Oggi l’interrogatorio di garanzia per il 52enne arrestato lo scorso 19 agosto. Il legale: «Davoli ha confermato di aver avuto una relazione con la ragazza e di aver avuto con lei rapporti intimi»

Furti in casa nel Canavese, arrestato rapinatore seriale

«Andrea Davoli ha confermato durante l’interrogatorio di garanzia di aver avuto una relazione con la ragazza quattordicenne con cui era stata a Rimini, per un raduno spirituale. E ha confermato anche di aver avuto con lei rapporti intimi. Non si è avvalso della facoltà di non rispondere». A parlare è Liborio Cataliotti, legale difensore dell’educatore cinquantaduenne di Reggio Emilia arrestato lo scorso 19 agosto per atti sessuali con minorenni dopo la denuncia dei genitori di una ragazzina che faceva parte del gruppo Gioventù Studentesca “Don Giussani”, legato a Comunione e Liberazione, di cui lui era responsabile provinciale.

L’arresto avvenuto a Caorle
Le dichiarazioni del legale sono state rilasciate pochi minuti dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice tenutosi a Pordenone, nel cui carcere l’educatore e professore di religione è detenuto dopo l’arresto avvenuto a Caorle, dove il cinquantaduenne si trovava il 19 agosto, ospite dei genitori nel piccolo paese del Veneziano. «Ho presentato un’istanza di scarcerazione – ha spiegato Cataliotti – e richiesta di trasferimento ai domiciliari. Davoli ha ribadito che la ragazzina era consenziente». L’ipotesi di reato formulata dalla Procura di Rimini – pm Davide Ercolani – parla chiaro ed è quella di atti sessuali con minori, che di fatto esclude la violenza sessuale. «Per la legge italiana – aveva già spiegato l’avvocato – a 14 anni si può disporre consapevolmente della propria libertà sessuale». Il perno della linea difensiva sarebbe dunque questo con una premessa. «Quando entra in scena un tutore, una persona a cui il minore in qualche modo è stata affidata per la legge italiana non si può disporre consapevolmente della propria libertà sessuale fino all’età di 16 anni. Per la Procura Davoli è colpevole ma io dico che in questo caso siamo in una zona grigia, il mio assistito era un educatore della ragazzina non un vero e proprio tutore».

La denuncia dei familiari della ragazza
Eppure nella denuncia presentata ai carabinieri dai genitori della quattordicenne il racconto risulta, secondo gli inquirenti, affidabile ed inequivocabile. Riscontri risultano dalle analisi delle chat tra l’educatore e la ragazzina, oltre che dai racconti di altri familiari, come la sorella che aveva scoperto le conversazioni virtuali tra i due. L’episodio cardine era avvenuto a Rimini tra il sei e l’otto aprile scorso durante un ritiro spirituale del gruppo “Don Giussani” a Rimini: un rapporto sessuale completo e non protetto nella stanza di un hotel. E la stessa ragazzina aveva confidato ai familiari che il cinquantaduenne l’aveva convinta ad avere quel rapporto in un suo momento di debolezza, dopo una discussione che lei aveva avuto con un altro ragazzo, che l’aveva scossa. La stessa giovane aveva raccontato che il rapporto tra lei e il suo educatore era iniziato durante una vacanza con il gruppo Gioventù Studentesca alla fine dello scorso anno.  

Fonte: Corriere Bologna