Covid accelera sorpasso, la Cina supererà gli Usa nel 2028

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La Cina supererà gli Stati Uniti e diventerà la prima economia al mondo entro il 2028, cinque anni prima di quanto inizialmente stimato. Lo prevede il Centre for Economics and Business Research, secondo il quale il sorpasso avverrà prima del previsto a causa del Covid.

La Cina, secondo le stime, crescerà quest’anno del 2%, l’unica grande economia a crescere. Il Pil americano si contrarrà invece nel 2020 del 5%, consentendo così a Pechino di accorciare le distanze. Complessivamente il Pil mondiale, è la stima del CEBR, calerà quest’anno del 4,4%, in quella che è la maggiore contrazione annuale dalla Seconda guerra mondiale. (ANSA).

17 novembre 2019. Covid, un anno fa il primo caso in Cina. Ecco cosa sappiamo da allora

Il primo contagiato un 55enne dell’Hubei. A Capodanno l’ammissione della malattia. La “lezione” in Italia, dalle mutazioni del virus alle terapie…
Un'infermiera parla al telefono di fronte alla sua ambulanza a Wuhan. Era il 23 gennaio

Un’infermiera parla al telefono di fronte alla sua ambulanza a Wuhan. Era il 23 gennaio – Ansa / Epa

Avvenire

Era il 17 novembre del 2019. Ad allora, ufficialmente, risale il primo caso di nuovo coronavirus nell’uomo. Tocca alla Cina scoprirlo, in un 55enne residente nella provincia dell’Hubei. La stessa dove si trova Wuhan, che di lì a poco diventerà anche l’epicentro della pandemia. L’escalation è nota: al 15 dicembre il numero totale degli infetti sale a 27, a Capodanno (quando la stessa Cina per la prima volta ammette l’esistenza del virus) a 381. Il 12 febbraio, poco prima del suo ingresso in Italia e da qui nel resto d’Europa, la malattia viene anche battezzata dall’Oms: Covid-19. Il resto, è la storia drammatica e tormentata scritta negli ultimi mesi: la prima ondata, i primi lockdown, la pausa estiva, ora il ritorno dell’emergenza.

Del virus, per fortuna, in un anno abbiamo imparato molto: «Dal punto di vista genetico innanzitutto – spiega Maurizio Sanguinetti, che è direttore del Dipartimento di Scienze di laboratorio e infettivologiche del Policlinico Gemelli e presidente della Società europea di Microbiologia clinica e malattie infettive –: sappiamo che la sua evoluzione è lenta. Il Sars-Cov-2 ha subito un’unica mutazione importante per ora, quella intuita dal team del professor Massimo Ciccozzi del Campus Biomedico e dimostrata a livello sperimentale proprio di recente con un importante studio su Nature».

Il virus che circola oggi in Europa e in larga parte del mondo, cioè, non è più quello di Wuhan: ha incrementato il suo potenziale di diffusione, come documentato più volte anche da Avvenire, diventando dieci volte più contagioso. «Si tratta di una mutazione che non ha portato cambiamenti nella sua patogenicità: il virus cioè non è diventato più aggressivo, ma neanche meno. Studi, in ogni caso, sono in corso anche su questo punto – continua Sanguinetti –. Quello che però va sottolineato è che la lentezza nella sua evoluzione è una buona notizia, ci avvantaggia: significa che abbiamo più possibilità di adattarvi un vaccino e che questo vaccino sia efficace». Prospettive che per altro si stanno concretizzando proprio in queste ore, dopo l’annuncio di Moderna.


Dalle mutazioni alle terapie fino agli errori nella gestione sanitaria

dell’epidemia e nel tracciamento: ecco come siamo arrivati alla seconda ondata


Altro vantaggio acquisito in un anno, quello nelle terapie: «Oggi sappiamo come trattare la malattia, con protocolli specifici e standardizzati. E le diagnosi sono precoci: arriviamo prima, interveniamo prima e meglio, siamo in grado di curare e guarire più persone al di fuori del circuito delle terapie intensive». Che, pur sotto pressione estrema, reggono. «E qui iniziano anche le note dolenti – prosegue Sanguinetti –. Un nervo scoperto del sistema di gestione dell’epidemia, infatti, si stanno rivelando ora proprio i reparti a media intensità e più in generale una mancanza di strategia nella riorganizzazione del nostro sistema sanitario, uscito da anni di incuria e di tagli».

Sanguinetti, quotidianamente impegnato sul campo in uno dei pochi laboratori attrezzati a processare tamponi («i drive-through e i tendoni dove chiunque si improvvisa a fare questi esami non avrei mai voluto vederli»), sa di cosa parla: «In nome della sostenibilità abbiamo visto tirare la nostra sanità all’osso, gli ospedali gestiti come fabbriche. Oggi scopriamo che dobbiamo chiudere una Regione perché non ha posti negli ospedali».

E ancora: «Alla Corea sono bastati 176 casi di Mers nel 2015 per stravolgere il proprio sistema, istituendo un Centro di coordinamento malattie infettive come il Cdc americano, autonomo nelle proprie decisioni, e predisporre una rete di 573 strutture complesse atte a occuparsi di infezioni – protesta Sanguinetti –. In Italia non abbiamo né un centro di coordinamento né una rete adeguata, ci sono rimaste appena 41 Unità complesse di microbiologia». Armi spuntate, insomma, su cui si è investito poco e niente anche nella pausa estiva.

 

Una guardia sorveglia una stazione della metropolitana di Wuhan sbarrata. Era il 23 gennaio

Una guardia sorveglia una stazione della metropolitana di Wuhan sbarrata. Era il 23 gennaio – Ansa / Epa

 

Come sul tracciamento, l’altra macchina inceppata che al più presto deve rimettersi in moto: «Quando avevamo poche centinaia di casi non abbiamo avuto il coraggio di andare in profondità nelle indagini, il che ci avrebbe permesso di isolare tutti i positivi e arrivare a contagi zero». Sembra chiedere l’impossibile, «invece è proprio lì che i Paesi che sono usciti ufficialmente da questo incubo sono riusciti e noi no. Azzerare i contagi, anche a costo di lockdown più brevi e mirati, tenendo la curva sempre bassissima e permettendo così al tracciamento di funzionare appieno».

L’Italia (e con lei il resto d’Europa) s’è invece accontenta di una “circolazione a basso livello”, ciò che non si può permettere a nessuna epidemia. E che non può più ripetersi, se vogliamo resistere indenni fino all’arrivo del vaccino. «L’orizzonte è vicino, da febbraio le cose cambieranno – assicura Sanguinetti –. Ma un anno di Covid deve averci insegnato anche a non ripetere gli stessi errori».

SPAZIO, LANCIATA VERSO MARTE SONDA CINESE TIANWEN

ansa

ANCHE PECHINO ENTRA NELLA CORSA AL PIANETA ROSSO Lanciata la sonda cinese Tianwen 1 diretta a Marte e destinata a diventare il primo veicolo della Cina a entrare nell’orbita del pianeta rosso. Il lancio è avvenuto sull’isola di Hainan e ha segnato anche il debutto del razzo Lunga Marcia 5. La Cina entra così nella nuova corsa a Marte, dopo il lancio della sonda ‘Hope’ degli Emirati e prima del nuovo rover Nasa ‘Perseverance’

Scontro tra Cina e India sull’Himalaya

Almeno venti soldati indiani, tra cui un alto ufficiale, sono rimasti uccisi in uno scontro con l’esercito cinese nel territorio del Ladakh, remota area del Kashmir nella regione di confine himalayana contesa tra i due Paesi.

Si tratta di uno dei più gravi incidenti tra Cina e India registrati negli ultimi anni. È la prima volta dal 1975, infatti, che dei soldati muoiono in uno scontro militare tra le due più grandi potenze economiche asiatiche, che da decenni sono impegnate in una disputa territoriale che ha prodotto tensioni intermittenti.

L’episodio — che rischia di esacerbare la già grave situazione nella regione — è avvenuto lunedì notte nella valle del Galwan, sotto il controllo cinese ma rivendicata dall’India, dove da settimane si registrano schermaglie tra i due eserciti. Stando a una nota ufficiale di New Delhi, è in corso un incontro tra rappresentanti militari di India e Cina per evitare un’ulteriore escalation. «Lunedì sera si è verificato un violento scontro con vittime. La perdita di vite dal lato indiano include un ufficiale», ha detto il portavoce dell’esercito, colonnello Aman Anand. Secondo l’emittente indiana Ndtv, le uccisioni non sono state il risultato di scontri a fuoco, ma di combattimenti con pietre e bastoni.

Il capo di Stato maggiore dell’esercito indiano, Manoj Mukund Naravane, ha cancellato una visita che aveva in programma alla base militare di Pathankot, come ha riferito l’emittente News18. La situazione è stata analizzata anche durante un incontro convocato dal ministro della Difesa indiano, Rajnath Singh, con il capo della diplomazia, S. Jaishanka e altri responsabili della sicurezza.

Da Pechino, il ministero degli Esteri cinese, riporta il quotidiano «The Global Times», ha accusato le forze indiane per quelle che considera «due incursioni provocatorie» lungo il confine conteso.

Il ministero, una nota ufficiale, ha confermato che «scontri» sono scoppiati nella valle del Galwan, «dopo che le truppe indiane hanno attraversato la frontiera per attività illegali», ma non ha confermato se ci siano state vittime. La Cina, si legge nello stesso documento, ha presentato una protesta formale e il portavoce del ministero, Zhao Lijian, ha accusato l’India di avere provocato «gravi scontri» diretti tra le truppe dei due giganti asiatici.

Pechino ha poi messo in guardia da «movimenti unilaterali che potrebbero complicare la situazione al confine». Zhao ha auspicato un «dialogo» per «contribuire ad allentare le tensioni e mantenere la pace e la tranquillità» lungo la frontiera.

Diversi soldati indiani, inoltre, risultano scomparsi, e l’India teme che possano essere stati catturati dai militari cinesi.

Le tensioni tra India e Cina sulle questioni di confine vanno avanti da decenni, dalla guerra sino-indiana del 1962. Le più recenti sono iniziate il 5 maggio nei pressi del lago Pangong Tso, nel Ladakh, dopo una schermaglia tra i due eserciti. Nelle settimane successive, indicano gli analisti politici, la Cina avrebbe dispiegato migliaia di soldati nella zona contesa, e la stampa indiana ha parlato di immagini satellitari che mostrano la costruzione di una base aerea cinese.

La guerra sino-indiana fu un breve, ma intenso conflitto che vide contrapposte Pechino e New Delhinell’ottobre del 1962 per il controllo della parte nordoccidentale del territorio Aksai Chin e nordorientale Nefa (“North East Frontier Agency”), rispettivamente delimitati dalla Linea Johnson e dalla Linea McMahon, entrambe contestate da parte cinese. Nonostante il sostegno logistico statunitense, l’India risultò sconfitta sul campo e si vide privata di un’ampia porzione — tuttora rivendicata e al centro degli ultimi avvenimenti — di territorio himalayano (l’area conosciuta con il nome di Soda Plains) dell’ex reame del Kashmir al confine nordoccidentale, mentre il confine nordorientale non subì alcuna modifica di posizione.

L’attuale confine, contestato, corre molto a meridione della catena montuosa del K’un-lun e prende il nome di Line of Actual Control.

PECHINO BLINDATA, SCHIERATI 100MILA OPERATORI SANITARI. CANCELLATI 1200 VOLI. RECORD IN BRASILE, 35MILA NUOVI CONTAGI

Pechino blindata per i nuovi casi di Covid-19, saliti a 137 da giovedì con più di 356mila test effettuati sulla popolazione e un potenziale di 400.000 test al giorno grazie ai 100mila operatori sanitari impiegati. Cancellati oltre il 50% dei voli in arrivo e in partenza dalla capitale, pari a più di 1.200 unità. In Brasile nuovo record di nuovi contagi in 24 ore, quasi 35mila. Il totale è ora di oltre 920mila, si dovrebbe arrivare al milione entro la settimana. Le nuove vittime sono quasi 1.300, per un totale che supera le 45mila.

ansa

Coronavirus: ricostruita la mutazione che lo ha reso umano

Ricostruita la mutazione genetica che ha trasformato il coronavirus degli animali in un virus umano, adattato cioè all’organismo degli esseri umani e capace di colpirlo. Il risultato, accessibile online e in via di pubblicazione sul Journal of Clinical Virology, è italiano e si deve al gruppo di statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-medico di Roma diretto da Massimo Ciccozzi; il primo autore è lo studente Domenico Benvenuto.

Studiando le sequenze genetiche del virus in circolazione in Cina i ricercatori ne hanno ricostruito le mutazioni fino a scoprire quella che è stata decisiva per il cosiddetto salto di specie, ossia il cambiamento che ha permesso a un virus tipico degli animali, in particolare dei pipistrelli, di diventare capace di aggredire l’uomo. “E’ stato un cambiamento decisivo, una mutazione molto particolare avvenuta fra il 20 e il 25 novembre”, ha detto Ciccozzi all’ANSA.

Come tutti i virus, anche il coronavirus SarsCoV2 “muta in continuazione e cerca di cambiare aspetto per essere in equilibrio con il sistema immunitario ospite”, ha proseguito l’esperto. Dopo quella di due proteine strutturali, la terza mutazione del coronavirus è stata quella decisiva: a trasformarsi è stata la proteine di superficie chiamata ‘spike’ (punta, spina), che il virus utilizza per aggredire le cellule e invaderle per moltiplicarsi.

“E’ stata la mutazione della proteina spike che ha permesso al virus di fare il salto di specie. E’ una proteina abbastanza conservata nella storia evolutiva del virus – ha detto ancora Ciccozzi – e questa mutazione le ha permesso di fare il passaggio dall’animale all’uomo, innescando l’epidemia umana”. (ANSA).

Qu Dongyu è il nuovo direttore generale della Fao

ONU 

SwissInfo 

Il candidato cinese Qu Dongyu è stato eletto direttore generale della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, con 108 voti favorevoli su 191. La candidata francese Catherine Geslain-Lanèelle, sostenuta dall’Unione europea, ha ottenuto 71 voti. L’impegno a lavorare per un futuro migliore per tutti è stato espresso da Qu Dongyu, al quale il direttore uscente José Graziano da Silva ha consegnato il proprio pass felicitandosi per l’elezione e augurandogli buon lavoro. 

Cina Tienanmen e la memoria

Eco di Bergamo

(Alberto Bobbio) E’ l’anniversario più indesiderato. Nessuno vuole ricordare piazza Tienanmen e il bagno di sangue ordinato dal compagno Deng. Le informazioni sono poche e ancora oggi è assai difficile ricostruire i fatti e le responsabilità politiche interne al partito comunista cinese. Neppure sul numero dei morti c’è certezza. Si va dai 319 ammessi ufficialmente dalla propaganda di Pechino a decine di migliaia denunciati da quelle occidentali. L’impressione è che mai si giungerà alla verità politica e giudiziaria su quanto accadde nella piazza più evocativa del dragone asiatico nella notte tra i 3 e il 4 giugno 1989. La storia trent’anni fa precipitò.