Untori (informativi) al tempo del Cononavirus

Altroché remota, manzoniana o letteraria. L’attività dell’untore è modernissima. Chi propaga il contagio con ogni mezzo comunicativo ha oggi molteplici sembianze. Sono untori coloro che minimizzano la portata dell’epidemia paragonandola a un’ordinaria sindrome influenzale (tanto a morire sono i vecchi e gli svantaggiati). Sono untori quelli che pronosticano un’ecatombe, come quelli che intravedono una trama internazionale per far collassare questa o quella economia, o gli altri che oltre il mercato degli animali vivi di Wuhan immaginano l’attività di un laboratorio microbiologico impazzito.

Immetto nella lista molto giornalismo che giornalismo non fa, non informa ma deforma, inietta in certi titoli e “titolesse” falsità, eccessi, volgarità. Questa maniera di mimetizzarsi nell’informazione compie almeno tre obbrobri: raggira il pubblico, se ne frega della verità. Un’altra conferma che il Paese è sfatto la ritrovo nell’impunità etica e professionale dei colleghi cosiddetti.

(di Stefano Scansani – Gazzetta di Reggio)