Addio Raffa, la più amata dagli italiani

Come ha ben detto Renzo Arbore, con la morte di Raffaella Carrà, avvenuta ieri pomeriggio, si chiude la Belle époque della televisione italiana. Quella rievocata con nostalgia da Techetecheté di Rai 1 che in queste sere estive ripropone le scene più iconiche dei grandi show del sabato sera in bianco e nero, dalla coppia CarràMina di Milleluci al “trasgressivo” Tuca Tuca di Canzonissima. Ma anche quelle dei “favolosi” anni ’80 dei fagioli di Pronto Raffaella e delle “carrambate” entrate ormai nel vocabolario italiano. Senza dimenticare che le sue sigle tv e le sue canzoni hanno fatto il giro del mondo, da Chissà se vadella sua prima Canzonissima accanto a Corrado sino a

A far l’amore comincia tu remixata da Bob Sinclar e colonna sonora del film Oscar La grande bellezzadi Paolo Sorrentino. Raffaella Carrà è stata per 60 anni “la” televisione italiana, ma anche parte del costume del nostro Paese e dell’evoluzione dell’immagine della donna, tanto che anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si dice «profondamente colpito » dalla scomparsa «di un’artista popolare, amata e apprezzata da diverse e numerose generazioni di telespettatori in Italia e all’estero. Volto televisivo per eccellenza ha trasmesso – con la sua bravura e la sua simpatia – un messaggio di eleganza, gentilezza e ottimismo».

Raffaella Carrà è morta ieri alle 16.20, dopo una malattia che da qualche tempo l’aveva colpita. Solo pochi giorni fa, il 18 giugno in occasione del suo 78° compleanno aveva ringraziato i suoi fan su twitter con queste parole: «Grazie a tutti! Mi avete sommersa di auguri, il vostro affetto mi commuove, vi abbraccio e vi auguro un’estate con ritorno alla normalità». Le esequie saranno definite a breve. Nelle sue ultime disposizioni, Raffaella ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un’urna per contenere le sue ceneri.

«Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre». L’annuncio è stato dato dall’ex compagno Sergio Japino unendosi al dolore dei nipoti Federica e Matteo, di Barbara, Paola e Claudia Boncompagni. «Donna fuori dal comune eppure dotata di spiazzante semplicità – aggiunge Japino –, non aveva avuto figli ma di figli, diceva sempre lei, ne aveva a migliaia», come i 130mila fatti adottare a distanza grazie ad

Amore confermati da Aibi, «il programma che più di tutti le era rimasto nel cuore». «La prima showgirl del piccolo schermo in bianco e nero – ricorda l’associazione di telespettatori cattolici Aiart –. Negli anni ’70, la Carrà stupì l’opinione pubblica col “Tuca Tuca” e il celebre ombelico. Era il 1970 e l’Italia impazzì, perché tutto era proibito. Donna fuori dal comune eppure dotata di spiazzante semplicità e disarmante energia. Icona di una tv di qualità che ha rivoluzionato l’intrattenimento». Ma c’era anche un aspetto più intimo di Raffaella Carrà che di recente aveva svelato: «Sono molto spirituale e prego moltissimo ogni giorno anche per le persone che non conosco». E per lei le preghiere dei frati minori cappuccini confratelli di san Pio da Pietrelcina che la ricordano madrina, nel 2001, del nuovo Centro di comunicazioni realizzato a San Giovanni Rotondo divenuto poi Padre Pio Tv.

Nata a Bologna il 18 giugno 1943 come Raffaella Maria Roberta Pelloni, ballerina e cantante, dopo il debutto in televisione in Tempo di danza (1961), al fianco di Lelio Luttazzi, e nella commedia musicale Scaramouche (1965), nel 1970 approdò a

Canzonissima. Fu così che la Carrà divenne la prima showgirl del piccolo schermo in bianco e nero. Anche il cardinale Gianfranco Ravasi, ricordando una celebre sigla televisiva, intona su twitter: «Ma che musica maestro: viva, viva, viva! (R.I.P. Raffaella Carrà)».

Gli anni 80 la videro cambiare pelle ancora una volta, da showgirl dalle “mises” sgargianti a signora in tailleur nel salotto “bene” Pronto, Raffaella?, con la regia di Gianni Boncompagni, che nel 1984 raggiunse ascolti straordinari per la fascia meridiana. Conduttrice di Domenica in (1986) sempre per la Rai, nel 1987 passò per un breve periodo a Canale 5, per poi tornare nel 1991 a Rai 1 con la trasmissione Fantastico 12.

La parentesi di quattro anni a Madrid, dove portò il programma Hola Raffaella per la televisione spagnola, la rese ancor più celebre nel mondo latino e sudamericano.

Al suo rientro in Italia nel 1995 si ripropose con successo in Carramba! Che sorpresa (1995-97 e 2002), basato su sorprese eccezionali a persone comuni. Ha quindi continuato a raccogliere consensi presentando Carramba! Che fortuna (1998-2000 e 2008) e Segreti e bugie (1999), sempre su Rai 1. Nel 2001 ha condotto il Festival di Sanremo, una delle poche donne alla guida della kermesse, nel 2004 il programma Sogni, mentre dedicato alle adozioni a distanza è stato Amore del 2006. Nel 2007 è uscito Raffica Carrà, raccolta videomusicale delle numerose sigle televisive che ha interpretato. Nel 2013 è tornata sul piccolo schermo su Rai 2 come coach del talent show The Voice of Italy. Lo stesso anno è uscito il suo ultimo album Replay. Nel 2015 ha condotto su Rai 1 il talent show Forte forte forte e ha interrotto la sua partecipazione a The Voice of Italy, ripresa l’anno successivo. Del 2019 è il suo ultimo programma A raccontare comincia tu su Rai 3. L’artista negli ultimi tempi amava ritirarsi nella sua casa di Cala Piccola all’Argentario.

Naturale che il cordoglio sia globale, non solo italiano, per un’artista di caratura internazionale: un profluvio di lacrime e ricordi, dagli artisti (Celentano e Mori, Vasco Rossi, Riccardo Muti) al mondo della politica. Da non dimenticare l’eredità musicale della Carrà, canzoni allegre e ottimiste, come la sua Romagna ( Ballo Ballo, Tanti auguri, Rumore, Pedro, Fiesta) che le fece vendere 60 milioni di dischi in 36 Paesi del mondo. «Si è spento il sole romagnolo del canto e del ballo e si è accesa lassù sulle stelle una luce tutta nuova» dichiara Giordano Sangiorgi, organizzatore del Mei, al lavoro per il prossimo Meeting delle Etichette indipendenti di Faenza, in ottobre in Romagna che le dedicherà un momento importante «perché il suo talento internazionale possa risplendere sempre insieme al suo essere in anticipo sui tempi».

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La regina della tivù italiana si è spenta ieri a 78 anni. « È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre» ha detto Sergio Japino Un’artista assoluta che ha segnato l’epoca d’oro della Rai con show come “Milleluci”, “Canzonissima”, “Pronto, Raffaella?”

e “Carràmba! Che sorpresa”. Il cordoglio di spettacolo e politica

La showgirl Raffaella Carrà durante “Canzonissima” nel 1974 / Mondadori