BOLLINO NERO SULLE STRADE DELLE VACANZE IL 3 E 10 AGOSTO

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SPOSTAMENTI INTENSI ANCHE NELL’ULTIMO WEEK END DI LUGLIO Bollino nero sulle strade delle vacanze per i sabati 3 e 10 agosto, date che vengono considerate con maggiore criticità, in vista del traffico. È quanto annunciato alla presentazione del piano di Viabilità Italia per l’esodo estivo 2019 al Viminale. Gli spostamenti si preannunciano, inoltre, intensi sia nell’ultimo fine settimana di luglio, contraddistinto con il bollino rosso, sia negli altri weekend del mese di agosto.(ANSA).

Vaticano A novembre Papa Francesco torna in Asia: Giappone e Thailandia. Dialogo interreligioso e disarmo nucleare

(a cura Redazione “Il sismografo”)

L’annuncio dell’ottavo Pellegrinaggio asiatico del Santo Padre entro la fine del mese. Un triangolo spaziale per coprire oltre 23.000 km
(LB – RC) Entro la fine di luglio sarà annunciato il secondo Pellegrinaggio di Papa Francesco in Asia per visitare i popoli e le chiese di due Nazioni molto importanti e verso le quali Jorge Mario Bergoglio, da sempre, ha avuto grande ammirazione, rispetto e anche vicinanza: il Giappone e la Thailandia. Le visite sono per ora programmate per l’ultima settimana di novembre. Papa Francesco, tra l’altro, aveva ricevuto l’invito da parte delle chiese locali e dei governi dei due Paesi già nel lontano 2013.
Dunque il prossimo Viaggio internazionale del Santo Padre sarà l’ottavo del suo pontificato e il Giappone e la Thailandia saranno le 13.ma e 14.ma nazioni asiatiche visitate dall’attuale Pontefice. E così J.M. Bergoglio sarà il secondo Successore di Pietro ad arrivare a queste terre così lontane fisicamente da Roma (Tokio è distante oltre 9.800 km) ma sempre vicinissime al cuore dei Papi.

Germania Il cammino sinodale della Chiesa tedesca

 Settimana News 

(Antonio Dall’Osto) La Chiesa cattolica tedesca si è messa decisamente in cammino per percorrere ilSynodaler Weg, il percorso sinodale, auspicato in occasione dell’assemblea plenaria tenuta a Lingen dall’11 al 14 marzo 2019, e ora incoraggiato da papa Francesco con la lettera inviata il 29 giugno scorso con l’invito a «camminare insieme, mossi dallo Spirito».

Monte Athos / Dialoghi sulla preghiera del cuore

copertina

«Queste pagine non devono essere lette come un racconto, nemmeno come una storia, ma come un insegnamento». Questo scrive nell’Introduzione l’autore, l’allora archimandrita Hierotheos Vlachos, oggi metropolita greco-ortodosso, vescovo di Nafpaktos e Aghios Vlasios. Ed è davvero un lungo insegnamento quello che ci viene proposto in queste pagine. Il tema è la preghiera “del cuore” anzitutto, preghiera condensata nella formula “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”, invocazione basilare dei monaci che risiedono sulla “Santa Montagna”, il Monte Athos.

Hierotheos si recherà sulla Santa Montagna per imparare una via di salvezza. Incontrerà l’Anziano, cioè un vecchio monaco che, con paziente saggezza, risponderà alle sue tante domande.

Prima di riferire il colloquio, l’autore si sofferma a descrivere la Santa Montagna, «luogo di mistero, in cui a parlare a voce alta è il silenzio, ossia l’eternità stessa». Lì i monaci «vivono la Vita. Nuotano nel Paradiso. Sono essi i realmente “divinizzati”, che vivono tutta la vita in Cristo “in vasi di creta” (2Cor 4,7), cioè in corpi spossati dall’ascesi e dal servizio». Non sono tristi, né straccioni e, quando la loro bocca si apre, «ti inonda di profumo», perché la loro vita continuamente si cristifica.

È da cinquant’anni che l’Anziano ha abbandonato il mondo. «Dove va il mondo?» chiede l’Anziano? «Il mondo – risponde Hierotheos – si è allontanato parecchio da Dio… Le chiese si sono svuotate… È scappato dai padri spirituali e ha affollato gli ospedali psichiatrici…».

Alla volontà manifestata da Hierotheos di voler “purificare” la propria vita, l’Anziano risponde che c’è «un unico, semplicissimo metodo», la preghiera dl cuore rivolta a Gesù.

Parte da qui il lungo dialogo sulla preghiera. Un trattato sulla preghiera, se vogliamo, ma vivacizzato da domande e risposte, da obiezioni e da richieste di chiarimenti.

L’Anziano risponderà a tutte le richieste del suo interlocutore, che sono anche i nostri interrogativi sulla preghiera: distrazioni, pensieri buoni e pensieri cattivi, interferenze, tentazioni diaboliche. E poi ancora: come pregare, con quale postura del corpo, quali errori evitare, quanto pregare, la preghiera come dolcezza interiore e come lotta, la preghiera di intercessione, la divina liturgia…

Il dialogo è abbellito, da parte dell’Anziano, da splendide citazioni, tratte dalle opere dei Padri del deserto e dai Padri della Chiesa. Abbiamo così consigli, aforismi e sentenze di san Gregorio Palamas, san Simeone il Nuovo Teologo, san Climaco, san Giovanni Crisostomo, san Gregorio Sinaita, san Nicodemo Aghiorita, san Basilio Magno, san Serafino di Sarov, san Gregorio di Nissa, sant’Isacco il Siro, san Massimo il Confessore, san Simeone di Tessalonica, sant’Efrem, san Germano, Niceforo Monaco, sant’Arsenio… Un’antologia preziosa di coloro che hanno percorso le strade della santità.

La lettura di queste pagine offre al lettore, nello stesso tempo, un’ampia panoramica della spiritualità e della teologia ortodosse.

Un grande merito va al traduttore e al curatore delle note, Antonio Ranzolin. Ottima la traduzione, assai preziosa per gli studiosi la certosina  composizione delle abbondanti note.

Se una piccola critica è possibile muovere a questa benemerita fatica, essa riguarda la composizione grafica. Nel lungo dialogo fra Hierotheos e l’Anziano, sarebbe stato opportuno differenziare graficamente le domande dalle risposte.

Hierotheos VlachosUna sera nel deserto del Monte AthosDialoghi con un eremita sulla preghiera del cuore. Traduzione e note di A. Ranzolin, Asterios Editore, Trieste 2019, pp. 233, € 19,00.

La celebrazione atea

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settimananews

Ho scoperto che negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, ma anche in Irlanda e in Autsralia, si stanno diffondendo dei gruppi che si chiamano “Nones” da none of the above, ossia “nessuno dei sopracitati”, dove i sopracitati sono i classici gruppi religiosi, qualsiasi essi siano e a qualsiasi credo appartengano.

Sono gruppi che non si riconoscono in nessuna religione, ma avvertono un forte bisogno di spiritualità. Le comunità già attive sarebbero ventotto. Ma le adesioni sono così massicce che in pochi mesi si prevede supereranno il centinaio. La cosa che stupisce ed inquieta è che la maggior parte degli aderenti proviene da comunità cristiane: Gesù Cristo a loro non basta più, non dice più nulla. Ma non possono vivere senza una dimensione pseudo sacrale, e così frequentano riunioni che offrono un servizio religioso ateo.

La religione irrilevante

Tempo fa, un aderente scrisse sul New Scientist: «In una domenica mattina londinese insolitamente calda, faccio una cosa che non facevo da trent’anni: mi alzo e vado in chiesa. Per un’ora e mezza canto, ascolto letture, mi godo momenti di tranquilla contemplazione e getto qualche moneta nel cestino delle offerte. Alla fine c’è il tè con i biscotti, e una sensazione di calore in quella che immagino sia la mia anima. In centinaia di luoghi in tutta la città, nello stesso momento, sta succedendo la stessa cosa. Con una sola differenza: qui non c’è nessun dio. Benvenuti all’assemblea domenicale della “congregazione laica”, che si svolge ogni due settimane alla Conway hall».

I Nones propongono quindi un ritrovo dove al centro non c’è Dio, ma la ricerca del proprio benessere: una seduta di rilassamento, un conforto per la psiche, un momento conviviale. Si celebra la propria vita insieme agli altri (non si può celebrare nulla da soli, nemmeno in un mondo ateo) e la meta è la propria consolazione: Dio è confinato in un bisogno indistinto di spiritualità, di qualcosa di vagamente interiore e raccolto. È l’affermazione soddisfatta che Dio è indifferente per la realizzazione dell’uomo.

I Nones non mostrano nemmeno nessun accanimento nei confronti della religione: per loro è irrilevante. Sono apatici rispetto alla fede. Certo, l’indifferenza per la fede è molto diffusa, e spesso viene vissuta in maniera privata, chiusa nel proprio mondo. I Nones, invece, si ritrovano e in una parodia della Liturgia costruiscono la loro nuova identità, la loro nuova domenica.

Liturgie “atee”

Quando ho letto queste cose ho avuto un sussulto di preoccupazione: mi sono chiesta se anche le nostre celebrazioni, a volte, non rischiano di essere delle Liturgie atee in cui Dio è assente. Dei Riti vuoti in cui il centro è dato dal breve benessere che si prova con un canto emotivamente accattivante; dalla commozione per i bambini che fanno qualcosa di speciale; dalla preoccupazione di imparare qualcosa dall’omelia per “portare a casa un buon pensiero per la vita”; dal conforto di ritrovarsi con gli amici della “nostra comunità” spesso chiusa alle altre comunità e così via, in un fraintendimento di intenti che confonde la Liturgia con il nostro benessere, con un happening vagamente cristiano ed emotivo, quando addirittura non divenga un’esibizione di vari talenti, dal canto all’oratoria, che però non ha nulla di Gesù Cristo.

Se invece ci ricordiamo che il protagonista assoluto delle nostre celebrazioni liturgiche è Gesù Cristo, allora potremo scoprirci come la comunità dei salvati che attorno all’Agnello, immolato e risorto, celebra sempre la sua Pasqua. E non sarà più importante concentrarci sulle nostre emozioni, ma solo su di Lui che irrompe in mezzo ai suoi con la forza della sua vittoria sulla morte.

Se nella Liturgia il centro è Lui che ha fiducia in noi, lo sarà anche nella nostra vita, per non confondere la nostra fede con qualcosa di vagamente spirituale, non così lontano dai Nones.

Elide Siviero è collaboratrice del Servizio diocesano per il catecumenato della diocesi di Padova. Riprendiamo il testo dalla rivista Il Santo dei miracoli del mese di giugno 2019.

Messico: preghiera per le vittime di abusi nella Chiesa. I vescovi, “cancro da estirpare”

SIR 

È stata celebrata, ieri, in Messico la Giornata di preghiera per le vittime di abuso sessuale da parte di membri del clero. Un momento di preghiera si è svolto a Città del Messico, all’Università Cattolica, alla presenza di alcune vittime. Lo ha presieduto il segretario generale della Conferenza episcopale messicana, mons. Alfonso Gerardo Miranda Guardiola, vescovo ausiliare di Monterrey.

Al via, il 27 luglio, l’Euromoot con circa 5000 tra Scolte e Rover degli Scout d’Europa-FSE. Il 3 agosto, a Roma, l’incontro con il Santo Padre

Sala stampa della Santa Sede

euromoot 2919(Appartenenti all’Unione Internazionale delle Guide e degli Scout d’Europa – UIGSE). Dal 27 luglio al 3 agosto prossimi, l’Italia e Roma saranno meta dell’Euromoot nell’ambito del quale circa 5000 Scolte e Rover d’Europa, provenienti da oltre 20 Nazioni, convergeranno nella Città Eterna per l’udienza con Papa Francesco. In gergo scout la parola Euromoot indica un raduno internazionale di Scolte e Rover (rispettivamente ragazze e ragazzi dai 16 anni ai 21 anni). 

Stati Uniti Il presidente della Conferenza episcopale scrive a Trump. I vescovi statunitensi contro la politica della paura


L’Osservatore Romano 

Ha scritto direttamente a Trump il cardinale Daniel DiNardo, presidente della Conferenza episcopale americana, per invitarlo a riconsiderare le azioni messe in atto nei confronti degli immigrati da parte del Dipartimento per la sicurezza e che da settimane hanno creato un panico diffuso nelle comunità immigrate del Paese. «Condanno questo approccio — scrive il porporato — perché ha creato un clima di paura nelle nostre parrocchie e sta causando un’inaccettabile sofferenza in migliaia di bambini al confine, poiché le autorità doganali separano le famiglie».