Intervista al Vescovo, che fa un bilancio degli incontri avuti in diverse parrocchie dell’Appennino reggiano

Villa Minozzo, nell’ottobre 2015, e poi nel primo semestre di quest’anno Collagna e Cerreto, Cervarezza e Busana, Ligonchio e Ramiseto. Il Vescovo si è recato in visita alla nostra montagna in diverse occasioni, durante l’anno pastorale appena concluso. Ogni volta, tornato a casa, ha redatto una lettera personale indirizzata ai parroci, per riprendere le emozioni ancora fresche nella memoria e incoraggiare la perseveranza nel servizio in un territorio non facile, che in molte zone soffre un inesorabile spopolamento. Anche battesimi e matrimoni, purtroppo, segnano il passo.
Eppure “l’albero della vita cristiana deve essere curato in tutte le sue parti. Innanzitutto nelle radici che sono la preghiera e i sacramenti”, scrive monsignor Massimo Camisasca in una delle sue missive, accompagnando sempre le sue riflessioni con parole di stima per il ministero dei sacerdoti impegnati nelle unità pastorali.
Nelle lettere il Vescovo individua le questioni più importanti per la vita della Chiesa in Appennino, cioè la formazione dei laici e, prima tra tutte, la trasmissione della fede, come sottolinea anche in questa intervista per La Libertà (le foto sono state fatte in varie occasioni da Giuseppe Maria Codazzi; tutti gli scatti sono su www.laliberta.info).
“La visita pastorale che è iniziata quest’anno e dovrebbe concludersi nell’arco di cinque o sei anni è stata dedicata in gran parte alle unità pastorali del Crinale. Questo mi ha permesso di conoscere abbastanza bene la realtà della nostra montagna e i problemi e le provocazioni che l’attraversano. Desidero partire da un punto di vista positivo”, dice il pastore diocesano all’inizio del colloquio.

Don Massimo, qual è l’aspetto più positivo che ha rilevato nella visita pastorale in montagna?
Che sulla montagna è presente la comunità cristiana; è vero, spesso nella forma di piccole comunità, che sono l’espressione contemporanea di una fede che viene da molto lontano.

 

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