MATTARELLA E IL 2 GIUGNO: ‘CONTRASTI SI SUPERANO COL DIALOGO’

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‘LA DEMOCRAZIA È INCOMPATIBILE CON LA RICERCA DEL NEMICO’ ‘Soltanto la via della collaborazione e del dialogo permette di superare i contrasti e di promuovere il mutuo interesse nella comunità internazionale’: Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando al corpo diplomatico accreditato in Italia. In precedenza il Capo dello Stato aveva affermato: ‘Libertà e democrazia non sono compatibili con chi alimenta i conflitti, con chi punta a creare opposizioni dissennate fra le identità, con chi ricerca un nemico da individuare, limita il pluralismo’. In mattinata aveva detto ai prefetti: ‘nel vostro costante impegno a tutela della sicurezza e serenità della convivenza, vi orienta lo spirito della Costituzione, dei diritti e doveri dei cittadini come dei limiti che pone alle autorità’. 

L’avvio delle iniziative. Matera, capitale della cultura e laboratorio per il Sud

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di inaugurazione di Matera capitale europea della cultura (Lapresse)
da Avvenire

«Una bellezza generata dalla povertà». Forse la chiave di lettura di questo anno in cui Matera sarà la Capitale europea della Cultura l’ha fornita ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Lo ha fatto prendendo spunto da un classico della letteratura del nostro Novecento, quel Cristo si è fermato a Eboli in cui Carlo Levi, dopo aver descritto la tragica condizione sanitaria e sociale dei Sassi materani, prende spunto da essa, la fonde col complessivo panorama materano e giunge ad affermare che chiunque veda Matera non può che restare «profondamente colpito dalla sua dolente bellezza». È poiché, ha aggiunto Conte citando un altro classico immortale come L’idiota di Dostoevskij, «la bellezza è un enigma», ecco che questa bellezza avrà un senso solo se saprà conservare la sua originalità dando vita a una nuova strada di sviluppo culturale, volano per la Basilicata e per l’intero Meridione.

È stato questo, il tema che ha fatto da substrato a tutti gli interventi che oggi hanno dato ufficialmente l’avvio alle iniziative di Matera capitale europea della cultura 2019. Con Conte, nell’auditorium ricavato all’interno della Cava del Sole (il luogo dove nei secoli si è cavata la pietra per la costruzione della città), hanno parlato il sindaco della città Raffaele De Ruggeri, il ministro della cultura Alberto Bonisoli, il presidente della Fondazione Matera 2019 Salvatore Adduce. Tutti infatti, nessuno escluso, hanno ricordato che con questo anno di celebrazioni, per dirla con Adduce, «Matera vuole capovolgere ancora una volta il paradigma del suo destino è affermare che è davvero possibile fare e raccontare un’altra storia del Mezzogiorno italiano».

Una bellezza povera e dolente perché costruita dal povero quotidiano lavoro di tanta povera gente col suo dolore, la fatica del vivere e la sua secolare sofferenza. L’enigma è invece tutto situato nel futuro che questa bellezza non più dolente sarà capace di generare. A questo proposito il presidente del Consiglio ha voluto fare alcune precise promesse. Ha detto che il governo si impegnerà nel fare in modo che questa occasione non vada perduta facendo di Matera una sorta di pietra miliare per il riscatto del Sud.

A questo proposito, ha aggiunto, «è nostro dovere supportare con dei finanziamenti purché a fronte di progetti fattibili e concreti. Nei prossimi giorni partiremo con una cabina di regia. Ci sarà un grande piano per mettere in sicurezza il territorio del Mezzogiorno e partirà un piano di rinnovamento delle infrastrutture». Quindi dopo essere tornato a ribadire che il suo è un governo operativo, ha sottolineato la necessità di essere padroni del proprio destino, in questo senso «la cultura serve a riscoprire quello che siamo stati per lavorare a diventare quello che vogliamo essere domani».

Matera nel primo giorno da capitale della cultura (Fotogramma)

Matera nel primo giorno da capitale della cultura (Fotogramma)

«Il futuro dipende da noi» è stato lo slogan utilizzato anche dal ministro Bonisoli. «Dobbiamo pensare – ha aggiunto – a Matera fra venti o trent’anni facendo della cultura un fattore decisivo di sviluppo economico e sociale». Uno sviluppo che, come ha affermato il sindaco De Ruggeri, «passa per la parola “accoglienza”, per l’umiltà che da sempre ci caratterizza, per la semplicità tipica della nostra tradizione. Questa è la nostra sfida sociale e culturale. Questa è la peculiarità che ci ha fatto vincere nel 2014 la selezione per diventare Capitale europea della Cultura».

E la cosa che fin da ora fa ben sperare che Matera diventi davvero un caso culturale significativo per tutto il Paese è che anche un esponente dell’opposizione in Consiglio comunale come Paolo Manicone si ritrovi negli stessi concetti e aggiunga: «La nostra speranza è che nasca da questo evento una nuova economia materana, fondata sulle nostre caratteristiche economiche e sociali, così che anche il turismo non divenga assolutizzante come è accaduto in città come Venezia, ma faccia da volano per uno sviluppo equilibrato e complessivo». Uno sviluppo, ricorda Angela Riccardi, agricoltrice da quattro generazioni, «che sappia mettere al centro anche settori tradizionali e ricchi di prospettive come l’agricoltura».

Tutto questo mentre Matera cominciava già a vivere questo suo anno da protagonista travolta da decine di iniziative musicali in tutte le strade, in tutte le piazze con qualcosa come 2019 musicisti impegnati, 20 bande italiane e 19 europee. Una intensità di iniziativa che l’organizzazione promette per tutte le prossime 48 settimane seguendo i cinque temi-ambiti che hanno caratterizzato il dossier programmatico: radici e percorsi, continuità e rotture, futuro remoto, utopie e distonie riflessioni e connessioni.

Tutto questo anche attraverso coproduzioni internazionali a cominciare dalla collaborazione con la bulgara Plovdiv, l’altra capitale europea della cultura 2019, ma anche Giappone, Argentina, Giordania, Tunisia. Collaborazioni con la Fondazione Ravenna, col San Carlo di Napoli per la coproduzione di una grandiosaCavalleria rusticana nei Sassi, con la Rai. Ogni giorno del 2019 ogni visitatore avrà almeno cinque attività da svolgere: una mostra, uno spettacolo dal vivo, un passeggiata su un percorso ambientale, l’incontro con un significativo cittadino materano, contribuire alla mostra di chiusura portando un oggetto della propria cultura di appartenenza. Fra le grandi mostre viene inaugurata oggi la prima: “Art excavandi”. Curata da Pietro Laureano, propone un viaggio fra le città rupestri del mondo.

Oggi si è tenuto anche il secondo atto inaugurale. Uno spettacolo organizzato dalla Rai al quale ha presenziato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si è svolto nella suggestiva ambientazione del Sasso Caveoso, davanti alla suggestiva chiesa rupestre di San Pietro Caveoso, condotto da Gigi Proietti (che non ha mancato di esporre, fra brani della Commedia e di Shakespeare, la propria personale visione di Matera, e della sua identità come chiave di volta per costruire un nuovo futuro di speranza) con la partecipazione di Rocco Papaleo e di una star musicale internazionale come Skin.

Mattarella: un giorno importante per l’Europa che valorizza le sue culture

Parlando a conclusione della giornata inaugurale di Matera 2019, al termine dello spettacolo che si è svolto nel Sasso Caveoso, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fra l’altro sottolineato: «Questo è un giorno importante per l’Europa che dimostra di saper valorizzare le sue culture. Giorno di orgoglio per i materani e per la Basilicata. Giorno di orgoglio per l’Italia che vede una delle sue eccellenze all’attenzione dell’intero continente. La cultura costituisce il tessuto connettivo della civiltà europea. Non cultura di pochi, che marca le disuguaglianze dei saperi e delle opportunità, ma cultura che include, che genera solidarietà».
Matera, ha aggiunto Mattarella, «è un esempio di quanto l’Europa debba alla preziosa originalità di luoghi così straordinari e ricchi di fascino. Di quanto la fatica e il genio di una comunità siano riusciti a produrre. E si coglie anche il legame col cammino dei popoli europei orientato da valori comuni. Matera è la realtà che l’Italia offre all’Europa per mostrare come la storia più antica possa aiutarci ad aprire le porte di un domani migliore. Matera sarà in questo anno l’immagine dell’Europa perché ha dimostrato di saper dare nuovo valore alle sue origini. Da Matera e dalle sue iniziative dalla sua ospitalità dal confronto che riuscirà ad animare verrà una spinta di sviluppo una iniezione di futuro».

Mattarella ha poi citato l’agenda Europe per la cultura, in cui «è scritto il proposito di “sfruttare il potere della cultura per la coesione sociale e il benessere”. In linea con questa indicazione abbiamo il dovere di “sostenere la creatività”, le “relazioni culturali internazionali” e di investire su quella rete di conoscenza e formazione, innovazione e lavoro che sola può offrire al continente un destino all’altezza dei suoi popoli. A cominciare dai più giovani. Essere europei è oggi parte ineliminabile delle nostre stesse identità nazionali».

Questa città, ha quindi concluso il capo dello Stato, «è anche un simbolo del Mezzogiorno italiano che vuole innovare e crescere sanando fratture e sollecitando iniziative. Matera è simbolo dei vari Sud d’Europa, così importanti per il continente, perché nel Mediterraneo si giocheranno partite decisive per il suo destino è per quello del Pianeta». A questo proposito, parlando a margine della manifestazione, appena giunto Sergio Mattarella non ha mancato di sottolineare il suo dolore e di manifestare le sue condoglianze per l’ennesima tragedia dei migranti, stamani nelle acque di questo stesso mare.

Avvenire

Berlino. Mattarella sull’Olocausto: non accada mai più

Mattarella sull'Olocausto: non accada mai più

I giovani siano custodi della memoria, perché non accada mai più. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella inizia la sua visita in Germania proprio dal memoriale dell’Olocausto di Berlino, un luogo simbolo in cui il Capo dello Stato ha lasciato un messaggio: «Lo scorrere del tempo affida sempre più a questi luoghi il cruciale compito di custodire la memoria della barbarie, monito permanente affinché ciò che è accaduto non debba mai più ripetersi. Confido che le coscienze delle nuove generazioni possano trarre dalla visita a questomemoriale nuova e convinta ispirazione per un futuro migliore e libero da tali mostruose atrocità».

Poi Mattarella, prima di incontrare il suo omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier, la cancelliera Angela Merkel e il presidente del Parlamento Federale tedesco, Wolfgang Schäuble, vede la comunità italiana in Germania in ambasciata. Qui in capo dello Stato sottolinea che «l’amicizia tra Italia e Germania è molto grande» e che «il rapporto fra Germania e Italia è rassicurato in massima misura dalla vostra presenza in Germania». Gli italiani che vivono e lavorano in Germania infatti, ha ricordato, non svolgono soltanto un’attività personale, «ma un’attività di rappresentanza del nostro Paese, di avamposto del legame di amicizia che c’è fra Germania e Italia».

L’Italia «è un partner molto importante per la Germania», «i contatti con Giuseppe Conte sono molto stretti», e «le sfide attuali si possono affrontare soltanto insieme», ha detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda sull’incontro di oggi fra Angela Merkel e Sergio Mattarella. Capo dello stato che nel frattempo ha visto il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, il quale al termine del colloquio ha sottolineato che «la coesione nelle rispettive società e a livello europeo deve tornare a essere una priorità, lo faremo presente perché sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono».

Mattarella, inoltre, rispondendo ad una domanda dei giornalisti è tornato sul senso dello stare insieme in Europa. «L’Unione Europea non è un comitato d’affari – ha sottolineato – ma una comunità di valori sulla quale si costruisce la convivenza dei popoli europei e la coesione sociale è importante nella vita comunitaria». Bisogna quindi dialogare con le persone che la pensano diversamente, ha aggiunto, «questa è la chiave dell’Unione Europea. Bisogna confrontarsi, dialogare e trovare insieme soluzioni condivise». Le parole del presidente Juncker hanno stimolato delle riflessione che è giusto fare. «Tutto questo richiama a una riflessione accurata», ha sottolineato infine il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine del colloquio con il presidente tedesco rispondendo a una domanda dei giornalisti sul mea culpa sull’austerità.

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MATERA DA OGGI CAPITALE CULTURA, ATTESI MATTARELLA E CONTE

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CERIMONIA DI INAUGURAZIONE IN EUROVISIONE, CON GIGI PROIETTI Matera da oggi è ufficialmente Capitale della Cultura. Attesi il presidente della Repubblica, Mattarella, e il premier Conte per l’inaugurazione. La cerimonia sarà condotta da Gigi Proietti e trasmessa in diretta su Rai1 in Eurovisione. Le celebrazioni si apriranno con ballerini luminescenti che si trasformano in cavalli e Stefano Bollani al piano come solista e con le bande nell’inno da lui stesso realizzato.

MATTARELLA: 2 MILIONI SUI SOCIAL E OLTRE 10 ASCOLTATORI IN TV. SCAMBIO DI AUGURI CON IL PONTEFICE E IL MONITO ALLA POLITICA

Quasi un milione di ascoltatori in più rispetto all’anno scorso, per un totale di oltre 10 milioni, e boom sui social con oltre 2 milioni di visualizzazioni solo su twitter, un dato triplicato rispetto allo scorso anno. Sono i numeri del messaggio di fine anno del presidente Mattarella trasmesso a reti unificate su Rai1, Rai2, Rai3 e Rainews24 e ancora su Canale 5, Rete4 e La7 ed è durato esattamente 14 minuti. Scambio di auguri tra Mattarella e il Papa con il presidente che richiama a ‘una politica responsabile e lungimirante’ che ‘non alimenta le paure, non lascia spazio alla logica del nazionalismo, della xenofobia, della guerra fratricida’. Un richiamo simile nelle parole del pontefice: ‘la politica è buona nella misura in cui ognuno fa la sua parte al servizio della pace’.

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Il Meeting apre con il messaggio del presidente Mattarella: «Connettere la ricerca di felicità con il desiderio di costruire una storia migliore»

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IN ARRIVO ANCHE IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO CHE SARÀ LETTO DOMENICA 19 AGOSTO ALL’INIZIO DELLA SANTA MESSA.
ALLE 15 POI L’INCONTRO INAUGURALE CON IL NUNZIO NEGLI USA CHRISTOPHE PIERRE

 

Rimini, 18 agosto 2018 – In apertura del XXXIX Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si svolgerà nella Fiera di Rimini da domenica 19 a sabato 25 agosto, il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella raccoglie le sfide contenute nel titolo del Meeting «Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice», in attesa del messaggio che papa Francesco sta facendo pervenire attraverso il Segretario di Stato Pietro Parolin e che verrà letto domenica 20 agosto all’inizio della santa Messa delle 11.30 che sarà celebrata dal vescovo di Rimini Francesco Lambiasi nell’Auditorium Intesa Sanpaolo A3 della Fiera.

È lo stesso Mattarella a parlare di sfide: «Connettere la ricerca di felicità della persona con il desiderio di costruire una storia migliore per sé e per gli altri è una grande sfida di umanità». È la sfida del Meeting, che il Presidente definisce come «il desiderio di incontrare l’altro e di costruire insieme nelle differenze».

«È un’affermazione rivoluzionaria quella che domina il Meeting di quest’anno e che il presidente Mattarella ha colto come centrale», commenta il presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Emilia Guarnieri, «perché in un contesto in cui sembra prevalere la reattività e la protesta, noi poniamo l’uomo felice come soggetto del cambiamento. “Felice” è un aggettivo quasi incongruo ormai, eppure solo un uomo che si riconosce avviato su una strada di realizzazione può guardare all’altro con simpatia e non con astio, può essere un reale fattore di coesione e crescita sociale».

Di qui anche l’adesione all’invito del presidente Mattarella che nel suo messaggio invita a riconoscere la diversità come un valore. «È dalla consapevolezza che ciascuno, con il suo credo e le sue convinzioni, arricchisce il nostro essere persona», scrive il Capo dello Stato, «che nasce la possibilità di rendere davvero umano il mondo». Questo è l’orizzonte anche del lavoro e dell’esperienza di questa settimana di Meeting che sta per iniziare.

Al messaggio proveniente dal Colle quest’anno si aggiunge anche quello firmato dal segretario generale dell’Onu António Manuel de Oliveira Guterres. «Dal 1980, il Meeting per l’Amicizia fra i Popoli di Rimini ha dato l’opportunità a persone di fedi e culture diverse di rinnovare l’impegno per la costruzione della pace e dell’amicizia. È di questo spirito che abbiamo bisogno, oggi più che mai», sono le sue parole, «i conflitti divampano in molte parti del mondo. Xenofobia e razzismo sono fenomeni in aumento in alcuni paesi e regioni. Il Meeting di Rimini, che riunisce persone provenienti da contesti etnici, religiosi e culturali diversi è un gradito antidoto a tutto questo». C’è anche un’attenzione particolare ai giovani nel messaggio di Guterres: «Dare potere ai giovani è uno degli investimenti più importanti che possiamo fare per prevenire i conflitti e costruire una cultura di pace».

Intanto domenica 19 agosto alle 15.00 l’evento inaugurale del Meeting (dopo la santa Messa del mattino celebrata dal vescovo di Rimini Francesco Lambiasi) sarà l’incontro con il nunzio apostolico negli Stati Uniti Christophe Pierre sul titolo del Meeting. Monsignor Pierre interverrà in Auditorium Intesa Sanpaolo A3 dopo l’introduzione della presidente Guarnieri.

Domenica 19 agosto alle 21.45 ci sarà poi un evento unico che ci porta al cuore stesso del Meeting: sulla Piazzetta sull’acqua al Ponte di Tiberio verrà rappresentato “Attraverso il mare del desiderio”, liberamente tratto da “La scarpetta di raso”, capolavoro dello scrittore e diplomatico francese Paul Claudel in occasione dei 150 anni della nascita (1868-1955), in collaborazione con la Sagra Musicale Malatestiana e la Regione Puglia e con il patrocinio della Société Paul Claudel. I biglietti sono acquistabili in fiera e sul luogo dell’evento dalle 17 di domenica.

fonte. comunicato stampa

Riguadagnare l’eredità, un compito per l’oggi. Il 38mo Meeting di Rimini apre con il messaggio del presidente Sergio Mattarella

In arrivo anche il messaggio di papa Francesco che sarà letto domenica 20 agosto all’inizio della Santa Messa. 

Alle 15 poi l’incontro inaugurale con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni

Rimini, 19 agosto 2017 – In apertura del XXXVIII Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si svolgerà nella Fiera di Rimini da domenica 20 a sabato 26 agosto, giunge un’autorevole e penetrante lettura del titolo scelto per l’edizione di quest’anno, la frase tratta dal Faust di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo”. C’è un’eredità da riguadagnare: ma come? La risposta giunge da un messaggio (qui riportato in allegato ndr) inviato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in attesa del messaggio che papa Francesco sta facendo pervenire attraverso il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin e che verrà letto domenica 20 agosto all’inizio della santa Messa delle 10.45 (trasmessa in diretta RaiUno) che sarà celebrata nell’Auditorium della Fiera dal vescovo di Rimini Francesco Lambiasi.

Il presidente Mattarella interpretando la frase di Goethe mette l’accento sulle responsabilità nel passaggio generazionale. «Responsabilità degli adulti, che non possono consumare in sovrappiù beni e opportunità sottraendoli ai propri figli. Responsabilità anche dei giovani, che sono chiamati a far proprie le storie e le cose per dare ad esse un futuro e divenire di questo protagonisti».

Il mondo globalizzato e ipertecnologico «mette in discussione l’autonomia stessa della persona» (al Meeting per inciso si rifletterà a fondo sull’intelligenza artificiale con alcuni tra i maggiori esperti del tema). Ma anche qui, nessun ripiegamento: «L’idea di libertà, il senso di comunità, l’ambizione di fare storia, richiedono di essere continuamente riformulati, vissuti nel presente». Un lavoro che spetta primariamente ai giovani e alle «forze vive lungimiranti: tenere sempre viva l’attenzione sulle conseguenze delle scelte di oggi e contrastare il campo corto di chi rinuncia ad alzare lo sguardo e progettare il futuro».

Le parole chiave indicate dal Presidente sono responsabilità (soprattutto «verso chi viene dopo di noi») e solidarietà, da esplicitare in chiave sussidiaria, coinvolgendo una molteplicità di soggetti: «La politica, le istituzioni, i soggetti economici, i corpi sociali, hanno tutti un peso nel determinare gli esiti dei cambiamenti in atto». Complessità e interdipendenza quindi «non sono alibi per un disimpegno». E qui Mattarella punta l’attenzione su un tema che attraverserà trasversalmente tutto il Meeting di quest’anno. «L’attenzione verso i giovani deve tradursi in occasioni concrete e innovazioni, che aprano le porte a una mobilità sociale vera e a una piena cittadinanza, a partire dal diritto al lavoro e alla istruzione, che sta alle radici della libertà delle persone e della società. Così, investendo sul futuro, una collettività ritrova fiducia e raddoppia la propria forza».

«Avremo tutta la settimana del Meeting non tanto per riprendere, ma per lasciarci leggere e mettere in questione dal messaggio del Presidente, in attesa di quello del Papa», commenta la presidente della Fondazione Meeting Emilia Guarnieri. «Un anno fa scegliemmo la frase di Goethe perché ci sembrava utile per l’oggi, una chiave di lettura del presente. Ora capiamo di più il perché di quella scelta. Siamo grati al presidente Mattarella che guarda al Meeting come un luogo in cui si può rilanciare un messaggio di ripresa e di speranza per tutti, un’esperienza che si mette accanto ad altre al servizio della comunità civile».

Intanto domenica 20 agosto alle 15.00 l’evento inaugurale del Meeting sarà l’incontro con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sul tema “L’eredità e il futuro dell’Italia”. Il Presidente interverrà in Auditorium Intesa Sanpaolo B3 dopo le introduzioni di Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli e Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. In apertura Nassir Abdulaziz Al-Nasser, alto rappresentante dell’ONU per l’Alleanza delle Civiltà, darà lettura del messaggio di saluto del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

fonte: Comunicato Stampa

Mattarella: Ue più forte, la lezione di De Gasperi

Dopo l’esito del referendum sulla Brexit e i referendum nazionali che hanno segnato una battuta di arresto nel processo di unificazione europea, la strada non può essere l’«appiattimento», ma la visione costituente, il «patriottismo veramente europeo» di Alcide De Gasperi, «frutto anch’esso della visione di uno statista che aveva vissuto, e colto, nel breve volgere di mezzo secolo un cambiamento epocale».

Sergio Mattarella, reduce da un breve periodo di riposo a Selva di Val Gardena e alla vigilia del suo intervento, oggi, in apertura del Meeting di Rimini, arriva aPieve Tesino, il borgo natale del grande statista trentino, nell’anniversario della morte, e a settanta anni dallo storicoaccordo De Gasperi-Gruber fra Italia e Austria a tutela delle reciproche minoranze.

La sua è una lectio magistralis che non cerca applausi, ma ne otterrà uno solo, molto prolungato, alla fine, da parte dei concittadini del politico trentino che numerosi sono convenuti, quasi duemila, divisi fra il salone del centro polivalente comunale dove il presidente prende la parola e l’attiguo tendone, dove è stato allestito un maxi-schermo, con altri ad attenderlo oltre le transenne solo per un saluto.

Al suo ingresso in sala il coro degli alpini, che canta “La montanara” e una versione tutta particolare dell’Inno alla gioia, ci mette del suo a ricordare quali fossero le radici popolari di un uomo «mite» e «commovente» insieme, annota Mattarella, per il coraggio che dimostrò in alcuni snodi istituzionali che hanno scritto la storia del nostro Paese. Lui che «non aveva origini repubblicane e che da galantuomo, affrontò deciso e sereno la lotta contro la corona per obbedire al popolo».

Una visita di rievocazione, nella quale il capo dello Stato rende omaggio anche al museo ospitato nella casa natale (accompagnato dalle figlie dello statista Maria Romana, Cecilia e Paola) e scopre una targa in ricordo di quei giorni drammatici del giugno 1946 in cui De Gasperi, avvalendosi della Costituzione provvisoria, assunse con un celebre discorso alla radio anche i poteri transitori di capo dello Stato a colmare il vuoto istituzionale lasciato dalla monarchia sconfitta dalle urne.

Ma un discorso, quello di Mattarella, proiettato anche all’oggi, a pochi giorni del vertice di Ventotene fra Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande.
La decisione del referendum britannico richiede ora «un rilancio dell’integrazione e non una sorta di appiattimento sulle resistenze che hanno condotto a quel risultato negativo», ammonisce il capo dello Stato. E la strada è proprio quella tracciata da De Gasperi, un vero e proprio «padre fondatore» dell’Europa, che avrebbe voluto una «Costituente federale europea» e puntava sin da allora a un esercito oltre che una moneta comune.

Perché se «non sono le banche o le transazioni commerciali che hanno determinato l’Unione europea, ma uomini politici e parlamenti lungimiranti», scandisce Mattarella, non potranno essere le crisi finanziarie a distruggerla, «ma soltanto la nostra miopia nel non riconoscere il bene comune». Perché, ricorda Mattarella, sfide come quelle del terrorismo, delle crisi finanziarie e delle migrazioni, «nessun Paese è in grado di affrontarle da solo».

De Gasperi politico integro, integrale, ma non integralista, lo definisce Mattarella citando Maritain. Un insegnamento, il suo, in cui la fede cristiana e l’«ottimismo generato dalla fiducia nel sistema democratico» diventano tutt’uno nella risposta che diede a sua figlia suora che gli chiedeva un parere circa le previsioni apocalittiche di un filosofo reazionario.

La visione di De Gasperi, ricorda Mattarella, non fu bipolare, ma «trialistica», assegnando al «centro democratico» anche la funzione di fare da argine «a una sinistra e una destra considerate anti-istituzionali». Un messaggio anche questo, che sembra rivolto alla politica di oggi, e alle spinte che attraversano il Continente come il nostro Paese.

«Nel nome di De Gasperi dobbiamo tutti fare uno sforzo per ridare alla politica la dignità che le appartiene strutturalmente», dice il presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi, che ha fatto gli onori di casa, mentre le pale dell’elicottero che porterà in serata il presidente della Repubblica già verso il Grand Hotel di Rimini iniziano a volteggiare rumorosamente e il presidente dispensa gli ultimi saluti alla gente con la mano levata. Si raduna davanti al centro polivalente anche il nutrito parterre istituzionale che ha fatto da cornice all’evento, un parterre composito, proprio come nella visione dello statista trentino.

Accanto ad ex dirigenti del Ppi e della Dc come Pierluigi Castagnetti e Carlo Fracanzani, ci sono l’ex presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai, il senatore democratico Giorgio Tonini, presidente della Commissione Bilancio della Camera, ma anche l’ex partigiana comunista Lidia Menapace, e – per Forza Italia – un’esponente di punta come Maria Stella Gelmini. Che tiene a marcare il territorio, nel suo versante: «Ho casa a Gardone Riviera, ma qui ero con piena convinzione, non da turista».

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