“Reti di prossimità”: un sostegno concreto per le famiglie in condizione di povertà

Il progetto è curato dalla parrocchia con i comuni di Domodossola e Villadossola e il Ciss

La parrocchia di Domodossola dei Santi Gervaso e Protaso promuove il progetto “Reti di prossimità”, di cui è ente capofila al fianco dei comuni di Domodossola e Villadossola e del Ciss Ossola. L’obiettivo, spiegano Valentina Broggio e Silvia Campanini – referente della parrocchia la prima, assistente sociale del Ciss Ossola la seconda, che si sono occupate del progetto – è quello di attivare diversi servizi sul territorio per prevenire il disagio sociale e offrire un sostegno alle famiglie che si trovano in situazione di povertà.

Il progetto è stato realizzato grazie ad un contributo di 143mila euro ottenuto dalla Fondazione Cariplo tramite il bando “Reti contro la povertà territoriale”. I fondi sono stati suddivisi tra i diversi partner: i comuni di Domodossola e Villadossola hanno ricevuto rispettivamente 20mila e 21mila euro che si è deciso di destinare al sostegno alle famiglie per il pagamento dei canoni di locazione. “Si tratta di un sostegno per la tutela dell’aspetto abitativo – spiegano le organizzatrici -. È stato predisposto un bando rivolto ai cittadini, tramite il quale le famiglie possono richiedere un contributo per i pagamenti degli affitti. La fascia Isee è più alta di quella prevista dai rispettivi regolamenti comunali per l’erogazione dei contributi economici per la locazione ai nuclei indigenti. Questo perché vogliamo porre l’attenzione su una nuova povertà, che colpisce sempre più famiglie”.

Il bando è già stato pubblicato dal comune di Villadossola, che sta procedendo a stilare la graduatoria, mentre per il comune di Domodossola sarà pubblicato nei prossimi giorni. Le richieste presentate ai comuni sono state valutate e saranno valutate dal Servizio Sociale Professionale del Ciss Ossola.

I restanti fondi del bando di Fondazione Cariplo – di cui 26mila euro andranno al Ciss Ossola – saranno investiti dalla parrocchia di Domodossola per la promozione di attività ed eventi rivolti alla comunità, sempre con lo scopo di prevenire il disagio sociale e promuovere iniziative concrete per combattere la povertà. “Saranno organizzati diversi eventi pubblici – spiega Broggio -. Il primo, tenutosi il 27 marzo, è stata una serata informativa sul tema delle bollette”. Inoltre, la parrocchia è al lavoro su diversi altri progetti sui territori di, quali il servizio invenduto in collaborazione con il Ciss Ossola, e ha già iniziato ad organizzare corsi di formazione per operatori e utenti.

“Reti di prossimità è un progetto innovativo – concludono Broggio e Campanini – che ha l’obiettivo di mettere in rete i diversi soggetti del territorio con l’obiettivo di contrastare la povertà. Proprio questo è l’argomento su cui vorremmo porre l’attenzione: un argomento spesso difficile da affrontare”.

Ossola News

Liturgia Domenica 19 Gennaio 2025 II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Colore liturgico: Verde

Antifona
A te si prostri tutta la terra, o Dio.
A te canti inni, canti al tuo nome, o Altissimo. (Cf. Sal 65,4)

Si dice il Gloria.

Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che governi il cielo e la terra,
ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo
e dona ai nostri giorni la tua pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Oppure:

O Dio, grande nell’amore,
che nel sangue di Cristo versato sulla croce
hai stipulato con il tuo popolo l’alleanza nuova ed eterna,
fa’ che la Chiesa sia segno del tuo amore fedele,
e tutta l’umanità possa bere
il vino nuovo nel tuo regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Si dice il Credo.

Prima Lettura
Gioirà lo sposo per la sposa.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 62,1-5

Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 96 (95)

R. Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome. R.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome. R.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine. R.

Seconda Lettura
L’unico e medesimo Spirito distribuisce a ciascuno come vuole.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 12,4-11

Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue.
Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo,
per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo. (Cf. 2Ts 2,14)

Alleluia.

Vangelo
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2,1-11

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Parola del Signore.

Sulle offerte
Concedi a noi tuoi fedeli, o Padre,
di partecipare con viva fede ai santi misteri,
poiché ogni volta che celebriamo questo memoriale
del sacrificio del tuo Figlio,
si compie l’opera della nostra redenzione.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona alla comunione
Davanti a me tu prepari una mensa;
e il mio calice trabocca. (Sal 22,5)

Oppure:

Abbiamo conosciuto e creduto
l’amore che Dio ha per noi. (1Gv 4,16)

*C
A Cana di Galilea Gesù manifestò la sua gloria
e i suoi discepoli credettero in lui. (Gv 2,11)

Dopo la comunione
Infondi in noi, o Padre, lo Spirito del tuo amore,
perché saziati dall’unico pane del cielo,
nell’unica fede siamo resi un solo corpo.
Per Cristo nostro Signore.

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Fonte CEI

Se la parrocchia bussa alla porta di casa

A Foligno le celebrazioni nelle abitazioni: «Così ci sentiamo comunità». Da un’idea di don Antonietti un’occasione per incontrare e ascoltare le persone. E diventare sempre più Chiesa missionaria

Una delle Messe celebrate da monsignor Cristiano Antonietti nelle case di Foligno (Perugia)

Una delle Messe celebrate da monsignor Cristiano Antonietti nelle case di Foligno (Perugia) – .

avvenire

Un viaggio tra i mille volti della «Chiesa in uscita», una comunità di fede con le porte aperte a quanti sono in cerca del senso della vita e sempre al fianco dei più fragili. È la nuova campagna della Cei “Chiesa cattolica italiana. Nelle nostre vite, ogni giorno”, che racconta una presenza fatta di piccoli gesti, di mani tese, di momenti di conforto che trasformano le difficoltà in speranza. Come una casa accogliente, una famiglia che unisce, una comunità che ascolta, la Chiesa risponde alle domande di chi ha bisogno di sostegno e di un punto di riferimento. Tante storie come quella che raccontiamo in questo articolo. La campagna ricorda l’impegno quotidiano dei sacerdoti e delle comunità loro affidate. L’azione visibile della Chiesa cattolica è un’opera corale per accompagnare la crescita umana e spirituale di ogni persona, senza smettere di offrire sostegno ai più vulnerabili.

La Messa a domicilio per essere davvero quella Chiesa missionaria, in uscita, prossima soprattutto a chi si è allontanato dalla fede, ma che ha ancora bisogno di sentirsi parte di una comunità. Questa l’idea di monsignor Cristiano Antonietti, vicario episcopale per la Pastorale della diocesi di Foligno, già cerimoniere di papa Francesco e soprattutto guida della parrocchia di Santa Maria Infraportas. Ed è proprio qui che nei mesi scorsi ha iniziato ad andare nelle case per incontrare le persone, soprattutto «quelle che non vedevo mai la domenica», racconta il sacerdote. L’iniziativa non nasce ora, né per caso: «Questa estate – racconta Antonietti –, mentre pensavo a che cosa fare per essere più prossimo ai miei parrocchiani, mi sono venute in mente due attività: una in ottobre, di missione nelle case e poi in Quaresima con la Via Crucis nelle varie zone della parrocchia. Mi sono accorto infatti che nella mia realtà – spiega ancora – alle celebrazioni c’è una ricca presenza di movimenti come i Neocatecumenali, gli Scout, l’Azione Cattolica. Ma c’è molta gente che non ha nessuna appartenenza e che spesso è tentata di restare a casa, pensando che “tanto c’è già chi riempie i banchi della chiesa”. E allora – continua il prete – mi sono detto che dovevo essere io a fare il primo passo e, alla fine, ho visitato una trentina di famiglie».

Con l’intento di stare insieme, di conoscersi meglio, di condividere la fede don Cristiano si è fatto aprire le porte di casa: «Porte che non si sono spalancate solo per me – sottolinea – ma per tutti i residenti di un palazzo o di una via. Nel momento in cui si è compreso che era un momento di fraternità, amicizia e di preghiera, perché poi il momento importante era la Messa, è iniziata la gara ad invitarmi e a organizzare la serata. Alcuni nella sala condominiale del palazzo, altri nel soggiorno o in salotto organizzavano la mensa eucaristica proprio come i primi cristiani e come ci indica il progetto di rinnovamento parrocchiale lanciato dal nostro vescovo Domenico Sorrentino con le “Piccole comunità Maria famiglie del Vangelo”. Alla fine, la serata si concludeva con l’agape fraterna e tutti erano desiderosi di partecipare e dare il proprio contributo».

L’esperienza delle Messe a domicilio è servita a don Cristiano per avvicinarsi a chi era più distante o a chi ha anche problemi familiari, di salute, economici. «Questi momenti – spiega ancora – sono stati importanti per venire a conoscenza anche di situazioni difficili di genitori con i figli o altre problematiche familiari. Da qui sono iniziati un ascolto, una fiducia e un sostegno. Inoltre, da questa esperienza sono nate tre “Famiglie del Vangelo” che stanno iniziando a camminare insieme». Sono piccoli gruppi di fedeli che si ritrovano nelle case, cuore pulsante della fede e della testimonianza, per stare insieme, per pregare e se c’è bisogno per aiutarsi. «L’obiettivo di questo progetto lanciato da monsignor Sorrentino – sottolinea il parroco – è di ripartire dal calore delle case, di riportare la preghiera nelle case dove ormai genitori e figli, visti i ritmi frenetici, neanche si incontrano o si parlano, dove gli anziani sono soli e i momenti di preghiera non esistono più. Quindi, a fronte della famiglia naturale che fa fatica ce n’è un’altra, quella nello Spirito Santo, che agisce».

Il progetto di rinnovamento parrocchiale, già partito nella diocesi gemella di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, ha portato alla formazione di oltre una trentina di Famiglie del Vangelo, ciascuna composta da una quindicina di genitori con figli, persone rimaste sole, giovani o anziani. Accanto a ogni Famiglia del Vangelo c’è il parroco che accompagna, aiuta, sostiene, favorisce l’incontro e la condivisione.

La missionarietà di don Cristiano non si ferma dunque qui e già sta pensando alla Quaresima. «Ci organizzeremo con le Via Crucis di zona o di via nell’intera parrocchia, in modo che tutte le famiglie si sentano coinvolte e protagoniste».

E i parrocchiani sono già pronti a riaprire le porte. Daniela Lupparelli è entusiasta: «Iniziativa positiva perché, oltre a ritrovarci per l’Eucarestia, a chi come me è sempre vissuta in questo quartiere mi ha permesso di conoscere nuovi residenti arrivati da non molto; è un modo per relazionarsi, scoprire e venire in aiuto anche di tante tristezze, solitudine e difficoltà di cui non eravamo a conoscenza. Sicuramente – conclude Daniela – il progetto delle “Famiglie del Vangelo” è positivo perché ci permette di ritrovarci intorno alla Parola e all’Eucarestia nel clima caldo della casa».

Dello stesso avviso anche Manuela Caporaletti che sottolinea come questa iniziativa vada nella direzione di «abbattere in qualche modo il forte individualismo odierno; c’è difficoltà a mettersi a nudo e ad aprirsi con gli altri e questo ritrovarsi nelle case è servito anche a questo».

Nonostante i suoi importanti impegni come notaio chi ha detto subito sì al progetto è Elisabetta Carbonari che ha aderito per dare seguito «all’istanza che veniva dal nostro vescovo e dal nostro parroco, poiché sono coloro che ci indicano la via. Ho partecipato perché mi sembrava che in questo modo potessimo sentire ancor più il Signore Gesù come prossimo, sentirlo parte delle nostre vite, vederlo abitare l’intimità delle nostre case, vedere il pane spezzato in luoghi a noi familiari come facevano gli antichi cristiani. Ho anche aderito – ha aggiunto – per abbattere un po’ di quelle barriere che si formano con i nostri vicini, per riservatezza o pigrizia, vicini con i quali in realtà condividiamo ben poco, per trovare invece in Lui per la via delle celebrazioni domestiche (ho partecipato ovviamente anche a quelle delle altre famiglie) la nuova spinta per essere comunità».

 

 

Chiesa in lutto per la morte di don Mario Gasparini

Don Mario Gasparini morto all'età di 92 anni

Nella prima mattina di martedì 10 dicembre 2024 nella Casa del Clero di Montecchio Emilia si è spento don Mario Gasparini, il fondatore della parrocchia dello Spirito Santo a Reggio Emilia. Aveva 92 anni.

Era infatti nato il 18 febbraio 1932 ad Argine e aveva ricevuto l’ordinazione presbiterale il 19 giugno 1955. La sua prima destinazione pastorale fu quella di vicario cooperatore a Castelnovo ne’ Monti, dove don Mario ha operato fino al 1964. In seguito, per tre anni (1964-1967) il presbitero è stato inviato come parroco a San Sisto (Poviglio).

Nel 1967 arrivò la chiamata per la parrocchia dello Spirito Santo a Reggio Emilia, che don Gasparini ha fondato a partire da una piccola barchessa e dove il sacerdote è rimasto per oltre mezzo secolo, precisamente fino al settembre 2021, quando subì un ricovero ospedaliero e venne successivamente trasferito alla Casa del Clero “San Giuseppe” di Montecchio Emilia.

Nel frattempo, dal 2017, la parrocchia era entrata nell’unità pastorale “Santa Maria degli Angeli” che oggi comprende anche le comunità di Regina Pacis, Roncina, Codemondo e San Bartolomeo sotto la guida di don Enrico Ghinolfi.

Vocazione dalla forte spiritualità, quella di don Gasparini, connotata da una spiccata devozione mariana e da una notevole larghezza di cuore. “Carissimo” e “carissima” erano l’appellativo ricorrente che don Mario riservava a tutti coloro con i quali entrava in contatto, con la sua energia positiva e un entusiasmo perennemente giovanile.

Un prete – così lo storico parrocchiano Luca Lusetti, che ha vegliato don Mario anche nelle ultime ore – che aveva sempre una parola di conforto per ognuno, capace di ascolto profondo e disteso, grande amico di monsignor Emilio Landini, in gioventù appassionato insegnante di Religione nelle scuole.

Nel giugno del 2015, in occasione del 60° anniversario di ordinazione presbiterale, a don Mario era stato dedicato nella chiesa dello Spirito Santo un concerto diretto da monsignor Marco Frisina, che già l’anno precedente aveva portato in Cattedrale il Coro della Diocesi di Roma.

Il feretro sarà esposto a partire dalle ore 16 di martedì 10 dicembre nella chiesa dello Spirito Santo, in via Pietro Mascagni 48 a Reggio Emilia, dove alle 20.30 sarà recitato il santo Rosario in suffragio.

Sempre nella stessa chiesa l’Arcivescovo Giacomo Morandi presiederà la liturgia delle esequie mercoledì 11 dicembre alle ore 15.

laliberta.info

16 Luglio 2024 in Santo Stefano a Reggio Emilia festa della Madonna del Carmelo

Martedì 16 luglio sarà celebrata con particolare solennità nell’antica chiesa parrocchiale cittadina di Santo Stefano la festa della Madonna del Carmelo.

Alle ore 10.30 e alle ore 19.00 sarà celebrata la Santa Messa accompagnata dalla preghiera di consacrazione delle consorelle e dei confratelli della Confraternita del Santo Scapolare della Beata Vergine del Carmine.

Nel pomeriggio dalle 17.30 alle 18.30 avrà luogo l’adorazione eucaristica a cui seguirà alle ore 18.40 la recita dell’antico inno Akhatistos, appartenente alla tradizione ortodossa.

Al mattino dalle 9.00 alle 12.00 e nel pomeriggio dalle 17.30 alle 18.30 sarà presente in Santo Stefano – santuario mariano carmelitano – un sacerdote per le confessioni. Durante tutta la giornata di sabato sarà possibile iscriversi all’antica Confraternita e ottenere l’indulgenza plenaria.

Molto antico a Reggio è il culto della Beata Vergine Maria sotto il titolo del Monte Carmelo.

È proprio un vescovo di origini reggiane, Sant’Alberto patriarca di Gerusalemme (1150 ca-1214), colui che i Carmelitani venerano come loro “legislatore”, cioè autore della loro prima regola. A lui è intitolata la chiesa parrocchiale sita in via Einstein.

E sotto la protezione Beata Vergine del Carmelo venne fondato da Pinotto Pinotti, nel 1371, l’Arcispedale di Santa Maria Nuova di Reggio, la cui cura spirituale fu appunto affidata ai Carmelitani che – trasferiti in seguito nella Commenda Gerosolimitana di Santo Stefano, dove portarono la statua lignea raffigurante la Madonna del Carmelo – ebbero perciò un ruolo notevole nella diffusione di questo particolare culto mariano nella città di Reggio e nel suo distretto.

Ciò spiega l’ampia diffusione in tutto il territorio diocesano di confraternite, oratori e opere caritative anche recenti – si pensi alle “Casa della Carità” di don Mario Prandi – sotto il titolo del Carmelo che risulta dalle varie visite pastorali.

Presso la parrocchia cittadina di San Giovanni Evangelista in Santo Stefano venne istituito nel 1943 il Terz’Ordine Carmelitano Femminile, come si legge in una memoria manoscritta conservata nell’archivio parrocchiale, che ricorda la vestizione della prima terziaria: Clementina Cavazzoli, incoraggiata da mons. Leone Tondelli arciprete della Cattedrale; lo zelo delle prime ascritte permise l’adesione di varie terziarie, con l’intendimento anche di onorare la Beata Giovanna Scopelli; a Tondelli successe nella direzione del Terz’Ordine don Torquato Iori, prevosto di Santo Stefano.

Presso la stessa parrocchia esisteva già dal secondo decennio del XIX la «Confraternita dei Fratelli e delle Consorelle della Beata Vergine del Carmelo che si venera nella chiesa di Santo Stefano di Reggio» o «Confraternita del Santo Scapolare della Beata Vergine del Carmine»; i registri degli ascritti datano dal 1820; l’archivio conserva le «bolle di aggregazione» e la «Regola per gli ascritti».

(laliberta.info)