Cara squadra, ma quanto mi costi?

Cosa non farebbero i tifosi per seguire la loro squadra, specie se si tratta di quella nazionale, impegnata nella finale della Coppa del Mondo? In Argentina, le Aerolinas Argentinas – la compagnia aerea di Stato – ha predisposto un volo speciale per i tifosi che è partito venerdì mattina (ci vogliono 20 ore per raggiungere Doha, dove si gioca la partita): il prezzo del biglietto partiva da 6.500 euro e sono tutti andati a ruba. Così è stato anche per il ticket dello stadio, il cui costo è triplicato arrivando a raggiungere – e in qualche caso a superare – i mille euro.

Aggiungete la cifra esorbitante necessaria per il pernottamento…

L’augurio è che ne valga la pena!

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Mondiali: 2-1 al Marocco, Croazia al terzo posto

 © EPA

– La Croazia ha conquistato il terzo posto ai Mondiali in Qatar battendo 2-1 il Marocco nella finalina disputata al Khalifa International Stadium di Doha.

In vantaggio già al 7′ con Gvardiol, la squadra guidata da Luka Modric si è fatta raggiungere 2′ dopo da Dari ma nel finale del tempo ha ripreso il vantaggio con Orsic e il risultato non è più cambiato nella ripresa.

(ANSA).

Tangentopoli europea Qatargate, mazzette e ammissioni

L’Europarlamento destituisce Eva Kaili (che si dichiara innocente), poi discute in un’aula semivuota. I soldi ritrovati superano il milione e mezzo di euro. E Giorgi parla per ore con gli inquirenti. Si autosospende l’intero “gruppo di amicizia” con Doha

Nella foto grande, le mazzette di banconote di vario taglio sequestrate nell’abitazione di Eva Kaili, ormai ex vicepresidente del Parlamento Europeo

Bruxelles

Un milione e mezzo di euro in mucchi di banconote in tagli piccoli, 50, 20, 10, addirittura cinque euro (pochi i tagli da 100 e 200 euro). La foto campeggiava ieri sulla prima pagina del quotidiano Le Soir, si parla dei soldi rinvenuti a casa dei due principali indiziati dello scandalo che sta sconvolgendo le istituzioni europee, messe a dura prova: l’ex eurodeputato del Pd, poi passato ad Articolo 1, Antonio Panzeri (si parla di 600mila euro) e l’ormai ex vicepresidente del Parlamento Europeo, la greca Eva Kaili (oltre a circa 100mila euro sempre in contanti trovati in una valigia del padre della donna, brevemente arrestato e poi rilasciato), che convive con il compagno, anche lui in stato di fermo, Francesco Giorgi, ex assistente parlamentare di Panzeri e attualmente dell’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino (non indagato). E nella casa di Giorgi ad Abbiategrasso, in provincia di Milano, sono stati sequestrati altri 20mila euro in contanti.

Kaili, intanto, respinge le accuse. La donna, ha detto il suo avvocato Michalis Dimitrakopoulos sul canale Tv greco Open TV, «si dichiara innocente ed estranea alle tangenti dal Qatar». Contro la greca ieri è arrivato come previsto il voto quasi unanime del Parlamento Europeo per la rimozione dall’incarico da vicepresidente. Un voto che ha visto solo un no, del croato Mislav Kolakusic, tra i non iscritti, e due astenuti (un olandese e un tedesco).

La cifra dei contanti trovati, in costante crescita, dà la misura dello scandalo, che sembra allargarsi di ora in ora. Secondo i media belgi, nei primi interrogatori effettuati dall’Ufficio centrale per la repressione della corruzione, almeno uno dei quattro arrestati ha cominciato a parlare con gli inquirenti. Si tratterebbe di Giorgi, che avrebbe parlato a lungo con gli investigatori. E, secondo il quotidiano belga L’Echo, le deposizioni dell’indagato stanno aggravando la posizione di Marc Tarabella, l’eurodeputato socialista belga di origini italiane, finora non in stato di fermo e di cui era stata già perquisita l’abitazione. «Non ho assolutamente niente da nascondere», ha dichiarato lo stesso Tarabella al giornale. L’eurodeputato, comunque, è stato ieri sospeso sia dal gruppo all’Europarlamento cui appartiene, i Socialisti & Democratici (che intanto si è costituito come parte lesa nella vicenda), sia dal partito socialista belga di cui è esponente. Non basta. Gli inquirenti belgi hanno sigillato altri dieci uffici parlamentari, a quanto si apprende appartenenti a membri della commissione Libertà civili, quella che aveva approvato il testo che in sostanza approvava la proposta della Commissione Europea di concedere all’Emirato la liberalizzazione dei visti.

I colpi di scena, del resto, si susseguono: ieri il presidente del gruppo parlamentare di amicizia Ue-Qatar, l’eurodeputato spagnolo José Ramon Bauza, del partito Ciudadanos (membro dei liberali di Renew), ha annunciato la sospensione dell’intero gruppo, di cui fanno parte tredici eurodeputati delle varie formazioni politiche, «alla luce dei gravissimi avvenimenti degli ultimi giorni, e in attesa che si vada a fondo della questione». «Ho difeso al Parlamento Europeo i progressi del Qatar che sono una buona notizia per il Medio Oriente. Ci ho creduto e ci credo», ha affermato Bauza su Twitter. « Non ho mai ricevuto, e tantomeno offerto – ha aggiunto – un solo euro per difendere alcunché».

Anche la Commissione Europea è sotto pressione, mentre l’Eurocamera si è ritrovata ieri a discutere in un’aula semivuota. Iin particolare il vicepresidente Margaritis Schinas, responsabile della proposta di liberalizzazione dei visti, con un elogio dell’Emirato e un viaggio in Qatar per l’inaugurazione dei mondiali. «C’ero – ha dichiarato – come rappresentante della Commissione», del resto come regalo ha ricevuto «giusto un pallone, dei cioccolatini e qualche gadget ». Quanto alle dichiarazioni sull’Emirato, «sono al 100% in linea con le politiche della Commissione». Schinas ha comunque ribadito che la Commissione istituirà un «corpo etico indipendente » per vigilare sull’integrità delle istituzioni Ue.

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Qatar: avvocato, ‘Kaili ignara dei soldi trovati a casa sua’

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– L’europarlamentare ed ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili ‘non era a conoscenza dei soldi’ trovati a casa sua.

Lo ha detto il suo avvocato alla Afp.

Secondo l’avvocato Michalis Dimitrakopoulos Kaili non ha “nessuna relazione con il denaro trovato a casa sua (…) non sapeva dell’esistenza di questo denaro”, ha assicurato, ribadendo che la sua assistita è “innocente”. Secondo i media belgi, sono stati scoperti nel suo appartamento di Bruxelles banconote per 750.000 euro, 600.000 dei quali in una valigia portata dal padre della politica greca. (ANSA).

Qatargate, il Parlamento europeo vota decadenza di Eva Kaili

La plenaria si esprimerà a mezzogiorno. Per l’autorizzazione servono i due terzi dei membri. L’europarlamentare greca arrestata per corruzione respinge le accuse: “mai accettato mazzette dal Qatar”

metsola qatar parlamento democrazia europei sotto attacco

AGI – Tiene ancora banco in Europa la vicenda ribattezzata “Qatargate“, legata a un presunto giro di mazzette dal Qatar.  “La conferenza dei presidenti ha deciso all’unanimità di dare il via alla procedura dell’articolo 21 per la decadenza della vice presidenza di Eva Kaili. E la plenaria la voterà a mezzogiorno. Per l’autorizzazione servono i due terzi dei membri del Parlamento”. Lo ha annunciato in aula la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.

Eva Kaili, dal canto suo, ha respinto ogni addebito dichiarandosi estranea alle accuse contestate.

Il legale della vice-presidente greca del Parlamento europeo arrestata con l’accusa di corruzione, ha assicurato che la sua assistita non ha mai accettato mazzette dal Qatar. “Si dichiara innocente ed estranea alle tangenti dal Qatar”, ha dichiarato l’avvocato Michalis Dimitrakopoulos, sul canale Tv greco Open TV. Rispondendo a una domanda sul denaro trovato a casa della donna a Bruxelles, il legale non ha confermato né smentito: “non ho idea se e quanto denaro sia stato trovato”, ha detto.

Eva Kaili, socialista, 44 anni, una dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, era stata arrestata venerdì scorso nella capitale belga. E’ accusata di aver ricevuto denaro dal Qatar per difendere gli interessi del Paese che ospita in questi giorni la Coppa del mondo di calcio.

Notevoli somme in contanti sono state sequestrate dalla magistratura belga in una 20ina di perquisizioni, di cui 600mila euro solo a casa di uno degli accusati, secondo la procura federale.  Oltre a Kaili, tre altre persone sono state arrestate, fra le quali il suo compagno italiano, mentre il padre, fermato venerdì, è stato poi liberato e “può tornare in Grecia”, ha detto l’avvocato.

Ieri è stata una delle giornate più lunghe e più buie per l’Unione europea. Che si è chiusa con un’onta per l’unica istituzione direttamente eletta dai cittadini: poco prima delle 20 nell’atrio del terzo piano della sede del Parlamento europeo, dove si trova il bar solitamente affollato di deputati, funzionari e assistenti, un gruppo di agenti della polizia giudiziaria belga si confrontava su quali uffici perquisire nell’ambito dell’inchiesta per la presunta corruzione dal Qatar.

Avevano già posto i sigilli in alcuni locali nel settore G, Palazzo Spinelli, al quindicesimo piano dove si trovano gli uffici – tra gli altri – degli eurodeputati Marc Tarabella, Alessandra Moretti e Maria Arena. Al decimo piano sono stati sigillati almeno altri tre uffici, tra cui quello della vice presidente Eva Kaili (S&d). Gli agenti, in borghese con la fascia della polizia al braccio, si sono spostati verso il settore Q, dove si sono trattenuti per un’altra mezz’ora almeno. Prima di andarsene hanno scattato una foto al presepe, allestito vicino all’albero di Natale, sempre al terzo piano. Gli schermi trasmettavano la plenaria, che nel frattempo si teneva nell’altra sede del Parlamento, a Strasburgo, a 440 chilometri di distanza. E per la prima volta faceva i conti con sè stessa.

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© Agi

L’ufficio di Eva Kaili sigillato dalla polizia

“Devo scegliere con cura le mie parole per non compromettere le indagini in corso o minare in qualche modo la presunzione di innocenza. Quindi se la mia collera, la mia rabbia, il mio dolore non dovessero trasparire, vi assicuro che sono ben presenti”. è stata la premessa della presidente del Parlamento, Roberta Metsola. E la rabbia, il dolore, la delusione, trasparivano. Sul volto e nelle sue parole. Lei che sabato è stata ‘costrettà a rientrare a casa da Malta per assistere alla perquisizione di un eurodeputato belga, come prevede la Costituzione del Paese. Quel deputato, ha rivelato la stampa, era Tarabella

Rivolgendosi ad un’Aula scioccata e infuriata, Metsola ha rappresentato le dimensioni dello scandalo: “Il Parlamento europeo, cari colleghi, è sotto attacco; la democrazia europea è sotto attacco; e il nostro modo di essere società aperte, libere e democratiche è sotto attacco”. “I nemici della democrazia, per i quali l’esistenza stessa di questo Parlamento è una minaccia, non si fermeranno davanti a nulla. Questi attori maligni, legati a Paesi terzi autocratici, hanno presumibilmente armato Ong, sindacati, individui, assistenti e deputati del Parlamento europeo nel tentativo di soffocare i nostri processi”, ha aggiunto.

Ma, ha rivendicato la leader maltese, “i tentativi sono falliti”. “I nostri servizi, di cui sono incredibilmente fiera, collaborano da tempo con le autorità competenti nazionali, giudiziarie e di polizia, per smantellare questa presunta rete criminale”, ha aggiunto lasciando intendere che il Parlamento ha avuto ruolo nelle indagini anche prima dell’operazione di venerdi’.

Metsola ha chiesto però un colpo di reni dell’Assemblea per uscire più forti dallo scandalo: la vice presidente Eva Kaili è stata sospesa, probabilmente già domani sarà rimossa dalla vice presidenza; i negoziati per la liberalizzazione dei visti (con Qatar e Kuwait) che dovevano partire dopo il via libera che sarebbe arrivato da questa plenaria, tornano in commissione. E ancora: “Non ci sarà impunità, nessuna”.

“Non nasconderemo la polvere sotto il tappeto. Avvieremo un’indagine interna per esaminare tutti i fatti relativi al Parlamento e per valutare come i nostri sistemi possano diventare ancora più impermeabili. Non continueremo come se fosse ‘business as usual’. Avvieremo un processo di riforma per verificare chi ha accesso ai nostri locali, come vengono finanziate queste organizzazioni, le Ong e le persone, quali legami hanno con i Paesi terzi, chiederemo maggiore trasparenza sugli incontri con gli attori stranieri e con chi è legato a loro. Daremo una scossa a questo Parlamento e a questa citta’ e per farlo ho bisogno del vostro aiuto”, ha annunciato Metsola.

Intanto il Gruppo S&d, il piu’ colpito dalla indagine, si è mosso per conto proprio: ha espulso Kaili e ha chiesto la sospensione di Tarabella. Gli altri eurodeputati coinvolti (tramite i loro assistenti) hanno dovuto lasciare gli incarichi: Pietro Bartolo non sara’ piu’ relatore ombra; Arena ha rinunciato alla presidenza della sottocommissione Diritti umani e Andrea Cozzolini non è piu’ responsabile S&d per le urgenze.

Le notizie che continuano ad arrivare dal Palazzo di Giustizia però fanno pensare che non sia finita. La polizia ha sequestrato i pc di dieci assistenti parlamentari. Alla Kaili sono stati sequestrati 750 mila euro in contanti, 600 mila nella valigia del padre e 150 mila nelle borse di lusso che aveva in casa. Così come sono stati congelati tutti i suoi beni in Grecia.

E la pressione dello scandalo comincia a sfiorare anche la Commissione europea, dove in particolare il vice presidente, Margaritis Schinas (anche lui greco), viene accusato di aver avuto rapporti troppo buoni con il Qatar. La presidente von der Leyen, in conferenza stampa con il direttore generale dell’Agenzia per l’energia, Fatih Birol, ha dovuto placare le polemiche dei giornalisti che l’accusavano di evitare le domande scomode. Due in particolare: le autorità belghe hanno contattato la Commissione? La Commissione sta indagando? Alla prima ha risposto dicendo che avrebbe dovuto chiedere al suo staff; alla seconda che sono in corso di revisione i registri di trasparenza dei commissari. Insomma qualcuno si sta attivando.

Da parte sua, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha assicurato che l’inchiesta non danneggerà l’Italia perché “se ci sono dei parlamentari o degli assistenti che hanno commesso dei reati, è una questione che riguarda le singole persone e non il sistema Italia”. E non riguarda nemmeno il sistema Europa: “Le responsabilità penali sono individuali, non delle istituzioni”.

Qatar, Ue e sacchi pieni di soldi. Davvero siamo tutti in vendita?

Avevamo sempre pensato che «fare un sacco di soldi » fosse una metafora e che il «sacco» non esistesse. Insomma era un modo di dire, esagerato e irrealistico. Chi mai conserverebbe dei soldi, tanti soldi, dentro un sacco? E invece negli ultimi giorni la parola «sacco» abbinata a «soldi» ha fatto irruzione sulle prime pagine dei quotidiani, in riferimento allo scandalo di una ricettiva ala del Parlamento europeo e del prodigo Qatar, ancora in cerca di un nome. Per ora le candidature sono tre: « Euro Tangentopoli» (“Fatto”, 12/12), «Qataritangenti » (“Manifesto”, 11/12) ed « Eurocorruzione» (“Repubblica”, 11/12). Dai che si può fare di meglio, amici caporedattori.

Sacchi di qua e sacchi di là, dunque. “Corriere” (11/12): «Sacchi di banconote». “Fatto” (11/12): «Sacchi e valigie di contanti. Mazzette pure dal Marocco». “Quotidiano nazionale” (“Nazione” “Carlino” e “Giorno”, 11/12): «Sacchi di soldi e viaggi vip». La “Verità” (11/12), come tutta la stampa di destra, coglie l’occasione ghiotta di mettere alla gogna la sinistra: «Mazzette Qatar, a casa della star della sinistra sacchi pieni di banconote». Peraltro non solo di sacchi e valigie si tratta. “Fatto” (12/12): « Parte la caccia a conti offshore». Che certa sinistra ne stia uscendo a pezzi è confermato, se pure “Domani” (11/12) fruga nella piaga: « Ecco cosa ha ottenuto il Qatar con i socialisti europei a libro paga». Pippo Russo tira le fila di almeno un decennio di indagini (dal “Guardian” in poi): « Dal Mondiale alla verità. In Qatar tutto si può comprare», e ricorda un crudele paradosso: lo scandalo è scoppiato proprio mentre si celebrava la Giornata anti-corruzione. La destra è come un bambino davanti a un buffet di dolciumi. “Libero”, 11/12: « La sinistra parte per la tangente» e 12/12: «Gli sbadati del Pd. Mazzette sotto il naso». La “Verità” (12/12): « Il vizietto della sinistra: fare affari con i diritti umani», con Maurizio Belpietro che eccede nell’entusiasmo: « È la riprova che il tetto ai contanti non ferma ladri e corrotti». Meste le considerazioni di Giordano Stabile sulla “Stampa” (11/12): «Se noi vediamo i miliardari in turbante ancora come “beduini ignoranti”, loro ci percepiscono come gente che si vende facilmente per un libretto degli assegni o un rolex». E tutti, ma proprio tutti, ne usciamo peggiori.

Avvenire

Metsola: “Il parlamento e la democrazia europei sono sotto attacco”

Il presidente del Pe in plenaria: “Non ci sarà impunità, la corruzione non è di sinistra o di destra. Gli attacchi degli autocrati sono falliti”. E sollecita “riforme su Ong e trasparenza, la strada è sbarrata a chi pensa che la Ue sia in vendita”. Atene congela i beni a Eva Kaili, convalidati gli arresti per lei e gli altri tre fermati. In casa le hanno trovato 750mila euro in contanti.

metsola qatar parlamento democrazia europei sotto attacco
AGI – Una delle giornate più lunghe e più buie per l’Unione europea. Che si è chiusa con un’onta per l’unica istituzione direttamente eletta dai cittadini: poco prima delle 20 nell’atrio del terzo piano della sede del Parlamento europeo, dove si trova il bar solitamente affollato di deputati, funzionari e assistenti, un gruppo di agenti della polizia giudiziaria belga si confrontava su quali uffici perquisire nell’ambito dell’inchiesta per la presunta corruzione dal Qatar.

Avevano già posto i sigilli in alcuni locali nel settore G, Palazzo Spinelli, al quindicesimo piano dove si trovano gli uffici – tra gli altri – degli eurodeputati Marc Tarabella, Alessandra Moretti e Maria Arena. Al decimo piano sono stati sigillati almeno altri tre uffici, tra cui quello della vice presidente Eva Kaili (S&d). Gli agenti, in borghese con la fascia della polizia al braccio, si sono spostati verso il settore Q, dove si sono trattenuti per un’altra mezz’ora almeno. Prima di andarsene hanno scattato una foto al presepe, allestito vicino all’albero di Natale, sempre al terzo piano. Gli schermi trasmettavano la plenaria, che nel frattempo si teneva nell’altra sede del Parlamento, a Strasburgo, a 440 chilometri di distanza. E per la prima volta faceva i conti con sè stessa.
“Devo scegliere con cura le mie parole per non compromettere le indagini in corso o minare in qualche modo la presunzione di innocenza. Quindi se la mia collera, la mia rabbia, il mio dolore non dovessero trasparire, vi assicuro che sono ben presenti”. è stata la premessa della presidente del Parlamento, Roberta Metsola. E la rabbia, il dolore, la delusione, trasparivano. Sul volto e nelle sue parole. Lei che sabato è stata ‘costrettà a rientrare a casa da Malta per assistere alla perquisizione di un eurodeputato belga, come prevede la Costituzione del Paese. Quel deputato, ha rivelato la stampa, era Tarabella.
Rivolgendosi ad un’Aula scioccata e infuriata, Metsola ha rappresentato le dimensioni dello scandalo: “Il Parlamento europeo, cari colleghi, è sotto attacco; la democrazia europea è sotto attacco; e il nostro modo di essere società aperte, libere e democratiche è sotto attacco”. “I nemici della democrazia, per i quali l’esistenza stessa di questo Parlamento è una minaccia, non si fermeranno davanti a nulla. Questi attori maligni, legati a Paesi terzi autocratici, hanno presumibilmente armato Ong, sindacati, individui, assistenti e deputati del Parlamento europeo nel tentativo di soffocare i nostri processi”, ha aggiunto.

Ma, ha rivendicato la leader maltese, “i tentativi sono falliti”. “I nostri servizi, di cui sono incredibilmente fiera, collaborano da tempo con le autorità competenti nazionali, giudiziarie e di polizia, per smantellare questa presunta rete criminale”, ha aggiunto lasciando intendere che il Parlamento ha avuto ruolo nelle indagini anche prima dell’operazione di venerdi’.

Metsola ha chiesto però un colpo di reni dell’Assemblea per uscire più forti dallo scandalo: la vice presidente Eva Kaili è stata sospesa, probabilmente già domani sarà rimossa dalla vice presidenza; i negoziati per la liberalizzazione dei visti (con Qatar e Kuwait) che dovevano partire dopo il via libera che sarebbe arrivato da questa plenaria, tornano in commissione. E ancora: “Non ci sarà impunità, nessuna”.

“Non nasconderemo la polvere sotto il tappeto. Avvieremo un’indagine interna per esaminare tutti i fatti relativi al Parlamento e per valutare come i nostri sistemi possano diventare ancora più impermeabili. Non continueremo come se fosse ‘business as usual’. Avvieremo un processo di riforma per verificare chi ha accesso ai nostri locali, come vengono finanziate queste organizzazioni, le Ong e le persone, quali legami hanno con i Paesi terzi, chiederemo maggiore trasparenza sugli incontri con gli attori stranieri e con chi è legato a loro. Daremo una scossa a questo Parlamento e a questa citta’ e per farlo ho bisogno del vostro aiuto”, ha annunciato Metsola.

Intanto il Gruppo S&d, il piu’ colpito dalla indagine, si è mosso per conto proprio: ha espulso Kaili e ha chiesto la sospensione di Tarabella. Gli altri eurodeputati coinvolti (tramite i loro assistenti) hanno dovuto lasciare gli incarichi: Pietro Bartolo non sara’ piu’ relatore ombra; Arena ha rinunciato alla presidenza della sottocommissione Diritti umani e Andrea Cozzolini non è piu’ responsabile S&d per le urgenze.

Qatar respinge le accuse sull’inchiesta di Bruxelles

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– ROMA, 11 DIC – “Lo Stato del Qatar respinge categoricamente qualsiasi tentativo di associarlo ad accuse di cattiva condotta”: è la dichiarazione di un esponente del Paese del Golfo inviata per e-mail a Politico.eu che ha provato a contattare Doha sull’inchiesta corruzione al Parlamento europeo che sta portando avanti la procura di Bruxelles.

(ANSA).