Blog di notizie varie (a cura redazione Chiesa S. Stefano – Reggio Emilia)
Il Logo rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Si noterà che l’apri-fila è aggrappato alla croce. È il segno non solo della fede che abbraccia, ma della speranza che non può mai essere abbandonata perché ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità. È utile osservare le onde che sono sottostanti e che sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille. Spesso le vicende personali e gli eventi del mondo impongono con maggiore intensità il richiamo alla speranza. È per questo che si dovrà sottolineare la parte inferiore della Croce che si prolunga trasformandosi in un’ancora, che si impone sul moto ondoso. Come si sa l’ancora è stata spesso utilizzata come metafora della speranza. L’ancora di speranza, infatti, è il nome che in gergo marinaresco viene dato all’ancora di riserva, usata dalle imbarcazioni per compiere manovre di emergenza per stabilizzare la nave durante le tempeste. Non si trascuri il fatto che l’immagine mostra quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale, ma comunitario con l’impronta di un dinamismo crescente che tende sempre più verso la Croce. La Croce non è affatto statica, ma anch’essa dinamica, si curva verso l’umanità come per andarle incontro e non lasciarla sola, ma offrendo la certezza della presenza e la sicurezza della speranza. È ben visibile, infine, con il colore verde, il Motto del Giubileo 2025, Peregrinantes in Spem.
CEI
Il Papa, nel processo di ascolto avviato con il Sinodo, coinvolge la rete attraverso i “missionari digitali”.
“Papa Francesco vuole ascoltare anche il ‘sesto continente’, cioè quello digitale, per il prossimo Sinodo dei vescovi.
Abbiamo sempre tante cose da dire sui social e questa è l’occasione vera per farlo. Non importa che tu sia credente, non importa che tu sia cattolico”, scrive su Facebook una di questi missionari scelti per questa missione, suor Naike Monique Borgo.
L’invito è quello di compilare un questionario nel quale si misurerà il rapporto della gente con la Chiesa, con tutte le sue criticità. I ‘missionari digitali’ saranno attivi nella rete con messaggi in diverse lingue tra le quali l’italiano, l’inglese, il francese, lo spagnolo, il portoghese, filippino, indi. Ma il progetto è in via di sviluppo. L’obiettivo è intercettare le persone che la Chiesa non potrebbe intercetta diversamente. A coordinare il progetto è monsignor Lucio Adriàn Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione.
Il “sesto continente”, quello digitale, avrà anche una rappresentanza al Sinodo dei vescovi. (ANSA).
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