IL GIUBILEO: UNA FESTA VOLUTA DA DIO PER I SUOI FIGLI. Lettera del Parroco don Daniele Casini

Molti avranno sentito parlare in televisione o in chiesa che sta per iniziare il Giubileo. Ma che cosa è? Giubileo prende il nome dall’ebraico jobel (si legge “giobel”). Era il corno che i messaggeri suonavano su e giù per tutto Israele annunciando la lieta notizia: “Inizia l’anno di grazia del Signore! Chi è schiavo torni libero! Chi ha dei debiti, gli sono perdonati! In Israele solo Dio è Re e vuole che tutti i suoi figli siano uguali. Non ci deve essere chi ha troppo e chi ha nulla. Per un anno non si lavori la terra, la si lasci a riposo e tutti possano mangiare liberamente dei frutti che la terra darà!”. Possiamo immaginare la gioia dei bambini a sentire queste parole che capivano anche loro; le grida dei giovani e le danze delle ragazze; gli abbracci di gioia in una famiglia che non sapeva più come andare avanti, il passaparola tra i vicini, le porte spalancate delle case! Come sarebbe bello, infatti, un mondo senza differenze tra ricchi e poveri, un mondo dove tutti i bambini possano giocare e non dover andare in guerra o lavorare sfruttati come succede ancora in alcuni Paesi! Come sarebbe bello un mondo dove gli uomini sono tutti liberi, in pace, senza paura della guerra e degli attentati, fratelli tra di loro! Per questo il Giubileo, un anno chiamato santo, che tornava ogni 50 anni, era molto atteso dagli Ebrei!

Anche la Chiesa ha cominciato dall’anno 1300 a celebrare un Giubileo ogni 100 anni, poi dal 1475 ogni 25 anni. Qualche Papa ha proclamato un Giubileo anche se non erano passati 25 anni. In questi casi si chiama Giubileo straordinario. E così Papa Francesco, il Papa del sorriso che va incontro a tutti, ha voluto un Giubileo straordinario solo 15 anni dopo l’ultimo celebrato nel 2000 (a duemila anni dalla nascita di Gesù). Ora non ci sono più degli schiavi in catene, così la Chiesa ha pensato al Giubileo come ad un anno in cui ciascuno può ricevere un perdono più grande; è come una porta aperta a tutti. Ogni peccatore può attraversare questa porta, confessare tutti i peccati dal sacerdote e accorgersi che Dio Padre ti stava aspettando a braccia aperte per farti festa, rivestirti di un vestito nuovo, da figlio di Dio! Ogni cristiano, in questo anno può riscoprire la gioia di camminare con il Signore, di camminare insieme ai fratelli, costruendo un mondo di pace; perdonando anziché rispondere male; amando, anziché rimanere chiusi a pensare solo a sé stessi; vincendo il male con il bene! Ecco perché è importante che anche noi piccoli ci prepariamo al Giubileo voluto da Papa Francesco, che inizierà l’8 dicembre a Roma e il 13 dicembre a Reggio Emilia, come in tutte le Chiese del mondo. Papa Francesco l’ha voluto perché in ogni famiglia si impari a dire “grazie”, mentre ce lo dimentichiamo spesso; a chiedere “scusa” se sappiamo di aver sbagliato… L’ha voluto perché nelle parrocchie si accolgano tutti, piccoli e grandi, sani e ammalati, bravi e meno bravi, chi ha la pelle bianca e chi di un altro colore, chi crede in Cristo e chi non lo conosce ancora. La porta, come il nostro cuore, dovrà essere aperta a tutti.

Con il Giubileo, Papa Francesco vuole che scopriamo il volto misericordioso del Padre, che tutti aspetta e vuole avvolgere con un abbraccio di tenerezza. L’incontro con Dio ci ispira a nostra volta ad essere misericordiosi con gli altri. Il MOTTO infatti è: “Misericordiosi come il Padre”. Il LOGO (disegno) del Giubileo è Gesù Buon Pastore che carica sulle sue spalle la pecorella che si era smarrita e, ritrovata, la riporta con gioia all’ovile e fa festa con gli amici. Quella pecorella siamo ciascuno di noi, e Gesù viene a cercarci. Il Papa vuole dunque che il Giubileo che ha chiamato della misericordia sia la grande festa del perdono ricevuto (da Dio) e donato (agli altri); la festa per chi si era allontanato e torna alla Chiesa; la festa di chi fa la pace e non vuole la guerra, di chi vuole bene e ama tutte le creature, dei poveri che si sentono chiamati per nome, la festa di chi non fa festa con le cose, ma stringendo tante mani… Saranno aperte «Porte della misericordia» in ogni Cattedrale, non solo a Roma.

don Daniele Casini

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