Riaprono Uffici diocesi Reggio Emilia

Si comunica che da lunedì 25 maggio 2020, riprenderà la possibilità per i nostri utenti di accedere a tutti gli uffici, concordando un appuntamento che potrà essere richiesto telefonicamente o tramite posta elettronica, come da indicazioni sotto riportate.

Gli utenti dovranno presentarsi alla portineria della Curia, muniti dei dispositivi di protezione (mascherina e guanti)

Segreteria Vescovile  05221757918  segreteria@massimocamisasca.it

Vicario Generale   05221757908   vicariogeneralere@gmail.com

Vicario Episcopale per il coordinamento degli Uffici pastorali (Don Pietro Adani)   05221757944 pietroadani@gmail.com

Cancelleria- Ufficio giuridico  05221757906  dpg@diocesi.re.it

Uffici Amministrativi(amministrazione, economato, coordinamento e tecnico)  05221757983 sportellounico@diocesi.re.it

Beni Culturali  05221757904  beniculturali@diocesi.re.it

Istituto diocesano sostentamento clero  05221757900 segreteria@idsc.re.it

Centro diocesano comunicazioni sociali  0522452107 redazione@laliberta.info

Segreteria uffici pastorali(Catechistico, Giovanile, Famigliare, Vocazionale, universitario)  3421117548 segreteriapastorale.diocesire@gmail.com  

Ufficio liturgico 05221757967  liturgia@diocesi.re.it

Caritas Diocesana 0522922520  segreteria@caritasreggiana.it

Centro missionario 0522436840  missioni@cmdre.it

Ufficio scuola (IRC) 0522454937 scuola.irc@diocesi.re.it

diocesi.re.it

Progetto UniMoRe 2020, riparte il cantiere e si torna a pensare al domani. Reggio sarà al centro dello sviluppo del centro nord Italia


Il Comitato Reggio Città Universitaria ha realizzato un video di presentazione per il nuovo progetto che lega radici storiche e futuro tra meccatronica e digitale

Continua l’adesione di privati, imprese e liberi professionisti a sostegno del Progetto UniMoRe 2020, che il 24 novembre di quest’anno inaugurerà i suoi locali sull’area dell’ex seminario reggiano. Per spiegarlo il Comitato Reggio Città Universitaria ha realizzato un video di presentazione che sottolinea le potenzialità e l’aspetto innovativo del progetto, nella prospettiva di valorizzare una città servita da una stazione ad alta velocità collegata ai principali centri italiani.
“Nato come scuola, tornerà ad essere scuola”. Il video ripercorre la storia del progetto che affonda le sue radici il 24 novembre 1954, quando venne inaugurata la nuova sede del seminario di Reggio Emilia. “Dopo quasi 70 anni ad essere cambiate sono sia Reggio Emilia, sia il suo modo di studiare e di lavorare”, commenta Mauro Severi, presidente di Reggio Città Universitaria.
In accordo con l’Università di Modena e Reggio, la diocesi di Reggio Emilia e Guastalla ha messo a disposizione della città l’immobile, che diventerà il terzo Polo universitario. La novità del progetto è che ad essere coinvolte sono istituzioni sia pubbliche che private, imprenditori, liberi professionisti e privati cittadini che hanno scelto di contribuire a questo progetto.
Il terzo polo universitario che sorgerà in viale Timavo, nel cuore della città, ospiterà circa 2000 persone, nuove aule, laboratori, 3 auditorium, oltre 100 uffici e 180 posti letto per studenti. “L’ex seminario – prosegue Severi – sarà il motore di una nuova cultura professionale, nonché propulsore di un nuovo sviluppo delle competenze a disposizione delle imprese, forza motrice di un’apertura nazionale e internazionale di Reggio Emilia. Grazie alla sua posizione geografica questa struttura diventerà un nodo di sviluppo e di attrattività nei confronti del territorio e di tutto il centronord”.
Nel video, che verrà utilizzato per spiegare il progetto a opinion leader, stampa e imprenditori italiani ed esteri, si sottolinea come questa attrattività sarà facilitata dalla stazione mediopadana dell’Alta velocità, da un efficace collegamento con Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma e Napoli. “Siamo nella Motor Valley e grazie allo sviluppo di questo nuovo polo universitario – conclude Severi – si svilupperanno le competenze dei professionisti di domani, che potranno operare anche nel settore della meccatronica e del digitale. Il cantiere si è già messo in modo. Chi crede in questo nuovo tempo di rinnovamento può contribuire alla sua realizzazione”.
Il video presenta anche, per la prima volta, il folto gruppo di enti, imprese, liberi professionisti e privati che sostengono il progetto. La campagna adesioni è stata sospesa in queste settimane a causa del Covid-19, ma con la ripresa del cantiere è ripartito l’intero progetto. I ritardi verranno recuperati nei prossimi mesi così da confermare la consegna per l’autunno 2020.
Il progetto trova sostegno da parte di tutti gli enti locali: Comune, Provincia e Regione, oltre che di Unindustria, Camera di Commercio e Fondazione Manodori. Sono decine le associazioni e le imprese che hanno già risposto positivamente. L’invito del Vescovo Massimo Camisasca, al fine di chiudere il progetto, è stato rivolto anche a 10 “categorie”: avvocati, ingegneri, notai, architetti, commercialisti, medici, politici, commercianti e benefattori privati. Si mira a raccogliere 300 adesioni con un sostegno di 1000 euro all’anno per tre anni. Ad oggi sono state raccolte oltre 40 adesioni. La strada è ancora lunga, ma la ripresa del cantiere è un bel segno di fiducia.(laliberta.info)

Albania. Arrivò in Italia su un barcone. Ora è vescovo

La storia di don Arjan Dodaj, 43 anni, ordinato sacerdote da Giovanni Paolo II e due giorni fa nominato da Francesco ausiliare dell’arcidiocesi di Tirana-Durazzo
Don Arjan Dodaj

Don Arjan Dodaj – da Twitter

Da migrante giunto in Italia su un barcone a vescovo. È la storia, raccontata dai media vaticani, di Arjan Dodaj, 43 anni, nato Laç-Kurbin sulla costa dell’Albania. Era arrivato sedicenne come migrante dopo aver attraversato l’Adriatico su un barcone. Fuggito dal suo Paese in una notte del settembre 1993, in cerca di futuro e del modo di aiutare la sua famiglia povera, è approdato in Italia, patendo fortemente lo strappo dalla sua realtà d’origine.

“Tante persone oggi si vedono arrivare sui barconi. Credo che bisognerebbe pensare a questi strappi, a questi sacrifici, aqueste vicissitudini tanto dolorose, perché se non fossero dolorose non verrebbero!”, avverte.

In Italia, in particolare nel Cuneese, a Dronero, ha fatto il saldatore e il giardiniere lavorando più di dieci ore al giorno.Si è imbattuto in una comunità che lo ha fatto sentire a casa. Così ha scoperto la fede cristiana, della quale, nonostantel’educazione all’ateismo sotto il regime comunista, aveva conservato traccia grazie alle canzoni sussurrategli dalla nonna.

Dieci anni dopo veniva ordinato prete da Giovanni Paolo II per la Fraternità Sacerdotale dei Figli della Croce, Comunità Casa di Maria. Nel 2017 ha fatto ritorno nel suo Paese, come sacerdote fidei donum. Due giorni fa papa Francesco l’ha nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Tirana-Durazzo.

“Sono sincero… mai e poi mai avrei né pensato né desiderato una cosa simile – commenta -. Ero molto felice di vivere il contesto parrocchiale, il contesto familiare quotidiano che ho sempre vissuto, con la mia comunità, con i parrocchiani con le persone che ci sono affidate. Adesso è successa questa ulteriore chiamata, questa nomina del Santo Padre Francesco. L’ho accolta con fiducia nel Signore, nella Madonna, e con obbedienza alla Chiesa”.

da Avvenire