Un libro di Papa Francesco dedicato ai più piccoli. Con gli occhi di un bambino

L’Osservatore Romano

(Maurizio Fontana) Sono i suoi “amici del cuore”. A loro, i bambini, Papa Francesco riserva sempre un’attenzione speciale in qualsiasi circostanza, anche durante le udienze più formali e dove l’etichetta richiederebbe tempi e modi ben distanti dalla semplicità e dall’immediatezza dei fanciulli. Per un bambino vale sempre la pena fermarsi un attimo tra la folla, tendergli la mano per una carezza, regalare un sorriso e magari concedersi una battuta o una fragorosa risata.
È evidente il feeling particolare che il Pontefice ha con i più piccoli, ai quali ha ora dedicato un libro scritto apposta per loro. È infatti appena andato in stampa un piccolo volume illustrato e cartonato in cui si rivolge loro con linguaggio semplice e brevi frasi quasi “sussurrate”, come fossero i preziosi consigli di un nonno. I bambini sono speranza: è questo il titolo del libro (Milano, Salani, 2020, pagine 32, euro 12,90) che, naturalmente, utilizza in maniera preponderante il linguaggio più consono ai suoi interlocutori, quello delle immagini. Sono quelle vivaci e colorate realizzate da Sherre Boyd, illustratrice newyorchese nata in Italia.
Entrando così, in punta di piedi, nel mondo dei fanciulli, Francesco accompagna con delicatezza i vari momenti della loro giornata, suggerendo spunti per la riflessione. E così, vedendoli giocare, raccomanda: «Sii felice quando stai insieme agli altri», oppure, immaginandoli in un momento di difficoltà o di tristezza, consiglia: «Gesù capisce i tuoi problemi. Prega in silenzio e lascia che le parole nascano dalle lacrime». Così, quasi prendendo idealmente ogni bambino sulle sue ginocchia, il Papa approfitta di questo “dialogo” per parlare di spirito di condivisione, di tolleranza, di pace, di generosità. E invita i più piccoli a essere felici — perché «Gesù ci ama moltissimo» — e perfino a «ballare» per far vedere a tutti, anche ai più grandi, quanto è importante vivere con gioia e allegria.
È, in definitiva, una questione di prospettiva: guardare il mondo con gli occhi di un fanciullo. Incontrando in Vaticano i piccoli ospiti del dispensario pediatrico Santa Marta, due anni fa, Francesco disse: «Per capire la realtà della vita, bisogna abbassarsi, come ci abbassiamo per baciare un bambino». (Maurizio Fontana)
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Mentre Papa Francesco dedica un libro ai più piccoli, l’Unicef rende noti dati allarmanti sul Sahel
I bambini sono speranza anche dove l’infanzia è negata

«Balla ed esprimi l’allegria che c’è nel tuo cuore. Balla adesso che sei un bambino, così non sarai troppo serio quando diventerai grande». Papa Francesco parla ai bambini. E lo fa con un libro dedicato proprio a loro, I bambini sono speranza, nel quale illustrazioni dai colori vivaci accompagnano frasi brevi e semplici, come piccoli semi affidati a un terreno fertile.
Un libro che dice molto dell’attenzione speciale del Papa per i più piccoli. Ma che non può non riguardare anche il mondo degli adulti. Specie se dai disegni si passa a guardare le immagini che le cronache riportano ogni giorno e che parlano dei tanti bambini ai quali viene sottratta l’infanzia: minori vittime di guerre, costretti a imbracciare le armi, a fuggire da violenze e abusi; vittime di ingiustizie e carestie, ridotti a frugare tra i rifiuti, a elemosinare in strada, a cercare precari rifugi dal freddo. Bambini spesso soli, per i quali il futuro è arrivare a domani.
L’ultimo allarme arriva in questi giorni dal Sahel. Secondo l’Unicef circa 5 milioni di bambini in Burkina Faso, Mali e Niger avranno bisogno di assistenza umanitaria nel 2020, in crescita rispetto ai precedenti 4,3 milioni. Una previsione, questa, legata a un aumento delle violenze. Dall’inizio del 2019 oltre 670.000 bambini nella regione hanno dovuto lasciare le loro case per conflitti e insicurezza.
Sarebbe bello non dover più scrivere queste notizie. In ogni caso non dovremmo mai dimenticare che i bambini sono una speranza anche quando la loro infanzia è negata.

L’Osservatore Romano, 30-31 gennaio 2020