Scienza e fede come luce e oscurità: davvero?

Leggi che tra scienza e religione c’è incompatibilità: come tra chiarezza e oscurità, ragione e cecità succube. Qualche obiezione? Ritaglio del “Corsera” (3/10: «L’uomo sulla terra ce l’ha portato un meteorite». Massimo Piattelli Palmarini dialoga sereno con «la professoressa Renu Malhotra, titolare della cattedra di scienze planetarie e presidente del programma di astrofisica dell’università dell’Arizona» e «uno degli autori di questa scoperta». Eccola: «il Sole si è formato 4 miliardi di anni or sono» e «lavori corredati a calcoli» hanno portato a concludere «che delle rocce proiettate all’esterno da un sistema planetario hanno viaggiato nello spazio» e alcune di esse sono state «catturate» qui, sul globo che chiamiamo «Terra», sul quale i due parlano e il “Corsera” è stampato e letto… Dialogo sereno e pacato, ove leggi che la «scoperta» può anche indicarsi con un nome antico, «litopanspermìa» – da tre parole greche: pietra, tutto e seme – e trova altro appoggio in una «teoria matematica» che «nel 1925 fu iniziata dall’ingegnere tedesco Walter Hohman e presto applicata alle dinamiche delle orbite nello spazio». Invitata a «riassumere» la professoressa aggiunge che ciò che è successo quaggiù può essere successo in chissà quanti «giovani sistemi planetari»: secondo un calcolo prudente circa «300 milioni di volte». Dunque – è «scienza» – veniamo da urti di rocce! A parte le «rocce» (lithos in greco) mi torna in mente la teoria dei «semi del Verbo» all’origine di tutto: se non sbaglio è san Giustino, 1900 anni or sono! Davvero oggi «la scienza» è in assoluto più solida e ragionevole di filosofia e teologia?
a cura di Gianni Gennari – avvenire.it