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La bellezza dell’antica e tradizionale veglia dell’Assunta non sì è persa, consumata dalla modernità dei tempi, come in molti potrebbero pensare. Si ritrova, intatta, il 14 agosto di ogni anno a partire dalle ore 20 nella basilica di Santa Maria Maggiore. Nel luogo caro ai romani e a Papa Francesco per la presenza della sacra immagine della ‘Salus Popoli Romani’, anche questa sera si ripeterà l’atto di devozione più dolce e soave nei confronti di Maria: il lucernario seguito dalla processione, il canto del Preconio dell’Assunta, le profonde e toccanti letture latine intervallate da brevi preghiere in russo, l’atto di ossequio mariano dopo la celebrazione della Santa Messa. Tutto presieduto dal cardinale Stanislaw Rylko, arciprete della Basilica.
Atti e gesti d’amore soavi per Maria
Si ripeteranno, dunque, atti di amore delicato alla Vergine, sempre uguali nei secoli, che chiuderanno la ‘Quindicina della piccola quaresima della Madre di Dio’: quindici giorni che precedono la Solennità dell’Assunta durante i quali i fedeli , cattolici ed ortodossi, delle chiese orientali di rito bizantino praticano il digiuno e cantano l’ufficio della ‘Paraclisis’, un’antica preghiera di supplica per i momenti di difficoltà, con la quale anche i fedeli cattolici di rito latino possono lucrare le indulgenze al pari del Santo Rosario.
Celebrazione orientale adattata alla tradizione latina
Da quarant’anni questa particolare celebrazione orientale è stata adattata alla tradizione latina da padre Ermanno Toniolo, presidente del Centro di Cultura Mariana e professore emerito alla Pontificia Università Teologica Marianum. “La Chiesa bizantina- spiega a Radio Vaticana Italia entrando nei dettagli – considera la solennità dell’Assunzione, che loro chiamano dormizione della Madre di Dio, come la festa delle feste. La ritiene come la pasqua di Maria ed è per questo che i quattordici giorni precedenti vengono detti quaresima in analogia alla grande quaresima del Signore. Maria che sale al cielo è la sua glorificazione, dunque pasqua della sua gloria”.
Canti come nel Sabato Santo di Pasqua
Alla luce di queste premesse non si fa fatica a comprendere perché il rito bizantino, sia cattolico che ortodosso, abbia deciso di porre la veglia di questa sera in perfetta simmetria con quella del Sabato Santo di Pasqua. Racconta padre Toniolo: “In conseguenza di questo parallelismo i fedeli vegliano tutta la notte presso un piccolo altare che rappresenta la tomba di Maria, sul quale pongono un’immagine della dormizione. E tutta la notte cantano inni alternati con il Salmo 118, il Salmo dell’obbedienza, proprio come nel Sabato Santo di Pasqua”