Povertà. In Italia un bambino su dieci abita in case fatiscenti e gelide

Freddo e pioggia sono tornate a farsi sentire, ma non tutti i bambini hanno la possibilità di rifugiarsi in case calde e accoglienti. Secondo un report di Save the children, l’11,2% dei minori italiani sta affrontando questo inizio inverno in condizioni di «severo disagio abitativo», un dato superiore di ben quattro punti alla media dell’Unione Europea del 7,2%. Nell’Ue peggio di noi fa soltanto la Polonia.

Tante case fredde

Quando ci sono, poi, le case non sono adeguatamente riscaldate, come ben sa il 14,8% delle famiglie con bambini. Nuclei che fanno parte di quella fetta, sempre più grossa, di popolazione in condizione di «povertà assoluta», che, per quanto riguarda i minori, è aumentata del 14% in un solo anno, interessando 1 milione e 292mila under 18, oltre un terzo dei quali ha meno di 6 anni. Dal 2008, inoltre, il numero dei bambini che vivono in condizioni di disagio abitativo è cresciuto del 15,5%, mentre il 20,3% abita in case con gravi problemi di umidità, pareti gocciolanti e infissi rotti. Il 5,3%, infine, vive in abitazioni scarsamente luminose. Particolarmente preoccupante, annota Save the children, il dato relativo alle famiglie con bambini impossibilitate a riscaldare l’abitazione in modo sufficiente, che supera la media dell’Unione europea di oltre 6 punti percentuali e che, dal 2008, ha registrato un incremento del 28,7%.

Sfratti in aumento

Oltre a condizioni ambientali e «climatiche» difficili, queste famiglie povere devono fronteggiare anche l’incremento esponenziale degli sfratti esecutivi, ben 35.336 nel 2016 (+8% rispetto all’anno precedente). Le richieste di esecuzione di sfratto sono state invece 158.720 (+3%) e si stima che, in almeno il 70% delle famiglie soggette a sfratto siano presenti minori.

«Povertà minorile, vera emergenza»

«In un paese dove la povertà minorile rappresenta una vera emergenza – commenta Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia Europa di Save the Children – tantissimi bambini vivono in alloggi fatiscenti, senza la possibilità di crescere in salute e sicurezza. I dati sul disagio abitativo, già così preoccupanti, sono sottostimati: tengono conto delle sole famiglie con residenza, escludendo quei nuclei con minori in emergenza abitativa che vivono, per esempio, in rifugi di fortuna. Sempre più spesso – aggiunge Milano – al Nord come al Sud, nei quartieri più svantaggiati, ci troviamo a fronteggiare, con le associazioni e i servizi sociali territoriali, casi di emergenza abitativa che colpiscono i bambini, con conseguenze molto gravi per la loro salute, il percorso scolastico, la vita familiare. È indispensabile rafforzare gli strumenti di protezione per scongiurare il ripetersi di queste situazioni».

«Sindaci più sensibili»

Per tutelare la salute e la serenità di tanti minori in condizioni disagiate, Save the children chiede ai sindaci di applicare le deroghe, previste dalla legge, iscrivendo alle anagrafi comunali anche le famiglie, dove sono presenti minori, che vivono in strutture abusive. In questo modo, anche queste famiglie potranno avere accesso ai servizi sociali e a servizi vitali come la luce e il riscaldamento. «Chiediamo che il 2018 sia un anno decisivo nel contrasto alla povertà estrema dei minori – conclude Raffaella Milano -. Nel 2017 è stato introdotto uno strumento importante per le famiglie in povertà socio-economica, il «reddito d’inclusione», ma alle famiglie non iscritte all’anagrafe è preclusa la possibilità di presentare la domanda per il beneficio. Chiediamo quindi ai sindaci di applicare la deroga prevista dalla legge per consentire sempre alle famiglie in difficoltà socioeconomica l’accesso ad un sostegno e, allo stesso tempo, chiediamo che si attivi, a livello nazionale, un piano di contrasto alla povertà abitativa, a partire dalle famiglie con bambini e dalle persone più vulnerabili».

DA Avvenire

I santi del 28 Dicembre 2017

Santi INNOCENTI   Martiri – Festa
sec. I
Gli innocenti che rendono testimonianza a Cristo non con le Parole, ma con il sangue, ci ricordano che il martirio è dono gratuito del Signore. Le vittime immolate dalla ferocia di Erode appartengono, insieme a santo Stefano e all’evangelista Giovanni, al corteo del re messiniaco e ricordano l’eminente dignità dei bambini nella Chiesa. (Mess. R…
www.santiebeati.it/dettaglio/22150

San GASPARE DEL BUFALO   Sacerdote, Fondatore
Roma, 6 gennaio 1786 – 28 dicembre 1837
Nato a Roma il 6 gennaio 1786 fin da piccolissimo fu dedito alla preghiera e alla penitenza. Suo padre era cuoco del principe Altieri, sua madre si occupava della famiglia e gli assicurò una buona educazione cristiana. Ordinato sacerdote il 31 luglio 1808 si specializzò nell’evangelizzazione dei «barozzari», carrettieri e contadini …
www.santiebeati.it/dettaglio/35900

San TEONA (TEONE) D’ALESSANDRIA   Vescovo
www.santiebeati.it/dettaglio/83310

Sant’ ANTONIO DI LERINS   Monaco
www.santiebeati.it/dettaglio/83320

Santa CATERINA VOLPICELLI   Vergine, Fondatrice
Napoli, 21 gennaio 1839 – 28 dicembre 1894
Nata a Napoli in una famiglia dell’alta borghesia, Caterina Volpicelli fu la prima zelatrice dell’Apostolato della Preghiera nella sua città. Colta e intelligente, fece della casa paterna un circolo dedito alla preghiera, alla diffusione della stampa cattolica e del culto al Sacro Cuore di Gesù. Sotto l’impulso dell’arci…
www.santiebeati.it/dettaglio/90246

Beata MATTIA NAZAREI (NAZZARENI)   Badessa clarissa
Matelica, Macerata, 1 marzo 1253 – 28 dicembre 1320
La beata Mattia dei nobili de Nazareni di Matelica, ricusato il matrimonio si ritirò in monastero e professò la regola di santa Chiara. Per la sua grande prudenza e per le sue elette virtù fu per 40 anni Madre Abbadessa, diventando il modello e la madre buona delle sue consorelle. Il suo digiuno fu quasi per perpetuo. Devotissima della p…
www.santiebeati.it/dettaglio/90390

Beato HRYHORIJ KHOMYSYN   Vescovo e martire ucraino
Hadynkivtsi, Ternopil, 25 marzo 1867 – Kiev, 28 dicembre 1945
Nacque il 25 marzo 1867 nel villaggio di Hadynkivtsi (regione di Ternopil, in Ucraina). Dopo gli studi compiuti presso il seminario di Lviv, il 18 novembre 1893, venne ordinato sacerdote. Nel 1902 fu nominato rettore del seminario; il 19 giugno 1904 venne ordinato vescovo dell’Eparchia di Stanislaviv oggi Ivano-Frankivsk. Fu arrestato dalle autorità comunist…
www.santiebeati.it/dettaglio/90656

Beato GREGORIO DA CHAORS   Mercedario
XV secolo
Maestro in Sacra Teologia, il Beato Gregorio da Cahors, di origine francese fu un mercedario di stimata notorietà. Inviato nel 1462 in terra d’Africa per redimere, liberò 184 schiavi da una grave prigionia dei barbari oppressori. Ritornato poi in patria nel convento di Santa Maria in Tolosa si dedicò completamente alla preghiera e contemplazione celeste fino…
www.santiebeati.it/dettaglio/94827

Il Papa all’Udienza generale: non snaturiamo il Natale, Gesù è il vero dono

Giada Aquilino – Città del Vaticano

Gesù è “il dono di Dio per noi” e, se lo accogliamo, anche noi possiamo “essere dono di Dio per gli altri”, prima di tutto per coloro che non hanno mai sperimentato “attenzione e tenerezza”, “i piccoli e gli esclusi”. Così Papa Francesco si sofferma, nell’Udienza generale in Aula Paolo VI, sul significato del Natale del Signore, che in questi giorni stiamo vivendo “nella fede e nelle celebrazioni”.

Quanta gente nella propria vita mai ha sperimentato una carezza, un’attenzione di amore, un gesto di tenerezza…Il Natale ci spinge a farlo.

In atto snaturamento del Natale
Ai nostri tempi, specialmente in Europa, nota il Pontefice, assistiamo a una specie di “snaturamento” del Natale:

In nome di un falso rispetto che non è cristiano, che spesso nasconde la volontà di emarginare la fede, si elimina dalla festa ogni riferimento alla nascita di Gesù. Ma in realtà questo avvenimento è l’unico vero Natale! Senza Gesù non c’è Natale; c’è un’altra festa, ma non il Natale. E se al centro c’è Lui, allora anche tutto il contorno, cioè le luci, i suoni, le varie tradizioni locali, compresi i cibi caratteristici, tutto concorre a creare l’atmosfera della festa, ma Gesù al centro. Se togliamo Lui, la luce si spegne e tutto diventa finto, apparente.

La luce svela azioni e pensieri che fanno rimordere coscienza
Attraverso l’annuncio della Chiesa, come i pastori del Vangelo – ricorda – siamo guidati a “cercare e trovare” la vera luce, “quella di Gesù” che, fattosi uomo come noi, “si mostra in modo sorprendente”: nasce da una “povera ragazza sconosciuta”, che lo dà alla luce in una stalla, col solo aiuto del marito.  

Il mondo non si accorge di nulla, ma in cielo gli angeli che sanno la cosa esultano! Ed è così che il Figlio di Dio si presenta anche oggi a noi: come il dono di Dio per l’umanità che è immersa nella notte e nel torpore del sonno. E ancora oggi assistiamo al fatto che spesso l’umanità preferisce il buio, perché sa che la luce svelerebbe tutte quelle azioni e quei pensieri che farebbero arrossire o rimordere la coscienza. Così, si preferisce rimanere nel buio e non sconvolgere le proprie abitudini sbagliate.

Il vero dono è Gesù
Il Pontefice esorta quindi a chiederci cosa significhi “accogliere il dono di Dio che è Gesù”, cioè diventare quotidianamente “un dono gratuito per coloro che si incontrano sulla propria strada”: ecco perché – spiega Francesco – “a Natale si scambiano i doni”. Il vero dono per noi “è Gesù” e così “vogliamo essere dono per gli altri”. I doni, rimarca, sono un “segno” dell’atteggiamento insegnatoci da Gesù che, “inviato dal Padre”, “è stato dono per noi e noi siamo doni per gli altri”.

Ripercorrendo gli insegnamenti dell’apostolo Paolo, il Pontefice evidenzia che la grazia di Dio “è apparsa” in Gesù, volto di Dio, che la Vergine Maria ha dato alla luce come ogni bambino di questo mondo, ma che non è venuto “dalla terra”, bensì “dal Cielo”. In tal modo, Dio “ci ha aperto la via della vita nuova, fondata non sull’egoismo ma sull’amore”: la nascita di Gesù – aggiunge – “è il gesto di amore più grande del nostro Padre del Cielo”.

Dio coinvolge emarginati della società
Nel Natale possiamo vedere come la storia umana, quella mossa dai potenti di questo mondo, viene visitata dalla storia di Dio. E Dio coinvolge coloro che, confinati ai margini della società, sono i primi destinatari del suo dono, cioè – il dono – la salvezza portata da Gesù. Con i piccoli e i disprezzati Gesù stabilisce un’amicizia che continua nel tempo e che nutre la speranza per un futuro migliore.

Un’amicizia che continua nel tempo
La “grande luce”, prosegue, apparve ai pastori di Betlemme.

Loro erano emarginati, erano malvisti, disprezzati, e a loro apparve la grande notizia per prima. A queste persone, con i piccoli e i disprezzati, Gesù stabilisce un’amicizia che continua nel tempo e che nutre la speranza per un futuro migliore. A queste persone, rappresentate dai pastori di Betlemme, apparve una grande luce, che li condusse dritti a Gesù. Con loro, in ogni tempo, Dio vuole costruire un mondo nuovo, un mondo in cui non ci sono più persone rifiutate, maltrattate e indigenti.

L’esortazione allora è ad aprire “la mente e il cuore” ad accogliere tale grazia, perché Gesù “viene a nascere ancora nella vita di ciascuno di noi” e, attraverso di noi, continua ad essere “dono di salvezza”: “Dio non ama a parole”, conclude nei saluti finali, ma il suo amore lo porta “ad abbracciare la nostra debolezza e la nostra condizione umana” per sollevarci alla “dignità filiale perduta”.

Lo spettacolo dei circensi
A chiusura, una breve esibizione degli artisti del Golden Circus di Liana Orfei, applauditi e ringraziati da Francesco:

L’arte circense come la bellezza sempre ci avvicina a Dio! E voi, con il vostro lavoro, con la vostra arte, avvicinate la gente a Dio. Grazie per quello che fate!

DA RADIO VATICANA