A Exposanità presentato uno studio della Medicina dello Sport di Reggio sul progetto ‘All Inclusive Sport’

Medicina dello sport di Reggio Emilia presenta studio su All Inclusive sport

Exposanità, una ricerca qualitativa dell’Ausl IRCCS di Reggio Emilia in collaborazione con UNIMORE e il progetto “All Inclusive Sport” del Centro di Servizio per il Volontariato (CSV) Emilia su Inclusione sportiva e atleti con disabilità è stata presentata all’evento in corso in questi giorni a Bologna.

A presentarla la dottoressa Michela Compiani, terapista occupazionale della Medicina dello Sport diretta dal dottor Gianni Zobbi, che ha spiegato i risultati dello studio qualitativo. Il lavoro, condotto dalle unità operative della Medicina dello Sport e Prevenzione Cardiovascolare e di Ricerca Qualitativa dell’Ausl, in collaborazione con il corso di laurea in Terapia Occupazionale dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, ha preso in esame le percezioni dei partecipanti a “All Inclusive Sport” progetto reggiano per l’inclusione della disabilità tramite lo sport. Sono state condotte interviste semi-strutturate audio registrate e trascritte, su un campione di 32 persone composte da genitori e figli con disabilità indagando quali siano i facilitatori e quali le barriere all’inclusione sportiva degli atleti con disabilità. All Inclusive Sport è coordinato dal CSV e realizzato grazie alla collaborazione di alcune realtà locali, tra le quali la Medicina dello Sport dell’AUSL di Reggio Emilia e Reggio Emilia Città Senza Barriere.

Nell’ambito della 23esima edizione di Exposanità, la manifestazione nazionale dedicata alle professioni sanitarie e socio-sanitarie, che quest’anno si concentra sull’importanza delle risorse umane e sulla valorizzazione delle competenze come strumento chiave per assicurare qualità e tenuta del Servizio sanitario nazionale, circa cinquanta addetti ai lavori hanno ascoltato l’esposizione di Compiani. Il progetto, tra i pochi nel suo genere nel panorama nazionale, ha incuriosito molto i presenti che hanno applaudito, fatto numerose domande e mostrato apprezzamento. Un meritato successo per il progetto che nell’annata sportiva 2023/24 ha garantito a circa 200 bambini e ragazzi con disabilità la possibilità di vivere un’esperienza all’interno di un’associazione sportiva locale, praticando già la propria disciplina preferita fra oltre 3.000 compagni senza disabilità.

I risultati dello studio evidenziano quanto l’importanza della pratica sportiva con i coetanei rappresenti un confronto positivo per gli atleti con disabilità, per migliorarsi a livello fisico e prestazionale, ma emergono anche aspettative sociali mancate: non sempre sport significa nuove amicizie. Altro aspetto fondamentale che emerge è l’importanza della gratuità di All Inclusive Sport poiché non c’è nessuna barriera economica all’ingresso. Il bambino/ragazzo con disabilità è un atleta iscritto come tutti gli altri, dal primo giorno. Inoltre l’importanza della figura del supertutor, che fornisce un orientamento iniziale alle discipline e garantendo supervisione costante sul percorso sportivo offre ai ragazzi con disabilità la possibilità di scegliere, di provare e di cambiare sport con una guida. Una figura che i bambini senza disabilità non hanno al proprio fianco. Si evince poi l’importanza del tutor, nella metà dei casi (116 su 223) a fianco dell’atleta con disabilità in ogni allenamento. Il tutor dedicato favorisce l’autostima dell’atleta, la consapevolezza dei suoi limiti e delle sue capacità/ potenzialità e facilita l’inclusione, le relazioni con gli allenatori e i compagni. I genitori intervistati hanno sottolineato l’importanza della formazione specifica dei tutor e la loro continuità nell’affiancamento al proprio figlio con disabilità. Infine dallo studio si desume la necessità di un maggiore impatto sul contesto: il rapporto con gli allenatori e la loro preparazione sull’inclusione sono giudicati a volte insoddisfacenti. Il sistema sportivo e i regolamenti delle Federazioni Sportive a volte limitano la partecipazione degli atleti con disabilità alle partite e quindi alla vita della squadra. I genitori intervistati hanno evidenziato la necessità di una maggiore comunicazione di All Inclusive Sport e dei soggetti pubblici/privati che collaborano al progetto.

stampareggiana.it

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