Una riflessione sul valore profetico dell’«Humanae vitae». Il paradosso dell’oblio del corpo femminile

Vaticano

L’Osservatore Romano

Vita e Pensiero. Anticipiamo un articolo in uscita sul prossimo numero di «Vita e Pensiero», intitolato La dignità della donna e l’Humanae Vitae.
(Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz) In che cosa risiede l’elemento “sconveniente” che tutt’oggi risuona nell’enciclica Humanae vitae di papa Paolo VI, uscita in quell’anno inquietante che fu il 1968? Nella frase «che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita» (Humanae vitae, 11). E ancora, che questa dottrina si fonderebbe «sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l’uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell’atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo» (ibidem 12).