Morto Nicholas Evans, autore ‘L’uomo che sussurrava ai cavalli’ Best seller scrittore Gb vendette 15 mln copie e divenne film

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Lo scrittore britannico Nicholas Evans, famoso per il romanzo “L’uomo che sussurrava ai cavalli”, è morto martedì scorso a 72 anni per un attacco cardiaco.
Lo ha annunciato oggi la famiglia.
Pubblicato nel 1995, “The Horse Whisperer” vendette oltre 15 mila copie in tutto il mondo e divenne best seller in 20 Paesi.
Nel 1998 ne fu tratto un film omonimo con una Scarlett Johansson bambina nei panni di Grace MacLean, che l’addestratore di cavalli interpretato da Robert Redford aiuta a rimettersi in sesto dopo un incidente.
Fra gli altri suoi romanzi pubblicati da Evans, “Insieme con i lupi” (2000), “Nel fuoco” (2002), “Quando il cielo si divide” (2005) e “Solo se avrai coraggio” (2010). (ANSA). 

Addio a Matteo Incerti, il giornalista reggiano è morto in Canada

Matteo Incerti, il noto giornalista e scrittore reggiano, è morto improvvisamente ieri a causa di un malore mentre si trovava in Canada per la presentazione del suo ultimo libro “I pellerossa che liberarono l’Italia”. Aveva 51 anni.

Sportivo, sempre in bicicletta per lavoro e per passione, è stato un pionere del football americano a Reggio dove è stato tra i fondatori degli Hogs. Attivista dei 5 Stelle e amico di Beppe Grillo, faceva parte della squadra dei giornalisti al gruppo parlamentare del Movimento. Qualche anno fa aveva aiutato il soldato americano Martin Adler a ritrovare tre bambini a cui aveva scattato una foto durante la guerra sulle montagne di Bologna.Il caso, da cui era nato un libro dal titolo “I bambini del soldato Martin”, aveva commosso tutti.

Commosso il ricordo di Giuseppe Conte e di Luigi di Maio: “È con immenso dolore che apprendo della morte di Matteo Incerti, – ha scritto su Twitter l’ex premier – un ragazzo della nostra comunità, un amico che ha visto il Movimento muovere i suoi passi sin dall’inizio. Caro Matteo, ti ricorderemo sempre con affetto. Ci stringiamo al dolore dei suoi cari”.

“Ciao caro Matteo, ancora non posso credere che sia successo. – le parole del ministro degli Esteri e leader di Impegno Civico – Oggi viene a mancare un grande uomo e un grande professionista. Un abbraccio forte alla sua famiglia. Mancherai a tanti, riposa in pace”. 

Londra. È morto Archie. In ospedale avevano staccato i supporti vitali

Il 12enne britannico era in coma dallo scorso aprile. Respinti i ricorsi della famiglia per portarlo in un hospice
È morto Archie. In ospedale avevano staccato i supporti vitali

È morto il dodicenne britannico Archie Battersbee dopo l’interruzione del supporto vitale. Lo rende noto la madre del ragazzo. A Londra, al Royal London Hospital, era previsto che i medici staccassero alle 11 ora italiana i macchinari che lo hanno tenuto in vita per mesi.

 

Il 12enne è in coma dallo scorso aprile quando è stato trovato esanime, con un cappio al collo, nella sua casa nell’Essex, vittima di una sfida on-line finita male. La madre, Hollie Dance, che insieme a tutta la famiglia ha ingaggiato un dolorosa battaglia legale perché non venisse staccata la spina, ha detto di aver fatto “tutto il possibile”. “Ho fatto tutto ciò che avevo promesso al mio bambino che avrei fatto”.

Dopo diversi ricorsi presso i tribunali britannici e l’intervento della Corte europea dei diritti dell’uomo, la famiglia ha tentato nei giorni scorsi senza successo di permettere che Archie fosse portato dall’ospedale in un hospice affinché potesse morire in una situazione serena, con la sua famiglia, lontano dal rumore dei macchinari del Royal London. “Sentirò per sempre quel bip”, ha detto la madre.

Il vescovo John Sherrington, ausiliare della diocesi di Westminster e responsabile per le questioni della vita per la Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles, stamani ha dichiarato: “Dal momento in cui viene sospeso il suo sostegno vitale”, ogni passo deve essere compiuto riconoscendo “la dignità intrinseca di persona creata a immagine e somiglianza di Dio”. È importante assicurare “un processo di accompagnamento compassionevole di Archie e dei suoi genitori in questo momento in cui si dicono addio”.

“Assicuro ai genitori e alla famiglia di Archie Battersbee – ha aggiungo -, così come a tutti coloro che si prendono cura di lui e a tutti coloro che sono preoccupati per il suo bene, delle mie preghiere in questo momento doloroso”. “Gli argomenti recentemente combattuti nei tribunali sul trattamento e l’assistenza in corso di Archie – osserva il vescovo, citato dal Sir – evidenziano ancora una volta la necessità di trovare modi migliori di mediazione attraverso i quali genitori e operatori sanitari possano raggiungere accordi comuni ed evitare complessi procedimenti legali. Sebbene la Chiesa cattolica riconosca che ci sono situazioni in cui le cure mediche per sostenere la vita non sono più obbligatorie se non c’è speranza di guarigione, dovrebbero essere fornite cure e trattamenti ordinari adeguati alle condizioni del paziente”.

Avvenire

Sudafrica: morto Desmond Tutu, eroe della riconciliazione

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(ANSA) – JOHANNESBURG, 26 DIC – E’ morto l’arcivescovo emerito sudafricano Desmond Tutu, che fu uno dei simboli della resistenza contro l’apartheid e divenne poi il promotore della riconciliazione.

Lo comunica la presidenza del Sudafrica.

Tutu, 90 anni, arcivescovo anglicano, vinse nel 1984 il premio Nobel per la Pace come simbolo della lotta nonviolenta contro il regime razzista. Ma dopo la fine dell’apartheid, dopo che Nelson Mandela era stato eletto presidente del nuovo Sudafrica, Tutu ideò e presiedette la Commissione per la Verità e la Riconciliazione (Trc), creata nel 1995, che in un doloroso e drammatico processo di pacificazione fra le due parti della società sudafricana, mise in luce la verità sulle atrocità commesse durante i decenni di repressione da parte dei bianchi.
Il perdono fu accordato a chi, fra i responsabili di quelle atrocità commesse avesse pienamente confessato: una forma di riparazione morale anche nei confronti dei familiari delle vittime.
Nell’annunciare la scomparsa del reverendo Tutu, il presidente Cyril Ramaphosa ha espresso, “a nome di tutti i sudafricani, profonda tristezza per la morte, avvenuta domenica, di una figura essenziale della storia” del Paese. (ANSA).

 

Morto Diego Armando Maradona, il genio del calcio: arresto cardiorespiratorio. Aveva 60 anni

Morto Diego Armando Maradona: aveva 60 anni, la notizia choc del Clarín

Diego Armando Maradona è morto. La notizia, data dal quotidiano argentino El Clarìn, ha fatto subito il giro del mondo. “La morte di un dio”, titola a tutta pagina il francese L’Equipe. Il campione aveva 60 anni. L’ex giocatore avrebbe subito un arresto cardiorespiratorio nella casa di Tigres dove si era stabilito dopo che il 3 novembre scorso aveva subito un intervento chirurgico al cervello per un coagulo di sangue. Sul posto sono poi sopraggiunte tre ambulanze. «È successo l’inevitabile», scrive il giornale. «Sono devastato, è la peggiore notizia che potessimo ricevere, lo amavamo», ha commentato a caldo il presidente argentino Alberto Fernandez. A detta dei medici sembrava che Maradona dopo l’intervento avesse recuperato bene. Era stato ricoverato il 2 novembre a La Plata, una città a 50 chilometri da Buenos Aires, a causa di sintomi di anemia e depressione. In quel centro sanitario, i medici avevano rilevato il coagulo, causato da un colpo alla testa, e lo avevano trasferito alla clinica Olivos per l’operazione. Poi, il 12 novembre, le dimissioni e il ritorno a casa.

«Diego, ti mando tutta la forza di questo mondo. La mia famiglia ed io vogliamo vederti stare bene il prima possibile. Un abbraccio di cuore», era stato il messaggio inviato a El Pibe de oro da Lionel Messi su Instagram. Il numero 10 del Barcellona aveva voluto mandare un abbraccio virtuale al suo idolo pubblicando anche una foto di loro due assieme ai tempi in cui Maradona era il ct dell’Argentina.

Il tweet del presidente argentino Fernandez
«Ci hai portato in cima al mondo. Ci hai reso immensamente felici. Sei stato il migliore di tutti. Grazie per essere esistito, Diego. Ci mancherai per tutta la vita», ha scritto su Twitter il presidente dell’Argentina, Alberto Fernandez. Nel tweet, il capo di Stato ha condiviso una foto che lo ritrae abbracciato a El Pibe de oro. Napoli sotto choc per la morte di Maradona
La notizia della morte di Maradona provoca come è ovvio una valanga di reazioni. Choc a Napoli, dove il flash del Clarìn è rimbalzato sui telefonini. In pieno centro, in piazza Municipio una sola voce: «Era il più grande di tutti». Anche a Fuorigrotta, là dove si trova il San Paolo, suo tempio calcistico, ci sta chi si commuove. Subito i ricordi per le sue straordinarie giocate. E una donna, «questo 2020 è veramente l’anno peggiore». 

Coronavirus: morto vescovo Caserta, era ricoverato. E’ il primo presule deceduto per covid

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Il Vescovo di Caserta Giovanni D’Alise, ricoverato dal 30 settembre all’ospedale di Caserta a causa del Coronavirus, è morto per complicazioni polmonari. E’ il primo presule deceduto per il covid.
In un post su facebook, il parroco nonché vicario foraneo Nicola Lombardi, direttore dell’Istituto Superiore di Scenzie Religiose, scrive parole cariche di dolore. “È volata in Cielo l’anima benedetta del nostro carissimo pastore Giovanni D’Alise stringendo tra le mani la corona del Santo Rosario. Increduli siamo profondamente addolorati e prostrati. Lo accolga fra le sue braccia misericordiose Dio nostro Padre. Eleviamo per lui le nostre ferventi preghiere di suffragio. Il Cristo Risorto lo accolga nel suo Regno”. (ANSA).

Diocesi in lutto: morto a 90 anni don Giulio Rossi

Diocesi in lutto: morto a 90 anni don Giulio Rossi

Lutto per il clero reggiano. E’ morto a 90 anni di età don Giulio Rossi, parroco emerito di Roteglia, già presidente dell’Istituto Artigianelli. Si è spento ieri nella casa del clero di Montecchio, dove viveva da alcuni mesi. La salma sarà trasferita domani mattina nella chiesa parrocchiale di Roteglia, dove alle 21 sarà recitato il Rosario di suffragio. Nella stessa chiesa il vescovo Massimo Camisasca presiederà la Messa esequiale – alla quale saranno ammesse solo le presenze certificate in base alle vigenti disposizioni anti-Covid – venerdì 14 agosto alle 16. Don Giulio sarà sepolto nel cimitero di Roteglia.

Nato a Leguigno il 16 marzo 1930, aveva raggiunto quest’anno il 65° anniversario di consacrazione presbiterale, ricevuta il 19 giugno 1955. Dopo l’ordinazione, il primo incarico pastorale fu quello di vicario cooperatore a San Polo d’Enza (1955-1957), mentre negli anni dal 1957 al 1966 don Rossi fu dapprima vicedirettore e in seguito presidente del Pio Istituto Artigianelli con sede nella parrocchia di Santa Teresa a Reggio Emilia.
Don Giulio fu anche assistente ecclesiastico dell’Unione sportiva “La Torre” (dal 1960 al 1964) e del collegio “Dante Alighieri” (1966-1967) e per lunghi anni, dal 1958 al 1993, insegnante di Religione cattolica nelle scuole pubbliche.
Ma il periodo più significativo del suo fecondo ministero sacerdotale è legato alla parrocchia di San Donnino Martire in Roteglia, ove don Rossi è stato parroco dal 1967 al 2010, continuando poi a collaborare attivamente all’interno dell’unità pastorale “Madonna di Campiano” (comprendente anche le comunità cristiane di Castellarano, Tressano, San Valentino e Montebabbio) e facendosi apprezzare per il suo rigore educativo e per la perseveranza nella carità. Don Giulio si è sempre distinto, fin da giovane, per l’intraprendenza con cui affrontava le situazioni più difficili di alcune opere diocesane, come ad esempio gli Artigianelli, dove ha portato, con la nuova sede, a quell’innovazione pedagogico-educativa di cui l’Istituto gode ancora oggi. In questi contesti sapeva coniugare egregiamente, con sensibilità di sacerdote, le soluzioni economiche con le finalità pastorali. E, in particolare, sapeva dare a parrocchiani e amici quella fiducia che finiva per coinvolgerli nella realizzazione e nella gestione di queste stesse opere.

Reggio Online