Il Natale dei “convertiti”

Auguri di Natale religiosi, frasi di Papa Francesco e non solo -  Studentville

di: Vincenzo Bertolone – settimananews.it

«Ricordati la gloria del Padre, e i divini splendori che tu lasciasti, esiliandoti sulla terra per riacquistare tutti i poveri peccatori. Oh, Gesù! Abbassandoti verso la Vergine Maria tu velasti l’infinita tua gloria e grandezza. Oh, Gesù, ricorda i pastori e i Re Magi, che ti offersero in gioia i loro doni ed il cuore: e la schiera degli innocenti, che ti dettero il sangue».

I versi di Teresa di Lisieux ricordano la sua “conversione” avvenuta la notte di Natale 1886 che segnò una svolta nella sua vita: riterrà quel Natale «il più bel periodo (della sua vita), il più colmo di grazie del Cielo». La trasformazione è tale che, nel giro di quindici mesi, la ex bambina piagnucolona di un tempo potrà prender posto fra le figlie di Teresa d’Avila, la quale esigeva per le Carmelitane persone robuste.

Si può allora comprendere l’importanza attribuita da Teresa alla «conversione» di quel Natale 1886.

È sintomatico che ella associ il Natale di Gesù alla schiera degli innocenti. Una macchia di sangue innocente, oggi come ieri, accompagna le luci e le dolcezze del Natale. Gli appelli di Save The Children si moltiplicano, per ricordare le centinaia di bambini vittime della sciagurata guerra aperta dalla Russia in Ucraina.

Già il rapporto del 2021, “Garantire il futuro dei bambini”, raccoglieva prove da 14 Paesi europei e forniva informazioni sulla povertà infantile e sulle famiglie in difficoltà, rilevando che milioni di bambini non hanno accesso all’educazione e alla cura, oppure ne hanno un accesso limitato e di scarsa qualità.

Intanto stiamo assistendo a una crisi alimentare che, sia per la pandemia, sia per gli effetti della guerra, sta colpendo e devastando giovani vite in tutto il mondo, la più grave del ventunesimo secolo: oltre 13,5 milioni di bambine e bambini con meno di 5 anni sono in pericolo di vita a causa della malnutrizione acuta e grave, mentre ben 59 milioni sono a rischio di essere gravemente malnutriti.

Dalla stessa fonte sappiamo che sono 452 milioni i bambini e le bambine in tutto il mondo – uno su sei – che vivono in aree colpite da conflitti; tra questi, 200 milioni vivono in zone di guerra ad alta intensità di violenze.

Questi dati gettano un’ombra pesante sul futuro e contrastano con l’attesa festosa del natale: il rituale consumistico degli acquisti è preponderante, rispetto al significato religioso della festa, che è quasi irrilevante agli occhi dei più. Ai più basta il pellegrinaggio verso i negozi, le luminarie del centro, i preparativi per la festa, le imminenti vacanze.

A fronte di questo vi è la sfida, tutta cristiana, che invita a riflettere sul senso cristiano del Natale e dare senso alla propria vita personale e sociale. Ogni Natale – l’attualità lo conferma drammaticamente – è sospeso tra due estremi: Betlemme e il Calvario, tra il nascere e il morire di Cristo. Ma il suo nascere diventa per noi un rinascere e il suo morire un risorgere.

Questo è il Natale cui tutti dobbiamo guardare, il Natale dei “convertiti”, come Teresa. È lo stesso Natale che celebrarono, con eguale stupore e sconvolgimento, Paul Claudel, Alessandro Manzoni e Charles de Foucault; un Natale che è vera Pasqua verso la vita nuova, nell’accoglienza finalmente “indifesa” di quel Dio che vuole farsi uno di noi.

Proprio su questo, per di più in un momento delicato della storia del mondo, si è tenuti a riflettere, puntando sul da farsi per sconfiggere il pessimismo della ragione con l’ottimismo della volontà, di gramsciana memoria, per fare ciò che si può ed al meglio; per combattere l’indifferenza che è odio, mancanza di amore, disprezzo dei valori morali; per ricordare ai cristiani, nonostante tutto, di amare, operare, testimoniare ed essere sale, luce e lievito; per accendere una fiaccola nell’oscurità, per riaccendere nuovi cominciamenti e nuove possibilità per noi e per l’avvenire.

Vale anche per la Calabria e per tutto il Meridione: non serve soltanto recitare, a mo’ di litanie, le statistiche che parlano di disoccupazione inquietante, emigrazione in ripresa, giovani in fuga, povertà in aumento. Neppure serve scomodare le cronache per avere contezza di quanto siano arrembanti la ‘ndrangheta e la corruzione.

È vero: si vivono giorni in cui, a volte, pare che il sole non trovi spazio, scacciato com’è tra le nubi di miseria umana e materiale, tra la prepotenza dei pochi e la disperazione dei più. Eppure, è proprio in questo terreno, all’apparenza arido, che la speranza attecchisce coi suoi semi già messi a dimora: accanto all’egoismo, all’indifferenza e alla vacuità di molti, c’è una moltitudine di persone che con umiltà, determinazione e senso del dovere, si dedicano silenziosamente ai miseri della terra, all’affermazione della legalità, alla costruzione di una prospettiva diversa.

Gli esempi non mancano, e dimostrano, come scriveva Anatole France, che «per compiere grandi passi non dobbiamo solo agire, ma anche sognare; non solo pianificare, ma anche credere».

È, questo, anche un auspicio per l’anno che sta per nascere insieme con il Bambino di Betlemme, affinché gli uomini e le donne usino meno le forbici della divisione e prendano invece tra le dita l’ago, infilandolo con i fili del dialogo in una matassina formata dai tanti colori dell’ascolto, dell’accoglienza, della solidarietà, dell’amore.

Raggiunti dalla gioia del Natale

Nella puntata natalizia di “Vangelo e vita”, disponibile sul canale diocesano La Libertà Tv, commentando il vangelo di Luca monsignor Giacomo Morandi ha visualizzato l’immagine di “A’ meraviglia” – il pastore che, figura fondamentale del presepe napoletano, è sorpreso in modo estatico con le mani alzate, lo sguardo rivolto alla grotta di Betlemme e insieme agli angeli che annunciano la nascita del Salvatore – per ricordare che quando meditiamo il mistero dell’Incarnazione dobbiamo chiedere al Signore il dono dello stupore e, appunto, della meraviglia.

laliberta.info

Il primo discorso di Natale di Re Carlo III ai sudditi: “Nel servizio per gli altri troviamo la speranza nel futuro”

primo discorso natale di re carlo sudditi

AGI – “Sono qui nella Cappella di San Giorgio al castello di Windsor, così vicino a dove è sepolta la mia amata madre, la defunta Regina, con il mio caro padre. Mi vengono in mente le lettere, le cartoline e i messaggi profondamente toccanti che tanti di voi hanno inviato a me e a mia moglie e non posso ringraziarvi abbastanza per l’amore e la simpatia che avete dimostrato a tutta la nostra famiglia”. Lo ha affermato Carlo III, nel primo discorso di Natale da re dopo la morte della regina Elisabetta.

Carlo ha reso omaggio alla “dedizione disinteressata delle nostre forze armate e dei servizi di emergenza che lavorano instancabilmente per tenerci tutti al sicuro”, e agli “operatori sanitari e sociali, nei nostri insegnanti e tutti coloro che lavorano nel servizio pubblico, la cui competenza e impegno sono al centro delle nostre comunità”.
“Desidero in particolare rendere omaggio a tutte quelle persone meravigliosamente gentili che così generosamente donano cibo o denaro, o il bene più prezioso di tutti, il loro tempo, per sostenere coloro che li circondano nelle necessità più grandi, insieme alle numerose organizzazioni di beneficenza che fanno un lavoro straordinario nelle circostanze più difficili”, ha aggiunto il monarca.

“Mentre il Natale è, ovviamente, una celebrazione cristiana, il potere della luce che vince l’oscurità viene celebrato oltre i confini della fede. Quindi, qualunque credo voi professiate, o anche nessuno, credo che sia in questa luce vivificante e con la vera umiltà che sta nel nostro servizio per gli altri che possiamo trovare speranza per il futuro”. Ha proseguito Carlo III, che nel primo discorso di Natale, ha nominato William e Kate, riferendo di una visita in Galles del principe di Galles ed erede al trono insieme alla moglie durante la quale hanno messo in luce “esempi pratici dello spirito di comunità”.

Di recente la famiglia reale britannica è finita nuovamente al centro di polemiche dopo il documentario uscito su Netflix di Harry e Meghan nel quale la coppia ha lanciato durissime accuse. Nessun commento da Buckingham Palace ma le festività natalizie sono attentamente monitorate dagli osservatori come risposta indiretta.

Natale: nel Salento si festeggia con la tintarella al mare

Temperature che sfiorano i 25 gradi e nelle spiagge di Porto Cesareo gli stabilimenti che organizzano dj set e spettacoli in musica. Elioterapia garantita

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AGI – Natale in spiaggia nel Salento. Temperature che sfiorano i 25 gradi e spiagge prese d’assalto da locali, vacanzieri e fuori sede tornati al sud per le vacanze. Molti stabilimenti balneari a Porto Cesareo (Le) hanno aperto in occasione delle festività, complice la colonnina di mercurio favorevole, garantendo servizio di elioterapia in spiaggia.

E proprio sulla sabbia sono stati allestiti alberi di Natale suggestivi frontemare e simpatiche slitte di Babbo Natale. Al tramonto, dj set e spettacoli in musica.

Meteo: Natale e Santo Stefano con tempo stabile e temperature miti

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AGI – Feste di Natale e Santo Stefano all’insegna di una solida alta pressione sub-tropicale che vede al suo interno una massa d’aria decisamente mite per la fine di dicembre. L’atmosfera statica, tipica del regime anticiclonico, si traduce – affermano i meteorologi di Meteo Expert – in un ristagno di inquinanti e umidità nei bassi strati con nubi basse anche persistenti e qualche nebbia che insisteranno soprattutto in Pianura Padana e nel settore ligure, ma che potranno formarsi anche su molte aree del Centro-Sud.

Il fattore che accomunerà tutta l’Italia saranno le temperature diffusamente oltre la norma, con valori superiori alle medie stagionali anche nelle aree grigie, specie nelle minime, e con valori decisamente miti nelle aree soleggiate. Al Sud, specie nelle Isole maggiori, sono attese massime anche superiori ai 20 gradi e il clima sarà eccezionalmente mite anche in montagna. La tendenza mostra anche per i giorni successivi al periodo natalizio un’assenza di perturbazioni significative. L’alta pressione mostrerà infatti un declino molto lento, in particolare in quota dove si instaureranno correnti occidentali con afflusso di aria gradualmente meno mite.

Per quanto rigurda la giornata di oggi, sarà un Natale prevalentemente soleggiato sulle Alpi, in buona gran parte del Centro-Sud e nelle Isole, nonostante la presenza di nebbie e nubi basse nelle prime ore del giorno. Cielo prevalentemente grigio in Val Padana, sul centro-est della Liguria e attorno all’alto Adriatico per la presenza di nubi basse, associate nelle ore più fredde anche a qualche foschia densa o locale nebbia.

Nebbie e nubi basse si ripresenteranno, specialmente dalla sera, anche sulle fasce costiere del mare Adriatico, sulla Toscana e sul Lazio. Temperature ovunque sensibilmente superiori alla norma: punte pomeridiane di 16-20 gradi al Centro-Sud, anche oltre ai 20 in Sardegna e Sicilia. Venti deboli, mari calmi o poco mossi.

Domani tempo per lo più soleggiato al Sud, nelle Isole, in Abruzzo, Molise, con nebbie e nubi basse mattutine lungo il medio Adriatico, sulla Puglia meridionale, nelle valli interne e nel nord della Campania. Nelle ore più fredde nubi basse e nebbie diffuse anche sul Lazio, in Umbria e sulla Toscana centro meridionale. Cielo sereno o poco nuvoloso sulle Alpi interne, con nubi in aumento entro sera e tendenza a qualche debole precipitazione nelle zone di confine della Valle d’Aosta, nevosa a quote alte.

Giornata con cielo grigio in pianura al Nord, sulle coste dell’alto Adriatico, nel centro e nel Levante Ligure, sul nord della Toscana e dell’Umbria; nebbie e foschie in mattinata sull’Emilia Romagna; piogge deboli possibili sulla Liguria centrale e di Levante, pioviggini sulla Venezia Giulia e occasionalmente anche sulle pianure del Nord-Ovest. Temperature stazionarie o in leggero aumento, con valori sensibilmente superiori alla norma in tutto il Paese. Venti deboli in prevalenza meridionali su tutti i mari, con locali rinforzi su mar Ligure e alto Tirreno dove i mari saranno localmente mossi.

Calmi o poco mossi gli altri mari. Martedì infine nelle ore più fredde è previsto qualche banco di nebbia in Pianura Padana, sulle aree pianeggianti e lungo le coste del Centro-Sud. In giornata cielo nuvoloso sull’Emilia Romagna e sulla parte settentrionale del Centro, senza piogge di rilievo; temporanee schiarite sulle pianure del Nord-Est, cielo sereno o poco nuvoloso sul resto del Paese. Temperature in lieve calo sulle Alpi e sulla Sardegna, massime in rialzo sulle pianure del Nord-Ovest. Venti per lo più deboli e mari in prevalenza poco mossi.

Nel mondo la luce vera che illumina ogni uomo. Commento Vangelo Natale

Natale del Signore

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.

Un Vangelo immenso ascoltiamo oggi, che ci obbliga a pensare in grande. Giovanni comincia con un inno, un canto, che ci chiama a volare alto, un volo d’aquila che proietta Gesù di Nazaret verso i confini del cosmo e del tempo. In principio era il Verbo e il Verbo era Dio. Nel principio e nel profondo, nel tempo e fuori dal tempo. Un mito? No, perché il volo d’aquila plana fra le tende dell’accampamento umano: e venne ad abitare, piantò la sua tenda in mezzo a noi.

Poi Giovanni apre di nuovo le ali e si lancia verso l’origine delle cose che esistono: tutto è stato fatto per mezzo di Lui (v 3). Nulla di nulla senza di lui. “In principio”, “tutto”, “nulla”, “Dio”, parole assolute, che ci mettono in rapporto con la totalità e con l’eternità, con Dio e con il cosmo, in una straordinaria visione che abbraccia tempo, cose, spazio, divinità.

Senza di lui nulla di ciò che esiste è stato fatto. Non solo gli esseri umani, ma il filo d’erba e la pietra e il pettirosso di stamattina, tutta la vita è fiorita dalle sue mani. Nessuno e niente nasce da se stesso…

Natale: veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Ogni uomo, ogni donna, ogni bambino e ogni anziano, ogni malato e ogni migrante, tutti, nessuno escluso; nessuna esistenza è senza un grammo di quella luce, nessuna storia senza lo scintillio di un tesoro, abbastanza profondo perché nessun peccato possa mai spegnerlo.​

E allora c’è un frammento di Verbo in ogni carne, un pezzetto di Dio in ogni uomo, c’è santità in ogni vita.

La luce splende nelle tenebre ma le tenebre non l’hanno vinta! Le tenebre non vincono la luce. Non la vincono mai. La notte non sconfigge il giorno. Ripetiamolo a noi e agli altri, in questo mondo duro e triste: il buio non vince.

“In principio era il Verbo e il Verbo era Dio…”. Che vorrei tradurre: in principio era la tenerezza / e la tenerezza era Dio. E la tenerezza di Dio si è fatta carne.

Natale è il racconto di Dio caduto sulla terra come un bacio (B. Calati).

Natale è il brivido del divino nella storia (papa Francesco). Per questo siamo più felici a Natale, perché ascolti il brivido, rallenti il tempo, guardi di più tuo figlio, gli dai una carezza…Gesù è il racconto della tenerezza di Dio (Ev. Ga.), porta la rivoluzione non della onnipotenza o della perfezione, ma della tenerezza e della piccolezza: Dio nell’umiltà, il segreto del Natale. Dio nella piccolezza, forza dirompente del Natale. Dio adagiato sulla povera paglia come una spiga nuova.Noi non stiamo aspettando Qualcuno che verrà all’improvviso, ma vogliamo prendere coscienza di Qualcuno che, come una luce, già abita la nostra vita.

(Letture Messa del giorno: Isaia 52,7-10; Salmo 97; Ebrei 1,1-6; Giovanni 1,1-18)

di Ermes Ronchi – avvenire.it

Natale del Signore Messa del giorno


Grado della Celebrazione: SOLENNITA’
Colore liturgico: Bianco

Il Verbo, la seconda persona della Trinità, si fa carne nel grembo della Vergine Maria per dare a chi lo accoglie e a chi crede in lui il “potere di diventare figli di Dio”.
C’è forse comunione più completa, più perfetta del lasciare all’uomo la possibilità di dividere la vita stessa di Dio? Nel Verbo che si è fatto carne, questo bambino di Betlemme, l’uomo trova l’adozione come figlio. Dio non è più un essere lontano, egli diventa suo padre. Dio non è più un essere lontano, egli diventa suo fratello.
“Come l’uomo potrebbe andare a Dio, se Dio non fosse venuto all’uomo? Come l’uomo si libererebbe della sua nascita mortale, se non fosse ricreato, secondo la fede, da una nuova nascita donata generosamente da Dio, grazie a quella che avvenne nel grembo della Vergine?” (Ireneo di Lione).
È per la deificazione dell’uomo che il Verbo si è fatto carne, affinché l’uomo, essendo “adottato”, diventasse figlio di Dio: “Affinché l’essere mortale fosse assorbito e noi fossimo così adottati e diventassimo figli di Dio” (Ireneo di Lione).
L’uomo assume allora la sua vera dimensione, perché non è veramente uomo se non in Dio. E c’è forse una presenza in Dio più forte della figliazione divina?
Proprio ora, il re in esilio rimette piede sulla terra preparata per lui e, nello stesso tempo, l’uomo ritrova il suo “posto”, la sua vera casa, la sua vera terra: Dio.
“Anch’io proclamerò le grandezze di questa presenza: il Verbo si fa carne… È Gesù Cristo, sempre lo stesso, ieri, oggi e nei secoli che verranno… Miracolo, non della creazione, ma della ri-creazione… Perché questa festa è il mio compimento, il mio ritorno allo stato originario… Venera questa grotta: grazie ad essa, tu, privo di sensi, sei nutrito dal senso divino, il Verbo divino stesso” (Gregorio di Nazianzo).

Antifona d’ingresso
Un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile. (Is 9,5)

Colletta
O Dio, che in modo mirabile
ci hai creati a tua immagine e in modo più mirabile
ci hai rinnovati e redenti,
fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio,
che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

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Prima lettura

Is 52,7-10
Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Dal libro del profeta Isaìa

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Sal 97

Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Seconda lettura

Eb 1,1-6
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dalla lettera agli Ebrei

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

Parola di Dio

Canto al Vangelo ()
Alleluia, alleluia.
Un giorno santo è spuntato per noi:
venite tutti ad adorare il Signore;
oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
Alleluia.

Vangelo

Gv 1,1-18
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore.

Forma breve (Gv 1,1-5.9-14):
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
(Dall’Orazionale CEI 2020)
Fratelli e sorelle, in questo giorno santo, nel quale esultiamo per la nascita del Figlio di Dio, irradiazione della gloria del Padre e luce vera, rivolgiamo a lui la preghiera che scaturisce dalla fede.
Preghiamo insieme e diciamo: Gesù, vero Dio e vero uomo, ascoltaci.

1. Per la Chiesa, perché sia fedele alla missione di annunciare con gioia a ogni creatura che tu, Verbo fatto carne, sei il volto misericordioso del Dio invisibile. Noi ti preghiamo.
2. Per le famiglie, perché il cordiale ritrovarsi di questi giorni rinsaldi i legami tra le generazioni e, in te che sei la Pace, vengano superate incomprensioni e sofferenze. Noi ti preghiamo.
3. Per quanti cercano la verità, perché nelle tenebre splenda la tua luce, nel dubbio risuoni la tua parola, e nella fatica trovino in te la forza. Noi ti preghiamo.
4. Per i disoccupati, i detenuti, i profughi, perché nessuno si senta solo e abbandonato, ma tutti siano raggiunti dal tuo amore. Noi ti preghiamo.
5. Per noi qui riuniti nel tuo nome, perché dallo scambio gratuito dei doni nasca la volontà di una rinnovata attenzione alle necessità dei poveri. Noi ti preghiamo.

Signore Gesù, Verbo del Padre, sei venuto in mezzo a noi per condividere la condizione umana e darci il potere di diventare figli di Dio: dalla tua pienezza donaci grazia e verità, perché le nostre azioni siano feconde di bene. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Preghiera sulle offerte
Nel Natale del tuo Figlio ti sia gradito,
o Padre, questo sacrificio,
dal quale venne il perfetto compimento
della nostra riconciliazione
e prese origine la pienezza del culto divino.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DI NATALE I
Cristo luce

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Nel mistero del Verbo incarnato
è apparsa agli occhi della nostra mente
la luce nuova del tuo fulgore,
perché conoscendo Dio visibilmente,
per mezzo di lui siamo conquistati
all’amore delle realtà invisibili.
E noi,
uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria: Santo, …

PREFAZIO DI NATALE II
Nell’incarnazione Cristo reintegra l’universo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
Nel mistero adorabile del Natale
egli, Verbo invisibile,
apparve visibilmente nella nostra carne,
per assumere in sé tutto il creato
e sollevarlo dalla sua caduta.
Generato prima dei secoli,
cominciò a esistere nel tempo,
per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre,
e ricondurre a te l’umanità dispersa.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti a tutti gli angeli,
cantiamo esultanti la tua lode: Santo, …

PREFAZIO DI NATALE III
Il sublime scambio nell’incarnazione del Verbo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
In lui [oggi] risplende in piena luce
il sublime scambio che ci ha redenti:
la nostra debolezza è assunta dal Verbo,
la natura mortale è innalzata a dignità perenne,
e noi, uniti a te in comunione mirabile,
condividiamo la tua vita immortale.
Per questo mistero di salvezza,
uniti ai cori degli angeli,
proclamiamo esultanti
la tua lode: Santo, …

Nel Canone Romano, si dice il Communicantes proprio.
Nelle Preghiere eucaristiche II e III si fa il ricordo proprio.

Antifona alla comunione
Tutti i confini della terra hanno veduto
la salvezza del nostro Dio. (Cf. Sal 97,3)

Oppure:
Il Verbo si fece carne
e noi abbiamo contemplato la sua gloria. (Gv 1,14)

Preghiera dopo la comunione
Dio misericordioso, il Salvatore del mondo, che oggi è nato
e nel quale siamo stati generati come tuoi figli,
ci comunichi il dono della vita immortale.
Per Cristo nostro Signore.

Si può utilizzare la formula della benedizione solenne:

Dio infinitamente buono, che nella nascita del suo Figlio
ha inondato di luce questo giorno santissimo,
allontani da voi le tenebre del male
e illumini i vostri cuori con la luce del bene. R. Amen.

Dio, che inviò gli angeli ad annunciare ai pastori
la grande gioia del Natale del Salvatore,
vi ricolmi della sua beatitudine
e vi faccia messaggeri del suo Vangelo. R. Amen.

Dio, che nell’incarnazione del suo Figlio
ha congiunto la terra al cielo,
vi conceda il dono della sua pace e della sua benevolenza
e vi renda partecipi dell’assemblea celeste. R. Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio e Spirito Santo,
discenda su di voi e con voi rimanga sempre. R. Amen.