Ranking Universities, Harvard top, Sapienza unica italiana

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(ANSA) – ROMA, 15 AGO – La Sapienza è la prima università in Italia per la classifica Academic Ranking of World Universities a cura dell’organizzazione indipendente Shanghai Ranking Consultancy, collocandosi come unica italiana nel range 101-150.
L’Ateneo migliora la sua posizione a livello globale avanzando di una fascia nella classifica rispetto agli anni precedenti in cui si trovava nel range 151-200.
Tuttavia nessun ateneo italiano si colloca tra i primi 100 della classifica.
La classifica Arwu considera le migliori 1000 università mondiali sulle 2500 censite tra le circa 18.000 stimate a livello globale. I parametri di valutazione sono 6. A livello internazionale, il primo posto della classifica è occupato da 20 anni dall’Università di Harvard, mentre la Stanford University e il Massachusetts Institute of Technology (MIT) detengono rispettivamente la seconda e la terza posizione. (ANSA).

Scuola collaborare insieme fra politici, ma mettere al primo posto sicurezza alunni. Se aumentano contagi con picco pensare a nuova dad

SCUOLA, AZZOLINA PRONTA A COLLABORARE CON I SINDACATI

RIAPERTURA A SETTEMBRE ‘E’ SFIDA DIFFICILE MA IO CI CREDO’ “Siamo assolutamente disposti a collaborare con i sindacati. Li ho visti e ho detto che sono pronta a fare tutti i tavoli che vogliono”. Così la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina risponde all’allarme lanciato ieri dai sindacati sul fatto che a settembre ‘non ci sono le condizioni’ per riaprire in sicurezza. “Chiaramente l’apertura della scuola a settembre è una sfida difficile – dichiara – ma credetemi, io non mi risparmio, sto lavorando h24, amo la scuola e ci credo”.

In classe il 14/9, ma nel 40% aule impossibile distanza. Servono 200.000 insegnanti

Le lezioni a scuola riprenderanno il 14 settembre, mentre giovedì prossimo arriveranno le linee guida per la riapertura dell’anno scolastico: ministero e Regioni, dopo un lavoro tecnico che va avanti da giorni, hanno messo a punto le Linee guida per il rientro a settembre che dovranno ora passare al vaglio del Comitato tecnico scientifico, poi all’esame, giovedì prossimo, della Conferenza delle Regioni e quindi ottenere l’intesa definitiva in Conferenza Stato-Regioni, nella stessa giornata di giovedì. Ma intanto arriva l’allarme dei presidi: in almeno il 40% delle aule scolastiche è praticamente impossibile mantenere un distanziamento di un metro tra i banchi. “Cosa facciamo in questi casi? Questa è la domanda principale a cui dovrebbero rispondere le linee guida”, dice Antonello Giannelli, che guida l’associazione nazionale presidi.

Quanto alla data di ripresa delle lezioni, il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha proposto il 14 settembre ed è una data che soddisfa la gran parte dei governatori, anche se qualcuno rimane perplesso. “Le Regioni – spiega Cristina Grieco, che coordina gli assessori regionali all’Istruzione – chiederanno di avere meno disagi possibili nelle scuole, laddove ci saranno elezioni. Sarebbe importante trovare altre sedi per i seggi elettorali, anche per il futuro”. Una proposta, questa, che ha visto la condivisione di numerosi esponenti politici a partire dal segretario del Pd Nicola Zingaretti e dalla viceministra dell’Istruzione Anna Ascani.

Per quanto riguarda invece le linee guida per la ripartenza a settembre – il ministero ne discuterà con i sindacati in una riunione che è stata convocata per dopodomani, mercoledì 24 giugno – le ipotesi vanno nella direzione di banchi distanziati di almeno un metro – ma le Regioni propongono una superficie pari a 1,8 metri quadri ad alunno, per evitare criteri soggettivi che rischiano poi di creare problemi ai dirigenti scolastici -, entrate e uscite scaglionate, classi divise in gruppi e l’utilizzo di palestre e aule di laboratorio. C’è anche l’idea secondo la quale, prima di tornare a scuola a settembre, tutto il personale scolastico – docenti, Ata e dirigenti – dovranno sottoporsi ad uno screening sanitario per verificare lo stato della salute. “Attendiamo di conoscere le linee guida per definire finalmente i contenuti del protocollo sulle misure di sicurezza – afferma Maddalena Gissi, che guida la Cisl Scuola – verificheremo nei prossimi giorni quali sono le modifiche apportate dal Comitato tecnico scientifico; le misure per il distanziamento sono importanti come le regole anticontagio. Gli scienziati devono garantire il benessere nelle scuole e non dovrebbero essere influenzati dall’esiguità delle risorse messe a disposizione per realizzare classi meno affollate”.

L’altro tema che continua a porsi è quello del personale. “Il prossimo primo settembre la scuola avrà bisogno di circa 200.000 supplenti, sia per posti comuni che per sostegno. Ci saranno 38.000 cattedre rimaste vacanti e 39.000 saranno i pensionamenti. I docenti di ruolo servono subito, a settembre, e non tra due o più anni”, mette in guardia Pino Turi, segretario della Uil Scuola. (ANSA).

 

Maria Montessori: i 150 anni dalla sua nascita siano l’occasione per una memoria attiva, consapevole, che riporti al centro dell’attenzione i temi dell’educazione e della buona crescita dei bambini

La pedagogista, nata 150 anni fa, è stata una figura centrale del Novecento e premio Nobel per la Pace mancato. Mise al centro l’educazione alla libertà del bambino

La foto di Maria Montessori e un bimbo esposta al Vittoriano, a Roma, 9 dicembre 2011, in una mostra

La foto di Maria Montessori e un bimbo esposta al Vittoriano, a Roma, 9 dicembre 2011, in una mostra – Ansa/Ufficio Stampa Vittoriano

Per celebrare i 150 anni della nascita di Maria Montessori e soprattutto l’attualità del pensiero della pedagogista, originaria di Chiaravalle, nei pressi di Ancona, le Marche organizzano un convegno internazionale, promosso dalla Fondazione Chiaravalle Montessori, in partenariato con la società Eurocentro Srl Jesi e l’Università degli studi di Macerata. Con il titolo “Maria Montessori: un’aula grande come una regione” avrà luogo il 15 aprile a Macerata presso la Domus San Giuliano (via Cincinelli). Partecipano Paola Nicolini, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso la UNIMC, il pedagogista Daniele Novara (di cui pubblichiamo qui un intervento) del Cento psicopedagogico per la gestione dei conflitti di Piacenza, Mariana Norele e Daniela Veronica Necsoi della Transilvania University di Brasov, Howard Gardner in collegamenteo dalla università di Harvard dove è docente di Cognitivismo e Pedagogia alla facoltà di Scienze dell’Educazione, e la pedagogista Francesca Ciabotti.

La storia di Maria Montessori è esemplare: una delle prime donne a laurearsi in medicina, con non poche e ovvie difficoltà in un mondo completamente dominato dagli uomini, si impegnò da subito nel movimento di emancipazione femminile e iniziò le sue attività professionali nel settore che all’epoca si definiva “dei deficienti”, quello che oggi chiameremmo “delle malattie mentali e psichiatriche”.

Lavorò a fianco di Giuseppe Montesano con cui ebbe una relazione (mai sfociata nel matrimonio), dalla quale nacque un figlio quando lei aveva 28 anni. In accordo con il collega e padre del bambino, questi venne affidato a una famiglia dell’Agro Pontino. Questa sofferenza segnò inequivocabilmente la sua vita e il suo interesse si spostò completamente verso i bambini. In questo settore, applicò quello che era lo spirito dei tempi dal punto di vista scientifico: positivista e molto concreto. Recuperò i materiali di Édouard Séguin e Jean Itard, che avevano lavorato tantissimo con i bambini cosiddetti “deficienti” agli inizi dell’Ottocento, in piena rivoluzione illuministico– rousseauiana, e su quella base costruì i suoi straordinari materiali con cui ottenne risultati favolosi proprio nell’alfabetizzazione dei bambini ritardati. Risultati che all’inizio del Novecento lasciarono sbigottiti alcuni importanti rappresentanti della borghesia romana dove la Montessori fece i primi esperimenti e che le consentirono di aprire, nel 1907, la famosa Casa dei Bambini nel quartiere San Lorenzo.

Qualche anno dopo (1912), pubblicò il suo Metodo, una grande opera pensatissima con tutti i dispositivi, i materiali e l’organizzazione delle sue scuole che nel frattempo avevano incominciato a diffondersi in tutto il mondo. Durante l’epoca fascista, Mussolini cercò di “appropriarsi” di Maria Montessori, vista la sua fama internazionale, ma l’operazione fallì: è un metodo che con il dispotismo non può avere alcuna affinità. Venne il momento in cui fu costretta a lasciare l’Italia. Un regime totalitario non vuole avere scuole dove i bambini vengono rispettati come individui pensanti perché potrebbero costituire un pericolo per il sistema. Per la stessa ragione in Spagna durante la dittatura franchista e nella Germania di Hitler non ci sono state scuole montessoriane.

Vale la pena ricordare i basilari scientifici e pedagogici su cui si basa la rivoluzione di Maria Montessori: 1. Il bambino e la bambina rappresentano le basi della vita umana, ossia delineano le condizioni perché risulti degna di essere vissuta. Fare le cose giuste da piccoli, almeno nei primi sei anni, rappresenta quella che anche i grandi scienziati hanno definito la costruzione di una “base sicura”. La Montessori lo intuì in un’epoca in cui l’attenzione ai bambini non era quella che promuoviamo oggi. 2. Per far crescere bene i bambini ci vuole metodo e lei ne inventò uno basato sulla costruzione di un ambiente dove i piccoli possono fare esperienza e dove gli adulti sostengono queste esperienze senza sostituirsi, e dove la sensorialità costruisce l’apprendimento.

Le famose letterine smerigliate ne rappresentano un esempio straordinario, così come i materiali concreti utilizzati in matematica (i fuselli e i gettoni in legno, le aste numeriche, le perle dorate). 3. La libertà: l’introduzione del tema della libertà nel sistema educativo fu una novità forte. Un secolo prima, Rousseau l’aveva dichiarato nell’Émile, ma la Montessori lo concretizzò in un metodo: sono i bambini che scelgono cosa fare, cosa non fare e come organizzarsi.

Ha sempre ripetuto due cose: «voglio andare in una Casa dei Bambini e non accorgermi della presenza delle maestre» e il famosissimo «Aiutami a fare da solo», la sintesi perfetta dello spirito montessoriano nella logica che la libertà è sempre formativa. Ricordiamo Maria Montessori a 150 anni dalla nascita, avvenuta il 31 agosto 1870, ma anche la crisi della pedagogia che stiamo vivendo, quella buona, non quella dei baroni e delle accademie, quella pratica che organizza i processi educativi e di apprendimento. L’Italia sta subendo gravi conseguenze, sia sul piano scolastico che su quello genitoriale, per la mancanza di una scienza riconosciuta che regoli questi processi.

Per capirla fino in fondo bisogna andare sulla sua tomba, in Olanda a Noordwijk sul Mare del Nord. Aveva chiesto di essere sepolta dove fosse morta, dichiarando da sempre di sentirsi cittadina del mondo. E quel giorno, il 6 maggio 1952, a 82 anni, si trovava lì nella casa di vacanza del figlio Mario che l’aveva seguita per tutta la vita. Le parole che compaiono sulla sua pietra non lasciano dubbi sulla costante missione di questa grande scienziata: “Io prego i cari bambini, che possono tutto, / di unirsi a me per la costruzione della pace / negli uomini e nel mondo”.

Candidata due volte al Nobel per la Pace, non le fu mai attribuito, lasciando un vulnus enorme nella storia di questo prestigioso Premio, mai consegnato a figure del mondo educativo. Che i 150 anni dalla sua nascita siano l’occasione per una memoria attiva, consapevole, che riporti al centro dell’attenzione i temi dell’educazione e della buona crescita dei bambini

da Avvenire

Coronavirus. Scuole ancora chiuse, si punta su studio on line

Scuole ancora chiuse, si punta su studio on line e gemellaggi

Avvenire

Resteranno chiuse anche per tutta questa settimana, le scuole di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli. In Liguria le lezioni riprenderanno domani, ad eccezione della provincia di Savona, dove la campanella tornerà a suonare lunedì 9 marzo. Scuole chiuse anche lontano dalle zone contaminate dal virus. Fino a giovedì stop alle lezioni a Corigliano Rossano, dove tutti gli scuole, sia statali che paritari, saranno oggetto di un intervento straordinario di sanificazione, mirato a contenere il rischio di contagio. Scuole chiuse fino al 5 marzo anche a Pozzuoli, Bacoli e Quarto in provincia di Napoli. Per i sindaci si tratta di misure messe in campo «per rassicurare la cittadinanza», spaventata dalla diffusione del virus.

Intanto, l’Associazione italiana editori annuncia che «sono numerose le piattaforme per la didattica a distanza a disposizione gratuita delle scuole». «Sono oltre due milioni gli oggetti didattici digitali subito attivabili perché presenti nei libri di testo già adottati nelle scuole», spiega il vicepresidente Aie, Giovanni Bonfanti.

Le scuola online, però, secondo l’Associazione dei presidi Anp, rischia di restare «un semplice auspicio in quanto, tranne poche e lodevoli realtà, non è stata adeguatamente sperimentata e praticata negli anni», sottolinea il presidente Antonello Giannelli. «Anche questa emergenza – aggiunge – può quindi rappresentare un’occasione per fare investimenti e, soprattutto, aggiornamento del personale su questa importante tematica».

ISTITUTO COMPRENSIVO A. MANZONI… Inaugurazione Anno Scolastico Martedì 16 Settembre 2014 – Ore 20,45 Concerto Coro dei Ragazzi di Motýli-Olomouc Chiesa di Santo Stefano

  ISTITUTO COMPRENSIVO A. MANZONI

       In collaborazione con:

        Provincia di Reggio Emilia

Coro dell’Università di Modena e Reggio Emilia

          Inaugurazione Anno Scolastico 2014-2015

Concerto

Coro dei Ragazzi di Motýli-Olomouc

Children’s Choir Motýli Šumperk

Direttori: Helena Stojaniková  – Tomáš Motýl

Martedì 16 Settembre 2014 – Ore 20,45

Chiesa di Santo Stefano

Via Emilia Santo Stefano, 30

Musiche di Bach, Vivaldi, Mendelssohn, Miloš Bok.