L’anticipazione. Tra due mesi al Salone di Parigi la prima Jeep elettrica

Arriverà su strada tra meno di un anno e potrebbe chiamasi Jeepster. Ecco le altre novità attese
La prima foto ufficiale del nuovo B-Suv elettrico di Jeep

La prima foto ufficiale del nuovo B-Suv elettrico di Jeep – .

Solo il nome della prima Jeep elettrica della storia è ancora da svelare ufficialmente, anche se accreditate indiscrezioni dicono che potrebbe chiamarsi Jeepster. Le forme invece, quelle non sono più un mistero dopo che Stellantis qualche giorno fa ha pubblicato la prima foto ufficiale. Su strada la vedremo tra poco meno di un anno, mentre il primo appuntamento “dal vivo” sarà probabilmente al Mondial de l’Auto 2022, cioè il Salone di Parigi, che aprirà i battenti il 18 ottobre anche se con un format ben lontano dagli anni d’oro del passato.

L’elenco delle Case costruttrici che porteranno le loro novità nel padiglioni della tradizionale area di Paris Expo Porte de Versailles non è ancora definitivo, e vede aggiungersi ogni giorno qualche nuovo nome ai presentì mentre la lista degli assentì è nota da tempo, ed è purtroppo molto lunga. Va precisato che per dare forza al Mondial de l’Auto, gli organizzatori l’hanno collegato ad un altro show molto seguito, l’Equip Auto che viene dedicato alla componentistica, ai ricambi e all’assistenza. Il tutto è stato inserito in un evento “misto” – denominato Paris Automotive Week – che prevede dibattiti e conferenze per riunire professionisti e pubblico e offrire un’opportunità per l’industria automobilistica di condividere la sua visione del futuro dell’automobile e della mobilità.

Protagonisti annunciati al Salone saranno i costruttori francesi, con il Gruppo Renault in primo piano. Ci saranno i marchi Renault, Dacia, Alpine e Mobilize, ognuno dei quali presenterà almeno un modello in esclusiva mondiale. Nello stand della Losanga sarà presente anche la Formula 1 del team Alpine accanto a nuove soluzioni di mobilità per il futuro. Su tutto svetterà il lancio in prima mondiale del modello elettrico che Renault ha progettato per raccogliere l’eredità dell’iconica R4.

Stellantis porterà invece all’ Expo Porte de Versailles il brand premium DS, affiancato da Peugeot e – unico marchio in rappresentanza delle Case non francesi del gruppo – Jeep, che appunto dovrebbe svelare il suo B-Suv elettrico. Da Peugeot potrebbe arrivare oltre al debutto ufficiale della nuova 408, anche una anticipazione sotto forma di concept del restyling che interesserà nel corso del 2023 sia la 208 sia la 2008, ma non è esclusa una presenza sotto forma di prototipo di un’altra piccola city-car elettrica.

Anche Mercedes ha parecchie novità autunnali da svelare a Parigi. Quasi certa la presenza delle Classe A e Classe B restyling, molto attese dal pubblico europeo, che saranno affiancate dalle novità del marchio tedesco in ambito lusso ed elettrico. Importante anche la presenza al Salone di Parigi della Smart, o meglio della nuova Smart dato che l’azienda – che ha appena presentato il suv #1 – è ora sino-tedesca, in quanto partecipata
ala 50% da Mercedes e da Zhejiang Geely Holding Group.

Nutrito il plotone delle Case costruttrici cinesi che hanno scelto il Salone di Parigi per rafforzare la loro presenza in Europa o per farsi conoscere del tutto. È il caso di Byd (il secondo costruttore di Bev al mondo dopo Tesla e davanti a Volkswagen) che utilizzerà questo evento come trampolino di lancio per i suoi modelli elettrici destinati all’Europa. O ancora della Great Wall Motors, che farà debuttare in Francia il modello compatto Ora Cat, basato sulla piattaforma Lemon e accreditato di un’autonomia di 400 km. Ci sarà anche il primo Suv alimentato a idrogeno NamX HUV frutto di una alleanza tecnologica afro-europea e disegnato con la consulenza di Pininfarina. All’ultimo momento potrebbe aggiungersi anche l’emergente costruttore vietnamita VinFast che ha egualmente fatto disegnare alcuni modelli elettrici a Pininfarina e che collabora anche per la futura estensione della gamma globale con Torino Design.

Avvenire

 

L’anteprima. Aceman, la prossima Mini è l’auto di un altro mondo

Debutterà tra due anni, sarà solo elettrica e fedele al DNA del marchio. Il debutto? A una fiera di videogiochi, particolare che dice molto
La futura Mini Aceman

La futura Mini Aceman

da Avvenire

Cambiare totalmente per rimanere sempre fedele al proprio DNA. Può essere definita così la nuova Mini Concept Aceman presentata dalla casa inglese. Le proporzioni della vettura sono infatti quelle classiche della Mini, ma sottolineate da una serie di accenti stilistici che la rendono moderna e distintiva. La Mini Concept Aceman anticipa un nuovo modello di serie, una piccola crossover che arriverà nel 2024. «Questo prototipo offre un primo assaggio di un’auto completamente nuova, che colmerà lo spazio tra la Mini Cooper e la Mini Countryman nel futuro della famiglia di modelli», ha dichiarato Stefanie Wurst, responsabile del brand Mini.

Il design fonde le caratteristiche distintive dei due modelli di maggior successo del marchio, Cooper e Countryman, per creare una moderna interpretazione di un crossover elettrico. Le dimensioni indicano una lunghezza di 4,05 metri, una larghezza di 1,99 metri e un’altezza di 1,59 metri, in un design che rinuncia definitivamente alle finiture cromate sulla carrozzeria. Il frontale presenta la nuova griglia delimitata da una cornice a Led, tecnologia presente anche nei gruppi ottici che sono in grado di riprodurre fino a 20 firme luminose differenti, in base alla scelta del guidatore.

I grossi passaruota squadrati che spiccano sulle fiancate coprono cerchi in lega da 20 pollici. L’impostazione minimal dell’abitacolo nasconde il massimo della tecnologia di bordo, concentrata nel nuovo sistema d’infotainment. Poggia sulla piattaforma Android Open Source Project (Aosp) e permette la proiezione di immagini per tutta l’ampiezza della plancia, che ospita il display Oled circolare per la gestione delle varie funzioni. Il tetto panoramico in vetro della Aceman illumina l’interno con la Union Jack, la cui trama viene modellata dai montanti trasversali e diagonali del portapacchi. La svolta green di Mini Aceman si completa con i tessuti sostenibili presenti su sedili e volante, in sostituzione della pelle. Non sono stati forniti dettagli sul motore elettrico della vettura che sarà mostrata in versione definitiva per la prima volta alla fiera di videogiochi e computer Gamescom 2022 di Colonia. Anche questo è un segnale di una visione inedita, non solo per Mini, sul mercato del futuro.

L’allarme. Assicurazione auto/moto: ogni anno truffati 600 mila italiani

I dati di una ricerca realizzata per Facile.it: 268 euro l’importo medio sottratto. Ma non è il settore dove le frodi sono più frequenti
Assicurazione auto/moto: ogni anno truffati 600 mila italiani

I numeri sono interessanti: l’1,4% degli italiani, vale a dire circa 600mila persone, negli ultimi 12 mesi ha subito una truffa nell’ambito dell’assicurazione auto/moto, per un importo medio sottratto di 268 euro. Sono i dati emersi dall’indagine realizzata per Facile.it dagli istituti mUp Research e Norstat. Non è poco, ma va sottolineato che, sebbene l’Rc auto/moto sia ritenuta da alcuni una delle aree maggiormente a rischio, i dati emersi dalla ricerca, realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale, evidenziano come sia, tra i campi analizzati, quello dove in percentuale gli italiani sono caduti in trappola con meno frequenza. Guardando alle altre voci di spesa famigliare, ad esempio, emerge che il 7,1% dei rispondenti ha subito una truffa legata alle utenze luce e gas, il 6,5% nell’ambito delle carte elettroniche e il 5,2% nella telefonia mobile. Considerando le voci di spesa familiare analizzate, gli italiani “beffati” nell’ultimo anno sono complessivamente 8,3 milioni, con un danno economico stimato che supera i 3 miliardi di euro.

Se per l’Rc Auto/moto la truffa media è risultata di 268 euro, l’indagine ha sottolineato come l’importo cambi a seconda della voce di spesa familiare analizzata. Il danno più elevato è stato registrato tra i prestiti personali dove chi è stato frodato ha perso, sempre in media, 1.490 euro, mentre sono 279 euro quelli persi per truffe inerenti ai conti correnti. Nel 45% dei casi (compresi quelli della Rc), le truffe sono passate attraverso un’email, nel 26% tramite Sms (31% nel caso dei conti correnti) e nel 21,5% da siti web fasulli (29% per le carte elettroniche). Va detto, però, che ogni settore ha le sue specificità. Quando si parla di frodi nell’ambito delle utenze luce e gas, ad esempio, tra i canali più usati dai malfattori ci sono i finti call center (44%, molto attivi anche sulle polizze) e le visite porta a porta (31,3%). La nuova frontiera della truffa passa ovviamente anche dai social network, particolarmente usati nell’ambito dei prestiti personali (15,9%), e dalle App di messaggistica istantanea, attraverso cui sono stati truffati circa il 9% dei rispondenti.

Cosa accade dopo la truffa? Purtroppo, il 41,5% di chi cade in trappola non denuncia la frode. Il dato arriva addirittura al 55,1% nella telefonia mobile e al 54,5% nei prestiti personali. Ma per quali motivi non si denuncia? Tra i 3,4 milioni che non hanno denunciato la truffa subita, il 33% ha detto di non averlo fatto perché il danno economico era basso, mentre il 27% perché era certo che non avrebbe recuperato quanto perso. Per circa 800 mila individui, invece, vi è una ragione di natura psicologica: il 15,1% ha detto che si sentiva ingenuo per esserci cascato, mentre il 9% ha dichiarato di non aver denunciato la frode perché non voleva che i familiari/conoscenti lo sapessero. Secondo l’indagine, le vittime predilette dei truffatori sono soprattutto gli uomini (22,5% rispetto al 15,7% del campione femminile) e, a dispetto di quanto si possa pensare, i rispondenti con un titolo di studio universitario (23,3% rispetto al 17% rilevato tra i non laureati). Infine, dal punto di vista anagrafico si nota che, a cadere in trappola, sono più sovente i giovani nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni (31,6% contro il 15% nella fascia 65-74 anni), mentre, a livello territoriale, sono i residenti nel Nord Italia (Nord Est 22,3% – Nord Ovest 21%).

Avvenire

Ecobonus. Stanziati altri 350 milioni, validi anche per le auto usate

Fino al 31 dicembre incentivi anche per acquistare vetture di seconda mano Euro 6 e con contestuale rottamazione di un veicolo di medesima categoria e di almeno 10 anni
Stanziati altri 350 milioni, validi anche per le auto usate

Un emendamento al decreto legge Sostegni bis approvato in commissione Bilancio alla Camera stanzia 350 milioni per l’ecobonus auto, che viene prorogato dal 30 giugno al 31 dicembre 2021. Gli aiuti vanno anche alle auto di seconda manoa patto che siano Euro 6 e con contestuale rottamazione di un veicolo di medesima categoria e di almeno 10 anni.

In una nota, la capogruppo di Italia Viva in Commissione Attività produttive della Camera, Sara Moretto, spiega che “si stanziano 60 milioni di euro per incentivare l’acquisto di auto elettriche o ibride nuove, 200 milioni per i veicoli euro 6 anche Diesel e benzina, 50 per i veicoli commerciali. Infine, 40 milioni per l’acquisto di auto usate non inquinanti”.

“Siamo soddisfatti – commenta – perché si tratta di una forma di incentivazione che aveva funzionato. Per questo era molto atteso sia dal settore automotive che dai cittadini”. Per il M5s, Giuseppe Chiazzese e Luca Sut, sottolineano “i 15 milioni di euro destinati all’acquisto di veicoli commerciali elettrici” dei 50 riservati ai commerciali. “Stiamo quindi proseguendo con le politiche a sostegno della mobilità a ‘zero emissioni’ che abbiamo messo in campo con costanza negli ultimi anni – aggiungono – I dati sulle immatricolazioni evidenziano il crescente interesse per le e-car e danno ragione alle nostre iniziative”.
Avvenire

Germania: auto sulla folla, due morti e feriti a Treviri


Un’auto ha investito diverse persone nella zona pedonale di Treviri, in Germania. Secondo le prime notizie ci sono almeno due morti e diversi feriti.

“Abbiamo arrestato una persona e la macchina è stata sequestrata. Secondo i primi accertamenti, due persone sono morte”, scrive la polizia locale sul suo profilo Twitter (ANSA).

Il progetto. A volte ritornano: la Mini Minor riparte dalla Cina

La Morris Mini Minor del 1959

La Morris Mini Minor del 1959

Al Gruppo Bmw, come a tutti i costruttori di modelli premium e quindi posizionati in una fascia di cilindrate che è mediamente elevata, serve avere in gamma auto di piccole dimensioni, quelle tipiche delle city car, per abbassare con propulsioni elettriche o termiche a basso impatto ambientale le medie delle emissioni della flotta. La strada scelta dalla Casa di Monaco rispecchia quella già percorsa da Daimler con Smart: mettere sul mercato, possibilmente con importanti volumi di vendita, un modello 3 porte da 3,40-3,50 di lunghezza, che è poco meno l’ingombro di una Fiat 500. Anziché optare per un’auto completamente inedita, magari con marchio Bmw (si era parlato di una Serie Zero) la scelta sembra essere caduta sul brand Mini e sul ritorno di un nome – quello di Minor– che contraddistingueva sotto la marca Morris proprio la prima generazione della city car britannica.

La Mini Minor, anticipa il magazine tedesco AutoBild che ne ha ricostruito anche il probabile aspetto, dovrebbe arrivare alla
fine del 2021 o al massimo nel 2022, frutto della collaborazione tra il Gruppo Bmw e la Casa cinese Great Wallche si occuperà
della fabbricazione. Disegnata traendo ispirazione dalla concept E-Mini presentata nei mesi scorsi, la nuova Mini Minor sarà lunga 3,4 metri e utilizzerà una speciale variante dell’attuale piattaforma modulare caratterizzata da un passo molto lungo per privilegiare l’abitabilità. Al debutto questa city car – riservata inizialmente al solo mercato cinese – sarà proposta in due varianti entrambe 100% elettriche: una con batteria da 38 kWh e 200 km di autonomia e una da 76 kWh da 300 km (quest’ultima potrebbe essere la prima Cooper elettrica nella storia del brand). Negli anni successivi, e sfruttando il 3 cilindri 1.5 e, probabilmente, anche un inedito 2 cilindri 1.0 con sezione ibrida, la Mini Minor dovrebbe essere proposta in tutti i mercati, Europa compresa, anche nelle versioni termiche e con carrozzeria anche cabriolet.

avvenire

Il mercato. Volkswagen a metano, un successo travolgente (anche troppo)

Volkswagen a metano, un successo travolgente (anche troppo)

In attesa della nuova generazione di vetture elettriche (entro il 2025 il gruppo Volkswagen produrrà oltre 30 modelli), il costruttore di Wolfsburg punta sul metano (e sul biometano), tanto da metterlo a disposizione ormai su tutti i suoi modelli più venduti: la eco up! (disponibile a metano dal 2013), la Golf TGI (dal 2014) e, dal 2017, laPolo. Interessante la mix di vendita: una up! venduta su quattro è oggi a metano mentre, per quanto riguardaPolo e Golf, il valore è una su tre.

I vantaggi. Perché questa decisione di puntare con così forte convinzione sul gas? Lo abbiamo chiesto a Francesco Furlan, responsabile marketing di Volkswagen Italia. «Rispetto a benzina e gasolio – spiega Furlan – il metano fornisce una quantità di energia notevolmente superiore: 1 kg di gas metano corrisponde rispettivamente a 1,3 litri di gasolio e a 1,5 litri di benzina. La capacità di 1 kg di gas metano è di 11,69 kWh, che scende a 9,86 per il gasolio, e a 8,77 per la benzina. Inoltre, il gas offre il vantaggio di poter essere ottenuto da materie prime rinnovabili in modo da neutralizzare le emissioni di CO2: per esempio, ciò significa che nella combustione del biometano prodotto in modo industriale (che ha la stessa struttura chimica del gas naturale) viene rilasciata la medesima quantità di CO2 che è stata precedentemente assorbita dalla crescita delle relative piante».

Il confronto. Normalmente le vetture a metano costano un po’ di più rispetto a quelle a benzina ma la differenza di prezzo dei carburanti (-30% in confronto al diesel e -55% rispetto alla benzina), permette di recuperare la differenza nel giro di uno o due anni, a seconda di quanti chilometri si percorrono mediamente. Il listino della eco up! parte da 13.750 euro (+ 2.250 rispetto al benzina); quello della Polo parte da 16,600 (+ 2.300) e quello della Golf parte da 23.250 (+ 2.150).

Tutto esaurito. Troppo successo però porta anche a conseguenze non del tutto positive. Volkswagen ha infattisospeso gli ordini di Polo, Golf e Golf Variant a metano. I modelli a gas naturale hanno visto nelle ultime settimane un incremento notevole delle vendite: un successo che dimostra come, nel nostro Paese, questa alimentazione possa riscuotere i favori dei consumatori in ragione del risparmio che offre e della rete, che negli anni si è allagata, soprattutto al Centro-Nord, e conta oggi 1.200 distributori. Le concessionarie, anche grazie alla promozione che prevede per la Golf TGI lo stesso prezzo della versione a benzina (da 17.900 euro), hanno esaurito la quota di vetture assegnata al mercato italiano. Per evitare attese eccessivamente lunghe, dunque, la Casa ha deciso di sospendere i nuovi ordini almeno fino all’estate.

Sotto il cofano. La eco up! è spinta da un 1.0 litri da 68 CV e 90 Nm d coppia massima con un’autonomia dichiarata di 380 km; la Polo (autonomia dichiarata di 390 km) ha lo stesso motore di 1.0 l ma con potenza (90 CV) e coppia (160 Nm) maggiori mentre, la Golf TGI, ha un bel 1.4 litri da 110 CV, 200 Nm di coppia massima e un’autonomia dichiarata di ben 420 km. La eco up! è quella che nel nostro test ci ha sorpreso di più perché, soprattutto in città, si disimpegna alla grande, consumando davvero poco. Ottimo lo sterzo (e il raggio di sterzata), così come la maneggevolezza e l’agilità. La Polo, arrivata alla sesta generazione con in archivio più di 14 milioni di esemplari venduti, è una delle auto più grandi tra le… piccole. E non si offenderà nessuno se la definiamo la “piccola Golf”. Tutta nuova, quindi, dal motore tre cilindri all’estetica e, soprattutto, con una dotazione di serie notevole. A bordo, onestamente, solo un “Golfista doc” è in grado di notare le differenze con la sorella maggiore con la quale condivide comfort, tenuta di strada (ottima), sicurezza generale (e non è una semplice impressione) e il classico piacere di guida.

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