Monsignor Galantino: ad Assisi, “una Chiesa missionaria è anche una Chiesa umile”

“Una Chiesa missionaria è anche una Chiesa umile”, così monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nel suo intervento odierno alla 14ª edizione delle Giornate nazionali di formazione e spiritualità missionaria ad Assisi dal 25 al 28 agosto. Il contributo di mons. Galantino, dal titolo “Sognate anche voi questa Chiesa”, riflette sulla missionarietà della Chiesa. “Quanto più ci si ripiega su se stessi – spiega il segretario generale – tanto più diminuisce l’ansia missionaria; quanto più si nega nei fatti la necessità di sentirsi e di essere ‘Chiesa in cammino’ tanto meno si avverte il bisogno di ‘uscire’. L’autocompiacimento di sé, delle proprie strutture e dei propri progetti anestetizza la passione missionaria”. E prosegue: “Alla nostra Chiesa Francesco continua a chiedere di ‘uscire’, di riscoprire cioè e di vivere la sua dimensione missionaria”. Per questo, spiega, è necessario ‘uscire’: “per non impoverire o rendere addirittura irrilevante la forza dell’annunzio evangelico”; “per capire chi sta dall’altra parte e quali siano le sue domande”; “per capire come la pensa chi sta dall’altra parte e quali siano le sue attese”; “non per adeguarci, ma per adeguare il linguaggio, per affinare la sensibilità e per ridefinire, a partire dal Vangelo, le priorità”. “Purtroppo – commenta mons. Galantino -, quando ci sottraiamo a questo impegnativo esercizio finiamo per dare risposte a domanda che mai nessuno ci ha rivolto e investiamo energie in direzioni sbagliate”. Per il vescovo “l’esperienza ecclesiale alla quale il Papa non si stanca di richiamarci con quella espressione ‘Chiesa in uscita’ è evidentemente una esperienza ecclesiale viva, propositiva, cordiale, fiduciosa”. Mons. Galantino sottolinea che “il nemico di una Chiesa aperta alla missione è la voglia di autopreservarsi e di preservare le strutture, da quelle fisiche a quelle mentali e interiori. Se la conversione mentale richiede tutto quello che fin qui si è detto, la riforma delle strutture esige l’impegno per una pastorale che, in tutte le sue istanze, sia più espansiva, aperta e non ripetitiva”. “Il fine dell’azione pastorale missionaria – conclude mons. Galantino – non è la realizzazione di iniziative o servizi, in funzione dei quali reperire fondi e collaboratori. Il nostro compito è quello di educare le persone secondo il Vangelo, facendo emergere il meglio da ognuno, e mettendo ognuno in grado di essere parte attiva, impiegando i suoi talenti”. In particolare “per le famiglie” e “per i poveri”.

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VIOLENZA Monsignor Galantino: sul “Sole 24 Ore”, “ogni errore può aprire una fessura di luce”

“Ogni dolore può partorire un miracolo di vita, ogni fragilità, ogni errore, ogni debolezza può aprire una fessura di luce. E portarci a camminare così con più fiducia, con più speranza, con più amore”. Ne è convinto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nel suo intervento pubblicato su “Il Sole 24 Ore” di oggi. Dopo Andria, Fermo, Nizza, Dallas, Dacca, Nigeria, Aleppo, Ankara… “voglia di fermarsi perché stanchi e sopraffatti da quello che evocano questi nomi”, scrive il presule proponendo Romena, pieve romanica nel Casentino, come simbolo di una sosta necessaria per “riflettere e decidere da dove riprendere il cammino”. Di fronte a “gesti di sopraffazione postati sui social, a violenze fatte passare per atti di un’assurda religione”, a speranze dispensate “con leggerezza”, a “stupidità” seminata “a piene mani” anche dai media, “la possibilità di rialzare il capo c’è”, assicura Galantino. La crisi, spiega, “diventa quindi un’ opportunità che ci viene data per volare un poco più in alto, per capire un poco di più, per essere un po’ migliori: la ferita diventa una feritoia, che si trasforma in finestra verso l’oltre. Preziosa come l’oro”. E questo, fa notare, “in un momento in cui l’Italia, e non solo, sta assaporando l’amarezza della violenza, l’assurdità di vite spezzate dal fanatismo, progetti di vita naufragati perché qualcuno ha deciso che doveva guadagnare di più rimandando o addirittura non realizzando opere necessarie per la sicurezza delle persone”. Il contrario “delle parole e degli esercizi che costituiscono le tappe di vita proposte a chi approda a Romena: umiltà, fiducia, libertà, leggerezza, fedeltà, perdono, tenerezza, amore”. A ben guardare, osserva Galantino, “sono otto atteggiamenti, decisioni ed esercizi che oggi vengono trattati sempre più con sufficienza; sono valori in caduta libera nella borsa della vita”. Eppure, conclude, “sono convinto” che “possono consentirci di riabbracciare le nostre radici e di aprirci a nuovi voli”.

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Monsignor Galantino: Giornata carità del Papa per “rendere più estesa la sua presenza al fianco dell’umanità bisognosa”

“La Giornata per la carità del Papa, che torna come ogni anno nell’ultima domenica di giugno (il 26), ci offre l’opportunità di prendere la mano del Santo Padre e di rendere più estesa la sua presenza al fianco dell’umanità bisognosa, nei tanti interventi dei quali abbiamo avuto notizia e nei molti di più che restano lontani dai riflettori dei media”. Lo scrive in un messaggio inviato a tutte le parrocchie il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, chiedendo di evitare “che questo appuntamento passi nell’indifferenza”. Al contrario, “rendiamone partecipe la nostra comunità, motiviamola ad aiutare concretamente il Papa: faremo certamente la scoperta di una generosità che attendeva solo il momento di mostrarsi”.

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Tv / Galantino a Ballarò: il Papa, la politica e la “casta” (video)

“Sarebbe più opportuno chiederlo a Papa Francesco”. Così monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei e vescovo di Cassano all’Jonio, ha risposto scherzosamente alla domanda che gli ha rivolto ieri sera Giovanni Floris nella trasmissione “Ballarò” sul perché il Papa lo abbia scelto come segretario della Cei. Il vescovo ha partecipato alla trasmissione in collegamento video. A Floris che gli ha chiesto se ha una casa a Roma di 700 metri quadri, monsignor Galantino ha ribattuto: “Questa me l’aspettavo. Non ho una casa di 700 metri quadri né a Roma né altrove. A Cerignola dove abito io, dove adesso abita mia sorella in verità, è una casa popolare, ma come tante case in cui abitano tanti vescovi, ve lo garantisco io”.

Floris ha incalzato: “Il Papa verrà nella sua diocesi a fine giugno: quanto spenderete?”. “Innanzitutto – ha affermato monsignor Galantino – la invito a leggere quello che ho scritto quando ho annunciato la visita del Papa a Cassano (LEGGI QUI): ho chiesto e ho detto, ma mi impegnerò a vigilare pure su questo, che la visita del Papa non costituisca né per la Chiesa né per l’amministrazione comunale un capitolo di spesa ingiustificata. Questo ci porterà a fare scelte di grande sobrietà”.

Il Papa ci racconta la bellezza della vita

“Tutti conserviamo il desiderio di incontrare persone capaci di raccontarci concretamente, in maniera credibile, la bellezza della vita, la forza e la bellezza delle relazioni, raccontarci e farci toccare con mano il grande valore della coerenza. Il successo del Papa ci dice che noi non siamo proprio rovinati, abbiamo ancora questo grande desiderio di incontrare persone come lui”. Così ha risposto monsignor Galantino sul perché del successo che riscuote il Papa: per il segretario generale della Cei, “questo gran correre verso il Papa” indica anche la “mancanza o scarso numero di persone capaci di ridestare dentro di noi questo desiderio”. Quindi, “da una parte – ha sostenuto il presule – ringraziamo il Padreterno perché ha messo sulla nostra strada quest’uomo e diciamolo anche, grazie a Dio, non è l’unico, non è il solo; dall’altra questo c’interpella. Come mai tanta gente non cerca dove abita queste persone che dicano la bellezza della vita, la bellezza delle relazioni, la coerenza della vita? Questo ci dice che dobbiamo lavorare un po’ di più tutti quanti”.

Il Papa e la “casta ecclesiastica”
“Quanto è popolare il Papa perché va contro la casta, contro i privilegi del mondo della Chiesa?”. A questa domanda di Floris, monsignor Galantino ha risposto: “Sicuramente, ci sono affermazioni che il Papa sta facendo e gesti che sta ponendo che mettono in crisi un certo stile che è presente anche all’interno della Chiesa. Ma faccio un po’ fatica a pensare che il Papa abbia come obiettivo fondamentale quello di ‘mazzolare’ la casta ecclesiastica, anche perché probabilmente i nostri giornali non riportano sempre le parole di grande apprezzamento per i tanti vescovi, i tanti sacerdoti che lavorano nelle periferie del mondo. Io vivo in una città molto piccola, ma conosco sacerdoti, laici e tanti confratelli vescovi che lavorano per bene”. “È chiaro che il corpo episcopale, i presbiteri, che sono tantissimi, possono avere al loro interno una varietà di stili – ha aggiunto -. E ben venga quando il Papa, con grande chiarezza, senza equivoci, mette in crisi e, se permette, ridicolizza, ma non lo fa con le parole”. Il vescovo si spiega: “Se il Papa ha un modo di fare e compie dei gesti che sono evidentemente ispirati alla sobrietà, alla semplicità, è chiaro che se io vescovo ho uno stile che è lontano da quello del Papa, divento ridicolo”.

Politici stiano più “sulla strada”

“Vorrei dare un giudizio veramente positivo di questa nostra classe politica e, incontrandone alcuni, questo giudizio positivo può essere dato, anzi deve essere dato; però, lo spettacolo che in genere dà la nostra politica italiana non mi pare che sia in linea con le attese della gente, con i problemi della gente”. Così monsignor Galantino ha risposto alla domanda di Floris sulla classe politica italiana. “Chiederei davvero ai politici di stare un poco di più per strada – ha aggiunto -. Come noi sacerdoti dobbiamo stare un poco di più per strada non solo per far processioni, ma per conoscere meglio le istanze della gente, per dire alla gente che stiamo con loro e siamo persone come loro, gradirei che anche i politici stessero un po’ di più per strada. Mi dispiace che il povero Renzi per poter camminare per strada debba farsi largo in mezzo a tanti giornalisti. Potrei fare un appello ai giornalisti? Sentite, lasciamoli camminare da soli, tranquilli per strada a questi nostri politici, probabilmente avranno il tempo, il modo, le energie e la voglia di conoscere meglio ciò di cui ha bisogno la nostra gente”. Il segretario generale della Cei poi ha fato un’osservazione “sul modo in cui i nostri politici intervengono su queste questioni che sono veramente gravi, soprattutto perché toccano non fatti marginali, ma la vita di ogni giorno della gente”.

L’enciclica dei gesti
“Parlare di Papa Francesco mentre si parlava di politica, in qualche passaggio anche una politica gridata, ecco parlare del Papa mentre si parla di tasse, di pensioni, a me sembra che interpreti al meglio quello che Papa Francesco è e fa”. Lo ha detto Galantino nell’ultima risposta a Ballarò. “Secondo me Papa Francesco – ha chiarito – sta scrivendo una bella enciclica che è l’enciclica dei gesti, che va scrivendo giorno per giorno in mezzo alla gente che ha proprio questi problemi: problemi di pensioni, di salute, di relazioni infrante, di politica che non si capisce dove voglia andare a finire in certi momenti”. Ecco “il Papa in tutte queste realtà sta scrivendo questa enciclica dei gesti, una enciclica che tutti possono leggere: e tanto è vero che la stanno leggendo che tanta gente lo cerca, lo vuole”. “Sapeste – ha confidato – quante persone in questo periodo che sta precedendo la visita che Papa Francesco farà qui a Cassano stanno chiedendo di venire”. “Penso – ha concluso – che questa è un’attenzione molto bella: un uomo, il quale è forte della forza del Vangelo, sta dicendo a tutti noi che bisogna osare un po’ di più di Vangelo, di carità, di relazioni belle che possano aiutare questa nostra patria a vivere bene. Di questo non ringrazieremo mai abbastanza il Padreterno e questo Papa”.

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