella prospettiva della Nostra aetate, la «dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane», e portare avanti la fraternità universale descritta dal Concilio. Ha significato pure portare avanti alla lettera il dialogo con le altre religioni e considerarle al servizio della fraternità universale per la pace nel mondo. Ha significato, infine, per il primo Papa ad assumere il nome del Santo di Assisi, il Santo della pace, «agire incessantemente per la ricerca della pace sul modello di Cristo», scrive Falasca, usque ad finem, fino alla fine, fino all’ultimo istante. «Così – afferma l’autrice del libro – ha portato avanti le vie indelebili per le quali la Chiesa adempie oggi il suo mandato, le vie di un magistero che sulla rotta del Concilio nel solco della Tradizione ha segnato il nostro tempo».

Cosa succede ora, dopo il funerale di papa Francesco? Dai «novendiali» alla data del Conclave: le tappe

di Silvia Morosi in corriere.it

Dopo i funerali solenni iniziano i «Novendiali»: nove giorni di lutto durante i quali vengono celebrate messe in suffragio del Pontefice defunto. Poi, l’inizio del Conclave per l’elezione del successore

Cosa succede ora, dopo il funerale di papa Francesco? Dai «novendiali» alla data del Conclave: le tappe

La tumulazione di papa Francesco a Santa Maria Maggiore (Ansa)

Celebrato sabato 26 aprile alle 10 il funerale di papa Francesco e tumulata la salma a Santa Maria Maggiore, domenica 27 aprile (domenica della Divina Misericordia) si tiene la messa di suffragio prevista per il secondo giorno dei «Novendiali», un periodo di nove giorni di celebrazioni dell’Eucaristia in suffragio del Pontefice defunto, che si tengono nella Basilica Vaticana.

Si tratta di riti aperti a tutti i fedeli, nei quali ogni giorno è prevista la partecipazione di un gruppo diverso, «tenuto conto dei suoi legami con il Romano Pontefice». Questa varietà di assemblee – riporta il sito del Vaticano – mostra, «in un certo modo, sia l’ambito del ministero del supremo Pastore sia l’universalità della Chiesa di Roma»

I «Novendiali» sono iniziati con la Messa esequiale del 26 aprile alle 10. Come riportato nella Ordo exsequiarum Romani Pontificis ai capitoli 133 3 134, in queste celebrazioni si usano le vesti sacre di colore rosso.

Domenica 27 aprile, il secondo giorno, ad esempio si svolge una celebrazione alle ore 10.30, sul sagrato della Basilica di San Pietro, presieduta dal cardinale Pietro Parolin, già Segretario di Stato vaticano. Sono stati invitati a partecipare, in modo particolare, i dipendenti e i fedeli della Città del Vaticano. La messa vede anche la presenza degli adolescenti arrivati a Roma per il Giubileo a loro dedicato, già in programma dal 25 al 27 aprile. Sospesa, invece, la canonizzazione di Carlo Acutis, il «Santo del web» morto a 15 anni nel 2006 e dichiarato venerabile il 5 luglio 2018 proprio da Bergoglio che, il 21 febbraio 2020, aveva riconosciuto un miracolo a lui attribuito. Il giovane avrebbe dovuto essere canonizzato in piazza San Pietro il 27 aprile, l’ultimo giorno del Giubileo degli adolescenti.

Cosa succede ora, dopo il funerale di papa Francesco? Dai «novendiali» alla data del Conclave: le tappe

IL CALENDARIO DEI «NOVENDIALI»
Il calendario dei «Novendiali» prevede, poi, la partecipazione dei fedeli della diocesi di Roma (28 aprile), dei Capitoli delle Basiliche Papali (29 aprile), dei cardinali (30 aprile), della Curia Romana (1 maggio), delle Chiese Orientali e degli Istituti di Vita Consacrata (2 maggio). Le ultime due celebrazioni sono riservate ai cardinali (3-4 maggio).

In particolare, lunedì 28 aprile alle ore 17, terzo giorno dei «Novendiali», la concelebrazione è presieduta dal cardinale Baldassare Reina, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma.

Martedì 29 aprile alle ore 17 – quarto giorno – la concelebrazione è presieduta dal cardinale Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano.

Mercoledì 30 aprile alle ore 17 – quinto giorno – la concelebrazione sarà presieduta dal cardinale Leonardo Sandri, vice Decano del Collegio Cardinalizio.

Giovedì primo maggio alle ore 17 – sesto giorno – la concelebrazione sarà presieduta dal cardinale Víctor Manuel Fernández, già Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede.

Venerdì 2 maggio alle ore 17 – settimo giorno – la concelebrazione è presieduta dal cardinale Claudio Gugerotti, già Prefetto del Dicastero per le Chiese orientali.

Sabato 3 maggio alle ore 17
 – ottavo giorno – la concelebrazione è presieduta dal cardinale Ángel Fernández Artime, già Pro-prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica.

Domenica 4 maggio alle ore 17 – nono giorno – la concelebrazione è presieduta dal cardinale Dominique Mamberti, Protodiacono del Collegio Cardinalizio.

I LAVORI DELLE CONGREGAZIONI
Da lunedì 28 aprile, alle ore 9, riprendono -poi – i lavori delle Congregazioni generali con i cardinali elettori, che si svolgono ogni giorno in Vaticano nell’aula nuova del Sinodo.

L’INIZIO DEL CONCLAVE: LA TRADIZIONE
Dopo l’ultima messa dei «Novendiali», dal 5 maggio, è teoricamente possibile l’inizio del Conclave per l’elezione del nuovo Papa: è il Collegio dei Cardinali a convocare la data per l’elezione del successore, «non prima di quindici giorni e non oltre venti dall’inizio della sede vacante, salvo eccezioni». Il termine Conclave deriva dal latino cum clave – «chiuso a chiave» – e indica la riunione dei cardinali elettori che si svolge per tradizione nella Cappella Sistina «sottochiave», cioè nel massimo riserbo.

Secondo la tradizione, la prima elezione in un luogo chiuso è quella del 1118: i cardinali si riunirono a Roma, nel monastero di San Sebastiano: al soglio pontificio salì Gelasio II. Tra i Conclave passati alla storia anche quello del 1270 che vide gli abitanti di Viterbo, all’epoca sede papale, chiudere a chiave i cardinali nel palazzo papale, scoperchiandone il tetto per accelerare l’elezione del nuovo Pontefice: dopo 1006 giorni – ancora oggi un tempo record, ndr – fu eletto Gregorio X.

Una curiosità? Il Conclave più breve in assoluto è stato quello che ha portato all’elezione di Giulio II nel 1503 in 10 ore.

LE REGOLE DEL CONCLAVE
«Extra omnes», «Fuori tutti», è la frase con cui si sigilla l’inizio del Conclave. A scegliere il Papa sono i cardinali elettori, che devono avere meno di 80 anni. Durante il periodo di voto, dal 2005 sono alloggiati presso Santa Marta e hanno il divieto di usare qualsiasi dispositivo o di mettersi in contatto con l’esterno. Le regole delle votazioni seguono le norme promulgate da papa Giovanni Paolo II nel 1996 con la costituzione apostolica Universi Dominici Gregispoi modificate da Benedetto XVI il 26 giugno 2007. Secondo le nuove disposizioni, dopo la 33esima o 34esima votazione si passa al ballottaggio tra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio, ma rimane necessaria una maggioranza dei due terzi. 

Ogni giorno, per eleggere il successore di Bergoglio, ci sono due fumate: una alla fine della mattina (intorno alle ore 12) e l’altra alle 19.

Alla fine di ogni votazione, le schede sono bruciate con l’aggiunta di un colorante: nero, in caso di mancate elezioni; bianco, qualora sia stato scelto il nuovo Santo Padre. Il fumo, che si alza dal comignolo del Palazzo apostolico, dà anche ai fedeli riuniti in piazza San Pietro la notizia della mancata o avvenuta elezione. La fumata è bianca solo se il nuovo Pontefice accetta la nomina. Alla fine del Conclave, e a votazione finita, il nuovo Papa si ritira nella cosiddetta «stanza delle lacrime», la sacrestia della Cappella Sistina, per indossare per la prima volta i paramenti sacri.

La Messa esequiale di Papa Francesco

Veduta di Piazza San Pietro

Sul sagrato della Basilica di San Pietro, oggi 26 aprile, la liturgia presieduta dal decano del collegio cardinalizio, il cardinale Re, con 980 concelebranti fra cardinali, vescovi e sacerdoti. Davanti l’altare, l’icona della Salus Populi Romani tanto cara al compianto Pontefice. Al termine della celebrazione la tumulazione nella Basilica di Santa Maria Maggiore

Vatican News

Con la Messa esequiale celebrata oggi, 26 aprile, alle 10, sul sagrato della Basilica di San Pietro, Papa Francesco viene salutato come pastore e discepolo di Cristo. Con questo rito funebre si vuole esprimere la fede della Chiesa in Cristo Risorto. A presiederlo, in lingua latina e secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis nella nuova edizione del 2024 con le semplificazioni volute da Papa Bergoglio, è il decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re. I concelebranti sono 980, fra cardinali, vescovi e sacerdoti, ci sono poi 200 ministri della Comunione e oltre 4mila presbiteri nella parte destra del sagrato, dove si trova la statua di San Pietro. Sono stati predisposti 225 pissidi per i fedeli, mentre per i sacerdoti sono stati preparati 80 calici e altrettante pissidi. Davanti l’altare, sulla destra, l’icona della Salus Populi Romani.

Le 6 preghiere dei fedeli vengono lette in francese, arabo, portoghese, polacco, tedesco e cinese e dopo la Comunione si svolgono l’Ultima commendatio, l’ultima raccomandazione a Dio perché accolga l’anima del defunto nella gloriosa comunione dei santi, e la Valedictio, il commiato, ossia l’ultimo saluto prima della sepoltura, con la Supplica della Chiesa di Roma cui segue l’orazione pronunciata dal cardinale Baldo Reina, vicario generale per la diocesi di Roma, e, in greco, la Supplica delle Chiese Orientali, e la successiva orazione del patriarca di Antiochia dei greco-melchiti Youssef Absi. Al termine, il cardinale Re asperge con l’acqua benedetta e incensa il feretro, che infine viene portato nella Basilica di San Pietro e da lì, con un corteo funebre, nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la sepoltura.

La tumulazione nel loculo della navata laterale della basilica liberiana, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, è preceduta dal canto di 4 salmi e accompagnata da 5 intercessioni, poi viene intonato il Padre Nostro. Dopo la preghiera finale, sulla bara contenente le spoglie di Papa Francesco vengono impressi i sigilli del cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa, Kevin Joseph Farrell, della prefettura della Casa Pontificia, dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Romano Pontefice e del Capitolo Liberiano. Conclusi questi gesti, il feretro viene deposto nella tomba e asperso con l’acqua benedetta mentre viene intonato il Regina caeli. Poi l’ultima formalità: il notaio del Capitolo Liberiano redige l’atto autentico che fa fede dell’avvenuta tumulazione e lo legge ai presenti. Lo firmano, quindi, il cardinale camerlengo, il reggente della Casa Pontificia, monsignor Leonardo Sapienza, dal maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, monsignor Diego Ravelli e infine il notaio.

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Papa Francesco, come seguire i funerali in tv: il Tg1 in onda dalle 8:30, Speciale Tg5 dalle 8:45 e su La7 Enrico Mentana

La diretta sarà ovviamente disponibile anche su Tv2000, l’emittente della Conferenza Episcopale Italiana. Una copertura quasi a reti unificate che coinvolgerà anche SkyTg24

Papa Francesco, come seguire i funerali in tv: il Tg1 in onda dalle 8:30, Speciale Tg5 dalle 8:45 e su La7 Enrico Mentana

In Piazza San Pietro a Roma attese 300mila persone 200 tra Capi di Stato e di Governo. Sabato 26 aprile alle ore 10 sul sagrato della Basilica si terrano i funerali di Papa Francesco, la scomparsa è avvenuta alle 7.35 di lunedì 21 aprile. La morte del Pontefice ha scosso il mondo e milioni di fedeli assisteranno in diretta tv alle esequie, un ultimo saluto dopo un pontificato durato dodici anni.

I funerali del Papa saranno trasmessi in diretta televisiva dalle emittenti di tutto il mondo. Lo speciale a cura del Tg1 andrà in onda dalle 8.30 e terrà compagnia ai telespettatori fino al notiziario delle 13.30. Il servizio pubblico garantirà una copertura completa con la messa in onda anche su RaiNews e sulla piattaforma RaiPlay, con dirette disponibili anche su Rai2 e Rai3.

Lo speciale del Tg5, il secondo notiziario italiano più visto, prenderà il via alle 8.45 e durerà fino alle 13.30. L’edizione straordinaria sarà coordinata dal vicedirettore Alfredo Vaccarella e sarà condotta da Cesara Buonamici, la giornalista aveva guidato anche l’edizione speciale di lunedì mattina dopo l’annuncio della scomparsa di Papa Francesco. Mediaset assicurerà una copertura più ampia anche su Rete 4 e grazie alla all news TgCom24.

Sarà il direttore Enrico Mentana a curare la diretta dei funerali all’interno del TgLa7 dalle 9.40, diretta che sarà ovviamente disponibile anche su Tv2000, l’emittente della Conferenza Episcopale Italiana. Una copertura quasi a reti unificate che coinvolgerà anche SkyTg24 che seguirà l’evento in tempo reale, come già avvenuto per le esequie di Papa Benedetto XVI nel gennaio 2023.
ilfattoquotisdiano.it

Ecco come si svolgeranno le esequie di papa Francesco: dal funerale in piazza San Pietro e alla tumulazione in Santa Maria Maggiore sabato

I fedeli in attesa in Basilica

AVVENIRE

«Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri» disse papa Francesco all’indomani della sua elezione al Soglio di Pietro. E saranno proprio i poveri, quelli che lui nel suo pontificato ha sempre tenuto nel suo cuore e nella sua azione caritativi, ad accoglierlo al suo arrivo nella Basilica di Santa Maria Maggiore., dove Bergoglio sarà sepolto nella tomba da lui stesso scelta. «I poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio e lo hanno avuto anche nel cuore e nel magistero di papa Francesco» ricorda la Sala Stampa vaticana. Del resto, come raccontò lui stesso, la scelta del nome Francesco fu proprio «per non dimenticarsi mai dei poveri», Dunque saranno proprio i poveri e i bisognosi ad accompagnarlo per ultimi alla sua tomba. Un gesto significativo, che ha voluto in un certo senso indicare uno dei fili rossi del pontificato di Francesco.Anche oggi per il secondo giorno i fedeli continuano a sfilare davanti alla bara in cui è composto il corpo di papa Francesco (alle 19 di oggi si è arrivati a 90mila fedeli) davanti all’Altare della Confessione nella Basilica di San Pietro, mentre è già in moto la macchina organizzativa che gestirà l’ultima parte di questo lungo commiato dal Papa morto lo scorso lunedì mattina.

In mattina si è svolta la terza Congregazione generale dei cardinali, alla quale è demandata in tempo di Sede Vacante, il disbrigo degli affari correnti della Chiesa. Erano presenti 113 cardinali e ci sono stati 34 interventi. Nel corso della sessione sono stati individuati i nomi dei due religiosi incaricati di offrire le meditazioni secondo quanto stabilito dalla Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis: saranno dom Donato Ogliari, abate di San Paolo fuori le Mura (terrà la meditazione prevista all’inizio della prossima settimana) e il cardinale padre Raniero Cantalamessa (per la seconda che aprirà il Conclave). Infine è stata comunicato che sarà il cardinale Victor Manuel Fernandes a presiedere la Messa nel sesto giorno dei Novendiali, invece che il cardinale Kevin Farrell.Intanto l’omaggio dei fedeli alla salma di papa Francesco proseguirà fino alle 19 di domani, quando le porte della Basilica Vaticana si chiuderanno definitivamente. Per le 20 di domani, infatti è previsto il rito della chiusura della bara di Francesco. A presiedere il rito sarà il camerlengo, il cardinale Kevin Farrell, lo stesso che ha guidato il corteo durante la traslazione della bara dalla cappella di Casa Santa Marta alla Basilica Vaticana. Dopo la preghiera iniziale il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, l’arcivescovo Diego Ravelli, darà lettura del “rogito”, cioè l’atto con il quale si ricordano la vita e le opere più importanti del defunto Pontefice. Documento che verrà sottoscritto da alcuni dei presenti, mentre viene cantato il Cantico di Zaccaria. Al termine del canto il maestro delle celebrazioni liturgiche porrà sul volto di papa Francesco un velo di seta bianca e il camerlengo aspergerà il corpo con l’acqua benedetta. Sempre l’arcivescovo Ravelli a questo punto collocherà nella bara una borsa con le monete e le medaglie coniate durante il pontificato di Bergoglio (anche per segnare storicamente il pontificato del Vescovo di Roma defunto) e il tubo che contiene il rogito letto e sottoscritto precedentemente, con il sigillo dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche. Soltanto a questo punto la bara verrà chiusa: prima il coperto della cassa di zinco sul quale si trovano la croce, lo stemma del Pontefice defunto e la targa recante il nome del Pontefice, la durata della sua vita e del suo Ministero Petrino. «La bara di zinco viene saldata – si legge nel libretto del rito – e vengono impressi i sigilli del camerlengo di Santa Romana Chiesa, della Prefettura della Casa Pontificia, dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice e del Capitolo Vaticano. Viene chiusa anche la bara di legno. Sul coperchio si trovano la croce e lo stemma del Pontefice defunto».

La bara chiusa resterà nella Basilica di San Pietro fino a sabato mattina, quando alle 10 inizieranno le esequie di papa Francesco che saranno celebrate in piazza San Pietro. Qui troveranno posto i 200mila fedeli previsti dall’organizzazione vaticane e le delegazioni ufficiali dei paesi stranieri (ne sono attese 170). A concelebrare saranno tutti i cardinali presenti a Roma (compresi gli ultraottantenni) e a presiedere il rito funebre sarà il decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re, 91 anni, che non parteciperà al Conclave. Le letture sono tratte dagli Atti degli Apostoli (in cui Pietro parla di Gesù come giudice dei vivi e dei morti), dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (in cui si parla della trasfigurazione del nostro corpo mortale per conformarlo al corpo glorioso di Cristo) e dal Vangelo di Giovanni (quando si narra dell’affidamento da parte di Gesù a Pietro della Chiesa). Seguirà l’omelia del cardinale Re. Dopo un momento di riflessione personale ci sarà la preghiera dei fedeli, le cui intenzioni saranno lette in francese, arabo, spagnolo, polacco, tedesco e cinese. Dopo la consacrazione e la distribuzione della comunione, ci sarà l’ultimo atto del rito funebre: l’ultima raccomandazione e commiato. , che saranno seguite dalla litania dei santi (con inseriti nell’elenco anche san Pio X, san Giovanni XXIII, san Paolo VI e san Giovanni Paolo II). Sarà il vicario generale per la diocesi di Roma, il cardinale Baldo Reina a pronunciare la preghiera finale. Ultimo atto delle esequie sarà la supplica delle Chiese orientali, con i patriarchi, gli arcivescovi maggiori e i metropoliti delle Chiese orientali. Al termine sarà intonato il Magnificat, che accompagnerà la partenza del feretro verso il luogo della sepoltura, che sarà nella Basilica di Santa Maria Maggiore e non nelle grotte vaticane come avvenuto dal 1914.

La bara sarà collocata su un carro funebre che percorrerà i sei chilometri di distanza da San Pietro alla Basilica Liberiana «a passo d’uomo» come ha comunicato il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni. Sarà dunque possibile ancora per migliaia di persone che non avranno trovato posto in piazza San Pietro, dare il loro ultimo saluto a papa Francesco. L’ultimo atto sarà in Santa Maria Maggiore dove è stata allestita la tomba di papa Francesco tra la Cappella Paolina (dove è custodita la Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza, sul lato sinistro della Basilica papale. Non sarà un rito pubblico, ma prevede un momento di preghiera e alcuni atti ufficiali come l’imprimere i sigilli del camerlengo, della Prefettura della Casa Pontificia e dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche e del Capitolo liberiano sulla bara. Quindi la bara sarà collocata nella tomba. Sarà l’atto finale di questo lungo addio a Francesco.

Papa Francesco torna a San Pietro, l’affetto dei fedeli in basilica

Il racconto della morte rapida e serena nella ricostruzione di Vatican news. Le parole dette a Strappetti. Mercoledì la Salma in Basilica, sabato i funerali e la tumulazione
Fedeli in piazza San Pietro

Fedeli in piazza San Pietro – ANSA

Papa Francesco è morto sereno. Una morte discreta, quasi improvvisa, senza lunghe attese e troppi clamori per il Pontefice. Il quale non aveva mai nascosto la sua umanissima paura di quei momenti estremi. Un avolta confidò anche di aver sempre chiesto al Signore nelle sue preghiere: «Fa’ che sia breve, senza che io soffra troppo». Ed è stato esaudito.

Gli ultimi momenti della vita terrena del Papa sono stati raccontati da Vatican News. Il papa era assistito dall’infermiere Massimiliano Strappetti nominato nel 2022 suo assistente sanitario personale. E proprio a Strappetti sarebbero state indirizzate alcune delle sue ultime parole. «Grazie per avermi riportato in piazza». Parole pronunciato domenica dopo il bagno di folla in papamobile al termine della benedizione Urbi et Orbi di Pasqua. Francesco, sempre secondo quanto riportato dai media vaticani, avrebbe prima chiesto a Strappetti: »Credi che possa farlo?»

Francesco ha poi riposato nel pomeriggio e ha trascorso una cena tranquilla. Intorno alle 5:30 del mattino di ieri, 21 aprile, prosegue il racconto, le prime avvisaglie del malore, con il pronto intervento di chi vegliava su di lui. Più di un’ora dopo, fatto un gesto di saluto con la mano a Strappetti, sdraiato sul letto del suo appartamento al secondo piano di Casa Santa Marta, il Pontefice è entrato in coma. Non ha sofferto, è avvenuto tutto rapidamente, racconta chi gli era accanto in quegli ultimi momenti.

Si apprende nel frattempo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato questa mattina a Santa Marta in Vaticano per un primo omaggio alla salma di papa Francesco. Il Capo dello Stato, che era accompagnato dalla figlia Laura, ha già fatto rientro al Quirinale.

E oggi sono stati definiti alcuni particolari organizzativi. Sarà traslata domani mattina, mercoledì 23 aprile, alle 9, nella Basilica di San Pietro la bara di papa Francesco. E sabato mattina alle 10 si svolgeranno i funerali. Ne ha dato notizia l’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche pontificie. Domani il feretro sarà portato dalla Cappella di Casa Santa Marta (dove si trova da ieri sera, ndr) alla Basilica Papale di San Pietro, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis (nn. 41-65). «Dopo il momento di preghiera, presieduto dal cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, avrà inizio la traslazione. La processione percorrerà la Piazza Santa Marta e la Piazza dei Protomartiri Romani; dall’Arco delle Campane uscirà in Piazza San Pietro ed entrerà nella Basilica Vaticana attraverso la porta centrale. Presso l’altare della Confessione il Cardinale Camerlengo presiederà la Liturgia della Parola, al termine della quale avranno inizio le visite alla salma del Romano Pontefice». La Basilica resterà aperta ai fedeli, per l’omaggio alla salma, nei seguenti orari: mercoledì 23 aprile: ore 11:00-24:00; giovedì 24 aprile: ore 7:00-24:00; e venerdì 25 aprile: ore 7:00-19:00.

«Sabato 26 aprile alle ore 10, primo giorno dei Novendiali, sul sagrato della Basilica di San Pietro sarà celebrata la Santa Messa esequiale del Romano Pontefice Francesco, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis», rende noto inoltre l’arcivescovo Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Il funerale sarà presieduto «dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio. Al termine della celebrazione eucaristica avranno luogo l’ultima commendatio e la
valedictio», spiega Ravelli. «Di seguito il feretro del Romano Pontefice sarà portato nella Basilica di San Pietro e da lì nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione». E questa sera alle 19,30, proprio sul sagrato della Basilica liberiana, si reciterà il Rosario in suffragio di Papa Francesco. La preghiera sarà guidata dal cardinale decano, Giovanni Battista Re. Mentre alle 21,00 la preghiera mariana sarà replicata in piazza San Pietro, sotto la guida del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.

Intanto si è tenuta questa mattina nell’Aula del Sinodo in Vaticano la prima Congregazione generale dei cardinali, dopo la morte di papa Francesco, avvenuta lunedì 21 aprile alle 7,35. Alla riunione possono partecipare anche i cardinali non elettori, cioè coloro che hanno superato gli 80 anni. Ieri sono stati apposti i sigilli sia all’appartamento papale di Casa Santa Marta, sia a quello nel Palazzo Apostolico. Ulteriori notizie verranno diffuse nel corso della giornata. Ma è stato già comunicato che la celebrazione eucaristica e il rito della canonizzazione del beato Carlo Acutis, prevista il 27 aprile 2025, II domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, in occasione del Giubileo degli Adolescenti, è sospesa. Parimenti, il Collegio dei Cardinali, nella Congregazione Generale svoltasi oggi, ha deciso di sospendere le Celebrazioni di beatificazione programmate, fino alla decisione del nuovo Romano Pontefice.

Ieri sera, lunedì 21 aprile alle ore 20, il cardinale camerlengo Farrell ha presieduto il rito della constatazione della morte e della deposizione della salma nella bara. Papa Francesco è morto per ictus cerebrale, coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile. Lo ha certificato nella denuncia di morte il professor Andrea Arcangeli, direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano. Il documento è stato diramato dalla Sala Stampa della Santa Sede, insieme con il testamento del Papa (che Avvenire.it pubblica integralmente) al termine del rito nella cappella di Casa Santa Marta, durato circa un’ora. Erano presenti il decano del Collegio cardinalizio, cardinale Giovanni Battista Re, i familiari del Papa, e i dirigenti della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano.

Imponenti le misure di sicurezza a San Pietro. Per la gestione dell’intenso flusso di fedeli che anche oggi, all’indomani della scomparsa di Papa Francesco, si stanno riversando nella piazza per rendere omaggio al Pontefice, è stata creata un’area delimitata con accessi obbligati e controlli di borse e zaini. In campo poliziotti, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco e polizia locale di Roma. Nei pressi degli accessi si sono formate già lunghe file tra turisti e pellegrini.
Avvenire

Da oggi a venerdì aperte le visite alla salma in San Pietro: gli orari

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Da oggi a venerdì aperte le visite alla salma in San Pietro: gli orari
Al termine del rito della Traslazione della bara del Romano Pontefice defunto nella Basilica Vaticana, che si svolgerà, secondo le indicazioni fornite, alle ore 9:00 di oggi, la Basilica resterà aperta ai fedeli che volessero visitare la salma del Pontefice nei seguenti orari:
Mercoledì 23 aprile: ore 11:00-24:00
Giovedì 24 aprile: ore 7:00-24:00
Venerdì 25 aprile: ore 7:00-19:00

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I funerali di Papa Francesco il 26 aprile sul sagrato di San Pietro

Come si svolgeranno i funerali di Papa Francesco: data, programma e le novità volute dal Pontefice - Tiscali Notizie

I funerali di Papa Francesco il 26 aprile sul sagrato di San Pietro

Alle ore 10, primo giorno dei Novendiali, sul sagrato della Basilica sarà celebrata la Messa esequiale del Pontefice Francesco, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. La liturgia esequiale presieduta dal cardinale decano Re. Di seguito il feretro sarà portato nella Basilica di San Pietro e da lì nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione
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Si terrà il prossimo sabato 26 aprile 2025, alle ore 10, primo giorno dei Novendiali, sul sagrato della Basilica di San Pietro, la Messa esequiale di Papa Francesco, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. Lo rende noto l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, riferendo che la liturgia esequiale sarà presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio. Al termine della celebrazione eucaristica avranno luogo l’Ultima commendatio e la Valedictio.

Diversi capi di Stato e di governo hanno annunciato la loro partecipazione, tra cui il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. Prevista poi la presenza dei presidenti Zelensky, Trump, Lula, Macron, Milei, Steinmeier, Duda, Bolojan. Poi i reali del Belgio, Filippo e Mathilde, e della Spagna, Felipe e Letizia, il principe di Monaco Alberto II, il cancelliere tedesco Scholz.
La traslazione nella Basilica di San Pietro
Domani, mercoledì 23 aprile, si terrà la traslazione in San Pietro della salma del Pontefice. Alle ore 9 la bara con il defunto sarà portata dalla Cappella della Domus Sanctæ Marthæ alla Basilica vaticana, sempre secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. Dopo il momento di preghiera, presieduto dal cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa, ha inizio la traslazione.

La processione percorrerà la Piazza Santa Marta e la Piazza dei Protomartiri Romani; dall’Arco delle Campane uscirà in Piazza San Pietro ed entrerà nella Basilica Vaticana attraverso la porta centrale. Presso l’altare della Confessione il camerlengo presiederà la Liturgia della Parola, al termine della quale avranno inizio le visite alla salma di Papa Francesco.

Secondo le indicazioni fornite – diffuse dalla Sala Stampa della Santa Sede – alle ore 9 di domattina, la Basilica resterà aperta ai fedeli che vogliono visitare la salma del Pontefice nei seguenti orari: mercoledì 23 aprile dalle ore 11 alle 24; giovedì 24 aprile dalle ore 7 alle 24; venerdì 25 aprile dalle ore 7 alle 19.