5 agosto Madonna della neve . A S.Maria Maggiore la nevicata miracolosa di papa Liberio

Tradizionale pioggia di petali dal soffitto della basilica liberiana: è il ricordo del miracolo con cui la Vergine indicò in sogno nel 358 il luogo sull’Esquilino in cui doveva sorgere la chiesa

Stavolta non è colpa della crisi climatica. Dopo la grandine di fine luglio con chicchi grandi come palle da tennis ci si può aspettare di tutto. Anche una nevicata in pieno agosto. E magari al chiuso. Ma in questo caso il global warming non c’entra. Si tratta infatti solo della rievocazione del miracolo con cui la Vergine Maria, secondo la tradizione, indicò a Papa Liberio il luogo in cui sarebbe dovuta sorgere la chiesa a lei dedicata.

Come ogni anno a Roma, alla basilica di Santa Maria Maggiore, durante la messa delle 10 si è ricordata la miracolosa nevicata del 5 agosto del 358. Con una preghiera speciale per la Giornata mondiale della Gioventù in corso a Lisbona. La Madonna apparve in sogno nella notte tra il 4 e 5 agosto al pontefice e contemporaneamente e al patrizio romano Giovanni, chiedendo loro venisse edificata una basilica in suo onore nel luogo che avrebbe indicato con un evento miracoloso. Papa Liberio, recatosi la mattina dopo sul colle Esquilino, trovò che una porzione di terreno era stato miracolosamente coperto di neve. Grazie a questo segno celeste, il 35° Successore di Pietro tracciò il perimetro della chiesa che venne edificata per omaggiare la Madre del Redentore. E come ogni anno, durante la messa alle 10, al momento del Gloria nel soffitto a cassettoni si apre una botola da cui piovono per diversi minuti petali bianchi davanti all’altare. Per questo Santa Maria Maggiore è chiamata anche Basilica Liberiana o ad Nives

La solenne Celebrazione Eucaristica capitolare delle 10 – informa la Sala Stampa Vaticana – è stata presieduta dal cardinale Stanisław Ryłko, Arciprete della basilica papale di Santa Maria Maggiore. Nel corso della celebrazione, così come nel pomeriggio, avrà luogo una rievocazione della nevicata miracolosa, con una pioggia di migliaia di petali bianchi. Alle 17, invece, fedeli e pellegrini potranno prendere parte al canto dei Vespri, presieduti da monsignor Piero Marini, custode della Sacra Culla, reliquia conservata nella Basilica. Alle ore 18 la Santa Messa, celebrata dal cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer. Il servizio liturgico sarà curato dai Frati Francescani dell’Immacolata, mentre l’animazione liturgica sarà guidata dalla Venerabile Cappella Musicale Liberiana.

«Ricordando il miracolo della nevicata che ha segnato il luogo di edificazione di questa Basilica – dichiara il commissario straordinario, il vescovo Rolandas Makrickas – rinnoviamo il nostro impegno di fede e speranza nella protezione e intercessione della Vergine Maria e a Lei affidiamo, in particolare, i nostri giovani riuniti in questi giorni a Lisbona con Papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale della gioventù». «La celebrazione della festa della Madonna della Neve – dice monsignor Ivan Ricupero, cerimoniere della Basilica – rappresenta un’occasione speciale per rafforzare la connessione tra il divino e l’umano, e per pregare affinché la Madonna, in questa Basilica invocata come Salus Populi Romani, possa guidare e proteggere il popolo di Dio lungo il cammino della vita».

Il legame tra Santa Maria Maggiore e i viaggi papali è molto stretto: da anni ormai, prima e dopo ogni viaggio internazionale, papa Francesco si reca alla Basilica liberiana per pregare dinanzi all’immagine della Madonna Salus Populi Romani, conservata nella cappella sinistra.

avvenire.it

Sagra della Madonna della Neve Vezzano sul Crostolo

Vezzano sul Crostolo il 28, 29 e 30 luglio ospita la 50^ edizione della Sagra della Madonna della Neve, evento promosso dal Circolo ANSPI Mazzolari, con la collaborazione della Parrocchia e il patrocinio del Comune.
Questo traguardo consacra la sagra come la più longeva tra gli eventi di mezza estate del nostro territorio.

L’ evento nasce negli anni ’70 come momento di festa e di convivenza, grazie all’intraprendenza dell’allora vice-parroco Don Romano Vescovi e di un gruppo di ragazzi frequentati gli ordini di scuola media e scuola superiore. Inizialmente prende il nome di “Festa all’ ingiù”, successivamente di ”Festa popolare”, infine l’attuale denominazione, quando il Circolo ANSPI Mazzolari ne assume la responsabilità organizzativa.

Oggi molti dei ragazzi attivi alle origini sono presenti come organizzatori e preziosi collaboratori e danno vita ad una significativa continuità.
E’ certo comunque che nel tempo la sagra si è connota sempre più come un momento di forte aggregazione e cooperazione per l’intero paese.

E’ questo l’aspetto che oggi maggiormente la contraddistingue e ne fa un incontro a 360°: ottima cucina, sport, musica dal vivo, artigianato locale, cultura e divertimento si intrecciano abilmente nelle tre serate di fine luglio ed esprimono l’identità di un’intera comunità.
Presso il ristorante si possono apprezzare i piatti della tradizione reggiana, cucinati ad arte dalle rezdore locali, mentre in birreria si possono gustare le proposte di nuova tendenza.

I tornei di Calcetto saponato e di Splash volley offrono momenti di ritrovo e sana competizione per i giovani, i giochi in legno un divertimento dal sapore antico per i più piccoli.
L’area espositiva dell’artigianato locale e le performances dei gruppi musicali mettono in risalto la creatività del paese, la libreria e la pesca di beneficenza la sua vitalità.

L’aspetto culturale, quest’anno, trova risalto attraverso la mostra fotografica ”Sguardi di vita”, mostra che disegna il ritratto di Vezzano sul Crostolo, grazie ai volti delle persone che lo hanno abitato e che lo abitano, quest’ultime abilmente ritratte dai “fermo immagine” di Michele Cepelli, vezzanese di nascita e appassionato di fotografia.

Per qualcuno sarà un sorprendente tuffo nel passato, per altri il piacere di scoprire un’appartenenza ricca di semplice quotidianità.
Ad inaugurare la mostra sarà la testimonianza di Valeria Lusztig, scrittrice attiva nel mondo della comunicazione, che dopo un doppio trapianto di polmoni reso necessario dalla fibrosi cistica, ha scalato insieme ad altre sette donne il Monte Rosa.

Valeria, non solo ha compiuto un’impresa incredibile, ma vive quotidianamente una sfida (stra)ordinaria, abilmente raccontata nel suo libro ”Guardami adesso”, un diario ricco di immagini, sentimenti ed emozioni.
Tanti piccoli “scatti fotografici” di una esistenza che fa di paure, speranze e interrogativi profondi il proprio pane quotidiano.

La testimonianza di Valeria e la presentazione del suo libro, insieme alla mostra fotografica, ci faranno assaporare la bellezza di quella quotidianità, che profuma di Vita e accende un sorriso. Tutto questo è quello che offrirà la 50^ edizione della Sagra della Madonna della neve, in modo vivo e vero.
laliberta.info

Il santo del giorno 5 Agosto. Madonna della Neve

Il segno dell’impossibile che cambia la storia

L’ immagine della neve che scende ad agosto, nel cuore dell’estate romana, permette di capire cosa significa credere oggi: è compiere un gesto controcorrente che rompe ogni aspettativa e che irrompe nella storia dell’umanità portando qualcosa di nuovo. Su questa esperienza oggi la liturgia permette di riflettere grazie alla celebrazione della dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, una festa che nella tradizione popolare è nota come Madonna della neve. La Basilica, infatti, venne edificata da papa Liberio nel IV secolo – e per questo è chiamata anche Liberiana – in seguito a un segno prodigioso: sul monte Esquilino nevicò e il Pontefice fece edificare una chiesa proprio tracciando il perimetro dell’area sulla quale era caduta la neve. La tradizione colloca il miracolo al 5 agosto dell’anno 352 e lo collega a una visione avuta sia da Liberio che da un patrizio romano, Giovanni, che poi finanziò la costruzione: Maria apparve loro chiedendo di costruire l’edificio nel punto che avrebbero trovato ricoperto dal manto bianco.

Altri santi. Sant’Emidio, vescovo e martire (279-309); santa Margherita da Cesolo, vedova (1325-1395).

Letture. Romano. Nm 20,1-13; Sal 94; Mt 16,13-23.

Ambrosiano. 1Re 11,41–12,1-2.20-25a; Sal 47 (48); Lc 11,37-44.

Bizantino. 1Pt 1,1-2, 10; Mt 21,28-32.

Madonna della Neve Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore 5 agosto

La Vergine Maria, oggetto di iperdulia, è stata invocata in tutti i secoli cristiani, con tante denominazioni legate alle sue virtù, al suo ruolo di  corredentrice del genere umano e come Madre di Gesù il Salvatore; inoltre alle sue innumerevoli apparizioni, per i prodigi che si sono avverati con le sue immagini, per il culto locale tributatole in tante comunità.
E per ogni denominazione ella è stata raffigurata con opere d’arte dei più grandi come dei più umili artisti, inoltre con il sorgere di tantissime chiese, santuari, basiliche, cappelle, ecc. a lei dedicate, si può senz’altro dire, che non c’è nel mondo cristiano un paese, una città, un villaggio, che non abbia un tempio o una cappella dedicata a Maria, nelle sue innumerevoli denominazioni.
Il titolo di Madonna della Neve, contrariamente a titoli più recenti come Madonna degli abissi marini, Madonna delle cime dei monti, Madonna delle grotte, ecc. quello di Madonna della Neve affonda le sue origini nei primi secoli della Chiesa ed è strettamente legato al sorgere della Basilica di S. Maria Maggiore in Roma.
Nel IV secolo, sotto il pontificato di papa Liberio (352-366), un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni, insieme alla sua altrettanto ricca e nobile moglie, non avendo figli decisero di offrire i loro beni alla Santa Vergine, per la costruzione di una chiesa a lei dedicata.
La Madonna gradì il loro desiderio e apparve in sogno ai coniugi la notte fra il 4 e il 5 agosto, tempo di gran caldo a Roma, indicando con un miracolo il luogo dove doveva sorgere la chiesa.
Infatti la mattina dopo, i coniugi romani si recarono da papa Liberio a raccontare il sogno fatto da entrambi, anche il papa aveva fatto lo stesso sogno e quindi si recò sul luogo indicato, il colle Esquilino e lo trovò coperto di neve, in piena estate romana.
Il pontefice tracciò il perimetro della nuova chiesa, seguendo la superficie del terreno innevato e fece costruire il tempio a spese dei nobili coniugi.
Questa la tradizione, anche se essa non è comprovata da nessun documento; la chiesa fu detta ‘Liberiana’ dal nome del pontefice, ma dal popolo fu chiamata anche “ad Nives”, della Neve.
L’antica chiesa fu poi abbattuta al tempo di Sisto III (432-440) il quale in ricordo del Concilio di Efeso (431) dove si era solennemente decretata la Maternità Divina di Maria, volle edificare a Roma una basilica più grande in onore della Vergine, utilizzando anche il materiale di recupero della precedente chiesa.
In quel periodo a Roma nessuna chiesa o basilica raggiungeva la sontuosità del nuovo tempio, né l’imponenza e maestosità; qualche decennio dopo, le fu dato il titolo di Basilica di S. Maria Maggiore, per indicare la sua preminenza su tutte le chiese dedicate alla Madonna.
Nei secoli successivi la basilica ebbe vari interventi di restauro strutturali e artistici, fino a giungere, dal 1750 nelle forme architettoniche che oggi ammiriamo.
Dal 1568 la denominazione ufficiale della festa liturgica della Madonna della Neve, è stata modificata nel termine “Dedicazione di Santa Maria Maggiore” con celebrazione rimasta al 5 agosto; il miracolo della neve in agosto non è più citato in quanto leggendario e non comprovato.
Ma il culto per la Madonna della Neve, andò comunque sempre più affermandosi, tanto è vero che tra i secoli XV e XVIII ci fu la massima diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve, con l’instaurarsi di tante celebrazioni locali, che ancora oggi coinvolgono interi paesi e quartieri di città.
A Roma il 5 agosto, nella patriarcale Basilica di S. Maria Maggiore, il miracolo veniva ricordato, non so se ancora oggi si fa, con una pioggia di petali di rose bianche, cadenti dall’interno della cupola durante la solenne celebrazione liturgica.
Il culto come si è detto, ebbe grande diffusione e ancora oggi in Italia si contano ben 152 fra chiese, santuari, basiliche minori, cappelle, parrocchie, confraternite, intitolate alla Madonna della Neve.
Ogni regione ne possiede un buon numero, per lo più concentrate in zone dove la neve non manca, fra le regioni primeggiano il Piemonte con 31, la Lombardia con 19, la Campania con 17. Non conoscendo usi, costumi e tradizioni dei tanti paesi italiani che portano viva devozione alla Madonna della Neve, mi soffermo solo a segnalare tre località dalla mia provincia di Napoli, il cui culto e celebrazione è molto solenne, coinvolgendo la comunità dei fedeli anche in grandi manifestazioni esterne e folcloristiche.

Basilica parrocchia di S. Maria della Neve, patrona del quartiere orientale di Napoli chiamato Ponticelli, la cui devozione iniziò con la bolla di papa Leone X del 22 maggio 1520.
L’antico santuario è stato proclamato Basilica Minore il 27 luglio 1988. Da più di cento anni la solenne processione esterna è effettuata con un alto carro (nel contesto della radicata tradizione napoletana delle macchine da festa), alla cui sommità è posta la statua della Madonna.

Basilica Santuario Maria SS. della Neve in Torre Annunziata (Napoli). L’immagine in terracotta bruna di tipo greco della veneratissima Madonna della Neve, è custodita nella omonima Basilica Minore; essa ha origine con il rinvenimento a mare, presso lo ‘scoglio di Rovigliano’, dell’immagine da parte di pescatori, tra il XIV e XV secolo; le fu dato il nome di Santa Maria ad Nives, perché il ritrovamento era avvenuto un 5 agosto.
La grande processione, che coinvolge tutta la popolosa città, inizia dal porto, dopo che la sacra immagine arriva dal mare con una barca, simulando l’originario rinvenimento.
I torresi, noti nel mondo per la lavorazione della pasta e per il lavoro degli uomini nell’ambito marinaro, sono devotissimi della Madonna, che li liberò da una delle violente eruzioni del Vesuvio, alle cui falde è adagiata Torre Annunziata, il 22 ottobre 1822.

Collegiata di S. Maria Maggiore o della Neve di Somma Vesuviana (Napoli). La Collegiata fu istituita con il titolo di S. Maria Maggiore verso l’anno 1600, al posto di precedenti denominazioni della chiesa, risalenti al Medioevo.
Nella stessa Collegiata è attiva la Confraternita della Madonna della Neve, con confratelli e consorelle, lo Statuto è del 1° settembre 1762; ai confratelli spetta il compito di portare in processione la statua della Madonna.
Nel contesto delle manifestazioni esterne, c’è la “festa delle lucerne”, che si svolge ogni quattro anni nei giorni 3-4-5 agosto; le strade dell’antico borgo medioevale Casamale vengono invase da tanti telai di forme geometriche varie, su ciascuno dei quali sono poggiate circa 50 lucerne, così da dare l’impressione di un fiume sfavillante che percorre il borgo.
Ad accrescere l’effetto visivo, in fondo alla serie di figure geometriche, si colloca un grande specchio, che prolunga con il suo riflesso la suggestiva scia luminosa.
A questo si aggiungono delle zucche vuote illuminate internamente, delle vasche con oche vive, apparati di fiori con l’immagine della Madonna; al passaggio della statua della Vergine in processione, da terrazzi non visibili dalla strada, giungono dall’alto i canti-nenia di gruppi di donne.
Alla processione annuale prendono parte in costumi tipici, i cosiddetti “mesi dell’anno” con l’ausilio di animali da trasporto, componendo con più persone, le figurazioni che rappresentano lo scorrere dell’anno e le varie attività del mondo contadino.

In molte zone d’Italia, in omaggio alla Madonna della Neve, si usa mettere alle neonate i nomi di Bianca, Biancamaria, o più raro il nome Nives.


Autore:
Antonio Borrelli

santiebeati.it