Calendario. Le celebrazioni liturgiche di papa Francesco da Natale all’8 gennaio

Si inizia il 24 dicembre in San Pietro, alle 19.30. La mattina seguente la benedizione Urbi et Orbi. L’ultima l’8 gennaio con la Messa nella Cappella Sistina per la festa del Battesimo del Signore
Papa Francesco bacia il Bambino Gesù

Papa Francesco bacia il Bambino Gesù – Vatican Media

È stato pubblicato il Calendario delle Celebrazioni liturgiche pontificie: dalla Messa del 24 dicembre nella Basilica vaticana alle 19.30, fino alla celebrazione in Cappella Sistina dell’8 gennaio, durante la quale il Pontefice battezzerà alcuni bambini

Il 24 dicembre, la Messa della notte di Natale celebrata da papa Francesco nella basilica di San Pietro si svolgerà alle 19.30. Anche quest’anno il Pontefice mantiene dunque l’orario anticipato che era stato inaugurato nel 2020, a causa delle restrizioni per il Covid, poi confermato pure nel 2021.

Oltre alla Messa del 24 dicembre, nel calendario delle celebrazioni del Papa, c’è la benedizione Urbi et Orbi, il 25 dicembre giorno di Natale, dalla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro alle ore 12.

Il 31 dicembre, alle 17, nella Basilica vaticana, il Papa presiederà invece la celebrazione dei Primi Vespri e Te Deum in ringraziamento per l’anno trascorso.

Il 1° gennaio Francesco celebrerà la Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, ancora nella Basilica vaticana, alle ore 10.

Sembre in Basilica, si celebrerà il 6 gennaio la Messa per la Solennità dell’Epifania alle 10.

Infine l’8 gennaio, il Pontefice presiederà una celebrazione nella Cappella Sistina per la festa del Battesimo del Signore, durante la quale battezzerà alcuni bambini.

(da Vatican News)

“Per la pace. Con la cura”. Studenti e insegnanti della Rete scuole di pace incontrano papa Francesco

CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Seimila studenti, insegnanti e dirigenti scolastici della Rete nazionale delle scuole di pace lunedì 28 novembre incontreranno papa Francesco in Vaticano, nell’aula Paolo VI per un meeting dal titolo “Per la Pace. Con la Cura”.

«La pace e la cura: due parole chiave da promuovere per superare un tempo drammaticamente segnato da tante guerre, crisi e preoccupazioni», spiegano gli organizzatori. «La pace e la cura: l’obiettivo e la via per raggiungerlo. La pace: il bene più grande che stiamo perdendo e che tutti dobbiamo imparare a ricostruire giorno per giorno. La cura della vita, degli altri, della comunità, dell’ambiente e del pianeta che dobbiamo far diventare il nostro stile di vita».

«Educazione» sarà la terza parola chiave dell’incontro. «Un’azione collettiva che deve essere urgentemente reinventata e trasformata per affrontare le sfide epocali del nostro tempo».

Le oltre cento scuole di ogni ordine e grado che parteciperanno all’incontro, provenienti da 19 regioni italiane, sono impegnate nel Programma nazionale di educazione civica e di cura delle giovani generazioni denominato “Per-la-pace. Con-la-cura” che si concluderà con una edizione speciale della Marcia della pace PerugiAssisi.
Adista

Uscito in Italia per Piemme un libro di pensieri e appelli alla concordia del Pontefice in questa fase drammatica della vita internazionale, curato dal giornalista argentino Hernán Reyes Alcaide

 Papa Francesco in preghiera

Francesca Sabatinelli e Sebastián Sansón Ferrari – Città del Vaticano

Vatican News

Un libro per raccogliere gli appelli di Papa Francesco a costruire un orizzonte di pace attraverso il dialogo, il rispetto e la fiducia, perché in gioco è la sopravvivenza dell’umanità. È il volume ‘Vi chiedo in nome di Dio. Dieci preghiere per un futuro di speranza” a cura del giornalista argentino Hernàn Reyes Alcaide, corrispondente dell’Agenzia Télam a Roma, uscito ieri nelle librerie italiane per Piemme edizioni, che condensa gli appelli di Francesco e le sue preoccupazioni centrali, come quella sul proliferare dell’industria delle armi, o sul ruolo delle organizzazioni internazionali, o sulla promozione della donna nelle società.

La ricca espressività di Francesco

A ispirare l’opera di Reyes Alcaide, racconta lui stesso a Vatican News, è stato il videomessaggio di Bergoglio ai movimenti popolari, pubblicato il 16 ottobre del 2021, quando, dopo aver esaminato la situazione mondiale in quel momento di pandemia, il Papa fa una serie di richieste iniziando proprio con la frase “Vi chiedo in nome di Dio”. Il giornalista parla del suo essere rimasto colpito dalla costruzione poetica, “non una novità”, sottolinea, spiegando come sia un tratto caratteristico della “ricca espressività” del Papa dimostrato in molti altri discorsi: un esempio tra tutti, quelli alla Curia romana in occasione degli auguri di Natale. “Allo sfondo molto interessante – nota il giornalista – unisce di solito una forma molto bella”.

Vaticano. Il Papa ad Asti il 19 e 20 novembre in visita ai familiari

Domenica 20 presiederà la celebrazione dell’Eucaristia in cattedrale
Il Papa ad Asti il 19 e 20 novembre in visita ai familiari

“Nel pomeriggio di sabato 19 novembre, in occasione del 90° compleanno di una sua cugina, il Santo Padre si recherà ad Asti per incontrare i familiari in una visita riservata. Domenica 20 novembre, solennità di Cristo Re, il Santo Padre presiederà all’Eucarestia alle ore 11 nella Cattedrale di Asti, per incontrare la comunità diocesana dalla quale erano partiti i genitori per emigrare in Argentina”.

La nota della Prefettura della Casa Pontificia, l’ufficio della Curia romana che secondo il protocollo comunica le visite private del pontefice, è stata diffusa pochi minuti fa in conferenza stampa dal vescovo di Asti Marco Prastaro.

Una notizia attesa da quasi dieci anni in città, da quella sera del marzo del 2013 in cui la fumata bianca e la voce del cardinale Jean-Louis Tauran annunciarono che l’arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, era stato eletto al soglio pontificio. Gli avi del cardinale argentino erano piemontesi, astigiani e torinesi, così il “papa venuto da lontano” fu, fin da subito, percepito come vicinissimo ad Asti, la città da cui la famiglia Bergoglio partì il 1° febbraio del 1929 per emigrare in Sud America.

Appena ricevuta la notizia, cento pellegrini erano immediatamente partiti da Asti per andare ad assistere al primo Angelus in piazza San Pietro, la domenica dopo l’elezione.Sono stati tanti, nel tempo, gli inviti rivolti al pontefice perché tornasse a visitare la sua terra d’origine. Già nel maggio del 2013 si era costituito il comitato “Papa Francesco – Asti” presieduto da Guido Sodano, nipote del cardinale Angelo, che aveva persino consegnato al papa una bottiglia di vino, un Grignolino, con una dedica speciale in etichetta: “Ast t’aspeta a bras duert”, “Asti ti aspetta a braccia aperte”.

Nel 2015 papa Francesco, in visita ufficiale a Torino, aveva avuto modo di abbracciare i suoi familiari, molti dei quali di Portacomaro Stazione, frazione del capoluogo di provincia piemontese che ha dato i natali nel 1884 al nonno paterno del papa, Giovanni Bergoglio. Se l’attenzione dei media mondiali si è concentrata da subito sulla località di Bricco Marmorito, frazione dalla quale provenivano il nonno e il padre del Papa, in pochi sanno che alcuni suoi cugini abitano tutt’ora a San Carlo di Tigliole, dove Bergoglio si è recato in almeno un paio di occasioni.

Quell’abbraccio si rinnoverà tra un mese esatto da oggi ad Asti, dove sono stati programmati i festeggiamenti per il compleanno della cugina.

Dopo la Messa pubblica nel Duomo di Asti, il rientro in Vaticano del pontefice è previsto nel pomeriggio di domenica 20.L’ultimo pontefice che si era recato ad Asti era stato Giovanni Paolo II, tra il 25 e il 26 settembre del 1993, su invito della Diocesi. Karol Wojtyla aveva incontrato la cittadinanza, le famiglie, gli anziani e i giovani in diversi momenti; aveva portato il suo saluto agli Oblati di San Giuseppe e aveva celebrato una Messa per la beatificazione di Giuseppe Marello, per poi concludere la sua visita ufficiale a Isola, paese natale di Angelo Sodano.

Avvenire

Il Papa, il rosario per affidare a Maria l’Ucraina e chi soffre per la guerra

Francesco al termine della preghiera mariana, ricorda l’iniziativa del Rosario per la pace pregato dai bambini e promossa da Aiuto alla Chiesa che soffre. Il suo pensiero va anche alla Giornata mondiale del rifiuto della miseria e ai due nuovi beati, sacerdoti martiri durante la seconda guerra mondiale

Una bambina che prega il rosario

Benedetta Capelli – Città del Vaticano – Vatican News

La guerra in Ucraina e la sua devastazione ma anche le sofferenze dei popoli che vivono sulla loro pelle le conseguenze del conflitto sono un pensiero ricorrente per Papa Francesco. Anche dopo l’Angelus ricordando l’iniziativa “Un milione di bambini recita il Rosario per la pace nel mondo”, promossa da Aiuto alla Chiesa che soffre, e in programma martedì 18 ottobre, si sofferma su questi aspetti. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Grazie a tutti i bambini e le bambine che partecipano! Ci uniamo a loro e affidiamo all’intercessione della Madonna il martoriato popolo ucraino e le altre popolazioni che soffrono per la guerra e ogni forma di violenza e di miseria.

Miseria che è al centro della Giornata Mondiale del Rifiuto della Miseria e che ricorre domani. “Ognuno – afferma il Papa – può dare una mano per una società dove nessuno si senta escluso perché indigente”.

L’Aquila. La Perdonanza diventa lunga un anno. Lo speciale dono del Papa

Il dono di Papa Francesco all’Aquila. Prorogata per un anno l’indulgenza plenaria della Perdonanza
La Perdonanza diventa lunga un anno. Lo speciale dono del Papa

Ansa

Non solo un giorno. Ma un anno di Perdonanza. Il primo effetto della visita di papa Francesco ieri a L’Aquila arriva sotto forma di una speciale concessione del Pontefice, in base alla quale l’indulgenza plenaria si potrà conseguire non solo fino ai vespri di questa sera, 29 agosto, come stabilito a suo tempo da Celestino V , ma fino alla Perdonanza del 2023. Lo ha reso noto l’ufficio diocesano Comunicazioni sociali dell’Aquila. Questa sera, comunque, come da tradizione, dopo la celebrazione eucaristica prevista alle 18,30 verrà chiusa dal Vescovo Ausiliare dell’Aquila Antonio D’Angelo la Porta Santa della Basilica di S. Maria di Collemaggio aperta ieri dal Papa.

Fino al 28 agosto 2023 i fedeli e i pellegrini che si recheranno all’Aquila, potranno ottenere ogni giorno l’indulgenza plenaria partecipando ai riti in onore di Celestino V, oppure raccogliendosi in preghiera “al cospetto delle spoglie del Santo per un congruo spazio di tempo”. Per conseguire l’indulgenza, inoltre, occorre recitare il Credo, il Padre nostro e una preghiera secondo le intenzioni del Pontefice. Infine ci si dovrà accostare alla Confessione Sacramentale ed alla Comunione Eucaristica entro gli 8 giorni precedenti o seguenti la partecipazione ad un rito in onore di Celestino V oppure dopo aver sostato in preghiera davanti le spoglie del Santo Pontefice.

Gli anziani, gli ammalati e tutti coloro che per gravi motivi non possono uscire di casa, ugualmente potranno conseguire l’indulgenza plenaria se, maturato il pentimento di ciascun peccato e con l’intenzione di adempiere, non appena lo potranno, alle tre consuete condizioni, davanti ad una piccola immagine di San Pietro Celestino partecipino spiritualmente alle celebrazioni, dopo avere offerto le proprie preghiere e i propri dolori, oppure le sofferenze della propria vita, a Dio misericordioso. L’indulgenza potrà essere applicata anche per i defunti.

Avvenire