Progetto Ue. Le nostre città? Dovranno essere belle, inclusive e pure sostenibili

Parte il programma comunitario New European Bauhaus per «rafforzare l’anima dell’Unione Europea» a partire dai suoi centri urbani
Le nostre città? Dovranno essere belle, inclusive e pure sostenibili

Solinas

«Ogni cambiamento sistemico deve avere la propria estetica distintiva: stile e sostenibilità. Ecco perché creeremo un nuovo Bauhaus europeo: uno spazio di co-creazione in cui architetti, artisti, studenti, ingegneri, designer lavorino insieme. Questo significa NextGenerationEU. Questo significa plasmare il mondo in cui vogliamo vivere». Così Ursula von der Leyen nel settembre 2020 anticipava la nascita del New European Bauhaus nel suo discorso per lo “Stato dell’Unione” in pieno primo ciclo pandemico, poi presentato ufficialmente nel gennaio 2021 come «un Progetto di speranza per esplorare come vivere meglio dopo la pandemia e per portare il Green Deal europeo più vicino alle menti e alle case degli europei».

Nelle intenzioni di von der Leyen, il New European Bauhaus (NEB) è certamente un progetto culturale, prima ancora che ambientale ed economico, benché intenda declinare insieme sostenibilità, design e accessibilità per realizzare il Green Deal Europeo. Ma è molto chiaro, fin dalle sue prime esternazioni su questo tema, che von der Leyen affida a NEB un ruolo politico per «rafforzare l’Anima della nostra Unione », ispirandosi a quanto Robert Schuman disse: «L’Europa ha bisogno di un’Anima, di un ideale e della volontà politica di perseguire questo ideale». È indubbio che Anima, in questo contesto, significhi l’identità distintiva del Continente Europa e rappresenti quindi un’affermazione strategica di Cultural Diplomacy.

In questo senso, NEB costituisce una discontinuità rilevante nel modello EU di Cultural Diplomacy del precedente decennio, allorché la Commissione Europea aveva optato per un ampio paradigma di “Relazioni culturali internazionali”, coniando successivamente la nuova categoria di “Cultura nelle Relazioni Esterne” dell’Unione, che aveva portato nel 2010 alla creazione di una apposita struttura, l’European External Action Services (EEAS). Successivamente, nel 2016, una nuova stagione di grande attivismo EU poneva la Cultura al centro della politica estera dell’Unione, con molteplici iniziative per la promozione della cultural diversity, del dialogo interculturale, dello sviluppo sociale ed economico sostenibi- le e, soprattutto, della promozione della cultura come strumento di peace building e peace keeping.

Il cambio di rotta rappresentato dalla centralità affidata a NEB da von der Leyen nella politica culturale EU è anzitutto figlio delle nuove priorità poste dal Green Deal europeo, dall’emergenza pandemica e da NextGenerationEU, e ne diventa il caposaldo di stile e identità estetica distintiva che deve connotare quella sostenibilità della vita nell’Unione che implica comunità più coese, tanto più dopo la lunga e crudele stagione della separatezza pandemica. Il progetto del New European Bauhaus, dopo il momento di forte unità postpandemica quando fu lanciato da von der Leyen nel 2020, dovrà ora arricchirsi di nuovi vettori di senso in uno scenario geopolitico nel frattempo tanto mutato per effetto del conflitto in Ucraina. Non vi è dubbio, infatti, che la principale sfida attuale all’Europa si sia spostata sul fronte della difesa della democrazia. Nelle parole di von der Leyen, dall’ultimo “Stato dell’Unione”: «Le società costruite sulla democrazia e i valori comuni hanno fondamenta stabili, credono nelle persone e nelle loro capacità, e così nascono nuove idee, si crea il cambiamento, si superano le ingiustizie. La fiducia in questi valori comuni ha fatto riconciliare i nostri padri fondatori e madri fondatrici dopo la Seconda guerra mondiale. Sono gli stessi valori che hanno unito coloro che, lottando per la libertà, hanno fatto cadere la cortina di ferro più di 30 anni fa. Volevano democrazia. Volevano lo Stato di diritto. Volevano essere tutti uguali davanti alla Legge. Volevano libertà di parola e media indipendenti. In altre parole, volevano tutti questi ‘straordinari valori europei’, che hanno radici nell’eredità culturale, religiosa e umanistica dell’Europa. Questi valori sono la nostra Anima, sono ciò che siamo oggi».

Quest’Anima abita il magico piano di intersezione delle tre idee portanti – Bellezza, Sostenibilità e Inclusione – cui si ispira la partecipazione al NEB, come partner ufficiale, dell’Università Cattolica. Con il progetto – #NEBBuildsCommunityAesthetics! – che sviluppa linee strategiche e lavori di ricerca consolidati in Ateneo, mette in dialogo diverse esperienze in chiave multidisciplinare e fa leva sul ruolo centrale della dimensione estetica come risorsa per generare inclusione e relazioni. L’intento è di contribuire alla costruzione di un’estetica di comunità, che renda fecondo e bello l’incontro tra le diverse componenti, sociali ed etniche, delle nostre città. Ciò nella consapevolezza che il salto di paradigma basato sulla Sostenibilità implica necessariamente comunità più coese e la mobilitazione di tutti i linguaggi espressivi contemporanei per fare della Bellezza sia una risorsa per relazioni inclusive, sia un canale di dialogo tra gli spazi, i soggetti che li abitano e i rispettivi ecosistemi.

Tra le iniziative di ricerca del progetto: Le migrazioni Progetto di mediazione, che ha creato e reso replicabili pratiche di nuova generatività urbana, in cui i media sono attori e veicoli per la rigenerazione di spazi, costruzione di reti ed esperienze; il progetto di Giustizia riparativa dell’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia Penale (ASGP), che promuove modalità di superamento dei conflitti attraverso l’incontro e la riconciliazione; e la costruzione di nuovi spazi comunitari; Verso una società multietnica climaticamente neutra, iniziativa ideata dall’Alta Scuola per l’Ambiente (ASA).

Dal 9 al 12 giugno 2022 si svolgerà il primo NEB Festival, promosso dalla Commissione Europea a Bruxelles e in tutta Europa, per celebrare un anno di ideazione di progetti New European Bauhaus. L’Università Cattolica, insieme a Triennale e con i #MilanoNEBPartners (Politecnico; MEET; Fondazione Italia Sociale; Fondazione Milano Scuole Civiche), promuove a Milano il 9 giugno alle 14.30, in Triennale, nel cuore della Design Week, la performance “Le Tesi di Milano” per mettere in scena proposte per un futuro delle nostre città Bello, Inclusivo, Sostenibile, per un ambiente dedito al dialogo, all’incontro e alla riparazione dei conflitti, perché reso accogliente dalla inestimabile capacità di riconoscere la bellezza nello sguardo dell’altro.

Cattolica e Triennale: musica, luce e parole per “Le Tesi di Milano”

Per far conoscere il New European Bauhaus, giovedì 9 giugno, alle ore 14.30, Triennale Milano e Università Cattolica promuovono, durante la Milano Design Week, l’evento “Le Tesi di Milano. Performance di musica, luce e parole”. L’iniziativa, in programma alla Triennale, è realizzata insieme ai #MilanoNEBPartners – Politecnico, MEET, Fondazione Italia Sociale, Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco – ed è uno dei side event del festival New European Bauhaus promosso dal 9 al 12 giugno dalla Commissione Europea a Bruxelles e in tutta Europa. Dopo i saluti di Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano, ciascun partner illustrerà le Tesi ideate per Milano, sintesi dei progetti legati al New European Bauhaus.

Avvenire