Il cardinale Bassetti apre il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana. Nella Parola di Dio l’amore per il prossimo

L’Osservatore Romano

Riscoprire la centralità della Parola di Dio «è condizione per dirsi e diventare cristiani»; per questo «occorre tornare a un incontro personale e comunitario» con essa, «Parola mai ovvia, mai banale, tesoro inesauribile, che non afferreremo mai nella sua ricchezza e profondità». Ma c’è un’altra “cosa” che deve tornare a essere centrale e non solo nella vita dei cristiani: è la famiglia; «per il bene di tutti» si torni a investire su essa, «riportandola nello spazio pubblico, quale luogo decisivo da cui far ripartire il paese».
È contraddistinta da due appelli l’introduzione del presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinale Gualtiero Bassetti, che oggi apre a Roma la sessione invernale del Consiglio permanente. La celebrazione, il 26 gennaio, della Domenica della Parola di Dio è occasione per rinnovare «atteggiamenti primari ed essenziali» (l’ascolto e l’accoglienza dei testi sacri, la contemplazione) che poi generano il servizio concreto al prossimo: «Sappiamo per esperienza che, quando le persone — penso in particolare ai giovani — incontrano la Parola, ne ricavano una ricchezza inenarrabile, che conduce a scelte di vita donata nelle forme più diverse».
Bassetti invita a sentirsi convocati dalla Parola di Dio: «Sarà più facile avvicinare e riconoscere pure i tanti immigrati, che vivono accanto a noi, la maggior parte dei quali è di fede cristiana; la loro presenza porta con sé una serie di implicazioni pastorali che devono trovarci attenti e disponibili. Quando si permette alla Parola di liberare la sua carica profetica, diventano visibili i segni dello Spirito anche in mezzo alle ambiguità e alle contraddizioni del presente. Si diventa, allora, capaci di cogliere ciò che nella vita è vero, giusto, conforme al Vangelo e ciò che non lo è, per discernere e comportarsi di conseguenza».
Nonostante l’insistenza con cui già il concilio Vaticano II esortava alla lettura frequente della Parola, «l’ignoranza della sacra Scrittura rimane ampiamente diffusa, anche fra le persone colte», osserva il porporato, che cita Evangelii gaudium per ribadire che il rinnovamento della pastorale passa necessariamente attraverso il richiamo alla Parola, convinti che «ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale» (11). È questa la condizione per essere a propria volta annunciatori della Scrittura, «capaci di viverla nel quotidiano e di testimoniarla con gioia. Nessuno, del resto, aprirà la porta del proprio cuore a “evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi” (ibidem, 10)», men che meno — qui il collegamento del presidente della Cei alla situazione sociale italiana — persone già cariche di tante preoccupazioni quotidiane («figli che non nascono, figli che stentano a trovare un lavoro dignitoso, figli che prendono la strada dell’estero») e di difficoltà che «segnano ogni famiglia, negli affetti coniugali, nelle relazioni tra generazioni, nella cura prestata ad anziani, disabili e non autosufficienti». Una cura «tanto più impegnativa laddove si misura con la penuria di servizi socio-sanitari sul territorio».
I vescovi guardano con attenzione all’istituzione, con la legge di bilancio, di un fondo relativo all’assegno universale e ai servizi alla famiglia: «Vi riconosciamo», sottolinea il presidente, «una visione circa il valore sociale assicurato dalla famiglia, un passo rispetto alla libertà di scelta dei genitori sull’educazione dei figli, un percorso che incentiva i giovani nell’avvio di un’attività professionale e un tentativo di armonizzare l’esperienza delle genitorialità con quella lavorativa». Il sostegno alla famiglia richiede infatti «politiche affidabili e continuative, che finalmente introducano sgravi fiscali proporzionati al numero dei figli».
Dopo l’introduzione del cardinale Bassetti, i lavori prevedono la scelta del tema principale dell’assemblea generale di maggio e l’esame della bozza degli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per il quinquennio 2020-2025. All’ordine del giorno del Consiglio permanente, poi, un aggiornamento circa le attività del Servizio nazionale per la tutela dei minori, le indicazioni per l’elaborazione delle relazioni quinquennali sull’attività delle commissioni episcopali e i criteri di aggiornamento delle convenzioni per fidei donum e sacerdoti stranieri in Italia. L’assemblea si soffermerà infine sull’Incontro di riflessione e spiritualità «Mediterraneo, frontiera di pace» (a Bari dal 19 al 23 febbraio). La riunione del Consiglio permanente si concluderà mercoledì 22.
L’Osservatore Romano, 20-21 gennaio 2020