Europei atletica: doppietta Palmisano-Trapletti. Vince Battocletti, 4×400 mista 2/a

Europei atletica: doppietta Palmisano-Trapletti. Vince Battocletti, 4x400 mista 2/a

Quattro medaglie, due ori e due argenti: inizia sotto una buona stella il cammino dell’Italia agli Europei di atletica di Roma. Alla doppietta Palmisano-Trapletti nella 20km di marcia si aggiungono l’oro di Nadia Battocletti nei 5mila e l’argento della 4×400 mista.  Una marcia, ancora una volta, trionfale. Antonella Palmisano conquista l’oro agli europei di atletica a Roma confermandosi come la donna da battere nella 20 km. La marciatrice azzurra, dopo i due bronzi mondiali, un bronzo europeo e soprattutto l’oro olimpico di Tokyo, aggiunge alla propria bacheca anche il primo successo nella rassegna continentale conquistato con il tempo di 1:28:09. Una vittoria cercata, inseguita e alla fine conquistata. In testa già dal primo giro, sotto gli occhi del ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi ad incitarla, a metà gara Palmisano ha dato lo strappo decisivo andando in fuga, per fare poi il suo ingresso nel vialone che porta al tunnel dell’impianto romano esultando con il pubblico, e poi, fiore in testa e bandiera italiana sulle spalle, in uno stadio Olimpico quasi vuoto – ma il tifo sul percorso non è mancato – ma pronto ad accogliere con un gran boato la trionfatrice assoluta in una specialità della quale è ormai la regina indiscussa, come testimonia la corona indossata dopo il traguardo, regalo del marito allenatore Lorenzo Dessi.  “É il primo oro europeo e in casa ha un sapore un diverso, ora arrivo a Parigi con più fiducia”, le parole dell’azzurra che non manca di mandare un pensiero alla sua avversaria spagnola, Maria Perez, oggi assente: “È un’amica, ci sentiamo spesso e mi è dispiaciuto che non fosse qui, ma gli ho detto che ci vedremo ai Giochi. A lei, come a Massimo Stano, auguro di tornare più forti di prima”. Infine una battuta sull’Olimpico: “Avrei voluto vederlo più pieno, ma il nostro percorso era fuori e lì il sostegno non è mai mancato”, ha sottolineato Palmisano emozionata per il successo. Insieme a lei, a completare la festa azzurra, anche Valentina Trapletti, seconda al traguardo davanti all’ucraina Olyanovska bronzo in volata su Garcia-Caro, con tanto di bandiera legata al collo a regalarsi una medaglia di prestigio, segno evidente di come l’atletica azzurra viva un momento di magia, novella Re Mida delle discipline italiane capace di trasformare in oro – e anche in argento – ogni evento. “Sono incredula, ma ci ho creduto. Non mi aspettavo un risultato così grande. Grazie al pubblico che si è sentito dal primo all’ultimo km. Una gara bellissima in un contesto pazzesco, il percorso attorno allo Stadio dei Marmi è stato stupendo”, le parole della milanese.  Dopo il traguardo, poi, la scena più bella con Palmisano che attende la compagna e la abbraccia regalando, già alla prima giornata, una delle immagini che resteranno scolpite nella memoria dell’atletica azzurra. Un esordio, quello della squadra italiana che mantiene fede alle aspettative grazie ai risultati di Furlani, in finale al primo salto con i suoi 8,17, così come i 14.10 di Dariya Derkach nel salto triplo e i 21.10 metri di Leonardo Fabbri, capace di accedere alla finale in scioltezza. Tre, invece, gli italiani che conquistano le semifinali negli 800 metri: si tratta di Catalin Tucuceanu, Francesco Pernici e Simone Barontini, ad eguagliare il risultato ottenuto da Besana, Carmassi e Carraro nei 100 metri ostacoli donne. Risultati che permettono all’atletica italiana di sognare in grande.

ansa.it

Il discorso di Benigni a Piazza San Pietro: “Bambini, fate diventare il mondo più bello”

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AGI – Avrei voglia di venire lì a stringerla, ad abbracciarla…”. Roberto Benigni sul sagrato della Basilica di San Pietro è un fiume in piena. “Lei che è argentino, possiamo ballare un tango”, ha continuato raccontando che due guardie svizzere, prima dell’inizio del suo monologo lo hanno avvertito “Tutto puoi fare tranne toccare il Santo Padre”. “E ora ho voglio di fare solo quello”, ha aggiunto Benigni. “Come Adamo ed Eva…”. “Ho voglio tanto di toccarla. Posso un bacio? A che servono i baci se non si danno?”, ha continuato e poi si è avvicinato all’altare e ha baciato Papa Francesco.

“Prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro, lo potete fare!”, ha detto Benigni rivolto alle migliaia di piccoli giunti nella piazza per la Giornata Mondiale dei Bambini, “costruite un mondo migliore, fatelo diventare più bello che noi non ci siamo riusciti. Fate diventare il mondo più bello. È più facile di quello che sembri, sapete perché? Perché lo vuole lui, di essere più bello. Il mondo ha bisogno di essere bello, ne ha bisogno, e voi lo potete fare, lo dovete fare. Ha bisogno di essere bello il mondo”. Un mondo che è “governato da gente che non sa cos’è la misericordia, l’amore. Gente che commette il più grave e il più stupido dei peccati: la guerra”. La guerra, “questa parola brutta”, “sporca tutto, non la si può ascoltare”.

“Dobbiamo porre fine a questa cosa. Io vedo che quando i bambini giocano alla guerra appena uno di loro si fa male si fermano, fine del gioco. Ma perché quando fanno la guerra al primo bambino che soffre, che si fa male, non si fermano?”, ha sottolineato Benigni. “Ma perché? Che vigliaccheria. Deve finire la guerra deve finire”. “Quello che diciamo può diventare vero. Dobbiamo trovare le parole giuste, che facciano diventare le cose vere, nessuno ha trovato la parola giusta per fermare la guerra, un pò come ‘apriti, sesamo’, ‘guerra, fermati’. Eppure sono sicuro che in mezzo a voi ci sia chi troverà la parola per fermare la guerra per sempre. Esiste quella parola, la dobbiamo cercare insieme”, ha aggiunto Benigni.

“Ognuno di voi porta il proprio contributo, piccolo piccolo” verso il bene, ha proseguito, “cercate di fare le cose belle, rendete gli altri felici, e per farlo bisogna essere felici. Siate felici, diventate l’adulto che avreste voluto accanto quando eravate bambini”. “I bambini sono il nostro futuro, la gioia di domani, una cosa meravigliosa. Magari in mezzo a voi c’è un nuovo Michelangelo, un nuovo Galileo, una nuova Rita Levi Montalcini. O magari c’è il nuovo Papa, o due o tre, non si sa mai”. Perché, sottolinea il comico, “questa è la città del Signore, il regno di Dio e tutto è possibile, anche che uno di voi diventi Papa, magari il primo africano o asiatico della storia, o di Roma, del Testaccio, o la prima Papa donna della storia, pensate che roba”.