Bottega diocesana di Caritas e Centro Missionario in Santo Stefano a Reggio Emilia

Potrebbe essere un'immagine raffigurante albero e il seguente testo "LA BOTTEGA DEL REGALO SOLIDALE 当"

Da mercoledì 1 a venerdì 24 dicembre, da lunedì a sabato dalle 9 alle 12.30, gli uffici pastorali saranno presenti in via Emilia Santo Stefano 30/A (angolo Chiesa di Santo Stefano), nella “Bottega del regalo solidale”. Sarà un luogo dove poter incontrare gli operatori degli uffici diocesani, che saranno contenti di scambiare due chiacchiere, raccontare chi sono e in che cosa consiste il loro lavoro. Nella Bottega infatti troveranno spazio tutti i materiali relativi alle attività e ai progetti dei nostri uffici.

Ti piacerebbe sapere cosa sono le mense diffuse? In cosa consiste l’accoglienza nelle Locande Caritas? Come stanno i nostri missionari in Brasile, in Amazzonia e nelle altre missioni? Di cosa si occupa l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro? Come vengono coinvolti i servizio civilisti nelle nostre realtà? Come funziona l’Ambulatorio Caritas di via Adua?

Ogni giorno verrai informato, attraverso i canali social di Caritas, @missioni_re Centro Missionario, @redazionelaliberta La Libertà e degli altri Uffici Pastorali, della presenza di alcuni di noi che saranno a tua disposizione per qualsiasi informazione e per due chiacchiere informali.

Inoltre ti offriamo la possibilità, per questo Natale, di fare dei regali solidali, sostenendo le attività e i progetti promossi dagli uffici pastorali. Puoi offrire un pranzo in una delle mense diffuse, una notte in locanda, un’adozione scolastica in Madagascar o in Brasile, una visita medica o un esame strumentale presso il nostro Ambulatorio.

Dalla Pagina Facebook “caritasre”

Uccisa in parco Reggio Emilia, in caserma ex compagno sospettato. Oggi Rosario alle 18.00 nella Chiesa di San Maurizio

Il parco di via Patti a Reggio Emilia © ANSA

E’ l’ex compagno l’uomo sospettato, su cui sono in corso accertamenti a Reggio Emilia per l’omicidio di Juana Cecilia Hazana Loayza, 34enne originaria di Lima (Perù) e residente a Reggio Emilia.

E’ stato localizzato dai carabinieri e portato in caserma, la sua posizione è al vaglio.

Nella  caserma, anche il pm Maria Rita Pantani.
L’intervento nel parco dell’ex polveriera, vicino a via Patti, è delle 9.30 quando un residente ha chiamato il 112 segnalando il cadavere. La donna è stata uccisa con ferite mortali provocate da un coltello, trovato sul posto. (ANSA).

Domenica 5 settembre giornata della carità. Caritas, la preghiera stella polare

In vista della Giornata internazionale della carità, la Caritas italiana pubblica online un raccolta di preghiere e e poesie composte dai suoi operatori. Le tre vie indicate dal Papa

L'attività di un Centro Caritas a Catania

L’attività di un Centro Caritas a Catania – Immagine di archivio

Ventiquattro anni fa, il 5 settembre 1997 moriva madre Teresa di Calcutta, riconosciuta santa nel 2016 e il cui nome è un costante richiamo all’attenzione agli ultimi, all’amore verso i poveri. Non caso è stato deciso di collocare ogni anno la Giornata internazionale della Carità proprio nel giorno in cui ricorre la sua scomparsa, il 5 settembre, dunque. Nell’occasione, per sottolineare l’indissolubile legame che unisce l’amore per l’uomo e l’amore a Dio, Caritas Italiana pubblica online, su www.caritas.it una raccolta di preghiere e poesie, composte dai suoi operatori, dal titolo “Rinnovàti nell’impegno”. Testi divisi in tre capitoletti, quante sono le vie indicate dal Papa nel discorso alla Caritas italiana per il suo 50°. Cioè «partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività», strade da percorrere «con gioia».

Percorsi, scrivono nella premessa i curatori don Francesco Soddu e don Paolo Beccegato, rispettivamente direttore e vicedirettore Caritas, «da percorrere sempre in ascolto dei “più piccoli” per renderli partecipi e attivi, con azioni capaci di provocare, di moltiplicare attenzioni, cambiamenti». Un impegno per gli ultimi che non può non partire dal dialogo con Dio, dall’invocazione della sua forza. La preghiera, scrivono ancora Soddu e Beccegato dev’essere e «sarà “l’humus” e la “stella polare” che illuminerà e orienterà la nostra capacità di discernimento e il nostro costante impegno per continuare a leggere i segni dei tempi dentro il cammino sinodale che il Santo Padre, ribadendo gli impegni dell’inclusione sociale dei poveri e dell’amicizia sociale per il bene comune, ha indicato alla Chiesa italiana».

Nella raccolta si intrecciano riferimenti al quotidiano, alla vita della Chiesa di oggi e all’attività Caritas. Di ogni preghiera, nella raccolta è evidenziata una frase, quasi un’immagine guida, su cui riflettere nel proprio cuore.

 

Don Francesco Soddu

Don Francesco Soddu – Immagine di archivio

“Luci di speranza” è dedicata al Covid e all’attualità del dibattito sui vaccini.

Un anno e mezzo è già passato
da quando tutto è iniziato
ma tanta è la confusione
che merita una riflessione.
È il caso del vaccino per il Covid-19
dapprima invocato e ora tante critiche muove;
ben venga chi la pensa diversamente
ma adesso c’è, finalmente!
È salva la libertà di dire la propria sulla vaccinazione
ma che sia frutto di scienza sicura e convinzione;
fioccano attacchi dai cosiddetti negazionisti
che evocano paure e conflitti tristi.
Ma ci sono valori urgenti
che rendono prioritari questi avvenimenti:
i vaccini sono “luci di speranza” nel buio dell’umanità,
allora approfittiamo di questa opportunità.
Secondo papa Francesco è un’opzione etica,
un dovere di carità, profetica,
«perché tu ti giochi la salute, la vita
ma ti giochi, degli altri, la vita».

L'incontro con il Papa per i 50 anni di Caritas italiana

L’incontro con il Papa per i 50 anni di Caritas italiana – Reuters

“Scarto del mondo” è invece imperniata sui poveri, che sono al centro del Vangelo.

Scarto del mondo
i poveri
rimangono ancora
il segno più vero
del Cristo
trafitto e innalzato.
Anche oggi
Dio dà la salvezza
a chi
guardando il dolore
coglie il rapporto
tra fede e partecipazione,
rendendo
credibile la celebrazione
e dinamica l’adorazione
del medesimo
Mistero d’Amore.

La raccolta è pubblicata sul sito di Caritas italiana: www.caritas.it

Rapporto della Caritas Italiana sul diritto alla casa in Europa

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14 novembre 2020 – Osservatore

In Europa, pur nell’ambito di un quadro giuridico di spessore, la casa resta per molte persone una meta difficile da raggiungere e da mantenere. Oltre ventitré milioni di famiglie, circa il 10 per cento della popolazione totale dell’Unione europea, spendono più del 40 per cento del reddito per mantenere la propria abitazione, e quasi nove milioni di famiglie vivono in alloggi inadeguati. C’è poi chi un tetto non l’ha mai avuto: solo in Europa settecentomila persone sono senza dimora e il fenomeno è aumentato del 70 per cento in dieci anni. Sono i dati principali presentati nel dossier «Casa, bene comune. Il diritto all’abitare nel contesto europeo», pubblicato dalla Caritas Italiana in questo anno nel quale si celebrano i settant’anni dalla Dichiarazione Schuman, che ha dato il via al processo di integrazione europea.

Nella cornice giuridica europea, sottolinea l’organizzazione cattolica, il diritto alla casa è di pertinenza esclusiva dei singoli stati. La condizione abitativa nel vecchio continente risulta pertanto eterogenea e diversificata a seconda della situazione reddituale delle famiglie e delle politiche abitative attive, tra le quali l’offerta di edilizia residenziale pubblica svolge uno dei ruoli prioritari. Nonostante alcuni paesi siano maggiormente strutturati rispetto alla dotazione di abitazioni sociali, le difficoltà economiche della crisi del 2008 e la crisi sanitaria dovuta al coronavirus, i cui esiti sono ancora difficili da prevedere, «hanno generato nuove fragilità abitative con differenti intensità». A fianco delle categorie sociali strutturalmente in difficoltà rispetto al tema dell’abitare — aggiunge la Caritas — come immigrati, senza dimora, famiglie con disabili o disoccupati cronici, «si sono aggiunti anziani con pensioni basse, famiglie con figli a carico oppure i cosiddetti working poor, che rischiano sempre più lo scivolamento in povertà con la conseguente possibilità di perdere la casa». Dinanzi a tali problematiche le politiche abitative “classiche” non riescono più a fornire una risposta, soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale. Sono comunque presenti nel continente molte esperienze innovative, precisa la Caritas, «da cui trarre utili piste di lavoro per favorire una migliore esigibilità del fondamentale diritto a un degno abitare».

Fra gli Stati europei più sviluppati, l’Italia si distingue, oltre che per una delle più basse quote di edilizia pubblica, anche per una minore dimensione del patrimonio in affitto privato, pilastro dell’offerta in molte altre nazioni e, più in generale, per una scarsa disponibilità di alloggi con costi commisurati ai redditi. Lo Stato italiano, pur detenendo la responsabilità del settore dell’edilizia pubblica in concorrenza con le regioni, non eroga finanziamenti dal 1998. Le poche risorse non consentono una programmazione degli interventi tale da fornire una risposta socialmente significativa. Dal canto loro, le regioni non hanno adeguatamente sostenuto il settore abitativo destinando per lo più le risorse ottenute dallo Stato a situazioni emergenziali o per ambiti circoscritti. «Il modello italiano di privatizzazione del problema abitativo da tempo dimostra profonde strutturali debolezze — denuncia il dossier della Caritas — rivelando un arretramento rispetto a paesi europei dove la maggior parte del parco abitativo è pubblico o sociale, con affitti accessibili». In Italia, denuncia l’organizzazione, «da qualche decennio si spende troppo poco e male per l’emergenza abitativa: non si costruiscono più alloggi sociali o con canoni di locazione sostenibili, non si agisce sull’enorme patrimonio di abitazioni vuote e invendute. La costruzione di case popolari ha spesso marginalizzato le persone in casermoni edificati in periferie lontane e insane».

Secondo il recente «Rapporto sulla povertà ed esclusione sociale in Italia» della Caritas, nel paese oltre 1.800.000 famiglie sono in condizioni di povertà assoluta e chi vive in affitto ha una situazione più critica: sono circa 850.000 le famiglie povere in locazione, quasi la metà di tutte le famiglie povere. I senza dimora sono 51.000 e la loro condizione è stata aggravata dall’arrivo della pandemia. Ogni anno inoltre arriva l’assalto del gelo che crea situazioni ad alto rischio per chi non ha una casa o una sistemazione al coperto e riscaldata. La cosa che balza subito agli occhi in Italia, afferma in conclusione la Caritas, «è che la gran parte delle abitazioni, circa sette su dieci, sono case di proprietà. Siamo tra i paesi europei in cui questa quota è più alta. È un problema? Sì, perché questa situazione crea un mercato poco dinamico, in cui le abitazioni in affitto sono poche e, generalmente, care».

Il dossier si chiude con le parole pronunciate da Papa Francesco in occasione della sua visita alla Casa dell’accoglienza Dono di Maria , il 21 maggio 2013. La “casa”, disse il il Pontefice davanti alle missionarie della Carità, ai poveri assistiti e ai volontari che operano nel centro, «rappresenta la ricchezza umana più preziosa, quella dell’incontro, quella delle relazioni tra le persone, diverse per età, per cultura e per storia, ma che vivono insieme e che insieme si aiutano a crescere. Proprio per questo, la “casa” è un luogo decisivo nella vita, dove la vita cresce e si può realizzare, perché è un luogo in cui ogni persona impara a ricevere amore e a donare amore».

di Charles de Pechpeyrou

Sostegno a famiglie e persone in difficoltà economica a causa dell’emergenza in atto

Unità Pastorale Santi Crisanto e Daria
Comunità parrocchiale S. Stefano e S. Zenone

CONDIVISIONE

Accogliendo l’invito del Vescovo a sostenere le famiglie
e le persone in difficoltà economica a causa dell’emergenza in atto,  la nostra parrocchia donerà 1000 euro al Fondo “S. Carlo Borromeo”,  istituito dal Vescovo per l’emergenza Covid-19,  che sarà messo a disposizione della Caritas.
E 1000 euro al Centro di Ascolto delle Povertà del Centro Storico  per continuare ad accompagnare le famiglie del nostro territorio.
Tutti coloro che desiderano prendere parte a questo gesto di condivisione comunitario possono versare il loro contributo sul conto corrente della parrocchia

IBAN IT78Y0503412898000000004385

intestato a Parrocchia S. Giovanni Evangelista in Santo Stefano

Grazie a tutti e buon cammino in questo Tempo Pasquale.

Caritas: aggiornamenti per il Coronavirus

Visto il prolungarsi di questa situazione di emergenza, siamo costretti a vivere una distanza che non è usuale alle forme di esercizio della carità a cui siamo abituati; questo non significa che smettiamo di vivere la nostra missione di prossimità ma, anzi, ciò chiede di riscoprirla in forme e modalità nuove.

Pertanto, a seguito dell’evolversi della situazione, del Decreto della Presidenza del Consiglio di Ministri del 1 marzo, delle scelte della Regione Emilia Romagna e del nuovo comunicato della nostra diocesi in merito ai comportamenti da tenere per evitare la diffusione del Coronavirus, siamo a fornirvi alcune indicazioni operative rispetto alle attività della Caritas diocesana e delle parrocchie e unità pastorali.

● Tutti i Centri di Ascolto (diocesano e territoriali) devono rimanere chiusi al pubblico; per i casi urgenti e indifferibili invitiamo a procedere su appuntamento prestando alcune attenzioni igienico sanitarie come da documento allegato. https://www.ausl.re.it/sites/default/files/IMCE/CORONAVIRUS_web.pdf
● Le mense diocesane per i poveri continueranno ad effettuare soltanto la consegna di pasti caldi da asporto.
● Le distribuzioni alimentari e le distribuzioni di altri beni (abiti, oggetti, mobili…) delle parrocchie sono sospese, salvo i casi indifferibili e urgenti che vanno gestiti su appuntamento e  singolarmente prestando le attenzioni igienico sanitarie di cui sopra.
● L’ambulatorio Caritas rimane aperto per quello che è la medicina di base mentre sono sospese le visite specialistiche non urgenti.
● Le accoglienze ordinarie gestite dalla Caritas diocesana e dalle parrocchie mantengono invariate le loro attività con le dovute attenzione igienico sanitarie.
● Le accoglienze straordinarie, in particolare il progetto di accoglienza invernale, rimangono aperte chiedendo alle comunità di provvedere a:
o informare le persone sulle indicazioni di comportamento adeguate vedi allegato;
o permettere la permanenza diurna in parrocchia o almeno l’ampliamento degli orari di permanenza per evitare che le persone che non hanno altri luoghi dove andare stazionino in luoghi particolarmente a rischio;
o in caso di sintomi sospetti (febbre e tosse) facilitare il contatto con le autorità sanitarie (in primis attraverso i numeri preposti).
● Vi invitiamo a stampare e affiggere il volantino allegato e informare le parrocchie e le persone accompagnate di queste disposizione.
● Le formazioni e gli incontri proposti dalla Caritas diocesana sono sospesi e saranno ricalendarizzati in seguito.

Queste misure sono proposte per contribuire al bene comune e per tutelare la salute di tutti, sia volontari che persone in difficoltà; come già detto vi invitiamo a cercare forme alternative di prossimità (es. telefonica) con le persone accompagnate, restando disponibili all’ascolto in base alle necessità riscontrate e con le dovute modalità.

laliberta.info

Caritas: mons. Pizziolo (presidente ad interim), “difficoltà a coinvolgere i giovani nel servizio agli ultimi”

“Non farsi fagocitare dal ‘fare’. Il pericolo è sempre in agguato, ma chi dirige questi organismi ha ben chiaro che non è alla guida di Ong cui vengono delegate ‘le opere buone’. D’altra parte la promozione dell’impegno caritativo esige anche un esempio nell’agire concreto”. Lo dice il vescovo di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, presidente ad interim di Caritas italiana, in un’intervista al settimanale diocesano “L’Azione”. Il presule la considera “una struttura solida e ben funzionante”. Indicando la necessità di “individuare in ogni passaggio epocale le fasce più bisognose da un punto di vista materiale e morale”, il vescovo afferma che “in questo tempo le emergenze sono la disoccupazione giovanile e l’immigrazione, con la contraddizione di molti giovani italiani che se ne vanno all’estero in cerca di lavoro e tanti stranieri che arrivano qui per lavorare”. Mons. Pizziolo segnala inoltre “una difficoltà a coinvolgere forze nuove, specialmente i giovani”: “dopotutto mettersi a servizio degli ultimi è una scelta impegnativa. Ma questa difficoltà non deve scoraggiarci!”. Infine, a proposito del rapporto con le istituzioni, il vescovo sostiene che “la Caritas non è né il governo né lo Stato e rispetta le competenze di tutti”. “In rapporto di dialogo offre proposte che possono contribuire al bene comune. Non sono preoccupato, perché la Caritas agisce a favore della comunità e non contro qualcuno”.

agensir