La Quaresima in Cattedrale a Reggio Emilia con «Meditatio Ante Missam»

Le tradizionali Meditatio ante Missam, previste quest’anno in alcune domeniche di Quaresima e per il giorno di Pasqua, oltre che ad introdurci alle singole celebrazioni, saranno anche l’occasione per stazionare vicino ai grandi temi di questo tempo di grazia.

Con questa proposta, la Cappella Musicale della Cattedrale, guidata dal maestro Primo Iotti, rafforza quell’indicazione presente nel Messale Romano volta a tener conto di tutti i registri comunicativi che, in accordo armonico con quanto viene celebrato, fanno della liturgia un’occasione di evangelizzazione che nasce dall’effettivo incontro con il Signore che realmente agisce nel popolo che si raduna. Scriveva Benedetto XVI nell’Esortazione Apostolica post sinodale sull’Eucarestia fonte e culmine della vita e della missione della chiesa – Sacramentum caritatis: «attenzione verso tutte le forme di linguaggio previste dalla liturgia: parola e canto, gesti e silenzi, movimento del corpo, colori delle vesti liturgiche. La liturgia, in effetti, possiede per sua natura una varietà di registri di comunicazione che le consentono di mirare al coinvolgimento di tutto l’essere umano».

Con il tipico registro del canto, al silenzio previsto e suggerito prima di ogni celebrazione (cfr. Ordinamento Messale Romano n.45) si accosterà questa meditazione musicale che, attingendo dalla vasta tradizione della musica sacra, potrà predisporre interiormente ad accogliere quanto si celebra.

18.02.2024 – Meditatio in Tempus Quadragesimæ e Cinerum

Attende Domine (gregoriano)
Audi benigne conditor (gregoriano, polifonia di G. Dufay)
Stabat mater (gregoriano)
Ave Regina cælorum (O. Di Lasso)

Con il celebre “Attende Domine” (canto responsoriale che nel Liber Usualis è inserito in appendice tra i “Canti vari”), proposto nella prima Domenica di Quaresima, si entra già nel cuore di questo tempo favorevole per la nostra salvezza: “Volgi l’attenzione a noi, Signore, e abbi pietà perché abbiamo peccato contro di Te”. Particolare attenzione in questi repertori è data al testo, rispettato nella sua musicalità e fluidità derivane dalla parola medesima. Come afferma il musicologo Giacomo Baroffio: “Chi si accinge a cantare in Chiesa deve convincersi che l’organo principale attivo nel cantore non è l’ugola ma l’ascolto, non è la musica ma la vita. Prima di imparare le note, è necessario prendere conoscenza dei testi, farli oggetto di meditazione, impegnarsi nella lectio divina quotidiana. Poco per volta si avvertirà il bisogno di fare più spazio alla Parola. Nello stupore dell’ascolto sarà la Parola stessa a suggerire il ritmo dei canti quali riflesso di un ritmo più profondo e coinvolgente: il ritmo della vita in Cristo, attento alla volontà del Padre nella forza dello Spirito santo”.

Audi benigne conditor” (Inno per i vespri in Tempo di Quaresima) viene proposto nella polifonia del compositore franco fiammingo Guillaume Dufay (1397 – 1474). Alla centralità della parola, tipica del canto gregoriano, si accosta in questa versione anche la particolare preziosità, affermata dal Concilio Vaticano II, del repertorio polifonico. Dalle prime testimonianze risalenti al 1100, la polifonia sacra ha assunto un importante ruolo nelle azioni liturgiche, confermato in particolar modo dal magistero papale a partire dal Motu proprio «Inter pastoralis officii sollicitudines» (Pio X sulla Musica Sacra – 22 novembre 1903).

Ulteriore proposta della prima domenica di quaresima è il celebre Stabat Mater, conosciuto e cantato in tante comunità soprattutto quando si prega la Via Crucis. Caratterizzato da una musicalità molto semplice e facile da apprendere, l’Inno dello Stabat Mater ci conduce al sommo momento in cui la Madre del Signore rimane ai piedi della croce, come ricorda l’evangelista Giovanni. Questo tradizionale inno della Settimana Santa è una “sequenza” attribuita a Jacopone da Todi che risale alla fine del ‘200. La sequenza, componimento poetico musicale, veniva cantata o recitata prima della proclamazione del Vangelo. La riforma del Concilio Vaticano II l’ha resa facoltativa e solo in alcune festività liturgiche come, ad esempio, quella della Memoria della Beata Vergine addolorata nella quale è previsto il testo dello Stabat Mater.

Chiude le meditatio della prima domenica di Quaresima l’antifona mariana Ave Regina cælorum, utilizzata soprattutto a conclusione della preghiera di compieta. Il testo, attribuito da alcuni a san Bernardo, richiama in parte due delle immagini che abbiamo contemplato, riferite a Cristo, nelle antifone maggiori delle ferie di Avvento: “salve, o radice, salve, o porta da cui sorse la luce per il mondo…”. Viene proposta dalla Cappella Musicale della Cattedrale nell’armonizzazione del musicista Bavarese Orlando di Lasso, predecessore come maestro di cappella in san Giovanni Laterano del famoso Pierluigi da Palestrina.

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