Paura di cadere… Voglia di volare. Un Vescovo scrive ai giovani

di: Bruno Scapin

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Con un linguaggio moderno, agile, accattivante, l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, Vincenzo Bertolone, indirizza ai giovani una lettera intitolandola Paura di cadere… voglia di volare. Sette capitoletti preceduti da un Prologo, in cui spiega il movente che lo ha spinto a scrivere («la vita è il dono più grande di cui possiamo godere, col suo fascino imprevedibile e con la sua unicità e irrepetibilità; ma i giovani spesso lo ignorano o lo dimenticano») e da un Epilogo in cui l’arcivescovo esprime la sua fiducia nei giovani (“Mio fido di te!”) invitandoli a prendere in mano la propria vita per «farne qualcosa di buono, di vero, di bello per il mondo e per la Chiesa», fidandosi di Gesù nella certezza «che proprio nessuno ti ama più di lui».

Partiamo da una consolante verità: «Dio ha un vocabolario infinito di nomi che scorre continuamente, fissandoli uno a uno». Tra questi nomi c’è anche il tuo… «Tu stai a cuore a Dio!». Ti ha fatto dono della libertà. Usala responsabilmente.

Insiste l’arcivescovo sul tema della libertà, constatando come «molti oggi pensano di essere liberi nel momento in cui scelgono di non scegliere», per cui si è portati a privilegiare «qualcosa di reversibile», «abbiamo paura del “per sempre”», «vogliamo scegliere qualcosa dalla quale poter recedere». Comodo. La libertà senza scelta è semplicemente una fuga.

Per decidere di giocarsi bisogna “desiderare”. «Tutto ha origine da ciò che veramente desideri». Ma desiderare può incontrare anche la delusione (pensa a una delusione d’amore). E allora ci soffri. E ti sembra di essere in perdita. Invece è proprio la sofferenza «la corsia preferenziale che ci fa davvero umani».

Da solo non puoi farcela. «Hai bisogno di un angelo che ti guidi e ti conduca sulle strade del mondo». Ci vorrebbe accanto a te un maestro, una guida, dei testimoni «che parlino più con la vita che con le parole». Adulti così, oggi, sono merce rara.

Il pericolo è crescere in un «individualismo insoddisfatto», in cui anche le relazioni rischiano di venire falsate. Il corpo, tuo e dell’altro, diventa così «un bene di consumo». Non dimenticare che, se sei stato battezzato, il tuo corpo «non è solo tuo: è di Cristo». Come rimediare? Attuando una parola che non è più di moda: l’ascesi, cioè un cammino in salita. E questo per raggiungere «un bene più grande».

E poi, sii coerente, «sii te stesso, sempre!… Sii limpido, puro, cristallino, capace di stupore, senza malizia, vero e sincero, prudente». Soprattutto «non permettere mai che gli altri penetrino nella cassaforte del tuo cuore… e non svenderti al mercato dell’apparenza o al primo offerente né dal vivo né nella rete informatica».

Da ultimo, un esercizio pratico. L’arcivescovo di Catanzaro-Squillace propone al giovane di raccogliere le sue idee (brainstorming) attorno a 17 parole (autenticità, passione, bellezza, libertà, prudenza, giustizia…) e di riflettere su ognuna di esse. Un modo per giungere alla “sapienza” del cuore.

Vincenzo BertolonePaura di cadere… voglia di volareUn vescovo scrive ai giovani, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2020, pp. 83, € 12,00.

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