Via Crucis a Reggio Emilia dalla Ghiara alla Cattedrale

Via Crucis a Reggio Emilia, 7 aprile 2023

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Venerdì 29 marzo la Via Crucis cittadina di Reggio Emilia parte dal sagrato della basilica della Ghiara e arriva in Cattedrale percorrendo corso Garibaldi e via Farini.
Il ritrovo è per le ore 21 e lungo il percorso verso la Cattedrale sono previste quattro soste (stazioni).
Lungo Corso Garibaldi, la Croce si fermerà nei pressi di Palazzo Magnani e in piazza del Cristo. In seguito, procedendo lungo via Farini, la processione sosterà all’altezza della chiesa di San Giorgio e si fermerà sul sagrato della Cattedrale dove è prevista la quarta stazione.

Ad animare e guidare ogni sosta saranno alcune delle associazioni ecclesiali presenti in Diocesi. Interverranno: Azione Cattolica Diocesana, Movimento di Comunione e Liberazione, Associazione Giuristi Cattolici, Movimento Familiaris Consortio e Rinnovamento nello Spirito.

La conclusione della Via Crucis, la quinta stazione, avverrà all’interno della Cattedrale dove interverrà l’arcivescovo Giacomo Morandi al termine del quale sarà possibile sostare per un momento di adorazione della Croce.

In caso di maltempo la Via Crucis si svolgerà all’interno della Cattedrale.

La Quaresima in Cattedrale a Reggio Emilia con «Meditatio Ante Missam»

Le tradizionali Meditatio ante Missam, previste quest’anno in alcune domeniche di Quaresima e per il giorno di Pasqua, oltre che ad introdurci alle singole celebrazioni, saranno anche l’occasione per stazionare vicino ai grandi temi di questo tempo di grazia.

Con questa proposta, la Cappella Musicale della Cattedrale, guidata dal maestro Primo Iotti, rafforza quell’indicazione presente nel Messale Romano volta a tener conto di tutti i registri comunicativi che, in accordo armonico con quanto viene celebrato, fanno della liturgia un’occasione di evangelizzazione che nasce dall’effettivo incontro con il Signore che realmente agisce nel popolo che si raduna. Scriveva Benedetto XVI nell’Esortazione Apostolica post sinodale sull’Eucarestia fonte e culmine della vita e della missione della chiesa – Sacramentum caritatis: «attenzione verso tutte le forme di linguaggio previste dalla liturgia: parola e canto, gesti e silenzi, movimento del corpo, colori delle vesti liturgiche. La liturgia, in effetti, possiede per sua natura una varietà di registri di comunicazione che le consentono di mirare al coinvolgimento di tutto l’essere umano».

Con il tipico registro del canto, al silenzio previsto e suggerito prima di ogni celebrazione (cfr. Ordinamento Messale Romano n.45) si accosterà questa meditazione musicale che, attingendo dalla vasta tradizione della musica sacra, potrà predisporre interiormente ad accogliere quanto si celebra.

18.02.2024 – Meditatio in Tempus Quadragesimæ e Cinerum

Attende Domine (gregoriano)
Audi benigne conditor (gregoriano, polifonia di G. Dufay)
Stabat mater (gregoriano)
Ave Regina cælorum (O. Di Lasso)

Con il celebre “Attende Domine” (canto responsoriale che nel Liber Usualis è inserito in appendice tra i “Canti vari”), proposto nella prima Domenica di Quaresima, si entra già nel cuore di questo tempo favorevole per la nostra salvezza: “Volgi l’attenzione a noi, Signore, e abbi pietà perché abbiamo peccato contro di Te”. Particolare attenzione in questi repertori è data al testo, rispettato nella sua musicalità e fluidità derivane dalla parola medesima. Come afferma il musicologo Giacomo Baroffio: “Chi si accinge a cantare in Chiesa deve convincersi che l’organo principale attivo nel cantore non è l’ugola ma l’ascolto, non è la musica ma la vita. Prima di imparare le note, è necessario prendere conoscenza dei testi, farli oggetto di meditazione, impegnarsi nella lectio divina quotidiana. Poco per volta si avvertirà il bisogno di fare più spazio alla Parola. Nello stupore dell’ascolto sarà la Parola stessa a suggerire il ritmo dei canti quali riflesso di un ritmo più profondo e coinvolgente: il ritmo della vita in Cristo, attento alla volontà del Padre nella forza dello Spirito santo”.

Audi benigne conditor” (Inno per i vespri in Tempo di Quaresima) viene proposto nella polifonia del compositore franco fiammingo Guillaume Dufay (1397 – 1474). Alla centralità della parola, tipica del canto gregoriano, si accosta in questa versione anche la particolare preziosità, affermata dal Concilio Vaticano II, del repertorio polifonico. Dalle prime testimonianze risalenti al 1100, la polifonia sacra ha assunto un importante ruolo nelle azioni liturgiche, confermato in particolar modo dal magistero papale a partire dal Motu proprio «Inter pastoralis officii sollicitudines» (Pio X sulla Musica Sacra – 22 novembre 1903).

Ulteriore proposta della prima domenica di quaresima è il celebre Stabat Mater, conosciuto e cantato in tante comunità soprattutto quando si prega la Via Crucis. Caratterizzato da una musicalità molto semplice e facile da apprendere, l’Inno dello Stabat Mater ci conduce al sommo momento in cui la Madre del Signore rimane ai piedi della croce, come ricorda l’evangelista Giovanni. Questo tradizionale inno della Settimana Santa è una “sequenza” attribuita a Jacopone da Todi che risale alla fine del ‘200. La sequenza, componimento poetico musicale, veniva cantata o recitata prima della proclamazione del Vangelo. La riforma del Concilio Vaticano II l’ha resa facoltativa e solo in alcune festività liturgiche come, ad esempio, quella della Memoria della Beata Vergine addolorata nella quale è previsto il testo dello Stabat Mater.

Chiude le meditatio della prima domenica di Quaresima l’antifona mariana Ave Regina cælorum, utilizzata soprattutto a conclusione della preghiera di compieta. Il testo, attribuito da alcuni a san Bernardo, richiama in parte due delle immagini che abbiamo contemplato, riferite a Cristo, nelle antifone maggiori delle ferie di Avvento: “salve, o radice, salve, o porta da cui sorse la luce per il mondo…”. Viene proposta dalla Cappella Musicale della Cattedrale nell’armonizzazione del musicista Bavarese Orlando di Lasso, predecessore come maestro di cappella in san Giovanni Laterano del famoso Pierluigi da Palestrina.

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Questi gli appuntamenti con le Messe presiedute dall’Arcivescovo Morandi per i primi giorni di novembre

Mercoledì 1 novembre: solennità di Ognissanti
Alle 11.30 il vescovo Giacomo celebra la santa Messa in Cattedrale.

Giovedì 2 novembre: commemorazione dei defunti
Alle 15.30 il vescovo Giacomo celebra la Messa al Cimitero
Monumentale di Reggio Emilia.

Venerdì 3 novembre
Alle 10.30 il vescovo Giacomo celebra la Messa in
memoria dei vescovi defunti in Cattedrale

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Reggio Emilia, Giovedì Santo in Cattedrale si celebrano gli anniversari di ordinazione sacerdotale

La celebrazione per ricordare gli anniversari di ordinazione sacerdotale sarà presieduta dall’arcivescovo Morandi il 6 aprile alle ore 9.30 in Cattedrale. Tra gli anniversari quello di Mons. Paolo Pirondini, classe 1927, decano del presbiterio reggiano-guastallese, che traguarda quest’anno i 73 anni di sacerdozio
REGGIO EMILIA – Come da tradizione consolidata, nel corso della Messa Crismale del mattino di Giovedì Santo, presieduta il 6 aprile alle ore 9.30 in Cattedrale dall’arcivescovo Giacomo Morandi, saranno ricordati significativi anniversari di sacerdozio.

Mons. Paolo Pirondini, classe 1927, decano del presbiterio reggiano-guastallese, ordinato sacerdote dal vescovo Giacomo Zaffrani il 2 maggio 1950 e per vari decenni parroco del Duomo di Guastalla, traguarda quest’anno i 73 anni di sacerdozio.
Don Giuseppe Bassissi, classe 1934, e ordinato presbitero dal vescovo Beniamino Socche il 22 giugno 1958, raggiunge i 65 anni di sacerdozio.

Sono sacerdoti da 60 anni: mons. Giancarlo Gozzi, ordinato a Guastalla dal Vescovo Zambarbieri il 1 settembre 1963, parroco, assistente diocesano di Azione Cattolica, insegnante e direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose, vicario episcopale per la formazione dei laici e per la progettazione pastorale; don Umberto Lumetti, dei Servi della Chiesa, cappellano nel penitenziario di Pianosa, vice direttore alla Casa di Accoglienza dei Servi della Chiesa a Baggiovara e cappellano all’ospedale di Sassuolo.

Celebrano il mezzo secolo di sacerdozio. Don Carlo Fantini, parroco di Budrio, Canolo, Fosdondo, Mandrio, Mandriolo, San Martino Piccolo, già vicerettore in Seminario, parroco in numerose parrocchie della diocesi da Collagna, a Viano, a Novellara; nonché missionario “fidei donum” in Madagascar e in Albania, dove è stato vicario generale della diocesi di Sapës. E’ stato ordinato dal vescovo Giberto Baroni il 1 luglio 1973.

Con lui, sempre a Bagno, fu ordinato presbitero don Giancarlo Pacchin, missionario “fidei donum” dal 1974 in Brasile; ha anche ricoperto l’incarico di operatore presso la comunità «La Collina» (Codemondo).

Il 16 settembre 1973 il vescovo Gilberto Baroni ordinava sacerdote don Antonio Davoli a Gavssa, parrocchia di cui è originario. Parroco di Arceto e Cacciola, è stato docente nello Studio teologico interdiocesano, missionario “fidei donum” in Brasile e parroco a Cogruzzo e Meletole.

Sono sacerdoti da 25 anni e ordinati assieme il 2 maggio 1998 dal vescovo Giovanni Paolo Gibertini: don Carlo Castellini, parroco di Casina, Cortogno, Leguigno, Migliara e Paullo, vicario foraneo e già parroco a Vetto e Rio Saliceto; don Evandro Gherardi, parroco a Fosdondo e Canolo, Gesù Buon Pastore e Brescello, presidente dell’Istituto diocesano per il sostenimento del clero e docente di religione; don Matteo Mioni, dei Fratelli della Carità, parroco, docente nello Studio teologico interdiocesano e cappellano nella casa circondariale.

Dieci anni or sono, il 18 maggio 2013, veniva ordinato sacerdote in cattedrale il montecchiese don Andrea Cristalli dal vescovo Massimo Camisasca.

Sono sacerdoti da quattro decenni: don Carlo Taglini, don Giovanni Davoli, don Daniele Simonazzi, ordinati dal vescovo Gilberto Baroni.

Trent’anni or sono venivano ordinati sacerdoti dal vescovo Giovanni Paolo Gibertini: don Davide Poletti, don Daniele Casini, Don Filippo Capotorto.

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