Papa Francesco, il testamento spirituale

Una immagine del Papa nella basilica di Santa Maria Maggiore

Miserando atque Eligendo

Nel Nome della Santissima Trinità. Amen.

Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna, desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura.

La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima. Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore.

Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura.

Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale come indicato nell’accluso allegato.

Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus.

Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano.

Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me. La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli.

 

Santa Marta, 29 giugno 2022

FRANCESCO

Vatican News

Papa Francesco: la liturgia sia senza sfarzi, non ignorare gioie e sofferenze del popolo di Dio

Il Papa durante una celebrazione nella Basilica di San Pietro (foto d'archivio)

In un messaggio inviato dal Policlinico Gemelli, il Papa si rivolge ai partecipanti al “Corso internazionale di formazione per responsabili delle celebrazioni liturgiche del vescovo” svoltosi a Roma, dal 24 al 28 febbraio, al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, e li esorta “a proporre e favorire uno stile liturgico” che esprima la sequela di Gesù evitando “inutili protagonismi”
Tiziana Campisi – Città del Vaticano

La liturgia “deve sempre essere incarnata, inculturata” poiché esprime “la fede della Chiesa”, “tocca la vita del popolo di Dio e gli rivela la sua vera natura spirituale”. Dal Policlinico Gemelli, dove è ricoverato dal 14 febbraio e continua a svolgere la sua attività, Francesco si rivolge in un messaggio ai partecipanti al Corso internazionale di formazione per responsabili delle celebrazioni liturgiche del vescovo svoltosi a Roma, dal 24 al 28 febbraio, al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, e li esorta a non ignorare “le gioie e le sofferenze, i sogni e le preoccupazioni del popolo di Dio”, perché “possiedono un valore ermeneutico”, e “a proporre e favorire uno stile liturgico che esprima la sequela di Gesù evitando inutili sfarzi o protagonismi”. “Vi invito a svolgere il vostro ministero nella discrezione, senza vantarvi dei risultati del vostro servizio”, scrive il Papa, che incoraggia inoltre “a trasmettere questi atteggiamenti ai ministranti, ai lettori e ai cantori”.

Accompagnare i fedeli nell’evento sacramentale
Il Pontefice sottolinea che “ogni diocesi guarda al vescovo e alla cattedrale come a modelli celebrativi da imitare” e che il responsabile delle celebrazioni liturgiche “è un maestro posto al servizio della preghiera della comunità” e dunque “mentre insegna umilmente l’arte liturgica deve guidare” quanti celebrano, “scandendo il ritmo rituale e accompagnando i fedeli nell’evento sacramentale”. È suo compito predisporre “ogni celebrazione con saggezza, per il bene dell’assemblea”; deve far sì che “i principi teologici espressi nei libri liturgici” diventino “prassi celebrativa”; affiancare e sostenere “il vescovo nel ruolo di promotore e custode della vita liturgica”, in modo tale che il pastore possa “condurre dolcemente tutta la comunità diocesana nell’offerta di sé al Padre, a imitazione di Cristo”

Nella liturgia l’incontro con il Signore
“La cura per la liturgia è anzitutto cura per la preghiera” evidenzia poi Francesco, aggiungendo che questo vuol dire curare “l’incontro con il Signore”. C’è una “grande maestra della vita spirituale” che può essere d’esempio, Santa Teresa d’Avila, proclamata dottore della Chiesa da Paolo VI che ne ha rimarcato la “sapienza delle cose divine e delle cose umane”. E “preparare e guidare le celebrazioni liturgiche significa”, appunto coniugare “sapienza divina e sapienza umana”: “la prima si acquisisce pregando, meditando, contemplando”, spiega il Papa, “la seconda viene dallo studio, dall’impegno di approfondire, dalla capacità di mettersi in ascolto”.

Avere sempre a cuore il popolo di Dio
Al fine di portare avanti “questi compiti”, il consiglio di Francesco è di “tenere lo sguardo rivolto al popolo” – che ha come “pastore e padre” il vescovo – e questo per comprendere “le esigenze dei fedeli, come pure le forme e le modalità per favorire la loro partecipazione all’azione liturgica”. Infine il Papa auspica che quanti curano la liturgia abbiano “sempre a cuore il popolo di Dio”, e lo accompagnino “nel culto con sapienza e amore”, e conclude il suo messaggio chiedendo ancora di pregare per lui.

Vatican News

Anche su X un abstract del messaggio per la quaresima di Papa Francesco

Il Papa: in Quaresima uscire dalla autoreferenzialità, essere “tessitori di  unità” - Vatican News
L’account del Papa su X viene aggiornato con un passo del messaggio del Papa per la Quaresima, pubblicato stamani, scritto una settimana prima del ricovero al Gemelli. “Per la prossima #Quaresima, arricchita dalla grazia dell’Anno Giubilare, desidero offrirvi alcune riflessioni su cosa significa camminare insieme nella speranza, e scoprire gli appelli alla conversione che la misericordia di Dio rivolge a tutti noi”, si legge su X.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2025

Camminiamo insieme nella speranza

Cari fratelli e sorelle!

Con il segno penitenziale delle ceneri sul capo, iniziamo il pellegrinaggio annuale della santa Quaresima, nella fede e nella speranza. La Chiesa, madre e maestra, ci invita a preparare i nostri cuori e ad aprirci alla grazia di Dio per poter celebrare con grande gioia il trionfo pasquale di Cristo, il Signore, sul peccato e sulla morte, come esclamava San Paolo: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?» ( 1Cor 15,54-55). Infatti Gesù Cristo, morto e risorto, è il centro della nostra fede ed è il garante della nostra speranza nella grande promessa del Padre, già realizzata in Lui, il suo Figlio amato: la vita eterna (cfr Gv 10,28; 17,3) [1].

In questa Quaresima, arricchita dalla grazia dell’Anno Giubilare, desidero offrirvi alcune riflessioni su cosa significa camminare insieme nella speranza, e scoprire gli appelli alla conversione che la misericordia di Dio rivolge a tutti noi, come persone e come comunità.

Prima di tutto, camminare. Il motto del Giubileo “Pellegrini di speranza” fa pensare al lungo viaggio del popolo d’Israele verso la terra promessa, narrato nel libro dell’Esodo: il difficile cammino dalla schiavitù alla libertà, voluto e guidato dal Signore, che ama il suo popolo e sempre gli è fedele. E non possiamo ricordare l’esodo biblico senza pensare a tanti fratelli e sorelle che oggi fuggono da situazioni di miseria e di violenza e vanno in cerca di una vita migliore per sé e i propri cari. Qui sorge un primo richiamo alla conversione, perché siamo tutti pellegrini nella vita, ma ognuno può chiedersi: come mi lascio interpellare da questa condizione? Sono veramente in cammino o piuttosto paralizzato, statico, con la paura e la mancanza di speranza, oppure adagiato nella mia zona di comodità? Cerco percorsi di liberazione dalle situazioni di peccato e di mancanza di dignità? Sarebbe un buon esercizio quaresimale confrontarsi con la realtà concreta di qualche migrante o pellegrino e lasciare che ci coinvolga, in modo da scoprire che cosa Dio ci chiede per essere viaggiatori migliori verso la casa del Padre. Questo è un buon “esame” per il viandante.

In secondo luogo, facciamo questo viaggio insieme. Camminare insieme, essere sinodali, questa è la vocazione della Chiesa [2]. I cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari. Lo Spirito Santo ci spinge ad uscire da noi stessi per andare verso Dio e verso i fratelli, e mai a chiuderci in noi stessi [3]. Camminare insieme significa essere tessitori di unità, a partire dalla comune dignità di figli di Dio (cfr Gal 3,26-28); significa procedere fianco a fianco, senza calpestare o sopraffare l’altro, senza covare invidia o ipocrisia, senza lasciare che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso. Andiamo nella stessa direzione, verso la stessa meta, ascoltandoci gli uni gli altri con amore e pazienza.

In questa Quaresima, Dio ci chiede di verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni. Chiediamoci davanti al Signore se siamo in grado di lavorare insieme come vescovi, presbiteri, consacrati e laici, al servizio del Regno di Dio; se abbiamo un atteggiamento di accoglienza, con gesti concreti, verso coloro che si avvicinano a noi e a quanti sono lontani; se facciamo sentire le persone parte della comunità o se le teniamo ai margini [4]. Questo è un secondo appello: la conversione alla sinodalità.

In terzo luogo, compiamo questo cammino insieme nella speranza di una promessa. La speranza che non delude (cfr Rm 5,5), messaggio centrale del Giubileo [5], sia per noi l’orizzonte del cammino quaresimale verso la vittoria pasquale. Come ci ha insegnato nell’Enciclica Spe salvi il Papa Benedetto XVI, «l’essere umano ha bisogno dell’amore incondizionato. Ha bisogno di quella certezza che gli fa dire: “Né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” ( Rm 8,38-39)» [6]. Gesù, nostro amore e nostra speranza, è risorto [7] e vive e regna glorioso. La morte è stata trasformata in vittoria e qui sta la fede e la grande speranza dei cristiani: nella risurrezione di Cristo!

Ecco la terza chiamata alla conversione: quella della speranza, della fiducia in Dio e nella sua grande promessa, la vita eterna. Dobbiamo chiederci: ho in me la convinzione che Dio perdona i miei peccati? Oppure mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Aspiro alla salvezza e invoco l’aiuto di Dio per accoglierla? Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge all’impegno per la giustizia, alla fraternità, alla cura della casa comune, facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro?

Sorelle e fratelli, grazie all’amore di Dio in Gesù Cristo, siamo custoditi nella speranza che non delude (cfr Rm 5,5). La speranza è “l’ancora dell’anima”, sicura e salda [8]. In essa la Chiesa prega affinché «tutti gli uomini siano salvati» ( 1Tm 2,4) e attende di essere nella gloria del cielo unita a Cristo, suo sposo. Così si esprimeva Santa Teresa di Gesù: «Spera, anima mia, spera. Tu non conosci il giorno né l’ora. Veglia premurosamente, tutto passa in un soffio, sebbene la tua impazienza possa rendere incerto ciò che è certo, e lungo un tempo molto breve» ( Esclamazioni dell’anima a Dio, 15, 3) [9].

La Vergine Maria, Madre della Speranza, interceda per noi e ci accompagni nel cammino quaresimale.

Roma, San Giovanni in Laterano, 6 febbraio 2025, memoria dei Santi Paolo Miki e compagni, martiri.

FRANCESCO

______________________________________________

[1] Cfr Lett. enc. Dilexit nos (24 ottobre 2024), 220.

[2] Cfr Omelia nella Messa per la canonizzazione dei Beati Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti, 9 ottobre 2022.

[3] Cfr ibid.

[4] Cfr ibid.

[5] Cfr Bolla Spes non confundit, 1.

[6] Lett. enc. Spe salvi (30 novembre 2007), 26.

[7] Cfr Sequenza della Domenica di Pasqua.

[8] Cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1820.

[9] Ivi, 1821.

 

Vatican News

La diocesi di Novara in preghiera per Papa Francesco. Invito alla preghiera del vescovo Franco Giulio ai fedeli e alle comunità parrocchiali

Preghiera per la guarigione di Papa Francesco

Il Vescovo con la diocesi di Novara, in comunione con la Chiesa italiana e la Chiesa universale, si unisce alla preghiera per la salute di Papa Francesco in questi giorni di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma.

Ci uniamo con la preghiera del rosario in questi giorni feriali nelle comunità parrocchiali e religiose della diocesi invitando all’intenzione particolare nella preghiera dei fedeli alle Messe festive dei giorni 1° e 2 marzo.

diocesinocara.it

Lieve peggioramento del Papa. Prognosi riservata


Come già detto ieri dall’équipe medica che lo ha in cura il Pontefice continua a essere in una situazione critica. In mattinata crisi respiratoria, mentre il pomeriggio è trascorso tranquillo. «Necessari ossigeno e trasfusioni»
«Le condizioni del Santo Padre continuano ad essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo». Destano preoccupazione le parole del bollettino medico diramato questa sera dalla Sala Stampa vaticana. Tanto più che, spiega la nota, «questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l’applicazione di ossigeno ad alti flussi».

Inoltre «gli esami del sangue odierni hanno inoltre evidenziato una piastrinopenia, associata ad un’anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni». Dunque crisi asmatica e anemia.

Il pomeriggio, però, è trascorso con più serenità, con il Papa che «continua ad essere vigile» e che «ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri. Al momento la prognosi è riservata», conclude il bollettino medico.

L’autobiografia di Papa Francesco, la prima mai realizzata da un pontefice nella storia.

papa francesco l ibri, papa francesco, autobiografie, papa, biografie, religione, cristianesimo

L’autobiografia di Papa Francesco, la prima mai realizzata da un pontefice nella storia.

In contemporanea mondiale in 100 Paesi in occasione del Giubileo. (clicca qui per scheda libro online su Amazon Libri)

 libri da regalare, libreria, libri religiosi, spiritualità, saggi religiosi, saggistica religiosa

“Il libro della mia vita è il racconto di un cammino di speranza che non posso immaginare disgiunto da quello della mia famiglia, della mia gente, del popolo di Dio tutto. È, in ogni pagina, in ogni passo, anche il libro di chi ha camminato insieme a me, di chi ci ha preceduto, di chi ci seguirà.” commenta Papa Francesco nella nota che anticipa la diffusione del volume.

“Un’autobiografia non è la nostra letteratura privata, piuttosto la nostra sacca da viaggio. E la memoria non è solo ciò che ricordiamo, ma ciò che ci circonda. Non parla unicamente di quel che è stato, ma di quel che sarà. Sembra ieri, e invece è domani. Tutto nasce per fiorire in un’eterna primavera. Alla fine, diremo solo: non ricordo niente in cui non ci sei Tu.”

Papa nomina una donna capo Dicastero vita consacrata

 suor Simona Brambilla

Il Papa ha nominato Prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica suor Simona Brambilla, finora Segretario della stessa istituzione. Lo riferisce il Bollettino della sala stampa vaticana. Il Papa ha anche nominato pro-prefetto dello stesso Dicastero il cardinale Angel Fernandez Artime, già Rettore Maggiore dei Salesiani.
Ansa

Papa Francesco ha scelto la religiosa delle Missionarie della Consolata alla guida del dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica insieme al cardinale Ángel Fernández Artime, nominato Pro-prefetto. Aumenta così il numero delle donne in posizioni di rilievo in Vaticano

Compirà 60 anni il prossimo 27 marzo suor Simona Brambilla, già superiora generale in Italia delle Missionarie della Consolata, nominata oggi dal Papa prefetto del Dicastero per la vita consacrata e le Società di vita apostolica di cui era segretario a partire dal 7 ottobre 2023; seconda donna a ricoprire questo incarico nella Curia romana dopo la nomina nel 2021 di suor Alessandra Smerilli al Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Francesco ha scelto come Pro-prefetto del dicastero Ángel Fernández Artime, 65 anni, creato cardinale nel Concistoro del 30 settembre 2023.

Suor Simona Brambilla, primo prefetto donna in Vaticano, vanta nel suo curriculum un’esperienza missionaria in Mozambico dopo aver conseguito il diploma di infermiera professionale ed essere entrata nell’Istituto Suore Missionarie della Consolata, che ha guidato dal 2011 fino al 2023. L’8 luglio 2019 il Papa ha nominato per la prima volta sette donne membri del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Poi la scelta di suor Brambilla prima come segretaria del Dicastero e oggi come prefetto.

Dall’inizio del magistero di Papa Francesco la presenza delle donne è sensibilmente aumentata. Secondo i dati complessivi riferiti sia alla Santa Sede che alla Città dello Stato del Vaticano e che vanno dal 2013 al 2023, la percentuale femminile è passata da quasi il 19,2 al 23,4 per cento. Un cammino tracciato con la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium del 2022, Francesco ha reso possibile che in futuro anche i laici, e quindi anche donne, possano dirigere un dicastero e diventare prefetti, incarico che in precedenza era riservato a cardinali e arcivescovi.

Nello Stato della Città del Vaticano, Papa Francesco ha nominato due donne in posizioni di vertice nei dieci anni del suo pontificato: nel 2016, Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani, da sempre guidati da laici. Risale al 2022, la nomina di suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato, ruolo solitamente assegnato a un vescovo.

Diversi sono i sottosegretari donna come Gabriella Gambino e Lina Ghisoni presso il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, mentre al Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica è sottosegretaria suor Carmen Ros Nortes delle Suore di Nostra Signora della Consolazione. Emilce Cuda è segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina; Nataša Govekar, alla guida della direzione teologico-pastorale del Dicastero per la comunicazione; Cristiane Murray, vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede e Charlotte Kreuter-Kirchof è poi vicecoordinatore del Consiglio per l’economia. Anche la segreteria generale del Sinodo ha un sottosegretario donna, la religiosa francese Nathalie Becquart. Lo scorso 13 dicembre il Papa ha nominato come membri del XVI Consiglio ordinario della Segreteria generale suor Simona Brambilla e  María Lía Zervino, già presidente dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (Umofc), nominata nel 2022 membro del Dicastero per i Vescovi.

Vatican News