Lutto in Diocesi, è morto Don Fabrizio Crotti

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E’ morto oggi poco dopo le 13.00 all’Arcispedale, stroncato da una grave malattia, don Fabrizio Crotti che nel 1999 era stato nominato alla guida della parrocchia cittadina di Santo Stefano.

Nato 69 anni or sono  il 6 maggio 1949 a Fazzano di Correggio, aveva ricevuto dal vescovo  Baroni l’ordinazione presbiterale nella chiesa della parrocchia natale.

Dapprima vicario cooperatore a Ospizio e Luzzara, nel 1982 divenne  parroco di Sologno e Carù; nel 1999 il vescovo Caprioli lo nominò parroco in Santo Stefano.

Don Fabrizio ha ricoperto vari incarichi diocesani : vicepresidente della Caritas, segretario dell’Ufficio catechistico, insegnante nell’Istituto di scienze religiose, responsabile in Curia del settore tecnico per le ristrutturazioni, responsabile del settore insegnanti di religione.

La salma è esposta nella chiesa parrocchiale cittadina di Santo Stefano. Questa sera (lunedì 30 luglio) alle ore alle 21.00 in Santo Stefano verrà recitato il Santo Rosario. Domani, martedì 31 luglio, alle ore 19.00 in Santo Stefano, celebrazione eucaristica.
Mercoledì 1 agosto, ore 10.30 in Cattedrale: Santa Messa di Commiato a seguito della quale avverrà tumulazione avverrà nel cimitero di Fazzano.

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(Nella foto 1: don Crotti, il secondo da sinistra,  assieme al vescovo Caprioli)

(Nella foto 2 in basso don Fabrizio al centro tra una giovane e un’anziana della Parrocchia. Don Fabrizio era sempre sorridente  e ha lasciato una testimonianza esemplare di coerenza e fede)

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Ultimo saluto a don Fabrizio Crotti Mercoledì 1 Agosto alle 10,30 in Cattedrale di Reggio Emilia

Ultimo saluto a don Fabrizio Crotti Mercoledì 1 Agosto alle 10,30 in Cattedrale di Reggio Emilia.

Mercoledì 1° agosto il funerale sarà in Cattedrale alle 10.30 con Liturgia presieduta dal Vescovo Massimo Camisasca. Tra i concelebranti al rito funebre ci sarà monsignor Daniele Gianotti, Vescovo di Crema e amico di lunga data di don Crotti al quale è stata affidata l’omelia.

Poi la salma verrà tumulata nel cimitero di Fazzano

E’ morto don Fabrizio Crotti, parroco di Santo Stefano

Musica. Morto Roberto Bignoli, voce cristiana del rock

Con lui se n’è andato un protagonista della musica cristiana, aveva vinto cinque Unity Awards. Tra le sue canzoni più note ricordiamo Non temere e Totus Tuus cantate davanti a Giovanni Paolo II

Roberto Bignoli (Fotogramma)

Roberto Bignoli (Fotogramma)

Era un innamorato di Dio e della musica e ha dedicato trent’anni della sua vita a raccontare con le parole e la chitarra una fede vissuta con profondità. Il cantautore Roberto Bignoli è morto a Rho ieri pomeriggio dopo una lunga malattia. Ricoverato da più di due mesi in ospedale, lunedì scorso, in seguito a un aggravamento, era entrato in coma.

A dare la notizia del decesso, su Facebook, la moglie Paola Maschio con un messaggio in cui ha sottolineato come «in questi ultimi difficili giorni abbiamo riscoperto l’amore di Dio e della Madonna e la forza della preghiera».

Bignoli era nato a Novara nel 1956. Con lui se n’è andato un protagonista della musica cristiana, applaudito in tutto il mondo in concerti che aggregavano sempre migliaia di persone. Aveva vinto cinque Unity Awards (i premi internazionali dell’United Catholic Music and Video Association).

Tra le sue canzoni più note ricordiamo Non temere e Totus Tuus cantate davanti a Giovanni Paolo II, Blues cielo blu, Ti voglio seguire e Ballata per Maria: si tratta di pezzi che spaziano dal rock, al pop, al blues. La sua è stata un’esistenza segnata dal dolore e dalla speranza: colpito a un anno dalla poliomelite e cresciuto in un collegio “Don Gnocchi,” Bignoli, appena diciottenne passa attraverso esperienze “estreme” che lo portano ai margini della società e persino in carcere.

Ma nel 1984, a 28 anni, l’incontro che gli cambia la vita, seguito da un “provvidenziale” viaggio a Medjugorie. «Io mi sono formato sul genere cantautoriale degli anni ’70 e ’80 – raccontava – il mio punto di riferimento è sempre stato Fabrizio de’ Andrè. Ma mi hanno influenzato anche Brel e Brassens, Jimmy Hendrix, Deep Purple e Bruce Springsteen. Il bagaglio musicale è rimasto ma è cambiato il modo di guardare la realtà e quindi di raccontarla: canto la mia storia di cristiano».

Lutto in diocesi: morto don Alcide Pecorari, parroco storico di San Giacomo

Lutto in diocesi: morto don Alcide Pecorari, parroco storico di San Giacomo

Si terrà la mattina di martedì 18 aprile alle 10.30 in Cattedrale a Reggio la liturgia di commiato per don Alcide Pecorari, spentosi nella tarda mattinata del Sabato santo – il 15 aprile – a Rubiera, all’età di 84 anni, dopo una lunga e inesorabile malattia.

Don Alcide per quattro decenni era stato alla guida della parrocchia cittadina dei Santi Giacomo e Filippo a Reggio Emilia, comunità parrocchiale che ora ne piange la dipartita.

Nato il 7 febbraio 1933 a Gazzata di San Martino in Rio – ma era originario della comunità di San Faustino di Rubiera – don Alcide avrebbe raggiunto il traguardo dei 60 anni di sacerdozio il prossimo 23 giugno.

donAlcidePecorari

Ricevuta l’ordinazione presbiterale nel 1957, era stato Vicario cooperatore a Bibbiano, poi a Castelnovo Sotto, quindi parroco a Cerreto Alpi dal 1964 al 1970, poi a Castelnovo ne’ Monti dal 1970 al 1977; nel corso di quello stesso anno venne nominato parroco di San Giacomo a Reggio. Per tre anni è stato anche amministratore parrocchiale in San Pietro, in città.

Cappellano della Polizia di Stato dal 1991 al 1996 (quindi Cappellano ausiliario dal 1996), poche settimane fa, il 27 marzo, aveva concelebrato in Cattedrale per l’ultima volta, proprio in occasione della Messa del Precetto pasquale per le Forze dell’Ordine.

Notaio presso il Tribunale diocesano dal 1999, e dal 2005 addetto alla Cancelleria vescovile di Curia, ha ricoperto anche il ruolo di Moderatore della parrocchie del Centro storico.

Nella giornata del Venerdì Santo aveva ricevuto la visita del vescovo Massimo Camisasca e l’Unzione con l’olio degli infermi.

Nell’ultimo periodo dell’aggravarsi della malattia era stato accudito con grande disponibilità dai familiari.

Ne piangono la scomparsa anche i vescovi emeriti Paolo Gibertini e Adriano Caprioli, con l’intero presbiterio di Reggio Emilia-Guastalla, e le Sorelle del Cenacolo Francescano.

La salma verrà esposta nell’obitorio del cimitero di Rubiera e si potrà visitare il giorno di Pasqua, domenica 16 aprile, dalle 8 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. In San Giacomo a Reggio, alle 18.30, verrà recitato il santo Rosario.

Il Lunedì dell’Angelo 17 aprile (giorno che precede le esequie), le spoglie di don Alcide verranno accolte attorno alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di San Giacomo, dove alle 11.15 verrà celebrata la Messa dell’Ottava di Pasqua. La chiesa rimarrà poi aperta nel pomeriggio.

Martedì, infine, al termine delle esequie, don Pecorari verrà accompagnato a San Faustino di Rubiera per la sepoltura nel locale camposanto.

laliberta.info

Monte Cusna, scivola in un dirupo e muore a 68 anni è L’ingegner Gianpaolo Camminati

di Elisa Pederzoli – Gazzetta di Reggio

VILLA MINOZZO (REGGIO EMILIA). Camminavano in fila indiana sul costone del Monte Cusna, diretti alla vetta. E’ stata questione di un attimo, di un istante piccolissimo, ma fatale. Forse, ha messo male un piede. Forse, quel punto del terreno era scivoloso, troppo friabile. Di fatto, lui è scivolato giù, senza riuscire a frenare, ad aggrapparsi a qualcosa. E’ franato davanti agli occhi della moglie e della coppia di amici che erano in loro compagnia. Precipitando per oltre 100 metri, tra le rocce. Una caduta, purtroppo, che non gli ha lasciato scampo.

monte

E’ morto così Gianpaolo Camminati, 68enne ingegnere residente a Casina ma domiciliato a Reggio. Un nome molto noto nel suo ambito lavorativo, un esperto di montagna a detta di tutti. A tradirlo è stato quel costone che conosceva bene. Solcato chissà quante volte, con sicurezza e prudenza. Ma stavolta, purtroppo, qualcosa è andato storto.

L’INCIDENTE. Sono le 12.45 circa di ieri quando dal Monte Cusna scatta l’allarme. Siamo a circa 2.100 metri di altezza.A lanciarlo sono alcuni escursionisti. Dei tanti che in una giornata di bel tempo come quella di ieri avevano deciso di salire fino al Cusna, per un’escursione e godere di un panorama sempre capace di emozionare. Gianpaolo Camminati, la moglie Cecilia Bartolini 64 anni e una coppia di amici erano uno davanti all’altro. Avevano raggiunto la zona con la seggiovia. Davanti camminava l’amico, dietro il 68enne e poi le due donne. Poco dopo aver salutato altri escursionisti, la tragedia. L’uomo è caduto giù, all’altezza della verticale del Sasso del Morto.

Per raggiungere il posto si sono messi in movimento l’elicottero del Soccorso alpino, partito da Pavullo, e una squadra da terra. Le condizioni meteo, con dei grossi nuvoloni che si sono spostati sulla zona, minacciava di rendere difficoltoso il lavoro del velivolo. Dall’elicottero è stata fatta calare l’equipe medica. Il personale, non senza difficoltà, ha raggiunto l’uomo fino nel punto in cui era precipitato. Sono iniziate le manovre di rianimazione. Un disperato tentativo di salvare l’uomo che ben presto, però, ha dovuto arrendersi alla tragica realtà: troppo gravi le ferite riportate da Camminati, che infine è stato dichiarato morto.

Quando è arrivato l’ok dalla procura, si è quindi proceduto con il recupero della salma che, caricata in elicottero, è stata trasferita sino agli impianti di risalita di Febbio. E da lì, poi, grazie all’ausilio della polizia provinciale sino all’obitorio dell’ospedale Sant’Anna di Castenolvo Monti.

LE INDAGINI. Ora, toccherà ai carabinieri della stazione di Villa Minozzo, intervenuti sul posto, ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. I militari hanno già provveduto ad ascoltare le testimonianze delle persone che erano con il 68enne. E di altri escursionisti che da distanza hanno visto l’ingegnere cadere. Allo stato attuale, non si può escludere che l’incidente possa essere stato causato da un improvviso malore dell’ingegnere. Al momento, la salma è a disposizione della procura. Il magistrato di turno già oggi valuterà se richiedere accertamenti di natura autoptica, o riconsegnare la salma alla famiglia per il funerale.

LA VITTIMA. «Una persona splendida, disponibile. Capace di ascoltare gli altri». E’ un ricordo commosso quello che da più parti arriva dell’ingegner Gianpaolo Camminati. Da Reggio – dove viveva in viale Simonazzi con la moglie Cecilia Bertolini, 64 anni, ex maestra di scuola elementare – a Casina, dove da sei anni aveva comprato casa e la coppia trascorreva tutto il periodo della bella stagione.

Marito e moglie – che non avevano figli – dedicavano molto del proprio tempo al volontariato, nella parrocchia di Casina. Dove il ricordo dei due ieri, quando si è diffusa la tragica notizia, si è fatto vivo tra le persone che conoscevano Camminati. Destando profondo dolore e sgomento. Lo stesso che provano i tanti professionisti che in questi anni erano venuti a contatto con l’ingegner Camminati. Come il dottor Salvatore Lafiandra della società cooperativa Esedra di Parma. «Avevamo collaborato – ricorda – un professionista straordinario. Con una straordinaria qualità: quella di saper ascoltare e di confrontarsi».

Gianpaolo Camminati oltre alla moglie Cecilia lascia anche una sorella, Maria Antonia, e il fratello, il dottor Graziano Camminati medico condotto titolare di uno studio nel quartiere di Santa Croce.

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E’ morto don Giulio Rossi (junior). Liturgia di commiato venerdì pomeriggio alle ore 15,30 a Viano

Nato a Regnano nel 1933, ordinato sacerdote nel 1959, ha prestato servizio pastorale come parroco solo nella piccola comunità di Miscoso per tre anni. Pur dotato di acuta intelligenza e di capacità di dialogo, le sue non buone condizioni di salute gli facevano sentire il peso e l’inadeguatezza di incarichi pastorali stabili, preferendo il ruolo di aiuto e di collaborazione.

L’ambito più ampio e più intenso del suo servizio sacerdotale è stato invece la scuola come docente di religione per 23 anni (1970-1993).

Zelante e premuroso nei vari compiti pastorali svolti, rievocava con soddisfazione le varie vicende vissute e le persone incontrate nelle numerose località, con le quali ha condiviso un cammino di umanità e di fede.

A Viano la sua famiglia ha vissuto con Don Giulio le sue scelte di fede e di ministero. Particolarmente premurosa è stata l’assistenza della sua famiglia negli ultimi anni della malattia.

Martedì scorso ha accolto con gioia straordinaria la visita del Vescovo Massimo all’Hospice, al quale ha chiesto i sacramenti per il suo viaggio verso il Cielo.

 diocesi.re.it

Morto Padre Bossi, fu rapito Filippine. Aveva 62 anni,rimase 40 giorni nelle mani dei miliziani islamici

Padre Giancarlo Bossi, il missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) che nel 2007 fu rapito da miliziani musulmani nelle Filippine, e’ morto la scorsa notte nella clinica Humanitas di Rozzano sul Naviglio (Milano). Aveva 62 anni. Da oltre un anno era gravemente malato.

Era chiamato dagli amici col nomignolo di ”gigante buono” per la sua statura. Durante il suo rapimento, durato circa 40 giorni, Benedetto XVI aveva lanciato una appello ai rapitori e pregato per lui.