Ricorrenza. L’anno giubilare di Teresa di Lisieux, santa che unisce Francia e Italia

Il santuario di Alencon città natale in Normandia della misitica carmelitana

A 150 anni dalla nascita e a un secolo dalla beatificazione, questo 2023, non solo in Francia, sarà particolarmente ricco di occasioni per accostarsi alla figura di Teresa di Gesù Bambino, la santa della Normandia conosciuta come Teresa di Lisieux. Gli anni della sua vita terrena corrispondono appena alle ore d’una giornata: infatti morì ad appena 24 anni.
Suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, detta di Lisieux, al secolo Marie-Françoise Thérèse Martin (Alençon, 2 gennaio 1873 – Lisieux, 30 settembre 1897), è stata una carmelitana francese. Beatificata il 29 aprile 1923 da papa Pio XI, fu proclamata santa dallo stesso Pontefice brianzolo il 17 maggio 1925. È patrona dei missionari dal 1927 assieme al gesuita san Francesco Saverio e, dal 1944, assieme a sant’Anna, madre della Beata Vergine Maria, e a Giovanna d’Arco, patrona di Francia. Il 19 ottobre 1997, nel centenario della sua morte, fu proclamata da Giovanni Paolo II dottore della Chiesa, terza donna, a quella data, a ricevere tale titolo dopo Caterina da Siena e Teresa d’Avila nel 1970.

Le tappe di questo anno giubilare

A sorpresa le commemorazioni e gli eventi dell’Anno giubilare in onore della santa correranno su un binario doppio. Accanto a quello pienamente religioso, ve ne sarà uno di «celebrazioni culturali» posto sotto l’egida della comunità internazionale. Su proposta della Francia, supportata ufficialmente pure da Italia e Belgio, l’anniversario della nascita di Teresa di Gesù Bambino è stato inserito fra quelli del biennio 2022-2023 sostenuti dall’Unesco. «Questa celebrazione contribuirà ad apportare una più grande visibilità e giustizia alle donne che hanno promosso, con le loro azioni, i valori della pace», si può leggere nella motivazione, avallata all’unanimità durante la Conferenza generale dell’Unesco del novembre 2021.
In quell’occasione il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ringraziando a nome della Santa Sede l’agenzia dell’Onu preposta alla cultura, all’educazione, alla scienza e alla comunicazione, aveva sottolineato l’importanza di questo riconoscimento e di quello parallelo per gli 850 anni dalla morte di san Nersès il Grazioso, patriarca degli armeni (1102-1173). «La loro testimonianza – aveva evidenziato il porporato vicentino – ci lascia una traccia dell’inestimabile patrimonio cristiano che ha segnato la formazione socioculturale dell’umanità. Ma è pure un invito a considerare la dimensione trascendente della vita per coltivare assieme il sogno di un umanesimo solidale».
Un segno quello dell’Unesco di inserire questo anniversario teresiano come una data simbolo per fare memoria della santa di Lisieux a cui plaude padre Thierry Hénault-Morel, il rettore del Santuario, nel cuore di Alençon dedicato ai genitori di Teresina, canonizzati proprio da papa Francesco nel 2015: Louis e Zélie Martin. «L’anniversario, che in prima battuta è un appuntamento ecclesiale rivolto ai credenti, è stato adesso accolto anche dalla società civile attraverso questo riconoscimento. Il Giubileo sancito da Roma viene vissuto in particolare ad Alençon e a Lisieux e intende essere, attraverso numerosi eventi,¬- spiega padre Thierry Hénault-Morel- un’occasione di conversione e un momento di grazia. A ciò si aggiunge il riconoscimento dell’Unesco, organismo internazionale non confessionale, che scorge nella personalità stessa di Teresa una donna, modello per l’umanità, che si è spesa nei campi dell’educazione, della cultura e della pace. L’Unesco non è insensibile a una certa forma di promozione femminile, nel senso dell’apporto delle donne e del loro “tocco” su grandi cause».

Per evidenziare la portata planetaria dell’attenzione e della devozione verso la santa, le Missioni estere di Parigi hanno offerto la propria sede per la mostra «Teresa di Lisieux e l’ardore dell’amore» (15 gennaio-15 marzo), concepita dall’Associazione degli amici di Teresa e del Carmelo di Lisieux, in collaborazione con padre Didier-Marie Golay, carmelitano scalzo a Lisieux. Promossa per essere itinerante e raggiungere pure l’Italia, la mostra evidenzia fra l’altro i legami poco noti della santa con l’Estremo Oriente, ad esempio con il Vietnam e la Cambogia.
Cominciate a inizio anno a Lisieux e Alençon, quest’ultima città natale normanna della santa, le celebrazioni culturali ggiungeranno la Spagna e la Svizzera, fra agosto e settembre, ma riguarderanno ancor prima l’Italia.

Un'immagine di santa Teresina di Gesù, detta di Lisieux, (1873-1897)

Un’immagine di santa Teresina di Gesù, detta di Lisieux, (1873-1897) – .

 

Come verrà ricordata la santa nel nostro Paese in questo 2023

Roma, presso la “Teresianum”, la Pontificia Facoltà teologica legata all’Ordine carmelitano, sono previsti incontri di riflessione dal 12 al 16 marzo, con l’arrivo della mostra itinerante, poi l’8 e il 9 giugno con il seminario «Teresa di Lisieux, paradigma di santità moderna?». La tappa seguente sarà nella diocesi di Cremona. Dal 20 al 30 marzo, assieme alla mostra accolta nel Battistero della Cattedrale, si potrà assistere a una conferenza presso la sede locale dell’Università Cattolica, il 23, prima di un concerto, il 30, in Cattedrale, dove risuoneranno dei violini fabbricati con il legno d’imbarcazioni degli esiliati. È prevista la lettura di testi teresiani, accostati a quelli di scrittori e filosofi.
Da fine giugno, la mostra sarà accolta nella Cattedrale di Rimini e resterà visitabile anche durante le giornate del Meeting di Comunione e Liberazione (20-25 agosto). In autunno il ciclo tornerà in Lombardia, sotto il patrocinio dell’arcidiocesi di Milano, con un programma in fase di definizione. In Svizzera e in Spagna, le città interessate saranno Lugano, alla Facoltà di teologia, e Avila, presso il Centro universitario Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce che accoglierà ad agosto un intervento di monsignor Francesco Follo, già osservatore permanente della Santa Sede presso l’Unesco a Parigi.
avvenire.it

Santo del giorno 1 Ottobre Teresa di Lisieux

È nelle imperfezioni che Dio parla a chi lo cerca

Senza l’amore di Dio il mondo sarebbe solo un arido deserto in cui saremmo condannati a tenere lo sguardo sui nostri limiti e sui nostri errori. È invece proprio quell’amore infinito che diede origine a tutto che dona il senso di una vita aperta agli altri e, passo dopo passo, destinata a giungere al cuore di Dio stesso. È questa la via percorsa da santa Teresa di Gesù Bambino, per tutti Teresa di Lisieux, il cui intenso cammino spirituale conobbe anche il buio dell’assenza, del vuoto spirituale, così come il peso della sofferenza fisica. Grazie a quegli ostacoli, come narrato in «Storia di un’anima», Teresa scoprì la sua ‘piccola via’ verso Dio: è nelle imperfezioni della vita che è possibile cogliere con più forza l’amore del Signore. Nata nel 1873 ad Alençon in Francia, Teresa era cresciuta in una famiglia ‘santa’ (anche i genitori sono stati canonizzati) e, giovanissima, era entrata nel Carmelo di Lisieux. La sua ricerca spirituale sui passi della santità venne interrotto dalla tubercolosi: morì nel 1897 all’età di 24 anni. Nel 1997 è stata proclamata dottore della Chiesa.

Altri santi. San Bavone di Gand, eremita (589-659); beata Cecilia Eusepi, terziaria servita (1910-1928).

Letture. Romano. Bar 1,15-22; Sal 78; Lc 10,13-16.

Ambrosiano. 2Pt 3,10-18; Sal 96 (97); Lc 20,1-8.

Bizantino. Fil 1,27-2,4; Lc 6,17-23.

Santo del Giorno 1 Ottobre 2013

Santa Teresa di Gesù Bambino (di Lisieux) Vergine e dottore della Chiesa

1 ottobre

Alençon (Francia), 2 gennaio 1873 – Lisieux, 30 settembre 1897

La Francia dell’Ottocento è il primo paese d’Europa nel quale cominciò a diffondersi la convinzione di poter fare a meno di Dio, di poter vivere come se egli non esistesse. Proprio nel paese d’Oltralpe, tuttavia, alcune figure di santi, come Teresa di Lisieux, ricordarono che il senso della vita è proprio quello di conoscere e amare Dio. Teresa nacque nel 1873 in un ambiente profondamente credente. Di recente anche i suoi genitori sono stati dichiarati beati. Ella ricevette, dunque, una educazione profondamente religiosa che presto la indusse a scegliere la vita religiosa presso il carmelo di Lisieux. Qui ella si affida progressivamente a Dio. Su suggerimento della superiora tiene un diario sul quale annota le tappe della sua vita interiore. Scrive nel 1895: «Il 9 giugno, festa della Santissima Trinità, ho ricevuto la grazia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato». All’amore di Dio Teresa vuol rispondere con tutte le sue forze e il suo entusiasmo giovanile. Non sa, però, che l’amore la condurrà attraverso la via della privazione e della tenebra. L’anno successivo, il 1896, si manifestano i primi segni della tubercolosi che la porterà alla morte. Ancor più dolorosa è l’esperienza dell’assenza di Dio. Abituata a vivere alla sua presenza, Teresa si trova avvolta in una tenebra in cui Le è impossibile vedere alcun segno soprannaturale. Vi è, però, un’ultima tappa compiuta dalla santa. Ella apprende che a lei, piccola, è affidata la conoscenza della piccola via, la via dell’abbandono alla volontà di Dio. La vita, allora, diviene per Teresa un gioco spensierato perché anche nei momenti di abbandono Dio vigila ed è pronto a prendere tra le sue braccia chi a Lui si affida.

Patronato: Missionari, Francia

Etimologia: Teresa = cacciatrice, dal greco; oppure donna amabile e forte, dal tedesco

Emblema: Giglio, Rosa

Martirologio Romano: Memoria di santa Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa: entrata ancora adolescente nel Carmelo di Lisieux in Francia, divenne per purezza e semplicità di vita maestra di santità in Cristo, insegnando la via dell’infanzia spirituale per giungere alla perfezione cristiana e ponendo ogni mistica sollecitudine al servizio della salvezza delle anime e della crescita della Chiesa. Concluse la sua vita il 30 settembre, all’età di venticinque anni.
(30 settembre: A Lisieux in Francia, anniversario della morte di santa Teresa di Gesù Bambino, la cui memoria si celebra domani).

Si arrampica a Milano sul Duomo fino alla Madonnina, a Pisa sulla Torre, e a Roma si spinge anche nei posti proibiti del Colosseo. La quattordicenne Teresa Martin è la figura più attraente del pellegrinaggio francese, giunto in Roma a fine 1887 per il giubileo sacerdotale di Leone XIII. Ma, nell’udienza pontificia a tutto il gruppo, sbigottisce i prelati chiedendo direttamente al Papa di poter entrare in monastero subito, prima dei 18 anni. Cauta è la risposta di Leone XIII; ma dopo quattro mesi Teresa entra nel Carmelo di Lisieux, dove l’hanno preceduta due sue sorelle (e lei non sarà l’ultima).
I Martin di Alençon: piccola e prospera borghesia del lavoro specializzato. Il padre ha imparato l’orologeria in Svizzera. La madre dirige merlettaie che a domicilio fanno i celebri pizzi di Alençon. Conti in ordine, leggendaria puntualità nei pagamenti come alla Messa, stimatissimi. E compatiti per tanti lutti in famiglia: quattro morti tra i nove figli. Poi muore anche la madre, quando Teresa ha soltanto quattro anni.
In monastero ha preso il nome di suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, ma non trova l’isola di santità che s’aspettava. Tutto puntuale, tutto in ordine. Ma è scadente la sostanza. La superiora non la capisce, qualcuna la maltratta. Lo spirito che lei cercava, proprio non c’è, ma, invece di piangerne l’assenza, Teresa lo fa nascere dentro di sé. E in sé compie la riforma del monastero. Trasforma in stimoli di santificazione maltrattamenti, mediocrità, storture, restituendo gioia in cambio delle offese.
E’ una mistica che rifiuta il pio isolamento. La fanno soffrire? E lei è quella che “può farvi morir dal ridere durante la ricreazione”, come deve ammettere proprio la superiora grintosa. Dopodiché, nel 1897 lei è già morta, dopo meno di un decennio di vita religiosa oscurissima. Ma è da morta che diviene protagonista, apostola, missionaria. Sua sorella Paolina (suor Agnese nel Carmelo) le ha chiesto di raccontare le sue esperienze spirituali, che escono in volume col titolo Storia di un’anima nel 1898. Così la voce di questa carmelitana morta percorre la Francia e il mondo, colpisce gli intellettuali, suscita anche emozioni e tenerezze popolari che Pio XI corregge raccomandando al vescovo di Bayeux: “Dite e fate dire che si è resa un po’ troppo insipida la spiritualità di Teresa. Com’è maschia e virile, invece! Santa Teresa di Gesù Bambino, di cui tutta la dottrina predica la rinuncia, è un grand’uomo”. Ed è lui che la canonizza nel 1925.
Non solo. Nel 1929, mentre in Urss trionfa Stalin, Pio XI già crea il Collegio Russicum, allo scopo di formare sacerdoti per l’apostolato in Russia, quando le cose cambieranno. Già allora. E come patrona di questa sfida designa appunto lei, suor Teresa di Gesù Bambino.


Autore:
Domenico Agasso – Famiglia Cristiana