La nuova stagione di Santa Cecilia, una “cavalcata” come auspici

Il coro e l'Orchestra dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia

La Valchiria di Richard Wagner apre la stagione 2025-26 dell’Accademia ceciliana, con tanti debutti e novità. Poi i grandi nomi della direzione e solisti d’eccezione si contenderanno i favori del pubblico sia della sinfonica che della cameristica

Marco Di Battista – Città del Vaticano – Vatican News

Sarà la Valchiria di Richard Wagner a inaugurare, il prossimo 23 ottobre, la stagione sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. La vera notizia però è che l’opera sarà eseguita in forma scenica: per la prima volta la Sala Santa Cecilia cambierà totalmente aspetto. Più Bayreuth o più Teatro dell’Opera? Vedremo che cosa ha pensato Vincent Huguet, regista francese non ancora cinquantenne ma già con una carriera notevole. Debutta a Roma con il suo primo Wagner, così come Daniel Harding nella sua prima Valchiria. Nell’inaugurazione delle prime volte va ricordato senz’altro che il progetto ceciliano non si limita alla prima giornata del “Ring” wagneriano ma l’intenzione è di eseguirlo integralmente (a Roma non si fa dal 1961).

Com’è ormai abitudine, la conferenza stampa di apertura delle grandi istituzioni musicali propone una lista di grandi nomi, nel caso dell’Accademia soprattutto direttori. Ecco allora tra ritorni e conferme come Myung-Whun Chung, Tugan Sokhiev, Semyon Bychkov, Sir John Eliot Gardiner, Daniele Gatti, Sir Antonio Pappano, Charle Dutoit o Teodor Currentzis. A questi ovviamente bisogna unire Daniel Harding, direttore principale che, tra l’altro, continuerà l’integrale delle sinfonie di Gustav Mahler dirigendo la Terza e la Quarta. Eppure, le personalità da tener d’occhio nella stagione sinfonica sono altri tre: il ceco Petr Popelka, Direttore Principale dei Wiener Symphoniker, la tedesca Joana Mallwitz, prima donna ad essere direttore principale della Konzerthausorchester Berlin, e del rumeno Cristian Mačelaru, che nonostante la imponente carriera non ha mai diretto l’orchestra ceciliana.

L’inaugurazione della stagione cameristica è per il primo novembre con il trio formato da Lisa Batiashvili al violino, Gautier Capuçon al violoncello e Jean-Yves Thibaudet al pianoforte. Anche qui non manca un super elenco di celebrità, visto che ormai con buona pace dei compositori il concerto lo fanno gli interpreti più dei programmi. Il fascino della cameristica, però, resta intatto per chi ama la musica. András Schiff, Beatrice Rana e Lang Lang si contenderanno il repertorio pianistico (e il senso di un recital). Asmik Grigorian ci incanterà cantando Čajkovskij e Rachmaninov, il Quartetto Ébène continuerà l’integrale dei quartetti beethoveniani. Forse stavolta sarà la musica antica a stuzzicare maggiormente il pubblico della Sala Sinopoli: dal Messiah di Haendel diretto da Christophe Rousset alla arie napoletane di Nicolò Piccinni cantate da Rosa Feola. Una particolare menzione merita indubbiamente l’omaggio ad Alessandro Scarlatti in occasione dei 300 anni dalla morte: Vespro e Messa di Santa Cecilia ci aspettano il 26 novembre

Giubileo dello Sport, campioni ma soprattutto artigiani di speranza

2025.06.11 Presentazione Giubileo dello Sport

Presentato nella Sala Stampa della Santa Sede l’appuntamento giubilare in programma il 14 e il 15 giugno. “Lo sport – ha sottolineato il cardinale Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura – insegna a rialzarsi dopo una sconfitta, proprio come la fede ci sostiene nei momenti di difficoltà”
Silvia Guidi – Città del Vaticano – Vatican News

“Per un atleta è importantissimo perdere; è in quell’occasione che dimostra davvero chi è, come si sa risollevare, come riesce a capire dove ha sbagliato e qual è il prossimo obiettivo” spiega Novella Calligaris, la prima fra gli atleti italiani a vincere una medaglia olimpica nel nuoto e a stabilire un primato mondiale negli 800 metri stile libero, attualmente giornalista a Rainews24.Calligaris ha presentato le iniziative in programma in occasione del Giubileo dello Sport presso la Sala Stampa della Santa Sede, l’11 giugno, insieme al cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, Amelio Castro Grueso, atleta di scherma paralimpica, e Giampaolo Mattei, presidente di Athletica Vaticana. Una due giorni intensa che sarà conclusa dalla messa celebrata da Papa Leone xiv a San Pietro, domenica 15 giugno.

“Ogni atleta ha una storia da raccontare, diversa dagli altri – continua Calligaris – il risultato non ha bisogno di commenti, ma quello che è interessante è come ci è arrivato, le motivazioni, la sofferenza, le cadute, le risalite. Nell’antica Grecia lo sport era una delle tante discipline ai Giochi Olimpici; c’erano anche la poesia, la danza, il canto. Dobbiamo tornare a questa visione globale della cultura” ha ribadito Calligaris.

Una comunità che si muove
“Anche quando sembra una disciplina solitaria, lo sport è sempre una comunità che si muove” ha sottolineato al cardinale José Tolentino de Mendonça; un’occasione per parlare dell’uomo e delle sue ragioni di vita, delle sue gioie, del suo desiderio di trascendenza e di infinito. Un’occasione per sperimentare quella speranza disarmata e disarmante di cui parla Papa Leone xiv. Più che un programma di gare, il Dicastero ha voluto collegare lo sport alla sua essenza, cioè alla cultura e all’educazione, ha ribadito il cardinale. Il primo giugno scorso, Papa Leone ha detto ai ciclisti del Giro d’Italia “siete modelli per i giovani di tutto il mondo”; «questa frase rivela due cose fondamentali — ha chiosato Tolentino — in primo luogo, il riconoscimento che la Chiesa dà allo sport; in secondo luogo, la responsabilità che lo sport esercita sulla società. Auspico che questo Giubileo dello Sport possa risvegliare negli atleti questa consapevolezza: che anche loro sono missionari della speranza». Lo Sport come una scuola di vita, una frase che può essere ripetuta senza ombra di retorica.

Storie oltre il podio
Si comincia sabato 14 giugno, con il convegno «Lo slancio della speranza: storie oltre il podio». L’appuntamento, per i partecipanti iscritti, è alle ore 8 presso il Pontificio Istituto Patristico Augustinianum. Subito dopo l’accredito, i partecipanti si uniranno agli altri pellegrini per partecipare all’Udienza Giubilare che il Santo Padre Leone XIV terrà in Piazza San Pietro. Il convegno – che proseguirà fino alle 13 – è pensato come una riflessione aperta sul legame che intercorre tra la speranza e lo sport e organizzato in tre momenti, preceduti dai saluti introduttivi del cardinale José Tolentino de Mendonça e di Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale.

Il primo momento sarà dedicato alle testimonianze di Letsile Tebogo (atletica), Valentina Vezzali (scherma), Amelio Castro Grueso (scherma paralimpica) e Sérgio Conceição (ex calciatore e allenatore). Durante la seconda parte sarà approfondita la presenza della Chiesa in ambito sportivo ed educativo, con gli interventi di Francesca Scibetta (Polisportive giovanili Salesiane), Giampaolo Mattei (Athletica Vaticana), Litus Ballbe Sala (Pastorale dello Sport), Paola Virginia Gigliotti (Associazione Sentieri Frassati). L’evento si concluderà con le premiazioni del Concorso fotografico internazionale Sport in Motion, promosso con l’obiettivo di avvicinare i giovani alla cultura. La moderazione è affidata a Novella Calligaris e Alessandro Gisotti (Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede), mentre i vincitori del concorso saranno annunciati dal fotografo sportivo Giovanni Zenoni. Nel pomeriggio di sabato sportivi, familiari e amici potranno vivere il rito più significativo del Giubileo: l’Attraversamento della porta Santa. Il ritrovo è alle ore 17 nella nuova Piazza Pia. Dopo un momento di preghiera, i pellegrini si muoveranno in processione verso la Basilica di San Pietro per il passaggio comunitario della Porta Santa. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Athletica Vaticana. La giornata si concluderà alle ore 21.30 con una storia di passione, fede e sport: in Piazza San Cosimato a Trastevere sarà proiettato il film premio Oscar «Chariots of Fire» (Momenti di gloria) di Hugh Hudson. Domenica 15 giugno alle ore 10.30 Papa Leone XIV presiederà in Piazza San Pietro la celebrazione dell’Eucarestia, aperta a tutti ed in particolare agli sportivi e alle loro famiglie.
Il sorriso di Amelio
“Sono nato e cresciuto nel paese più bello del mondo, in una zona bellissima ma complicata della Colombia – racconta Amelio Castro Grueso protagonista, tra l’altro, di una puntata del podcast Specchi, a cura di Amedeo Lomonaco – Le mie speranze erano zero dopo che mia mamma è stata uccisa quando avevo sedici anni. Mai e poi mai avrei immaginato che sarei stato protagonista in una Paralimpiade e soprattutto di una vita che mi rende felice quando ero solo in ospedale dopo l’incidente che a vent’anni mi ha fatto perdere l’uso delle gambe. In ospedale sono stato abbandonato dalla mia famiglia, eppure quel periodo in ospedale è stato il migliore della mia vita perché lì, inchiodato al letto, ho scoperto l’amore di Dio, ho fatto esperienza della sua Grazia. Ho partecipato alle Paralimpiadi di Parigi 2024 nella scherma: sono uno degli otto atleti del Team paralimpico dei rifugiati. Mai e poi mai avrei immaginato che la strada per la speranza della mia rinascita sarebbe passata per lo sport”.

“Un anno fa, a Parigi, ho tirato di scherma con i più forti al mondo. Sono stato ammesso ai Giochi proprio all’ultimo momento. Non ho vinto la medaglia, ma ci ho creduto e ho imparato anche a godermi la sconfitta come momento fondamentale di crescita dopo che hai dato tutto te stesso. Tanti vogliono solo vincere; in realtà, come dice spesso il mio mental coach, non è difficile arrivare, è difficile rimanere. Sempre mi rialzo, e riparto. Quello che voglio davvero è fare la volontà di Dio, essere suo strumento per testimoniare il suo amore alle persone che incontro, chi non ce la fa a ripartire perché prigioniero dell’angoscia, della depressione, di un trauma da cui non riesce a liberarsi. So di non essere mai stato solo nella mia vita e so che non sarò mai solo, perché Dio è accanto a me. Con la grazia e l’amore di Dio non mi lascerò mai rubare la speranza”.

Un’unica, grande squadra
«Il primo giugno scorso — ha aggiunto Giampaolo Mattei, il presidente di Athletica Vaticana —abbiamo vissuto una prima, straordinaria, “tappa”. Papa Leone XIV ha rilanciato una visione sportiva attenta a tutto l’essere umano: corpo, mente, cuore e spirito. Il 27 maggio, con la Società sportiva calcio del Napoli, aveva parlato anche di squadra che lavora insieme insistendo, in particolare, sull’ aspetto educativo. Il Giubileo dello Sport che non è un evento agonistico, un campionato, un torneo. È un’esperienza cristiana che gli sportivi – professionisti e amatori di ogni età, con dirigenti, allenatori, organizzatori, appassionati e i loro familiari – vivranno insieme. Come un’unica grande squadra, tutti con la stessa dignità senza guardare al medagliere”. In inglese e in italiano sarà proclamato il passo della Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi (9, 24-27) e sarà recitata la preghiera del Padre Nostro. Il pellegrinaggio sarà accompagnato da canti nella tradizione della Comunità di Taizé, in considerazione della partecipazione di sportivi di diversi Paesi. In questo contesto, una rappresentanza della Conferenza episcopale francese consegnerà ad Athletica Vaticana – l’Associazione polisportiva ufficiale della Santa Sede – la “Croce degli sportivi”, riferimento spirituale per le Olimpiadi e Paralimpiadi parigine del 2024 nella Cappella degli atleti nella chiesa della Maddalena. A questo passaggio sarà presente Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico internazionale.
La stessa Croce è stata collocata nella Cappella per gli sportivi ai Giochi di Londra nel 2012 e Rio de Janeiro nel 2016. Benedetta da Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro nel 2013, è stata portata anche alla Gmg di Lisbona nel 2023. Athletica Vaticana consegnerà la “Croce degli sportivi” alle Diocesi nel cui territorio, di volta in volta, si svolgeranno Olimpiadi e Paralimpiadi invernali ed estive. secondo la tradizione della Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù.

Nuova veste grafica del sito istituzionale della Santa Sede

La nuova veste grafica dell'homepage del sito vatican.va

Cambia il volto del sito web Vatican.va, che offre l’accesso ai documenti ufficiali del magistero del Papa e della Santa Sede. Il designer “E’ l’abbraccio della Chiesa al mondo digitale”
Vatican News

Uno sfondo azzurro cielo e Papa Leone XIV che saluta i fedeli con un sorriso. E poi i toni caldi del travertino. Cielo e terra. Pietra e profondità. Si presenta così la nuova homepage del sito istituzionale della Santa Sede vatican.va, una finestra che con un design più moderno guida i visitatori alla consultaziione del magistero del Papa e dei suoi predecessori, oltre a contenere una nutrita serie di informazioni sul mondo vaticano . La nuova veste grafica per un sito che è online da dicembre 1995, quindi da quasi 30 anni, prima finestra della Santa Sede sul web, è progettata con l’obiettivo di offrire un’esperienza di navigazione più chiara ed accessibile ai visitatori, che saranno in grado di navigare più facilmente alla ricerca della documentazione del Magistero, sia quello di Papa Leone XIV sia quello dei suoi predecessori.
Il lavoro dei team redazionale e tecnico
L’aggiornamento della homepage fa parte di un lungo lavoro redazionale e di sviluppo, strutturato in diverse fasi con l’obiettivo di trasferire l’immenso patrimonio storico del sito in un portale rinnovato. Affinché queste pagine siano fruibili, hanno lavorato e continuano a lavorare insieme team con competenze diverse: quello Redazionale cura la documentazione istituzionale e garantisce l’accessibilità di tutti i contenuti, e il Team tecnico del Dicastero per la Comunicazione che ha sviluppato la struttura, dando vita al progetto del graphic designer peruviano Juan Carlos Yto (TMB_Lab), ex-alunno del primo gruppo del programma Faith Communication in the Digital World.

Il designer: è l’abbraccio della Chiesa nel mondo digitale
“Deve rappresentare l’abbraccio della Chiesa nel mondo digitale”: questo è ciò che ha ispirato Juan Carlos nella ideazione della nuova veste grafica. “È stata la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho saputo dell’intenzione di rinnovare il sito ufficiale della Santa Sede – spiega il graphic designer peruviano – Seguendo lo spirito e la forma ellittica di Piazza San Pietro di Gian Lorenzo Bernini: una Chiesa a braccia aperte, universalmente accessibile e aggiornata ai tempi moderni”. Una Chiesa più chiara, accessibile e contemporanea, aggiunge Juan Carlos. Che così motiva le sue scelte grafiche: “I colori si ispirano all’azzurro del cielo romano, che contrasta magnificamente con i toni caldi del travertino. Cielo e terra. Pietra e profondità. Accenti dorati di divinità, grigi chiari e bianchi per illuminare. Fotografie più grandi e in evidenza sulla homepage, per mostrare una Chiesa viva e in continuo movimento”.

Quelle che… in Curia e in Vaticano

 Quelle che...   in Curia  e in Vaticano   DCM-005

Osservatore

La Curia romana è il complesso di organi e autorità che costituiscono l’apparato amministrativo della Santa Sede, che coordina e fornisce l’organizzazione necessaria per il corretto funzionamento della Chiesa cattolica e il raggiungimento dei suoi obiettivi. Viene generalmente considerata “il governo della Chiesa”. Compongono la Curia la Segreteria di Stato della Santa Sede; i Dicasteri (attualmente 16); Organismi di giustizia; Organismi economici; Uffici. L’ultima riforma è del  19 marzo 2022 quando papa Francesco ha promulgato la costituzione apostolica Praedicate evangelium, abolendo congregazioni e pontifici consigli in luogo dei dicasteri e riorganizzando le competenze dei vari uffici.

Dicasteri

• Evangelizzazione

Membri

Sr. Maria Eliane Azevedo Da Silva
Marta Maria Carla Cartabia
M. Ascensión Romero Anton

Consultori

Sr. Cettina Cacciato Insilla
Chiara Amirante

• Culto divino

Consultori

Donna Lynn Orsuto
Valeria Trapani

 Cause dei Santi

Commissione dei nuovi martiri – testimoni della fede – Membri

Sr. Nadia Coppa
Maria Lupi

• Vescovi

Membri

Sr. Raffaella Petrini
Sr. Yvonne Reungoat
Maria Lia Zervino

• Clero

Consultori

Lidia González Rodríguez
Chiara D’Urbano
Rosalba Manes

• Vita Consacrata

Prefetta

Sr. Simona Brambilla

Sotto-Segretaria

Sr. Carmen Ros Nortes

Membri

Sr. M. Rita Calvo Sanz
Sr. Luigia Coccia
Olga Krizova
Sr. Francoise Massy
Sr. Yvonne Reungoat
Sr. Roxanne Schares

Consultori

Sr. Márian Ambrosio
Sr. Elsa Campa Fernández
Sr. Giuseppina Del Core
Sr. Brigid Lawlor
Sr. Maria Domenica Melone
Sr. Sidonie Oyembo
Sr. Simona Paolini
Sr. Inês Vieira Ribeiro
Sr. Mª José Tuñón Calvo
Elena Lucia Bolchi
Lourdes Grosso Garcia

 Laici, Famiglia e Vita

Sottosegretarie

Linda Ghisoni
Gabriella Gambino

Membri

Aleksandra Brzemia Bonarek
Véronique Rabourdin
Clare Jiayann Yeh
Helen M. Alvaré
Ana María Celis Brunet
Maria Luisa Di Pietro
Margaret Karram
Carmen Peña García

Consultori

Sr. Mary Niluka Perera
Claudia Alejandra Carbajal
Marie Gabrielle Ménager
Mary-Rose Verret
M. Ascensión Romero Antón
Maria Luisa Ceriotti
Julia M. Dezelski
Chiara Griffini

• Unità dei Cristiani

Consultori

Sr Maria Ko Ha-Fong
Eva-Maria Faber
Barbara Hallensleben

 Dialogo Interreligioso

Consultori

Sr. Jolanta Maria Kafka
Sr. Maria Angela de Giorgi
Rita George-Tvrtkovic
Maria Lia Zervino
Nicoletta Bernasconi
Valeria Martano

• Cultura e Educazione

Consultori

Sr Dominica Dipio
Sr. Patricia Murray
Sr. Martha Séïde
Elena Beccalli
Micol Forti
Isabel Capeloa Gil
Barbara Jatta
Marianne Evans Mount
Antonella Sciarrone Alibrandi

• Sviluppo Umano Integrale

Segretaria

Sr. Alessandra Smerilli

• Testi legislativi

Consultori

Geraldina Boni
María José Roca Fernández

 Comunicazione

Membri

Leticia Soberón Mainero

Direzione Teologico-Pastorale

Nataša Govekar

Vice-direzione Sala Stampa

Cristiane Murray

Consultori

Ann Carter
Sr. Veronica Donatello
Sr. Adelaide Felicitas Ndilu
Helen Osman

Organismi

• Consiglio per l’Economia

Vice Coordinatore

Charlotte Kreuter-Kirchhof

Membri

Marija Kolak
Maria Concepcion Osacar Garaicoechea
Eva Castillo Sanz
Ruth Mary Kelly
Lesile Jane Ferrar

• Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica

Sotto-segretaria

Sr. Silvana Piro

Istituzioni

• Accademia Archeologia Sacra

Segretaria

Raffaella Giuliani

Officiali

Barbara Mazzei
Emanuela Tesse

Membri

Paola De Santis

 Accademia Scienze

Membri

Ewine Fleur van Dishoeck
Fabiola Gianotti

• Accademia Scienze sociali

Presidente

Sr. Helen Alford

• Accademia Vita

Consiglio direttivo

Sr. Margarita Bofarull Buñuel
Laura Palazzani

Membri ordinari

Maria Chiara Carrozza
Emilce Cuda
Sheila Dinotshe Tlou
Katalin Karikó
Katarina Le Blanc
Mónica López Barahona
Mariana Mazzucato
Laura Palazzani
Anne Marie Pelletier
Martha Tarasco
Marie-Jo Thiel

• Autorità di Supervisione e Informazione finanziaria

Consiglio

Concetta Brescia Morra

Uffici

• Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice

Officiali

Sr. Maria Priscilla Laureti
Sr. Annamaria Passiatore
Chiara Maragoni
Chiara Rocciolo

Commissioni

• Tutela dei Minori

Segretaria Aggiunta

Teresa Morris Kettelkamp

Membri

Maud de Boer-Buquicchio
Teresa Devlin
Irma Espinosa Hernández
Sinalelea Fe’ao
Sr. Arina Gonsalves
Ewa Kusz
Sr. Mary Niluka Perera
Sr. Annah Nyadombo
Anne-Marie Rivet-Duval

Officiali

Emer McCarthy
Anna Valsi

• Biblica

Segretaria

Sr. Nuria Calduch-Benages

Membri

Bruna Costacurta
Mary Healy
Maria Armida Nicolaci

• Teologica Internazionale

Membri

Alenka Arko
Sr. Isabell Naumann
Sr. Josee Ngalula
Marianne Schlosser
Robin Darling Young

• America Latina

Segretaria

Emilce Cuda

Accademie

 Cultorum Martyrum

Magister

Raffaella Giuliani

Curator

Antonia Acutis Salzano
Sr. Rosalba Morelli

• Mariana Internationalis

Consiglio

Sr. Linda Pocher

• Comitato Congressi Eucaristici

Membri

Sr. Regina Cesarato
Giovanna Sorrenti

Leone XIV: sogno la Chiesa fermento di un mondo riconciliato

Nella Messa di inizio ministero petrino, il Papa, visibilmente emozionato alla consegna del Pallio e dell’Anello del Pescatore, richiama l’unità e l’amore come risposta alle “troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso”: Pietro deve pascere il gregge senza cedere mai alla “tentazione di essere un condottiero solitario,” a lui è chiesto di “servire la fede dei fratelli, camminando insieme a loro”
Benedetta Capelli – Città del Vaticano – Vatican News

“Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia.”

Le parole di Leone XIV sono intervallate dall’emozione e dalla commozione che già all’elezione si era vista sul suo volto e dagli applausi di una piazza San Pietro gremita da circa 200 mila persone che, come le colonne del Bernini, abbraccia il Papa e la Chiesa intera mostrando il suo volto gioioso, colorato, attento e unico. Un passaggio che si compie sotto lo sguardo della Madonna del Buon Consiglio del Santuario di Genazzano, fuori Roma, retto dagli agostiniani, dove è custodita l’immagine mariana proveniente dall’Albania e che Papa Leone XIV ha venerato due giorni dopo la salita al Soglio di Pietro.

Nell’omelia della Messa di inizio del ministero petrino, quinta Domenica di Pasqua, il Vescovo di Roma ripercorre i giorni dolorosi della morte di Papa Francesco, rivivendo quella tristezza e quel senso di abbandono di una folla lasciata senza Pastore. Una folla che però ha vissuto tutto nella luce della Risurrezione pasquale, nella certezza che Dio cammina al fianco di ognuno e che raduna il suo gregge disperso.

Leone, e la Chiesa “piccolo lievito” di unità e di amoreLe parole dell’omelia del Vescovo di Roma che inizia il suo servizio ai fratelli
Sperimentare l’amore
L’unità: questo consegna il Conclave, una delle dimensioni – sottolinea il Papa – della “missione affidata a Pietro da Gesù”. L’altra è l’amore infinito che Dio ha per noi. Pietro è il pescatore di uomini, come il Maestro gli ha insegnato salvando l’umanità dalle acque del male, tocca a lui e ai discepoli gettare “la rete per immergere nelle acque del mondo la speranza del Vangelo, navigare nel mare della vita perché tutti possano ritrovarsi nell’abbraccio di Dio”.

Come può Pietro portare avanti questo compito? Il Vangelo ci dice che è possibile solo perché ha sperimentato nella propria vita l’amore infinito e incondizionato di Dio, anche nell’ora del fallimento e del rinnegamento.

Nessun spazio per la sopraffazione e la propaganda religiosa
Dio si offre senza riserve né calcoli e solo l’essere stati toccati da questo amore porta a quel “di più” da offrire, dando la vita per i fratelli. Così Leone XIV tratteggia il magistero del Papa fondandolo sull’amore di Cristo, nella carità e senza imposizioni; parole che fanno riandare a quelle pronunciate da Benedetto XVI, amate anche da Francesco, per cui “La Chiesa non cresce per proselitismo, cresce per attrazione, per testimonianza”.

Il ministero di Pietro è contrassegnato proprio da questo amore oblativo, perché la Chiesa di Roma presiede nella carità e la sua vera autorità è la carità di Cristo. Non si tratta mai di catturare gli altri con la sopraffazione, con la propaganda religiosa o con i mezzi del potere, ma si tratta sempre e solo di amare come ha fatto Gesù.

Non padroni delle persone affidate
Un amore che cambia e che impone di custodire le “pietre vive”, gli uomini, chiamate a “costruire l’edificio di Dio nella comunione fraterna, nell’armonia dello Spirito, nella convivenza delle diversità”, senza egoismi.

Pietro deve pascere il gregge senza non cedere mai alla tentazione di essere un condottiero solitario o un capo posto al di sopra degli altri, facendosi padrone delle persone a lui affidate (cfr 1Pt 5,3); al contrario, a lui è richiesto di servire la fede dei fratelli, camminando insieme a loro.

Fermento di un mondo riconciliato
Il desiderio del Papa è unico e condiviso, in un tempo di discordia, dove ci sono “troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri”.

Una proposta d’amore
La Chiesa come “un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità” che vuole dire al mondo, “con umiltà e con gioia” che la Parola di Cristo consola, illumina, che la sua è una proposta di amore che rende tutti un’unica famiglia.

E questa è la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace.

Unità nelle differenze
La Chiesa disegnata da Papa Leone XIV è dunque una Chiesa missionaria, non chiusa in un piccolo gruppo o in un atteggiamento di superiorità, ma pronta a “offrire a tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo”.

Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore! La carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il cuore del Vangelo…costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità.

La consegna del Pallio e dell’Anello
Il 267.mo Pastore della Chiesa universale indica nell’amore, nell’unità e nella missionarietà le strade da percorrere. Lo farà con la forza di Pietro, la cui effige è impressa nell’Anello del Pescatore che il cardinale filippino Luis Antonio Gokim Tagle gli ha messo al dito. Prima ancora con il Pallio che gli ha imposto il cardinale Mario Zenari, nunzio in Siria. Con l’obbedienza che ha giurato davanti a dodici rappresentanti di tutte le categorie del popolo di Dio, provenienti da varie parti della terra. Con la preghiera al Sepolcro di San Pietro all’interno della Basilica Vaticana dove è sceso, all’inizio della liturgia dopo un lungo giro in papamobile, insieme ai Patriarchi delle Chiese Orientali, come a segnare lo stretto legame del Vescovo di Roma all’Apostolo Pietro e al suo martirio.

Sul sagrato della Piazza, oltre 150 delegazioni di tutto il mondo hanno partecipato alla celebrazione, guardando all’arazzo della pesca miracolosa appeso al cancello centrale della Basilica Vaticana e che raffigura il dialogo di Gesù con Pietro, a cui rimanda la liturgia della Parola. Tra i rappresentanti delle altre religioni, oltre alla comunità ebraica, sono presenti musulmani, induisti, buddisti, sikh, zoroastriani e gianisti. Tra i rappresentanti del mondo politico il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Dal Perù il presidente della Repubblica Dina Ercilia Boluarte Zegarra, a rappresentare gli Stati Uniti il vice presidente, James David Vance, e il segretario di Stato Marco Antonio Rubio. Tra gli altri capi di Stato, i presidenti di Ucraina Volodymyr Zelensky, di Israele Isaac Herzog. Tra i sovrani regnanti, i Reali di Spagna Felipe e Letizia, del Belgio Filippo e Mathilde, il principe di Monaco Alberto con la consorte Charlene. Un mondo che guarda con speranza al messaggio di amore in Cristo che Leone è chiamato a portare con la gioia del Vangelo.

18 Maggio 2025. L’inizio di pontificato di Leone XIV, liturgia solenne tra riti e simboli

L'elezione di Papa Leone XIV

Con la celebrazione di domenica 18 maggio comincia ufficialmente il ministero petrino di Robert Francis Prevost. Il rito sottolinea il legame con l’Apostolo Pietro e il suo martirio, che ha fecondato la nascente Chiesa di Roma, e rimarca la valenza specifica delle insegne episcopali “petrine” che vengono imposte al Papa: il Pallio e l’Anello del Pescatore
Tiziana Campisi – Città del Vaticano – Vatican News

Con la celebrazione eucaristica che si svolge il 18 maggio, alle 10, nella Basilica di San Pietro e nella piazza antistante, Leone XIV, Vescovo di Roma, inizia ufficialmente il suo Ministero Petrino, come successore dell’apostolo Pietro e quindi come Pastore della Chiesa cattolica. Il rito, come spiega l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, prevede diversi momenti dal grande valore simbolico nei quali spiccano le antiche insegne episcopali “petrine”: il Pallio e l’Anello del Pescatore.

Il Pallio
Il Pallio è un paramento liturgico realizzato con lana di agnelli. Rievoca il buon Pastore, che pone sulle proprie spalle la pecorella smarrita, e la triplice risposta di Pietro alla richiesta di Gesù risorto di pascere i suoi agnelli e le sue pecorelle. Come scrive Simeone di Tessalonica nel De sacris ordinationibus, “indica il Salvatore che incontrandoci come la pecora perduta se la carica sulle spalle, e assumendo la nostra natura umana nella Incarnazione, l’ha divinizzata, con la sua morte in croce ci ha offerto al Padre e con la risurrezione ci ha esaltato”. Si tratta di una stretta fascia che si appoggia sulle spalle, sopra la casula, la veste liturgica. Ha due lembi neri pendenti davanti e dietro, è decorata con sei croci nere di seta – una su ogni capo che scende sul petto e sul dorso e quattro sull’anello che poggia sulle spalle – ed è guarnita, davanti e dietro, con tre spille (acicula) che raffigurano i tre chiodi della croce di Cristo.

L’Anello del Pescatore
L’Anello del Pescatore ha la valenza specifica dell’anello-sigillo che autentica radicalmente la fede, compito affidato a Pietro di confermare i suoi fratelli. Viene detto anello “del Pescatore” perché Pietro è l’Apostolo che, avendo avuto fede nella parola di Gesù, dalla barca ha tratto a terra le reti della pesca miracolosa.

Al sepolcro di San Pietro
La liturgia ha inizio all’interno della Basilica Vaticana. Il nuovo Romano Pontefice scende, con i Patriarchi delle Chiese Orientali, al Sepolcro di San Pietro, vi sosta in preghiera e poi lo incensa. Questo momento sottolinea lo stretto legame del Vescovo di Roma all’Apostolo Pietro e al suo martirio, proprio nel luogo in cui il primo Vicario di Cristo ha confessato con il sangue la sua fede, insieme a tanti altri cristiani che con lui hanno dato la stessa testimonianza. Due diaconi prendono, poi, il Pallio, l’Anello del Pescatore e il Libro dei Vangeli e si avviano in processione verso l’Altare della celebrazione, sul sagrato, in piazza San Pietro.

Sul sagrato della Basilica Vaticana
Leone XIV risale e si unisce alla processione, mentre si cantano le Laudes Regiæ – canto litanico – con l’invocazione della intercessione dei Pontefici santi, dei martiri e dei santi e delle sante della Chiesa Romana. Dal cancello centrale della Basilica Vaticana pende l’arazzo della pesca miracolosa, in cui è raffigurato il dialogo di Gesù con Pietro, a cui si fa esplicito riferimento nella liturgia della Parola e nei testi della celebrazione. È la riproduzione di quello in manifattura fiamminga, realizzato per la Cappella Sistina su un cartone di Raffaello Sanzio e conservato nei Musei Vaticani. Presso l’Altare, invece, è collocata l’effigie della Madonna del Buon Consiglio del Santuario mariano di Genazzano. Segue il rito per la benedizione e l’aspersione dell’acqua benedetta, essendo una domenica di Pasqua. Successivamente viene cantato il Gloria al quale segue l’orazione colletta, con il richiamo al disegno del Padre di edificare la sua Chiesa su Pietro.

Liturgia della Parola
Comincia, dunque, la Liturgia della Parola. La Prima Lettura, pronunciata in spagnolo, è un brano degli Atti degli Apostoli (At 4, 8-12) in cui Pietro annuncia che Cristo è “la pietra scartata dai costruttori”. Enunciato in italiano, il Salmo responsoriale (Sal 117 [118]) riprende il tema della “pietra” – “La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo” -, mentre la Seconda Lettura, letta in inglese, tratta dalla Prima Lettera di Pietro (1 Pt 5, 1-5. 10-11), evidenzia il legame che intercorre tra Pietro, la Chiesa di Roma e il ministero del suo Successore. Il Vangelo, una pagina di Giovanni proclamata in latino e in greco (Gv 21, 15-19), è quello della triplice domanda di Gesù a Pietro di pascere i “suoi agnelli” e le “sue pecorelle”, ed è uno dei testi che fondano tradizionalmente lo speciale e personale compito conferito a Pietro nel gruppo dei dodici apostoli.

L’imposizione delle insegne episcopali petrine
Terminato l’annuncio del Vangelo, si avvicinano a Leone XIV tre cardinali dei tre ordini (diaconi, presbiteri e vescovi) e di continenti diversi: il primo gli impone il Pallio, il secondo chiede, con una speciale preghiera, la presenza e l’assistenza del Signore sul Papa, il terzo pronuncia, pure lui, un’orazione, invocando Cristo, “pastore e vescovo delle nostre anime”, che ha edificato la Chiesa sulla roccia di Pietro, e dallo stesso Pietro è stato riconosciuto “Figlio del Dio vivente”, perché sia lui a dare al nuovo Pontefice l’Anello-sigillo del Pescatore, e poi gli consegna l’Anello del Pescatore. Questo momento si conclude pregando lo Spirito Santo perché arricchisca il nuovo Pontefice di forza e mitezza nel conservare i discepoli di Cristo nell’unità della comunione, poi il Papa benedice l’assemblea con il Libro dei Vangeli, mentre si acclama in greco: “Ad multos annos!”

Il rito dell’obbedienza
Dopo il simbolico rito dell’“obbedienza” prestata al Papa da dodici rappresentanti di tutte le categorie del popolo di Dio, provenienti da varie parti del mondo, la celebrazione prosegue con l’omelia del Pontefice. Poi viene cantato il “Credo”, al quale segue la preghiera dei fedeli con cinque invocazioni, in portoghese, francese, arabo, polacco e cinese. Si prega il Signore per la Chiesa, ovunque diffusa sulla terra, per il Romano Pontefice, che inizia il suo ministero, per quanti detengono le responsabilità di governo, per coloro che si trovano nella sofferenza e nel disagio, per la stessa assemblea.

La liturgia eucaristica
Mentre viene intonato il canto di offertorio “Tu es pastor ovium”, poi, l’orazione sulle offerte del pane e del vino supplica che attraverso il ministero missionario della Chiesa si estendano a tutto il mondo i frutti della redenzione. Leone XIV pronuncia, quindi, la “Preghiera Eucaristica I” o “Canone Romano” e successivamente si svolge il rito di comunione, al cui termine il Pontefice chiede a Dio di confermare la Chiesa nell’unità e nella carità e per sé di essere salvato e protetto insieme al gregge che gli è stato affidato.

Riti di conclusione
Prima di concludere la celebrazione, il Papa pronuncia una breve allocuzione e dopo il canto del Regina caeli imparte la benedizione solenne che torna sull’immagine biblica della vite e della vigna, applicata alla Chiesa, invocando che il Signore “guardi” e “protegga” il ceppo e la vite da lui piantati, e chiede di far “risplendere” su tutti il suo volto di salvezza.

Giubileo delle Chiese Orientali, il programma dal 12 al 14 maggio

Il percorso verso la Porta Santa

Rito etiopico, armeno, copto o ancora bizantino: queste alcune delle liturgie orientali in programma nella Basilica di San Pietro e di Santa Maria Maggiore per questi tre giorni di evento giubilare. Parteciperanno fedeli, patriarchi, metropoliti e altri rappresentanti delle Chiese particolari in comunione con Roma

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Fedeli e rappresentanti delle Chiese orientali cattoliche, i patriarchi e i metropoliti: a loro è dedicato l’evento Giubilare in programma dal 12 al 14 maggio. Tre giornate scandite da diverse celebrazioni: lunedì, nella cappella del Coro della Basilica di San Pietro, alle 8.30, si tiene una Divina liturgia in rito etiopico, guidata dalle Chiese etiopiche ed eritree. Alle 11.30, invece, nella cappella Paolina della Basilica di Santa Maria Maggiore, è la volta di una Divina liturgia in rito armeno, organizzata dalla stessa Chiesa armena. A seguire, nel medesimo luogo, alle 15, la Chiesa copta guida una Divina liturgia nel proprio specifico rito.

Il giorno successivo, 13 maggio, lo scenario sarà nuovamente la basilica Vaticana dove, alle 13, è in programma una Divina Liturgia in rito siro-orientale, con l’anafora di Addai e Mari, ovvero l’antica preghiera eucaristica cristiana, caratteristica della Chiesa d’Oriente. A coordinare la celebrazione saranno la Chiesa caldea e quella siro-malabarese.Nel tardo pomeriggio, alle 18.45, la basilica Liberiana ospiterà i Vespri in rito siro-occidentale, organizzati dalla Chiesa siro-cattolica, da quella maronita e da quella siro-malankarese. Infine, alle 21, sul sagrato della medesima Basilica, si terrà l’Acatisto, ossia l’inno di lode alla Madre di Dio tipico della tradizione liturgica della Chiesa ortodossa.

Mercoledì 14 maggio, ultimo giorno del pellegrinaggio giubilare delle Chiese orientali, si tornerà in San Pietro per una divina liturgia in rito bizantino che si terrà alle 14 e sarà guidata dalle seguenti Chiese: greco-cattolica melchita, greco-cattolica ucraina, greco-cattolica romena, insieme con le altre Chiese sui iuris di rito bizantino.