Il docufilm Matera-Plovdiv, la retta via della cultura proiettato a Tirana

a Tirana, in Albania, per la prima volta all’estero, sarà proiettato al cinema il docufilm Matera-Plovdiv, la retta via della cultura, già finalista del Premio cittadino europeo 2020, per la regia di Isabella Trovato, nato da un’idea di Donato Vena, entrambi  protagonisti di un viaggio che ha portato gli autori a una serie di riconoscimenti istituzionali tra cui anche le congratulazioni dell’allora ministro della cultura Franceschini e della Regione Basilicata e dell’Unione europea.

La targa del premio cittadino europeo

La proiezione, organizzata dall’ufficio cinema di Tirana , è in programma alle 19 al cinema Agimi.

Molta la soddisfazione e l’emozione per gli autori, Isabella Trovato in qualità di regista e protagonista e Donato Vena ideatore e organizzatore del viaggio che i due, insieme ad altri partecipanti hanno realizzato viaggiando da Matera in Basilicata fino a Plovdiv in Bulgaria, le due capitali europee della cultura 2019

Dopo diverse uscite in sale cinematografiche italiane, REGGIO Emilia compresa, nel 2020 in piena era Covid gli autori, con il supporto delle ambasciate italiane e degli istituti italiani di cultura sparsi nel mondo, resero possibile per 24 ore la visione mondiale del docufilm sul web riscuotendo molteplici attestati di apprezzamento da parte di tanti italiani emigrati all’estero e costretti come tutti al lockdown. Da qui il premio europeo.

Prossima tappa un nuovo viaggio in Albania per una seconda proiezione questa volta a Valona su invito istituzionale

stampareggiana.it

Wizz Air lancia una nuova rotta tra Trieste e Tirana

La compagnia aerea Wizz Air ha annunciato una nuova rotta tra Trieste e la capitale dell’Albania, Tirana, a partire dal 3 luglio 2023, e i cui biglietti sono già disponibili (sito Wizz Air e app WIZZ), a partire da 24,99 euro. Il volo sarà operato due volte a settimana, lunedì e venerdì, effettuati con un Airbus A321neo, tra i più sostenibili aeromobili, da 239 posti.

Trieste diventa così la 27/a destinazione di Wizz Air in Italia, mercato sul quale si rafforza. La compagnia offre anche un servizio WIZZ Flex che garantisce possibilità di cancellare o cambiare volo fino a 3 ore prima.

Evelin Jeckel, Acting Network Officer di Wizz Air, ha precisato che la tratta è indicata per “scoprire una città dalle mille identità e godere del crogiolo di cultura, arte e architettura, nonché una nuova alternativa di viaggio per visitare amici e familiari all’estero”.

Marco Consalvo, a.d. dell’aeroporto di Trieste ha sottolineato che “Wizz Air è una delle maggiori low cost europee e la prima sui mercati dell’est Europa” e che “non ha mai operato nel nostro scalo. Il nuovo collegamento con Tirana è l’avvio di una importante partnership di lungo periodo”. La comunità albanese presente in regione è la seconda per numero di residenti. (ANSA).

Usanze e destinazioni per vivere la mezzanotte di festa per tutto il 2023

Non per tutte le culture la mezzanotte più famosa scocca il 31 dicembre.

ansa.it

Ecco cinque luoghi e date da appuntarsi per un nuovo anno di scoperta e di meraviglia, 5 destinazioni da eDreams in cui assaporare nuove usanze e vivere questa festa per tutto il 2023.
In Marocco per festeggiare Yennayer, il Capodanno berbero, a metà gennaio
Cade il 12 gennaio 2023 il giorno in cui il popolo Amazigh, nome arabo del popolo berbero, festeggerà Yennayer, il nuovo anno 2973.

Il calendario berbero, infatti, nonostante sia il più simile a quello gregoriano, eredita questa festa dagli antichi cicli agrari berberi, e inizia nel 950 a.c., ai tempi dei faraoni nella regione nordafricana. Yennayer è celebrato in diverse zone del Maghreb e di riflesso ci sono eventi in molti Paesi europei che ospitano queste comunità. Un modo originale e unico per viverlo, però, può essere andare a Marrakech in questi giorni. Oltre alla possibilità di visitare una meta dal clima temperato nella rigidità delle settimane di gennaio, questa zona del Marocco è un’occasione per chi ama cimentarsi nel surf, ma anche nello sci, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare. Per chi preferisce invece la cultura, in città si svolgono festeggiamenti a base di spettacoli, balli tradizionali e degustazioni di street food passeggiando per i souk. Un dettaglio ancora più significativo per cogliere l’identità del Paese: quest’anno Yennayer sarà all’indomani del giorno del Manifesto dell’Indipendenza del Marocco, festività nazionale.
A New York per il Capodanno cinese, tra gennaio e febbraio. Benvenuti nell’anno del Coniglio
Ormai celeberrimo, il Capodanno cinese, conosciuto anche come Festa di primavera, quest’anno inizierà con la vigilia del nuovo anno, la sera del 21 gennaio 2023 con la Firecracker Ceremony, per terminare il 5 febbraio con la Festa delle lanterne. Il 22 gennaio le popolazioni cinesi di tutto il mondo saluteranno quindi l’anno del Coniglio d’acqua, che secondo l’oroscopo del Dragone è portatore di pace, tranquillità e responsabilità. Una destinazione da considerare per questo appuntamento è la Grande Mela, che, tra Soho e il ponte di Brooklyn, ospita una delle più grandi Chinatown al mondo. Le strade di questi quartieri per l’occasione si tingeranno di rosso, con 15 giorni di celebrazioni, parate, fuochi d’artificio, con l’Empire State Building illuminata di rosso e di giallo. Il momento più atteso ed emozionante è la Lunar Year Parade, durante la quale lunghe sagome di leoni e dragoni danzano per le strade.

Nowruz, il Capodanno persiano, da scoprire a Tirana a marzo
Una delle feste più antiche del mondo, Nowruz deriva dalla fusione delle parole persiane No (nuovo) e rouz (giorno) e secondo la mitologia affonda le sue radici nello zoroastrismo, decine di migliaia di anni fa. Il re persiano Yima, narra la leggenda, è il padre di questa ricorrenza, che corrisponde all’equinozio di primavera. Le usanze di Nowruz vanno dal riordino e pulizia della casa alcune settimane prima del nuovo anno, all’organizzazione di una cena che prevede Samanu, un budino di farina di grano, con zucchero e noci e somagh, sommacco essiccato. Nowruz si festeggia in primo luogo in Iran, ma anche in tutti i Paesi dove è arrivato l’impero Persiano. Ecco perché una delle mete emergenti e da tenere in considerazione per quest’affascinante festività è Tirana, dove risiedono alcuni credenti Bektashi, un ordine di dervisci. Un’ottima occasione, quindi, per visitare questa città in continuo rinnovamento, in un periodo che è di per sé sinonimo di novità e speranza. Una tappa fuori città consentirà inoltre di ammirare l’architettura della tekke, il luogo di culto del centro mondiale dei Bektashi e il suo museo.
Songkran, il Capodanno thailandese, metà aprile
Tra il 13 e il 15 aprile di ogni anno si svolge il Songkran, Capodanno celebrato in diversi Paesi buddhisti, molto sentito e legato all’idea di purificazione e ai ringraziamenti per la fine della stagione secca, che supera i 30 gradi in Thailandia. La ricorrenza è infatti conosciuta anche come Festa dell’acqua. I festeggiamenti, che seguono un periodo di particolare cura per i templi religiosi, variano a seconda della zona del Paese e prevedono, molto spesso, il lancio di secchiate d’acqua e gavettoni, a simboleggiare l’inizio della stagione delle piogge o anche di talco bianco, contro gli spiriti maligni. In diverse regioni, poi, si tengono parate con costumi tradizionali e floreali.
Rosh Hashanah, il Capodanno ebraico da vivere a settembre
Il Capodanno ebraico è un momento religioso e di riflessione. Oltre alla preghiera, i rituali che fanno da cornice a questa festività sono legati al rinnovamento e alla sensazione di liberazione. In questi giorni, si usa ad esempio intraprendere un nuovo hobby. Un’altra tradizione è quella del tashlik, ovvero entrare in uno specchio d’acqua e gettare briciole di pane o sassi, che rappresentano i peccati e gli sbagli. Anche il menu della cena di Capodanno prevede alimenti simbolici, come l’agnello, ma anche le mele o i datteri insieme a ingredienti legati all’idea di buona fortuna, come il miele e, in assoluto, il melograno. Una visita in Israele in questo periodo non solo permette di godere delle sue bellezze naturali e culturali con un clima mite, ma anche di scoprire il lato più spirituale e riflessivo di questa destinazione unica e di sé stessi.

Nomina di Mons. Arjan Dodaj, Arcivescovo Metropolita di Tiranë-Durrës (Albania)

Rinuncia e nomina dell’Arcivescovo Metropolita di Tiranë-Durrës (Albania)
Imzot Arjan Dodaj: Pashkёt e Krishtit burim gёzimi e shprese - Vatican News
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Tiranë-Durrës (Albania), presentata da S.E. Mons. George Frendo, O.P..

Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Metropolita di Tiranë-Durrës (Albania) S.E. Mons. Arjan Dodaj, finora Vescovo titolare di Lestrona ed Ausiliare della medesima Arcidiocesi.

Curriculum vitae

S.E. Mons. Arjan Dodaj è nato il 21 gennaio 1977 a Laç-Kurbin. Dopo aver compiuto gli studi in Albania, nel 1993 è emigrato in Italia, a Cuneo. Nel 1997 ha chiesto di essere accolto nella Fraternità Sacerdotale dei Figli della Croce, Comunità Casa di Maria, con sede a Roma.

Ha studiato Filosofia e Teologia in preparazione al sacerdozio presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, ottenendo il Baccalaureato.

È stato ordinato sacerdote l’11 maggio 2003 per la Diocesi di Roma, come membro della suddetta Fraternità. Nel 2017, si è trasferito come fidei donum nell’Arcidiocesi Metropolitana di Tiranë-Durrës.

Dopo l’ordinazione sacerdotale ha svolto i seguenti incarichi: Vicario Parrocchiale (2003-2017), Vice Rettore della Rettoria di San Giovanni della Malva e Cappellano della Comunità albanese a Roma (2004-2005), Vicario Generale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Tiranë-Durrës, Parroco, Responsabile della Pastorale Universitaria, Segretario Aggiunto della Conferenza Episcopale Albanese e Segretario Generale del Sinodo Diocesano.

È stato nominato Vescovo Ausiliare di Tiranë-Durrës il 9 aprile 2020 e consacrato il 15 settembre successivo.

Ferrovie: In Albania a gennaio via ai lavori sulla Tirana-Durazzo

C’è una data per i lavori sulla disastrata tratta ferroviaria tra Tirana e Durazzo: gennaio 2021.

Lo ha reso noto il viceministro dell’Energia e delle Infrastrutture albanese Artan Shkreli. Parlando durante la consueta conferenza stampa di fine anno, il viceministro ha detto che l’obiettivo di questa infrastruttura è quello di collegare la capitale albanese con la città costiera sull’Adriatico in soli 19 minuti.

“Viene considerata la possibilità di elettrificare questa tratta ferroviaria“, ha dichiarato il viceministro evidenziando che anche l’aeroporto Rinas sarà servito dal collegamento. Lo scorso ottobre la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) ha annunciato il vincitore del bando di gara per la costruzione della ferrovia Tirana-Durazzo, in Albania.

L’azienda italiana Inc spa, con base a Torino, si è aggiudicata il contratto la realizzazione del progetto ferroviario Tirana-Durazzo-Rinas.

Albania, il sindaco di Tirana positivo al coronavirus

Erion Veliaj sindaco di Tirana albania

l sindaco di Tirana Erion Veliaj è stato contagiato dal coronavirus. La notizia è stata confermata da lui stesso attraverso un post sui social network in cui scrive:

“Amici, dopo il test mi hanno informato che sono risultato positivo al covid-19. Sono in buona salute, così come la mia famiglia. Ma da oggi continuerò a lavorare da casa con la stessa dedizione per Tirana.

Nessuno di noi è immune da questo virus, perciò per favore non dimenticate di lavare le mani il più spesso possibile e indossare mascherina per proteggere voi stessi e la vostra famiglia il più possibile! Auguro il meglio per le vostre famiglie! Salute e amore a tutti e profonda gratitudine per i dottori eroici! Ci rivediamo di nuovo! “– scrive Veliaj.

Il presidente Meta: Auguri di pronta guarigione

Il presidente della Repubblica, Ilir Meta, ha auspicato una pronta guarigione dal COVID al sindaco Erion Veliaj, che ha annunciato oggi di essere colpito dal Covid-19.

“Augurando una pronta guarigione al sindaco di Tirana, Erion Veliaj e tanta salute per sua famiglia, voglio riconfermare con forza l’importanza vitale del rispetto dei protocolli sanitari, nonché l’aumento dell’efficacia delle misure di protezione attraverso la consapevolezza, la trasparenza e completezza, per prevenire un’ulteriore diffusione della pandemia di COVID-19.

Il ritmo allarmante di casi crescenti di cittadini colpiti, purtroppo anche il numero di vittime, richiede una strategia più efficiente e trasparente per far fronte alle gravi conseguenze di questa pericolosa pandemia. Chiedo a tutti i cittadini di seguire le istruzioni rese pubbliche per indossare mascherine e rispettare le distanze fisiche, soprattutto quando si avvicina il picco della stagione turistica.

È inoltre estremamente necessario garantire misure di protezione a medici, infermieri e personale di supporto, che sono in prima linea, sacrificando, anche con la propria vita, per proteggere la salute di ogni cittadino “.

Albania News

Albania. Arrivò in Italia su un barcone. Ora è vescovo

La storia di don Arjan Dodaj, 43 anni, ordinato sacerdote da Giovanni Paolo II e due giorni fa nominato da Francesco ausiliare dell’arcidiocesi di Tirana-Durazzo
Don Arjan Dodaj

Don Arjan Dodaj – da Twitter

Da migrante giunto in Italia su un barcone a vescovo. È la storia, raccontata dai media vaticani, di Arjan Dodaj, 43 anni, nato Laç-Kurbin sulla costa dell’Albania. Era arrivato sedicenne come migrante dopo aver attraversato l’Adriatico su un barcone. Fuggito dal suo Paese in una notte del settembre 1993, in cerca di futuro e del modo di aiutare la sua famiglia povera, è approdato in Italia, patendo fortemente lo strappo dalla sua realtà d’origine.

“Tante persone oggi si vedono arrivare sui barconi. Credo che bisognerebbe pensare a questi strappi, a questi sacrifici, aqueste vicissitudini tanto dolorose, perché se non fossero dolorose non verrebbero!”, avverte.

In Italia, in particolare nel Cuneese, a Dronero, ha fatto il saldatore e il giardiniere lavorando più di dieci ore al giorno.Si è imbattuto in una comunità che lo ha fatto sentire a casa. Così ha scoperto la fede cristiana, della quale, nonostantel’educazione all’ateismo sotto il regime comunista, aveva conservato traccia grazie alle canzoni sussurrategli dalla nonna.

Dieci anni dopo veniva ordinato prete da Giovanni Paolo II per la Fraternità Sacerdotale dei Figli della Croce, Comunità Casa di Maria. Nel 2017 ha fatto ritorno nel suo Paese, come sacerdote fidei donum. Due giorni fa papa Francesco l’ha nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Tirana-Durazzo.

“Sono sincero… mai e poi mai avrei né pensato né desiderato una cosa simile – commenta -. Ero molto felice di vivere il contesto parrocchiale, il contesto familiare quotidiano che ho sempre vissuto, con la mia comunità, con i parrocchiani con le persone che ci sono affidate. Adesso è successa questa ulteriore chiamata, questa nomina del Santo Padre Francesco. L’ho accolta con fiducia nel Signore, nella Madonna, e con obbedienza alla Chiesa”.

da Avvenire

Albania / La Tirana di Zef il frate risorto dai lavori forzati

scheda libro online su ibs con il 15% di sconto

Il sangue di Abele. Vivi per testimoniare Titolo Il sangue di Abele. Vivi per testimoniare
Autore Pllumi Zef
Prezzo
Sconto 15%
€ 11,05
(Prezzo di copertina € 13,00 Risparmio € 1,95)

Incontrammo padre Zef Pllumi a Tirana nel 1992. Questo indomito francescano, dallo sguardo risoluto ma mite, aveva scontato 22 anni di carcere nei duri lager di Enver Hoxha. Scarcerato da poco, aveva resuscitato la parrocchia di Sant’Antonio in uno dei rioni più poveri della capitale albanese. E i parrocchiani gli regalarono un saio. Non lo indossava da decenni.

Resuscitare è il verbo adatto perché la chiesa, come tutti gli altri templi, era stata chiusa per trent’anni. Gli chiedemmo, attenti a dosare le parole e con pudore, se avesse sofferto. Padre Zef chiuse gli occhi, poi sorrise e avvicinò a sé il nipotino tenendogli la mano sul capo come per proteggerlo dal passato che andava evocando: «Lo stesso lavoro forzato – cominciò a dire – era una tortura. Lavoravamo immersi nell’acqua con le sanguisughe che si attaccavano a tutto il corpo. Chi non lavorava veniva bastonato sul posto e poi appeso per ore a una specie di croce. Restava penzoloni, tenuto soltanto con i polsi, finché non sveniva». Poi ci accorgemmo che il bambino, Zef come lui, sgranava gli occhi spaventato, come se avesse visto l’orco delle fiabe, e padre Zef ammutolì, chiudendo la botola su quell’abisso d’orrore.

Questo dolore l’ha tenuto chiuso dentro di sé per anni, per guardare soltanto al futuro. Poi padre Zef, che è morto in un ospedale di Roma nel 2007 (a Tirana fu decretato il lutto nazionale), decise di raccontare il lungo inverno che aveva vissuto e pubblicò in tre volumi un memoriale che nel titolo indica una missione: Rrno vetëm për me tregue «Vivi per testimoniare». Come tanti intellettuali che patirono la sua stessa sorte, padre Zef, pur scusandosi per non essere un vero scrittore, sentì il dovere di raccontare ai posteri, affinché l’orrore non potesse più ripetersi in Albania.

Solo oggi viene pubblicata in Italia la prima parte del memoriale con il titolo «Il sangue di Abele. Vivi per testimoniare» (Diana Edizioni, pagine 300, euro 13,00), del quale pubblichiamo a lato un breve estratto. È un libro denso per il dolore, che affiora in ogni riga, di una Chiesa martire che ha vissuto un lungo Getsemani, raccolta nella preghiera e nel timore.

Padre Zef comincia la narrazione che è novizio nel convento di Scutari dove i francescani sono presenti dal 1635. Li seguiranno poi i gesuiti e, insieme, segneranno la cultura albanese. Sono loro, al congresso di Monastir nel 1908 a stabilire le regole dell’alfabeto albanese che diventa latino. La prima firma del documento finale è di Gjergj Fishta, il francescano ricordato come l’Omero dei Balcani.

Quando iniziano le persecuzioni contro le Chiese e la fede in generale padre Zef è tra le prime vittime del regime, piccolo fraticello imberbe che però affronta con piglio eroico il suo persecutore. È testimone del cosiddetto “Processo di Scutari” del ’46 che si concluse con sette condanne a morte.

Tra i fucilati, il giovane Marc Çuni accusato, per aver diffuso dei ciclostilati, di far parte del fantomatico gruppo eversivo, “Unione Albanese”. Il giovane Çuni, con i francescani Gjon Shllaku, Giovanni Fausti, Daniel Dajani, e poi Gjelosh Lulashi, Fran Mirakaj e Qerim Sadiku, insieme ad altri sacerdoti e religiosi che soffrirono e morirono nelle carceri del regime saranno proclamati Servi di Dio il 10 novembre del 2002 nella cattedrale di Scutari.

Nel 1946 padre Zef è testimone oculare di questa prima sofferenze. Non tocca ancora a lui. Sa degli interrogatori e ha il racconto delle violenze che i suoi confratelli pativano: «Con gli interrogatori – ricorda – non si cercava la verità, ma il modo di attuare il disegno del partito che necessitava di un pretesto legale per annientare la Chiesa Cattolica».
Il 13 gennaio 1948 si trova lui stesso sul banco degli imputati con le catene ai polsi.

Gli consegnano l’atto d’accusa. Folle. Frate Zef, con altri dieci francescani, è ritenuto, tra l’altro, «colpevole della notte di San Bartolomeo in Francia», di «aver impedito il progresso della scienza perseguitando gli scienziati e bruciandoli sul rogo, tra questi Giordano Bruno e Galileo Galilei» che, per verità, si spense a casa sua.A inchiodarli è poi l’accusa di aver «predicato dottrine religiose non conformi con la laicità del popolo».

Padre Zef sarà condannato a tre anni. Li passerà in lager infernali e il suo corpo sarà martoriato. Il francescano scrive tutto. Racconta gli strazi e le mortificazioni, le torture e le privazioni. Mai rassegnato e senza odi e rancori. Senza censure, spalanca la botola e mostra l’abisso, anche perché suo nipote Zef è abbastanza grande per sapere cosa hanno fatto gli orchi. Non nelle fiabe, ma nella storia recente dell’Albania.

Giovanni Ruggiero

avvenire.it