Somalia. Mogadiscio, così i chirurghi italiani ridanno il sorriso ai bambini

Nel giorno dell’indipendenza dall’Italia, “Emergenza sorrisi” opera 48 bambini affetti da diverse malformazioni
Operazione riuscita

Operazione riuscita – P.L.

In sala operatoria a Mogadiscio per restituire un sorriso e un futuro ai bambini poveri somali. Il primo luglio, giorno in cui la poverissima e tormentata Somalia festeggia l’indipendenza dall’Italia e dalla Gran Bretagna e l’unità nazionale, significativamente l’equipe medica dei volontari italiani di “Emergenza sorrisi” sta operando nella capitale somala 48 minori affetti da malformazioni congenite come labbro leporino e palatoschisi o sfigurati da ustioni o ferite di guerra.

È la terza volta che la onlus, che assiste i bambini di 23 Paesi, si reca nello Stato del Corno d’Africa, devastato e messo in ginocchio da 30 anni di guerra civile e ora anche dalla siccità dovuta ai mutamenti climatici.

Un paziente di sei anni con palatoschisi in sala operatoria il primo luglio

Un paziente di sei anni con palatoschisi in sala operatoria il primo luglio – P.L.

Con il fondatore e presidente della onlus, il chirurgo plastico Fabio Massimo Abenavoli, fino al 5 luglio opereranno gratuitamente e come volontari nell’ospedale “Aden Abdulle”, il chirurgo palermitano Raffaele Vitale, l’anestesista massese Stefano Antonelli assistiti dalle infermiere Roberta Bondi, Francesca Paris e Claudia Fassin.

L’equipe è coordinata da Francesca Romana Pacelli ed è assistita da giovani chirurghi somali. La missione è stata finanziata dalla Chiesa battista e si svolge in collaborazione con l’ambasciata italiana a Mogadiscio. Non è solo questione di estetica, l’operazione cambia la vita dei 48 pazienti anche per altre ragioni.

Il dottor Abenavoli con l'équipe a Mogadiscio

Il dottor Abenavoli con l’équipe a Mogadiscio – P.L.

“Queste malformazioni ­– spiega Abenavoli – oltre a provocare la stigmatizzazione e l’emarginazione dei pazienti, provocano anche difficoltà nutrizionali che possono essere fatali”.

Una bimba di 4 anni in attesa di essere operata

Una bimba di 4 anni in attesa di essere operata – P.L.

La missione era prevista per lo scorso gennaio, ma è stata posticipata all’ultimo momento per problemi di sicurezza. In questi soli cinque mesi sono morti cinque piccoli pazienti cui le malformazioni al palato ostacolavano la nutrizione.

Nonostante i passi avanti degli ultimi mesi e l’elezione il 9 giugno del neo presidente Hassan Sheikh Mahmud, il contesto somalo resta molto rischioso per la presenza e gli attentati dei terroristi di Al Shabaab. Il collasso delle istituzioni pubbliche non ha risparmiato la sanità.

Abenavoli con un giovane chirurgo

Abenavoli con un giovane chirurgo – P.L.

I pazienti operati dai chirurghi plastici di “Emergenza sorrisi”, molti dei quali provenienti dalle aree più povere del Paese, non avrebbero mai potuto permettersi l’’operazione. La Somalia è agli ultimi posti delle classifiche planetarie per gli indicatori di ricchezza e metà della popolazione circa vive con meno di un dollaro al giorno. La missione di “Emergenza” sorrisi ha anche uno scopo formativo.

Il team italo-somalo di Emergenza sorrisi

Il team italo-somalo di Emergenza sorrisi – P.L.

“Ci assistono giovani colleghi somali – conclude Abenavoli – perché ovunque andiamo formiamo il personale sanitario locale ad operare questi casi” .

I pazienti sono stati selezionati dal partner locale di Emergenza sorrisi, la fondazione “Aden Abdulle”, che il primo luglio 1960 era il presidente della neonata repubblica che l’Italia, su mandato Onu, dopo essere stata potenza coloniale, amministrò fino alla transizione all’indipendenza.

Il primo luglio 2022, 62 anni dopo, nonostante decenni di assenza, un pezzo d’Italia è ancora a Mogadiscio a restituire dignità e futuro ai più piccoli con gesti di pace.

Avvenire