Terrorismo. A Barcellona la strage di turisti, vittime di 34 nazionalità

A Barcellona è stata una strage di turisti: italiani, tedeschi, portoghesi… padri e madri di famiglia che stavano trascorrendo, nella maggior parte dei casi, un breve periodo di vacanza nella città catalana dove ieri pomeriggio un furgone bianco ha sparso sangue e terrore. 13 i morti accertati a Barcellona, una 14esima vittima nello scontro a fuoco della notte, oltre a 134 feriti, una 40ina dei quali in gravi condizioni. Le vittime sono di 34 nazionalità, a conferma che il terrorismo colpisce tutto il mondo.

La Protezione civile della Catalogna ha diffuso la lista dei paesi di origine delle vittime, senza quantificare il numero di morti
e feriti per ogni nazionalità. Ecco la lista: Algeria, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Canada, Cina, Colombia, Cuba, Ecuador, Egitto, Filippine, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Germania, Honduras, Irlanda, Italia, Kuwait, Macedonia, Marocco, Mauritania, Olanda, Pakistan, Perù, Repubblica Dominicana, Romania, Spagna, Stati Uniti, Taiwan, Turchia, Ungheria e Venezuela.

Il più giovane tra le vittime è un bambino spagnolo di tre anni. C’è un altro bambino disperso, con la doppia cittadinanza inglese e spagnola.

Spagnolo anche un 60enne di Granada, Francisco Lopez Rodriguez.

Domenica mattina la Messa di suffragio alla Sagrada Familia

Sarà celebrata anche in italiano la Messa di suffragio che si terrà domenica mattina nella Sagrada Familia, la cattedrale di Antoni Gaudì che è uno dei simboli di Barcellona, in suffragio delle vittime degli attentati in Catalogna. La celebrazione inizierà alle 10 e
sarà officiata dall’arcivescovo Juan Josè Omella, affiancato dal vescovo ausiliario Sebastià Taltavull. Come segno di unità e di solidarietà, la messa sarà aperta a tutti e sarà in cinque lingue, catalano, castigliano (spagnolo), italiano, inglese e francese.

I due italiani: Luca e Bruno

L’ultimo post pubblicato il 15 giugno da Luca Russo, morto nell’attentato di Barcellona, recita: “Nasciamo senza portare nulla, moriamo senza portare via nulla. E in mezzo litighiamo per possedere qualcosa”. Il 4 dicembre 2016, appena laureato, condivide una sua foto che lo ritrae sorridente con una corona d’alloro: “108 motivi per essere felice. Grazie davvero a tutte le persone che mi hanno sostenuto in questi anni”. E poi una citazione di Steve Jobs: “Adesso prontissimo per incominciare una nuova esperienza lavorativa. Siate affamati, siate folli”.

Luca Russo, ingegnere laureatosi un anno fa all’università di Padova, aveva 25 anni e lavorava per un’azienda di Carmignano del
Brenta. Abitava a Bassano del Grappa, ma era nato a Marostica. Il suo profilo è un continuo inno alla vita, in ogni post, in ogni aggiornamento condiviso. “Io sono uno di quelli che ancora ci spera, che se in un sogno credi tanto prima o poi si avvera!”
scriveva il 10 ottobre, e ancora il 26 settembre: “Siccome là fuori è pieno di gente che vi dice che non c’è speranza, che non c’è futuro, voi sappiatelo che nel momento in cui pensate che non ci sia speranza e non ci sia futuro, allora la speranza smette di esistere, il futuro smette di esistere. Portate a far vedere le vostre facce, e diteglielo a quelli là, che il meglio deve ancora venire!” citando il discorso finale del cantante Ligabue ad uno dei suoi concerti.

Su Linkedin oltre alla sua laurea in Ingegneria vengono riportate anche alcune esperienze di volontariato fatte a Bassano del Grappa, come quella per la Città della Speranza, fondazione nata per raccogliere fondi per costruire un reparto di oncoematologia pediatrica in ricordo di un bambino del luogo scomparso a causa della leucemia.

La seconda vittima italiana è il 35enne Bruno Gulotta di Legnano (Milano), responsabile marketing e vendite del sito specializzato in tecnologia Tom’s Hardware. Padre di due figli, un bimbo di 6 anni prossimo alla prima elementare e una bimba di 7 mesi, lascia la famiglia e Martina, 28 anni, moglie e compagna di vita. Ieri erano tutti e quattro sulla Rambla, a Barcellona, quando si è scatenato l’inferno. Legnano, dove presto tornerà la salma del giovane Gulotta, “è già lutto”, dice il sindaco Gianbattista Fratus: le bandiere sono a mezz’asta e si attende la data dei funerali. I suoceri sono chiusi nel silenzio, mentre i genitori dovrebbero aver raggiunto la nuora e i nipotini in Spagna.

Terribile il racconto fatto dalla moglie Martina ai colleghi. La coppia stava camminando sulla Rambla assieme ai figli: la più piccola nel marsupio con la mamma, il più grande teneva la mano in quella del papà. All’improvviso il furgone guidato dal terrorista rompe la passeggiata: Gulotta sarebbe stato tra i primi a essere travolto, morendo sull’asfalto sotto gli occhi della moglie e dei bambini.

Gulotta, appassionato di running e sport, era esperto di informatica. Stamani sul sito dell’azienda per cui lavorava, con sede a Legnano in via XX settembre, il country manager Roberto Buonanno dava notizia del decesso: “Aveva postato su Facebook le tappe del suo percorso e tutto sembrava procedere come uno si aspetterebbe da un viaggio di vacanza. Una foto da Cannes, una dalle Ramblas di Barcellona. E poi – scrive Buonanno – quello che nessuno si aspetta: la morte di un giovane uomo, padre e compagno di vita della madre dei suoi figli”.

Tra le vittime ci sarebbero anche tre tedeschi e una donna portoghese di 74 anni che abitava nella regione diLisbona e che si trovava a Barcellona con la nipote di 20 anni.

avvenire