L’UP Santi Crisanto e Daria saluta il parroco don Daniele Casini e lo accompagna all’ingresso della sua nuova UP

Domenica 6 Ottobre 2019

ore 11 S. Messa in Cattedrale e Saluto dell’UP (a seguire rinfresco nel Salone del Vescovado)

Martedì 9 Ottobre 2019

ore 19 S. Messa in S. Stefano e Saluto degli Operatori Pastorali (a seguire Cena insieme nei locali parrocchiali)

Venerdì 11 Ottobre 2019

ore 20.30 S. Messa a Pieve Modolena – Ingresso di don Daniele nella sua nuova UP

Madagascar: il profumo di una fede fresca e vigorosa

Vatican News

Fedeli del Madagascar

La visita di Papa Francesco in Madagascar, dal 6 al 10 settembre, è attesa con entusiasmo dai cattolici, il 35% della popolazione, ma anche da appartenenti ad altre confessioni e fedi religiose.Monsignore Rosario Vella, salesiano, vescovo di Moramanga, al nord dell’isola, racconta il clima che si sta respirando in attesa del Pontefice:

Una Chiesa accanto alla gente

R. – Dappertutto c’è un grande entusiasmo, una grande gioia. Tutte le persone stanno aspettando questa visita come un momento di grazia perché nella mentalità malgascia la benedizione che viene da colui che ha un contatto particolare con il Signore, con Dio Creatore, anche se magari lo conoscono in altre forme, è una cosa straordinaria. Quindi tutti stanno aspettando questo momento. Fervono quindi le iniziative; ad esempio dalla mia diocesi, nonostante la povertà e la distanza, tremila persone partiranno per andare ad Antananarivo per la veglia e la Santa Messa insieme al Papa.

Quali sono i suoi auspici? Cosa vi aspettate per il Paese?

R. -Noi pensiamo che la visita del Papa porterà la pace, che non è solo assenza di conflitto, ma è anche giustizia e soprattutto pace interiore, pace con coloro che ci sono accanto, pace per riprendere un nuovo contatto con Dio. E poi speranza, perché il Madagascar in questo momento vive una situazione difficile: la povertà aumenta tantissimo. Il solco tra i ricchi – perché ci sono ricchi che approfittano un po’ del popolo – e i poveri è larghissimo. Un’altra cosa che purtroppo aumenta – ed è un vero cancro – è la corruzione, a tutti i livelli. E’ tale per cui anche chi vorrebbe avere giustizia non può ottenerla, proprio perché altri sono pagati per avere altro.

La Chiesa locale come si sta adoperando per fronteggiare questi mali della società malgascia?

R. – Da sempre la Chiesa è stata da una parte un po’ la coscienza critica per i politici o per chi ha una responsabilità per la società; nel contempo cerca di essere vicina alla gente, con grande umiltà. Ad esempio, abbiamo tantissime scuole dove insegniamo; i preti, le suore, le famiglie religiose cercano di stare insieme alla gente. Abbiamo dei dispensari, anche dei piccoli ospedali, facciamo progetti agricoli, ci occupiamo degli anziani, di disabili, ciechi, di tutti coloro che hanno bisogno. Cerchiamo di farlo prima di tutto perché è un nostro dovere e poi perché vediamo che è questa l’urgenza concreta e il popolo si accorge che noi veniamo loro incontro in queste necessità. Noi siamo l’unico baluardo a cui la gente si rivolge quando ha bisogno di qualcosa.

Che tipo di rapporto c’è con le altre religioni?

R. – C’è una pacifica convivenza e una discreta collaborazione, ma bisogna fare ancora tanti passi avanti affinché questa collaborazione sia più fattiva e possa dare anche tanti altri frutti. Facciamo le preghiere insieme, ci raduniamo; quando c’è un lutto vengono sia i cattolici sia i protestanti o persone appartenenti ad altre Chiese; quando c’è una gioia ci invitiamo reciprocamente per condividerla. Ad esempio, anche per la venuta del Papa, nella stessa macchina, nello stesso pulmino nel quale viaggeremo ci saranno tante persone di differenti religioni, proprio perché anche loro vogliono ricevere questa benedizione e vogliono ascoltare il messaggio che il Papa porterà.

Cosa è cambiato dall’ultima visita di un Pontefice nel Paese, quella di Giovanni Paolo II trent’anni fa?

R. – La gente sta cercando di prendere sempre più in mano la propria vita dal punto di vista religioso e sociale. Ad esempio, quando Giovanni Paolo II è venuto qui ha insistito molto sui giovani e sui laici. In effetti sono queste due categorie a reggere un po’ tutto qui. Ci sono villaggi in cui la Messa si celebra una volta all’anno o addirittura ogni due! Però c’è il catechista che ogni domenica guida la celebrazione della Parola, porta avanti il catechismo. E anche i giovani si impegnano per dire: ‘Anche noi facciamo parte dell’unica Chiesa e noi, che siamo da una parte il futuro e dall’altra il presente di questa Chiesa, cerchiamo di fare ciò che il Papa ci chiede’. L’ultimo messaggio che il Santo Padre ha inviato durante il Sinodo dei Giovani, Cristo che è vivo, lo abbiamo sentito tanto rivolto ai nostri giovani e mi pare che stiano rispondendo bene.

Il laicato attivo e presente

Nonostante i disagi legati ai trasporti e allo stato delle vie di comunicazione, migliaia di persone da tutto il Madagascar si stanno organizzando per recarsi nella capitale dove sabato sera si terrà la veglia con i giovani alla presenza del Papa nel Campo diocesano di Soamandrakizay, lo stesso luogo dove l’indomani mattina sarà celebrata la Messa presieduta dal Pontefice. Un’area appositamente bonificata e attrezzata, grazie a un lavoro durato cinque mesi e supervisionato direttamente dal Presidente della Repubblica. Un luogo capace di accogliere fino a un milione di persone. Tra i pellegrini verso Antananarivo, don Simone Franceschini, arrivato sull’isola un anno e mezzo fa come sacerdote fidei donum della diocesi di Reggio Emilia. E’ vice parroco a Manakara, a sud est del Paese, così sottolinea il grande coinvolgimento dei laici nella vita ecclesiale:

R. – Nella nostra zona, la fede ha iniziato a diffondersi circa cento anni fa, quindi è una fede ancora molto giovane; è abbastanza fresca e vigorosa e al tempo stesso ha bisogno di radicarsi.

Come vengono vissute le liturgie?

R. – Sempre con il canto, partecipato da tutti. Si sente una partecipazione viva, si avverte maggiormente il senso di corpo, perché si diventa, insieme, una sola voce.

E il resto della vita parrocchiale? Che tipo di coinvolgimento c’è da parte dei laici?

R. – Le attività sono più o meno quelle presenti nelle nostre parrocchie, quindi incentrate un po’ sulla liturgia, sui sacramenti, su catechisti, formazione e carità. Ma è una struttura che coinvolge particolarmente i laici. Ci sono figure – presidente, catechista, presidenti di quartiere, rappresentanti di commissioni – che corresponsabilizzano molto i laici. Spesso non sono i sacerdoti a dover dire: ‘Facciamo questo, facciamo quell’altro’, ma sono proprio loro che invitano, che chiedono di poter fare delle cose. La pastorale è resa vivace da un forte associazionismo. Ci sono gli scout ma anche realtà che non esistono da noi, giovani cristiani agricoltori, soprattutto nelle campagne, la gioventù eucaristica… e altre, le quali hanno il prezioso compito, attraverso il legame più stringente che c’è tra di loro, di far percepire un’appartenenza più forte alla Chiesa, aiutando molto i cristiani a sentirsi uniti e attivi nella vita della parrocchia. Anche nella campagna sono molto responsabili; spesso le chiese là nascono attorno a una o qualche famiglia che chiede ai sacerdoti più vicini di poter costituire una chiesa nuova. Da noi per esempio quest’anno è nata una chiesa nuova nella zona della ‘brousse’, nella campagna. C’era una famiglia che si era insediata lì da alcuni anni, da un po’ di tempo aveva cominciato a pregare in una cappellina che aveva costruito per il vicinato. Il vescovo ha dato loro la possibilità di diventare una vera e propria chiesa; là andiamo a celebrare la Messa circa una volta al mese. Grazie a loro tante persone si sono avvicinate alla fede. Quest’anno faremo una quarantina di battesimi tra giovani, bambini, adulti grazie all’invito di questa famiglia che ama e invita alla preghiera.

Andrete in pellegrinaggio dalla costa fino alla capitale per partecipare alla veglia con Papa Francesco e alla Messa. Con quale state d’animo vi preparate a questo incontro?

R. – In questi mesi preghiamo quotidianamente per la venuta del Papa, l’attesa è veramente molto forte; ogni giorno nella Messa si ricorda questo avvenimento. All’incontro con il Papa parteciperanno circa settanta persone dalla nostra parrocchia. Penso che dal Pontefice ci si aspetti davvero un aiuto per sentirsi Chiesa universale. Siamo su un’isola. È vero che oggi inizia ad arrivare anche qui internet, e quindi una certa consapevolezza che il mondo è grande, ma molta gente sull’isola non si rende ancora conto di dove sia il Madagascar. Ci sono persone che non hanno mai visto il mare. La venuta del Papa qui credo faccia pensare loro che la Chiesa non è semplicemente una cosa di questo Paese, ma che la grandezza della Chiesa cattolica è universale.

Reggio Emilia Mercoledì 14 agosto ore 18.30 MESSA IN SANTA TERESA PER RICORDARE GIOVANNA GABBI A 12 ANNI DALLA MORTE

Il dodicesimo anniversario dell’improvvisa e tragica scomparsa della professoressa Giovanna Gabbi, figura di rilievo del laicato cattolico, sarà ricordato mercoledì 14 agosto nella chiesa parrocchiale di Santa Teresa con una celebrazione eucaristica presieduta alle 18.30 dal vescovo emerito Adriano Caprioli.

Giovanna Gabbi – contraddistinta da un forte impegno ecclesiale – è stata la prima consacrata in diocesi nell’“Ordo virginum”: fece la sua consacrazione a Marola l’8 gennaio 1981 nelle mani del vescovo Gilberto Baroni.

Fu attiva e propositiva presidente della gioventù femminile di Azione Cattolica, sostenuta in questo ruolo da una severa e profonda formazione spirituale. E’ stata insegnante assai apprezzata di francese nelle scuole medie.

Attraverso l’attività intensa e intelligente in Azione Cattolica e l’adorazione della Parola ha ben saputo coniugare il ruolo di Marta e Maria.

Fu vittima di un drammatico incidente il 13 agosto 2007 a Giandeto di Casina, dove si era ritirata per condurre un’intensa vita di preghiera e di ascolto, meditazione, adorazione della Parola di Dio.

foto 1: Giovanna Gabbi

Nella foto 2 (in basso): Giovanna Gabbi con il vescovo Baroni

 

 

 

 

 

 

 

 

3 luglio 2019 nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano la Festa di San Tommaso apostolo, evangelizzatore e patrono delle Chiese dell’India.

Con particolare solennità è stata celebrata mercoledì 3 luglio nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano la festa di San Tommaso apostolo, evangelizzatore e patrono delle Chiese dell’India.

La Santa Messa vespertina è stata presieduta da mons. Anthony Chirayath, originario di Trichur in Kerala e vescovo emerito della diocesi siro-malabarese di Sagar (India), che quest’anno ricorda il giubileo dei 50 anni di sacerdozio. Hanno concelebrato il vescovo emerito Adriano Caprioli, mons. Francesco Marmiroli, mons. Pietro Iotti, don Daniele Casini, don Gianni Manfredini don Danilo Gherpelli, don Giuliano Guidetti, don Edoardo Cabassi, don Anton del Biafra e don Jinto dell’India; all’altare erano i diaconi Emer Lusvarghi, Amedeo Tarabusi e Marco Vezzosi. Alla celebrazione hanno partecipato le suore provenienti dal Kerala, appartenenti alle tredici comunità religiose indiane presenti nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, che hanno dato vita ad una suggestiva processione introduttiva recando ognuna un lumino acceso, poi deposto ai piedi dell’altare.

La festa – come ha sottolineato il parroco don Daniele Casini – evidenzia un prezioso scambio di doni tra la Chiesa reggiano guastallese, da decenni presente in India con missionari diocesani e suore della congregazione mariana delle case della carità – a Versova, Uttan, Mamangalam, Shanti Niwas, Verapoly- e le religiose indiane che da alcuni anni sono attivamente inserite nella pastorale diocesana. Nella liturgia oltre all’italiano sono stati utilizzati il malayalam, il tamil, e l’inglese.

Nell’omelia il vescovo Anthony Chirayath, che per vari anni ha prestato servizio in Vaticano nel Pontificio consiglio per i migranti chiamato da Paolo VI, ha definito il vescovo Adriano e mons. Marmiroli due amici dell’India, manifestando loro apprezzamento e gratitudine. Il presule ha poi ricordato le profonde radici cristiane dell’India, documentate anche da recenti scavi archeologici e ha ricordato come l’evangelizzazione operata da San Tommaso avvenuta nella prima metà del primo secolo a.C. sia precedente alla diffusione del cristianesimo in Europa. Il presule – commentando il brano del Vangelo di Giovanni “se non vedo il segno dei chiodi … e non  metto la mia mano nel suo fianco” e contestualizzando la situazione eccezionale in cui l’apostolo si trovava – ha ribadito che non si può ridurre Tommaso all’icona dell’incredulo e farne derivare un messaggio negativo. Anzi, le sue lapidarie quattro parole “Mio Signore, mio Dio” riassumono senza alcun nota di dubbio tutta la dottrina cattolica.

g.a.rossi

Le foto documentano la celebrazione eucaristica nella festa di San Tommaso apostolo ed evangelizzatore dell’India


#pedalandoversoilsinodo, Reggio-Roma in bici per incontrare Papa Francesco

Diciannovr ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 30 anni delle Unità Pastorali “Santa Maria Maddalena” e “Casa di Nazareth” e della società sportiva Santos 1948 con i patrocinio del CSI, andranno a Roma in Bicicletta per partecipare al Sinodo dei giovani con Papa Francesco l’11 e 12 Agosto.

Il senso che si vuole dare all’esperienza è quella di un vero e proprio pellegrinaggio nel quale lasciare a casa le comodità cittadine e riscoprire alcuni valori come l’essenzialità, la fatica, la gioia, la preghiera.

Ogni mattina ci si alzerà presto, e si pedalerà per circa 100km, l’arrivo sarà previsto all’incirca verso metà pomeriggio; dopo una meritata doccia ci sarà lo spazio per momenti di condivisione e preghiera, ma non solo anche momenti di convivialità e fraternità. la partenza è fissata per la mattina del 05 Agosto, l’arrivo il 10 Agosto.

Hanno creato un blog in cui potete seguire la loro avventura:http://pedalandoversoilsinodo.altervista.org

Michele D’Autilio in La Libertà

Foto tratta dalla pagina Instagram #pedalandoversoilsinodo con la seconda tappa prevista dal percorso, il Mugello.

CHIESA DI REGGIO EMILIA – GUASTALLA Solennità dei Santi Crisanto e Daria Patroni di Reggio e della Diocesi nel 1070° della loro deposizione nella cripta della Cattedrale Mercoledì 25 ottobre 2017 Testi per la celebrazione eucaristica

Mercoledì 25 ottobre 2017 nella Cripta della Cattedrale di Reggio Emilia
SOLENNITÀ dei Santi CRISANTO e DARIA da 1070 anni in mezzo a noi
  • ore 6.15 Ufficio di Lettura e Lodi animati dalle Case della Carità
  • ore 7.30 Messa presieduta da Don Vasco Rosselli (sospesa Messa delle 8),
    a cui segue fraterna colazione preparata dalla Mensa del Povero
  • ore 10.30 Messa presieduta da Mons. A. Caprioli, vescovo emerito
  • alle 17 esposizione SS.mo e Rosario meditato; alle 18, i Vespri
  • ore 18.30 Messa Unità Pastorale “Ss. Crisanto e Daria” (sospese le Messe delle 18.30 in S. Prospero, in S. Teresa e delle 19 in S. Stefano)
    a cui segue incontro con Suor Maria Laura, Casa della Carità cittadina
  • >>> scarica i testi i testi liturgici in pdf >>>santi.c.d.2017 (per scaricare il file clicca qui o sull’immagine a destra)

Ufficio Liturgico di Reggio Emilia-Guastalla Calendario liturgico dall’8 al 16 settembre 2017

 

Venerdì 8 settembre – Festa della Natività della Beata Vergine Maria e Apertura dell’Anno Pastorale

In Diocesi sono intitolati alla Natività di Maria [o a Santa Maria Nascente] il Santuario diocesano della Ghiara, i Santuari della Madonna della Pietra a Bismantova, della Madonna dell’Olmo a Montecchio e ben 9 parrocchie: Albinea Alta (titolare con San Prospero V.), Borzano d’Albinea, Brescello (titolare con San Genesio V.), Gazzata di S. Martino in Rio, Madonna di Sotto a Sassuolo, Pianzano di Carpineti, Pratofontana (Reggio Emilia), Scandiano centro e Taneto.

* Nel Santuario della Ghiara, alle 11 il tradizionale Pontificale presieduto dal Vescovo, animato dal Coro diocesano, presenti le Autorità cittadine e provinciali. Tutta la Diocesi — presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, seminaristi, laici impegnati — è convocata alla solenne concelebrazione per l’apertura del nuovo Anno pastorale dal titolo «Cristo ieri oggi e sempre», affidandolo all’intercessione della nostra Patrona, la Madonna della Ghiara; in particolare, il Vescovo Massimo, come i tre anni precedenti, vuole avere al suo fianco i sacerdoti che si sono resi disponibili al servizio delle nuove Unità pastorali.

Santi dell’8 settembre. In genere, coloro che portano i nomi Adriano e Sergio, festeggiano oggi i loro onomastici (non il nostro vescovo emerito, la cui madre, mettendogli quel nome, aveva scelto il santo Adriano festeggiato l’8 luglio!), in memoria rispettivamente di sant’Adriano martire (insieme alla moglie santa Natalia, in Bitinia, attuale Turchia, nel IV secolo) e di san Sergio I Papa (di famiglia siriana, ma nato a Palermo e morto nel 701, fu grande uomo di pace e di riconciliazione; ed è morto l’8 settembre, il giorno proprio che lui aveva scelto come data introducendo nel calendario la celebrazione odierna della Natività di Maria!). Soprattutto in Germania, si ricorda oggi la nascita al cielo di San Corbiniano (+ 8 settembre 725 o 730), missionario (francese? irlandese?) inviato dal Papa in Baviera e considerato dalla tradizione primo Vescovo di Frisinga. Lo citiamo perché 40 anni fa, sulla cattedra di San Corbiniano, come arcivescovo di Monaco-Frisinga, fu eletto dal beato Paolo VI e consacrato Vescovo, Joseph Ratzinger. Divenuto Papa col nome di Benedetto XVI, ha mantenuto nello stemma il simbolo della diocesi tedesca, l’orso di San Corbiniano, con questa spiegazione: nello stemma «compare un orso, di colore bruno (al naturale), che porta un fardello sul dorso. Un’antica tradizione racconta come il primo Vescovo di Frisinga, san Corbiniano, messosi in viaggio per recarsi a Roma a cavallo, mentre attraversava una foresta fu assalito da un orso, che gli sbranò il cavallo. Egli però riuscì non solo ad ammansire l’orso, ma a caricarlo dei suoi bagagli facendosi accompagnare da lui fino a Roma. Per cui l’orso è rappresentato con un fardello sul dorso. La facile interpretazione della simbologia vuole vedere nell’orso addomesticato dalla grazia di Dio lo stesso Vescovo di Frisinga, e suole vedere nel fardello il peso dell’episcopato da lui portato».  L’8 settembre è il giorno della nascita al cielo del beato francese Federico Ozanam, padre di famiglia (Milano, 23 aprile 1813 – Marsiglia, Francia, 8 settembre 1853), fondatore della Società di San Vincenzo, esempio di santità laicale e di carità per questo Giubileo della misericordia. È stato proclamato beato da Giovanni Paolo II a Parigi il 27 agosto 1997, durante le indimenticabili Giornate Mondiale della Gioventù, vent’anni fa.

* L’8 settembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alfabetizzazione (istituita dall’ONU-UNESCO nel 1972).

Sabato 9 settembre – Riapertura del Santuario della Madonna di Bismantova

Nel nuovo calendario liturgico, il 9 settembre è memoria facoltativa di San Pietro Claver (1580-8 settembre 1657). Quest’anno si può però celebrare solo al mattino, in quanto sabato. Pedro, spagnolo nato vicino a Barcellona, entrato nei gesuiti, è stato inviato a studiare sull’isola di Palma di Maiorca, ed è stato ordinato sacerdote nel 1616 a Cartagena (Colombia), dove sbarcavano migliaia di schiavi neri provenienti dall’Africa e deportati in America Latina; quasi tutti giovani, venivano impiegati in lavori durissimi e trattati in modo disumano. Lì divenne l’apostolo dei neri, abbracciando la loro causa. Nel viaggio che Papa Francesco sta compiendo in Colombia, domani mattina, domenica 10 settembre, si recherà a Cartagena, dove c‘è ancora la “porta degli schiavi”, e davanti alla casa santuario di San Pietro Claver reciterà l’Angelus.

Si segnala che il 9 settembre è ricordata anche la Beata Maria Toribia (Maria de la Cabeza) moglie di sant’Isidoro l’agricoltore (Castiglia – Spagna, XII secolo), il compatrono popolare della nostra parrocchia di Rivalta.

In Diocesi, due appuntamenti di questo sabato 9 settembre segnano la ripresa dell’anno pastorale: al mattino, la prima riunione del Consiglio Pastorale Diocesano (l’incontro doveva essere presieduto dal Vescovo, ma Mons. Camisasca, con tutti i Vescovi dell’Emilia Romagna, parteciperà alla celebrazione delle esequie del Card. Carlo Caffarra, alle ore 11, nella Cattedrale di Bologna). Al pomeriggio, la riapertura tanto attesa del Santuario della Pietra di Bismantova, con questo programma: alle 18, Messa solenne presieduta dal Vescovo Massimo per la riapertura del Santuario e la ricollocazione dell’icona della Madonna di Bismantova, portata in pellegrinaggio a piedi dalla Pieve di Castelnovo Monti prima della celebrazione (partenza della processione alle ore 16).

Domenica 10 settembre – XXIII Domenica del Tempo Ordinario

Nelle preghiere dei fedeli, in comunione con tutta la Chiesa, si ricordi oggi il Papa e il suo ultimo giorno di viaggio per la riconciliazione e la pace in Colombia. Come Diocesi, è bene annunciare e pregare che giovedì 14 nella nostra Diocesi sorella di Sapa sarà ordinato Vescovo il giovane sacerdote Don Simon Kulli, che conosciamo dai tempi in cui era in Seminario, quando iniziò l’aiuto della nostra Caritas all’Albania con l’allora direttore Don Gigi Guglielmi.

* A Reggio in Vescovado, alle 18, il Vescovo Massimo presiede la Santa Messa per l’avvio del cammino di orientamento vocazionale “Il Pozzo di Giacobbe”.

* Nella Basilica della Ghiara, alle 18.30, il Vescovo emerito Adriano è stato invitato a presiedere l’Eucaristia conclusiva della 38ª edizione della Giareda. Nella Messa, i familiari e gli amici lettori, ricorderanno il carissimo Natale Guerra, il primo lettore istituito nella nostra Diocesi nel 1978, coordinatore per oltre tre decenni dei lettori nella proclamazione della Parola nelle celebrazioni diocesane e cittadine, nonché collaboratore del Centro Missionario, scomparso il 21 aprile scorso, venerdì dell’Ottava di Pasqua, giorno tradizionale della stazione cittadina pasquale in Ghiara.

Si segnala al 10 settembre la memoria dei Martiri Sebastiano Kimura, gesuita giapponese, Carlo Spinola, gesuita italiano, Francesco Morales, domenicano, ed altri 50 compagni martiri (sacerdoti, religiosi, sposi, catechisti, vedove, giovani), uccisi a Nagasaki (+ 1622). Il giorno seguente, sullo stesso posto furono uccisi tre ragazzi (Gaspare, Francesco e Pietro), figli di genitori martirizzati il giorno prima. In date vicine e in posti diversi, ci furono altri martiri.

Lunedì 11 settembre

L’11 settembre, giorno libero da memorie liturgiche, è possibile anticipare la memoria — obbligatoria per la nostra Diocesi — di San Venerio Abate, compatrono di Reggio. Così domani, 12 settembre (giorno previsto per San Venerio nel calendario reggiano-guastallese approvato nel 1979), è possibile celebrare la memoria, ripristinata nel calendario liturgico del 2000, del Nome di Maria. Tuttavia, questo è solo un suggerimento: seguendo il Direttorio regionale, infatti, nulla è cambiato e il ricordo di San Venerio rimane fissato al giorno 12.

In ogni caso, nella preghiera dei fedeli si ricordino oggi le vittime degli attentati alle Torri gemelle di New York (11 settembre 2001), e si preghi per la pace nel mondo in questo 16° anniversario della strage che ha segnato in maniera drammatica questi nostri anni di inizio del Terzo millennio.

Martedì 12 settembre

Come accennato sopra, secondo il nuovo calendario liturgico, è possibile celebrare la memoria (facoltativa) del Santissimo Nome di Maria. Pertanto oggi è l’onomastico di coloro che portano il nome di Maria.

Si ricorda nella preghiera il Vescovo emerito Mons. Adriano Caprioli, nel XIX della sua Ordinazione episcopale ricevuta in Duomo a Milano.

Mercoledì 13 settembre – Memoria di S. Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore della Chiesa

S. Giovanni Crisostomo (ca. 349-407), vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa; scrisse e soffrì molto, morì in esilio a Comana, sul Mar Nero. La memoria è obbligatoria.

* Alla sera, nei Santuari mariani della Diocesi: Marce penitenziali del 13 del mese, quest’anno caratterizzate dal ricordo del centenario delle apparizioni mariane a Fatima.

Giovedì 14 settembre – Festa della Esaltazione della Santa Croce

La festa dell’Esaltazione della Croce, che in Oriente è paragonata a quella della Pasqua, si collega con la dedicazione delle basiliche costantiniane costruite sul Golgota e sul sepolcro di Cristo (ricordata al 13 settembre).

* In Diocesi, solo la parrocchia del quartiere periferico di Reggio intorno a Via Adua è intitolata alla Santa Croce. E quest’anno si celebra il centenario della fondazione della chiesa parrocchiale della Santa Croce con un programma di quattro giorni di Sagra speciale, da oggi fino a domenica 17 settembre.

* Oggi ricordiamo nella preghiera la Ordinazione episcopale nella Cattedrale di Santa Teresa di Calcutta a Sapa in Albania, di Don Simon Kulli. Alla celebrazione parteciperà una numerosa delegazione regginao-guastallese con sacerdoti, diaconi, consacrati e fedeli laici, guidata dal Vescovo Massimo, con Don Romano Zanni, vicario episcopale per le missioni, Don Filippo Capotorto, superiore della Congregazione mariana delle Case della Carità, Don Stefano Torelli, responsabile generale dei Servi della Chiesa (che conclude il suo mandato in Albania), Don Carlo Fantini, il primo nostro sacerdote fidei donum in Albania (2002-2011), anni in cui è stato vicario generale del defunto Vescovo Lucjan Avgustini, deceduto prematuramente per malattia il maggio 2016. Don Simon, dopo che è stato amministratore diocesano per oltre un anno, è stato chiamato dunque da Papa Francesco a guidare la Diocesi di Sapa, a 44 anni. Don Simon sarà il secondo sacerdote nato in Albania a diventare Vescovo di una Diocesi albanese, come sappiamo rifondate da San Giovanni Paolo II, dopo la caduta del regime. L’altro sacerdote, che a 41 anni è anche il più giovane Vescovo del mondo a capo di una Diocesi, mons. Gjergj Meta, è stato ordinato vescovo di Rrehshen, il sabato 2 settembre scorso. Queste Ordinazioni sono due piccoli grandi segni, da accompagnare con la nostra preghiera e vicinanza, della speranza che Papa Francesco ripone nella rinata Chiesa in Albania, fecondata dal sangue di numerosi martiri nell’epoca del regime ateo, di cui una quarantina sono stati beatificati il 5 novembre scorso.

* Si ricorda nella preghiera il Vescovo di Crema, Daniele Gianotti, che oggi compie 60 anni; con lui compiono gli anni del nostro clero anche Mons. Giancarlo Gozzi e il Fratello della Carità, Don Giuliano Marzucchi. E, ancora, in questo giorno ricordiamo nella preghiera l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, Lorenzo Ghizzoni,nel 38° anniversario dell’ordinazione sacerdotale ricevuta nella sua parrocchia di Cognento.

Venerdì 15 settembre – Memoria della B. V. M. Addolorata

La memoria della Vergine Addolorata ci chiama a rivivere il momento decisivo della storia della salvezza e a venerare la Madre associata alla passione del figlio e vicina a lui innalzato sulla croce. La sua maternità assume sul calvario dimensioni universali.

In Diocesi, l’Addolorata è titolare, con San Celestino I Papa, della parrocchia di Cadelbosco Sopra. È la patrona principale dell’Ordine dei Servi di Maria e delle Monache Serve di Maria (Mantellate), e dunque sarà solennità nella Basilica della Ghiara e nel Monastero di Montecchio.

Si segnala oggi anche la memoria, a 65 anni dalla morte, del Beato Paolo Manna (1872-1952), sacerdote italiano del PIME, missionario in Birmania (oggi Myanmar), fondatore della Pontificia Unione Missionaria, per la diffusione dello spirito missionario nelle comunità cristiane; fu grande promotore della Settimana per l’Unità dei Cristiani. Alla sua intercessione cominciamo ad affidare il viaggio apostolico che Papa Francesco compirà in Myanmar e in Bangladesh a fine novembre.

* Alle 20.30 a San Giacomo città: il Vescovo Massimo presiede la celebrazione eucaristica per l’ingresso del nuovo parroco Don Maurizio Pirola e inizio del ministero in Centro storico di Don Juan Luis Barges, sacerdoti della Fraternità missionaria di San Carlo Borromeo. Verrà ricordato l’ultimo parroco di San Giacomo, il compianto Don Alcide Pecorari, a cinque mesi esatti dalla morte (era il 15 aprile scorso, Sabato Santo).

Sabato 16 settembre – Memoria dei Santi Martiri Cornelio, papa, e Cipriano, vescovo

La memoria obbligatoria dei Santi Martiri Cornelio, papa, e Cipriano, vescovo, si celebra solo al mattino, in quanto sabato.

Oggi è il 15° anniversario della nascita al cielo del Servo di Dio Card. Francesco Saverio Nguyen Van Thuan (Hué, Vietnam 1928 – Roma 2002), vescovo coadiutore di Ho Chi Minh City (Saigon), imprigionato per tredici anni (1975-1988); visse gli ultimi anni a Roma come Presidente del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace. È stato ospite in una serata indimenticabile del nostro Festincontro di Azione Cattolica a Reggio.

* Nella Basilica di San Prospero, a Reggio, nella Messa festiva delle 18.30, presieduta dal Vescovo emerito Adriano, si ricorda il X anniversario della morte dell’indimenticabile prevosto, mons. Ennio Anceschi (+ 14 settembre 2007).

* Oggi è il giorno proprio del decimo anniversario del carissimo sacerdote e amico, insegnante di Sacra Scrittura, prof. don Pietro Lombardini. Don Pietro sarà ricordato domani nelle Messe domenicali di San Pellegrino, parrocchia dove ha svolto gli ultimi anni di ministero, prima della prematura morte per malattia. Verrà ricordato anche nella parrocchia di origine, Novellara, dove ha ricevuto l’ultimo saluto nella fede; lo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio dedicherà al biblista Don Pietro Lombardini due giornate di studio nel prossimo ottobre.

Papa Francesco: la riforma liturgica è irreversibile

A quasi mezzo secolo dalla chiusura del Concilio Vaticano II uno dei suoi frutti più noti, quello della riforma liturgica, fa ancora discutere. Ecco allora l’invito che papa Francesco fa nell’udienza concessa ai partecipanti allaSettimana liturgica promossa dal Centro di azione liturgica (Cal), affinchè si superino “letture infondate e superficiali, ricezioni parziali e pressi che sfigurano” la riforma della liturgica, che, tra le altre cose, introdusse la lingua nazionale nella celebrazione della Messa, al posto del latino in uso fino al Concilio convocato da san Giovanni XXIII. Al contrario, invita il Papa, si tratta di “conoscerne meglio le ragioni sottese, anche tramite la documentazione storica, come di interiorizzarne i principi ispiratori e di osservare la disciplina che la regola”.

IL TESTO DEL DISCORSO

Un lungo processo riformatore

Un discorso lungo e articolato quello che papa Francesco ha voluto rivolgere ai partecipanti al convegno del Cal, ricordando che il processo riformatore della liturgia pone le proprie radici ben prima dell’evento conciliare, e citando il riordino della musica sacra e il ripristino celebrativo della domenica da parte di san Pio X – noto come il Papa del catechismo – con il motu proprio “Tra le sollecitudini” del 22 novembre 1903, e il progetto riformatore di Pio XII espresso nell’enciclica “Mediator Dei” del 20 novembre 1947. E proprio nel 1947 nacque il Cal, che festeggia i suoi 70 anni di vita, che “in questo ambito formativo si è distinto con le sue iniziative” ha ricordato Francesco.

Una liturgia viva

Ma non è stato solo un discorso basato sulla memoria del passato, ma il Papa ha voluto anche sottolineare alcuni aspetti legati al tema della Settimana liturgica: “Una liturgia viva per una Chiesa viva”. Ebbene per papa Bergoglio la “liturgia è viva in ragione della presenza viva di Colui che morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato la vita a tutti noi”. Dunque “senza la presenza reale del mistero di Cristo, non è alcuna vitalità liturgica“, ricordando che l’altare diventa il “segno visibile dell’invisibile Mistero”. Non meno importante, secondo Francesco, anche il fatto che la liturgia “è vita per l’intero popolo della Chiesa“. Non una liturgia clericale, ma popolare, “un’azione per il popolo, ma anche del popolo”. Un invito a vivere la liturgia da protagonisti e non da spettatori, anche perchè, ed è il terzo punto toccato dal Pontefice nel suo discorso, “la liturgia è vita e non un’idea da capire. I riti e le preghiere per quello che sono e non per le spiegazioni che ne diamo, diventano una scuola di vita cristiana, aperta a quanti hanno orecchi, occhi e cuore dischiusi ad apprendere la vocazione e la missione dei discepoli di Gesù”.

L’armonia delle tradizioni rituali

“La Chiesa è davvero viva se, formando un solo essere vivente con Cristo, è portatrice di vita, è materna, è missionaria, esce incontro al prossimo, sollecita di servire senza inseguire poteri mondani che la rendono sterile”. Una Chiesa viva, in preghiera, e con la sua connotazione “cattolica” che va oltre il Rito Romano, che pur essendo il più esteso non è il solo. “L’armonia delle tradizioni rituali, d’Oriente e d’Occidente, per il soffio del medesimo Spirito dà voce all’unica Chiesa orante per Cristo, con Cristo e in Cristo”.

In un passaggio del discorso papa Francesco afferma che «dopo questo magistero, dopo questo lungo cammino possiamo affermare con sicurezza e con autorità magisteriale che la riforma liturgica è irreversibile».

Avvenire