In Santo Stefano a Reggio Emilia si festeggiano 204 anni di sacerdozio. Anche il Parroco don Luca Grassi ricorda 20 anni dall’Ordinazione

Domenica 25 maggio nel corso della Messa vespertina delle ore 18.30 saranno festeggiati nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano ben 204 anni di sacerdozio!

Don Vasco Rosselli, già parroco in Santo Stefano dl 1973 al 1999, festeggia i 60 anni di presbiterato. Nato a Rivalta nel 1939, è stato ordinato sacerdote in Cattedrale il 29 giugno 1965 dal vescovo Gilberto Baroni.

Vicario cooperatore a San Terenziano di Cavriago, Regina Pacis, San Quirino di Correggio, è stato poi nominato parroco di Casola Canossa e Pecorile. Nel 1973 il vescovo Baroni lo ha chiamato a guidare la parrocchia cittadina di Santo Stefano, dove è rimasto per ventisei anni sino al 1999, facendosi apprezzare per il suo generoso ministero e la grande disponibilità all’ascolto.

don Vasco Rosselli

Ha poi guidato la parrocchia di Montecchio; quindi l’Unità Pastorale di Ciano; è stato collaboratore pastorale della Unità pastorale “Santa Teresa di Calcutta”. Canonico della Cattedrale, svolge attualmente il suo ministero, in Cattedrale, nelle parrocchie dei Santi Agostino, Stefano e Tersa e dei Santi Pietro e Giacomo e nell’Istituto Omozzoli Parisetti.

Don Luca Grassi, attuale parroco dei Santi Agostino,

don Luca Grassi

Stefano e Teresa, e don Giovanni Ruozi, parroco a Castelnovo ne’ Monti, ricordano i quattro lustri di sacerdozio; sono stati entrambi ordinati il 14 maggio 2005 nel Palazzetto dello Sport dal vescovo Adriano Caprioli.

Li accomuna anche l’esperienza nelle missioni diocesane come sacerdoti ”fidei donum”: don Luca in Brasile dal 2014 al 2019 e don Giovanni in Madagascar dal 2007 al 2018.

Don Ruozi, dopo l’ordinazione, è stato vicario

don Giovanni Ruozi

parrocchiale a Poviglio; attualmente è anche rettore dell’Eremo di Bismantova. Don Luca Grassi è stato vicario parrocchiale a Regina Pacis e ha compiuto gli studi al “Biblicum” di Gerusalemme. Entrambi son o componenti del Consiglio presbiterale.

Nel corso della stessa celebrazione di domenica 25 maggio in Santo Stefano saranno ricordati i 12 lustri di sacerdozio di don Gianni Manfredini, canonico della

don Gianni Manfredini

Cattedrale, ordinato assieme don Vasco il 29 giugno 1965 dal vescovo Gilberto appena entrato in diocesi. Ora svolge il suo ministero nella parrocchia dei Santi Agostino, Stefano e Teresa.

Inoltre mons. Giovanni Rossi, vicario generale della diocesi – anch’egli originario della parrocchia di Santo Stefano e ordinato presbitero in Ghiara dal vescovo Baroni il 19 settembre 1981 durante il parroccato di don Rosselli – festeggia 44 anni sacerdozio.

L'omelia di monsignor Giovanni Rossi in Cattedrale nella Solennità dell'Assunta il 15 agosto 2024 (foto di Annarita Mantovani).
L’omelia di monsignor Giovanni Rossi in Cattedrale nella Solennità dell’Assunta il 15 agosto 2024 (foto di Annarita Mantovani).

Alla celebrazione eucaristica farà seguito nei locali della parrocchia di Sant’Agostino un’agape fraterna.

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Soli Deo Gloria 2025. Sabato 24 maggio 2025, ore 17 Chiesa di Santa Croce (Frati Cappuccini) a Reggio Emilia

Sabato 24 maggio 2025, ore 17
Chiesa di Santa Croce (Frati Cappuccini)
via Ferrari Bonini

Gianni Golinelli
organo e canto gregoriano

Girolamo Frescobaldi (1583 – 1643)
Messa della Madonna (Fiori Musicali, 1635)
in alternatim al Canto Gregoriano

A FAVORE DELLA MENSA DEI CAPPUCCINI

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Tutti i concerti sono a ingresso libero limitato ai posti disponibili, non prenotabili
Per informazioni: info@solideogloria.eu

Note al Programma

La Messa della Madonna è una delle tre messe che compongono il celebre Fiori Musicali del 1635, l’unica opera di Frescobaldi interamente dedicata alla musica sacra.
Questo brano è una “messa d’organo”, in cui il coro in gregoriano esegue l’Ordinarium (la parte fissa della messa), mentre l’organo esegue il proprium (le parti mobili).

Nel programma si alternano diverse forme musicali. I versetti del Kyrie e del Christe sono costruiti riprendendo il cantus firmus della Messa IX (cum jubilo), specificamente dedicata alla Madonna e utilizzata nella liturgia tridentina.

Le toccate (brevi preludi) hanno la funzione di introdurre le diverse sezioni: la prima prima della Messa, la seconda prima del ricercare, e la terza per l’elevazione.
Quest’ultima è più estesa e in modo frigio (Mi minore), che, secondo le teorie musicali del XVI secolo, evoca un carattere mistico, perfetto per il momento della consacrazione.

ricercari, posti dopo l’offertorio, sono adatti anche alla distribuzione dell’Eucaristia e presentano un andamento lento che li rende particolarmente adatti al tempo disteso della liturgia.

La vivace canzona che segue la lettura della “Pistola” di San Paolo offre variazioni sul tema e giochi contrappuntistici.

A chiudere la messa intervengono due capricci: il primo riprende una danza lombarda, il secondo un tema religioso del XVI secolo.
La Bergamasca utilizza quattro temi contrappuntistici che si sviluppano in sette sezioni, mentre la Girolmeta è una composizione in stile simile alla Bergamasca, con una chiara struttura contrappuntistica.

L’Interprete: Gianni Golinelli

Gianni Golinelli è un musicista versatile con una formazione che spazia dal pianoforte al canto lirico e all’organo.
Ha studiato con vari maestri, tra cui Delfo Menicucci e Romano Franceschetto per il canto lirico, e con Claudio Brizzi e Enrico Viccardi per l’organo.

Ha partecipato a numerosi corsi di perfezionamento, tra cui la Masterclass su G. Frescobaldi con il M° Francesco Cera, e la Masterclass su “Prassi strumentale barocca” con il M° Gianluca Petagna.

Nel 2024 ha partecipato a masterclass specializzate nella musica barocca, approfondendo la tecnica organistica e le sonorità storiche.

Lo Strumento: Organo della Chiesa dei Santi Pietro e Prospero

L’organo della Chiesa dei Santi Pietro e Prospero di Reggio Emilia è stato costruito da Domenico Traeri nel 1712, con materiale proveniente da altri organari come Agostino Traeri (seconda metà del XVIII secolo) e Filippo e Giuseppe Riatti (1849). Nel 1998 è stato restaurato da Paolo Tollari.

L’organo, collocato “in cornu Epistulae”, presenta una cassa lignea decorata e una facciata con 23 canne.
La tastiera di 53 tasti è accompagnata da una pedaliera a leggìo di 18 tasti.
Il somiere è composto da 50 canali, mentre la disposizione fonica include vari registri, tra cui il Principale IFlauto in VIII, e la Voce Umana.

L’organo di Traeri è famoso per la sua solida costruzione e le sonorità eleganti, ed è considerato uno dei migliori esempi della tradizione organaria emiliana del XVIII secolo.

CSI Reggio Emilia. 400 atlete a Cesenatico per «Tot al Mer»

Foto di gruppo per le ragazze che hanno partecipato a Tot al Mer 2025

laliberta.info

Grande successo di partecipazione ed entusiasmo per l’iniziativa «Tot al Mer», l’immancabile appuntamento di fine stagione del basket femminile CSI.

Sabato 10 e domenica 11 maggio le strutture dell’EuroCamp di Cesenatico hanno accolto circa 400 giocatrici, dal microbasket categoria 2017 fino alle Seniores, grande novità di questa edizione. Una due giorni di basket totalmente al femminile.

Il risultato? A referto e sui tabellini non è finito nulla. A vincere è stata solo la passione delle ragazze per il pallone a spicchi e dei loro genitori che, assiepati ai margini dei campetti, si sono goduti il sole e le risate delle atlete premiate con una gustosissima piada alla nutella oltre all’immancabile coppa ricordo. Sorrisi che si sono aggiunti a quelli dei promotori dell’iniziativa Ilaria OrlandiniStefano Gualdi e Vincenzo Romano.

Tante società reggiane e non solo hanno preso parte a questa festa del basket tutta rigorosamente in rosa: Polisportiva Tricolore, Moba, Arbor, Us Reggio Arti Grafiche, Pallacanestro Scandiano, Polisportiva I CaRe Cavriago, Go Mini Basket Cavriago, Saturno Guastalla, Fenice Basket Suzzara, Sampolese, Puianello, Virtus Casalgrande.

Per i team Seniores erano presenti Rimini, Cesantico, Sasso Marconi, Mirandola e Us Reggio Emilia.

Un sentito ringraziamento va a Claudio Carboni, arbitro della sezione junior e seniores.

Ma la stagione del basket femminile non non finisce qui: domenica 25 maggio a Castelnovo Sotto sono in programma le finali giovanili.

 

Reggio Rmilia capitale italiana del Ricamo

Sono in piena attività i lavori di allestimento di quella che si preannuncia essere la più significativa esposizione di ricami moderni realizzata in Italia nell’ultimo mezzo secolo e che per dieci giorni trasformerà Reggio Emilia nella Capitale Italiana del ricamo a mano.

Architetti, allestitori e, ovviamente, le autrici delle minuziose opere “dipinte ad ago”, stanno preparando la location che accoglierà quanti desidereranno godere della bellezza prodotta dalle abili mani di tante artiste reggiane del ricamo.

Nelle sale del piano nobile di Palazzo Scaruffi, sede di rappresentanza della Camera di Commercio di Reggio Emilia, infatti, per dieci giorni sarà possibile ammirare poco meno di 450 capolavori realizzati in 35 anni di attività dalle socie di Reggio Ricama.

In mostra oltre 60 tipologie di ricamo, tecniche in gran parte italiane, alcune note già agli antichi egizi e sviluppatesi dal Medioevo al Barocco.

A testimoniare l’interesse che da secoli accompagna in tante parti del mondo il ricamo, saranno una varietà di oggetti legati ai tradizionali corredi matrimoniali, quali lenzuola, copriletti, tovaglie, teli da bagno, ma anche paralumi, ventagli, scatoline, borsette, cuscini, tende, sedie, poltrone, cornici, tutti caratterizzati da un caleidoscopio di tipologie di “pittura ad ago”.

Nelle ultime ore, dal profondo sud alle regioni estreme del nord della Penisola, stanno giungendo messaggi di persone interessate a venire a visitare l’esposizione reggiana, riconoscendo a Reggio Ricama il valore pioneristico dell’intuizione che segnò la nascita della scuola nel 1990.

Oltre 6000 le persone che in 35 anni hanno frequentato i corsi proposti dal Circolo Culturale reggiano.

Per tante di loro, soprattutto donne, è stata questa l’opportunità per imparare o perfezionare una attività di alto artigianato, ma soprattutto un modo per costruire arricchenti rapporti interpersonali.

La mostra sarà visitabile dal 24 maggio al 2 giugno nelle mattine e nei pomeriggi dei giorni feriali e con orario continuato nei giorni festivi e prefestivi.

laliberta.info

 

Scuola. Infanzia, così il modello emiliano ha conquistato le istituzioni europee

Le cooperative sociali Coopselios di Reggio Emilia e Proges di Parma hanno ottenuto la gestione dei servizi 0-4 del Parlamento Europeo. Da anni gestiscono già la materna della Commissione
Infanzia, così il modello emiliano ha conquistato le istituzioni europee
Avvenire

Il modello educativo e pedagogico italiano (in particolare, emiliano-romagnolo) conquista le principali istituzioni dell’Unione Europea e l’economia sociale segna un punto rispetto a multinazionali profit dieci volte più grandi. È una svolta significativa, quella impressa dal Parlamento europeo, che ha assegnato la gestione della Creche Wayemberg, gli asili per bambini da zero a quattro anni, destinati ai figli dei dipendenti e dei deputati, alle due cooperative sociali Coopselios di Reggio Emilia e Proges di Parma. Dal 1° febbraio questi due enti del Terzo settore hanno la responsabilità dei 250 bambini (delle 27 nazionalità dell’Ue) e degli oltre 120 dipendenti, tra direttrici, educatrici, pedagogisti, infermieri e personale di supporto. Il contratto ha un valore di 7 milioni di euro all’anno, prorogabile fino a 5 anni ed è stato assegnato alle due cooperative emiliane, che hanno costituito una nuova compagine societaria, denominata Mona Lisa School, con sede a Bruxelles, dalla missione ambiziosa: l’obiettivo è dare risposta alle richieste di tutte le istituzioni europee, e non solo, esportando in Europa la visione che ha reso l’Emilia Romagna un riferimento internazionale per i servizi all’infanzia. Un modello che è stato valutato migliore di quello della multinazionale francese – con un fatturato di 2 miliardi di euro e un migliaio di asili in Europa – che negli ultimi vent’anni ha gestito la struttura.

«Ci siamo misurati con un soggetto dieci volte più grande di noi e abbiamo vinto», esulta Raul Cavalli, direttore generale di Coopselios. «Siamo orgogliosi di portare la cooperazione sociale italiana dentro i palazzi delle Istituzioni europee – prosegue Cavalli –. Essere stati selezionati al posto di colossi multinazionali a capitale privato dà la misura del valore dei servizi educativi che siamo in grado di proporre e di garantire da decenni a tutte le Amministrazioni pubbliche che investono nell’infanzia, alle imprese che ci hanno affidati i loro servizi di welfare aziendale e a tutte le famiglie che, tutti i giorni, scelgono i nostri servizi. Ringraziamo il Parlamento Europeo per la fiducia accordata nell’affidarci un bene così prezioso».

Coopselios e Proges, che già da anni gestiscono a Bruxelles anche i servizi per l’infanzia per la Commissione europea (sei asili con circa 200 bambini), sono le due maggiori cooperative sociali italiane per fatturato, e sono leader nei servizi per l’infanzia, con nidi e scuole che accolgono oltre 7mila bambini in 13 regioni italiane, ma riconosciute e studiate in tutto il mondo come modello pedagogico e organizzativo di eccellenza.

«Nella nostra regione l’alleanza e la coprogettazione tra pubblico e privato ha una lunga storia, grazie alla quale il sistema di welfare ha raggiunto standard qualitativi elevatissimi – ricorda Francesco Altieri, direttore generale di Proges –. L’educazione per l’infanzia, quando sa esprimere un progetto pedagogico e formativo, contiene un valore sociale che non si ferma a quello della semplice conciliazione dei tempi di vita e lavoro, ma arricchisce i bambini, le famiglie e tutte le comunità che abitano».
Avere la responsabilità di educare e far crescere i «figli dell’Europa» rappresenta, dunque, una sfida stimolante per le due cooperative italiane, che esportano il “modello” trasmettendolo al personale locale. Le educatrici sono, infatti, del posto e anche la lingua veicolare della scuola è il francese.

«Ma il modello è italiano – sottolinea Cavalli –. Noi ci riferiamo agli insegnamenti di Loris Malaguzzi, pedagogista e insegnante emiliano che, con Maria Montessori, ha dato un contributo decisivo allo sviluppo del pensiero pedagogico del secolo scorso. Un modello che è studiato da centinaia di insegnanti che, ogni anno, entrano nelle nostre scuole».

Infine, il contratto stipulato con il Parlamento Europeo, conclude Altieri, è anche un «patto di fiducia con le famiglie che ci affidano i propri figli. Si tratta di un grosso investimento sulla sicurezza dei bambini e, alla luce di questi primi due mesi, con le famiglie si è creato un rapporto splendido».

Il vescovo Giacomo Morandi annuncia l’apertura del Giubileo in diocesi Reggio Emilia

L'Arcivescovo Giacomo Morandi

Pubblichiamo la lettera dal titolo “Giubileo: un popolo in cammino, testimone della Speranza che non delude” che monsignor Giacomo Morandi ha indirizzato alla Chiesa reggiano-guastallese per convocarla domenica 29 dicembre all’apertura dell’Anno Santo in diocesi.

Giubileo: un popolo in cammino, testimone della Speranza che non delude

Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa che è in Reggio Emilia-Guastalla, ormai l’inizio del Giubileo si avvicina.

Come sapete il 29 dicembre, Festa della Santa Famiglia di Nazareth, ci sarà la solenne apertura dell’Anno Giubilare nella nostra Diocesi con un breve pellegrinaggio che partirà dalla Basilica di san Prospero, per arrivare al Battistero e infine in Cattedrale per la celebrazione Eucaristica.

È un evento di grazia che ci apprestiamo a vivere come popolo di Dio, presbiteri, diaconi, ministri istituiti, religiosi/e, Ordo Virginum, consacrati/e, associazioni, movimenti e fedeli laici, affinché possiamo rinnovare la nostra Fede e soprattutto, come auspica Papa Francesco nella Bolla di indizione, le nostre Chiese possano riscoprire la Speranza che non delude (Spes non Confundit, 1).

Il tempo nel quale ci è dato di vivere porta con sé gravi preoccupazioni, angosce e anche immani tragedie, come la guerra che da ormai troppo tempo sta devastando nazioni e intere popolazioni.

La tentazione a cui siamo sottoposti può essere quella della paura e della rassegnazione, o di chiuderci nell’indifferenza, occupandoci solo di noi stessi e del nostro interesse particolare. Non possiamo assecondare questi pensieri, ma, al contrario, siamo chiamati come comunità cristiana a farci carico delle sofferenze dei nostri fratelli e sorelle, a rendere ragione della Speranza che è in noi (cf. 1Pt 3,15).

L’Anno giubilare è un invito pressante alla conversione e alla riconciliazione con Dio e tra di noi.

È un tempo nel quale possiamo sperimentare e gustare la misericordia del Padre che rinnova ogni cosa e rende possibile, già da ora, inaugurare i cieli nuovi e la terra nuova.

Desidero, pertanto, invitarVi a partecipare a questa celebrazione di apertura del Giubileo, come popolo di Dio pellegrinante verso la Gerusalemme celeste, consapevole del grande dono della Fede, fondamento di quella Speranza che è il dono più grande che possiamo donare a piene mani e con generosità a chiunque incontriamo sulla nostra strada.

Iniziare insieme questo cammino ci aiuterà a riscoprire che anche nella nostra terra c’è ancora un popolo numeroso che appartiene al Signore e al Suo Regno e che, pur in mezzo a tante difficoltà, non si avvilisce e non si rassegna, ma anzi accoglie e vive la missione che il Suo Signore gli ha affidato: essere la luce del mondo e il sale della terra (cf. Mt 5,13-14).

In attesa di incontrarVi in questo giorno benedetto di inizio del cammino giubilare, vi assicuro la mia preghiera e benedizione.

+ Giacomo Morandi

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