Siamo Amazzonia. Documento ecumenico in vista del Sinodo dei vescovi

L’Osservatore Romano

(Marcelo Figueroa) L’imminente Sinodo sull’Amazzonia e la sempre rinnovata attualità dell’enciclica Laudato si’ stanno portando a un’importante serie di adesioni, dichiarazioni, dibattiti e inserimenti in agenda in tutto il panorama del mondo ecumenico, e soprattutto in America latina. Ne è un chiaro esempio il documento dal titolo Somos en Amazonia redatto dall’organizzazione ecumenica Christian Aid, che sta raccogliendo adesioni di Chiese, consigli e organizzazioni basate sulla fede e da partner ecumenici disposti a impegnarsi nella lotta per l’equità e la giustizia nella regione. Secondo quanto riferito dall’Alc (Agenzia ecumenica della Comunicazione in America latina e nei Caraibi), il documento sarà pubblicato poco prima del Sinodo sull’Amazzonia, previsto per ottobre di quest’anno. I promotori confidano nel fatto che il documento dimostrerà il sostegno e la forza ecumenica in difesa della foresta e dei suoi popoli ed evidenzierà la crisi della selva amazzonica, che svolge un ruolo vitale per la salute del pianeta. 
Infine mostra che, come membri di una comunità ecumenica, noi firmatari di questa dichiarazione siamo solidali con le Chiese e le comunità di tutta l’Amazzonia. La crisi ecologica delle foreste esige uno sforzo continuo da parte dei partner ecumenici per ottenere la pace e la giustizia a livello locale, regionale, nazionale, e internazionale. In tale contesto esprimiamo il nostro sostegno alla dichiarazione delle Chiese latinoamericane: Somos la Amazonia.
«Dio parla con noi da tutta la creazione. Il cielo e la terra proclamano la presenza dell’amore di Dio che ci dà vita nella foresta, nelle acque, nell’atmosfera, nel miracolo dei semi e nella diversità di tutto ciò che esiste. Ogni essere che respira partecipa a questo amore. Ogni essere che respira sa anche che questo amore fatto mondo è minacciato e sfruttato da un modello economico che trasforma tutto in merce, che non accetta limiti alla sua espansione e all’accumulazione di ricchezza.
«Noi, Chiese, consigli e organizzazioni basate sulla fede, siamo consapevoli di queste minacce dolorose e imminenti, che si stanno aggravando: 
— Impariamo ad ascoltare il clamore della foresta e di tutti i suoi esseri e le sue culture: molte volte siamo stati insensibili e sordi a questo grido che nasce nel cuore dell’Amazzonia.
— Impariamo ad abbandonare i nostri preconcetti sulla regione: molte volte non abbiamo ascoltato gli esseri e le culture che fanno pulsare l’Amazzonia.
— Impariamo a interpretare il deterioramento dei modelli economici, culturali, religiosi e politici dell’estrattivismo intensivo e predatorio: molte volte non abbiamo levato la nostra voce profetica in difesa dei popoli, delle specie e dei territori di fronte ai megaprogetti per la regione, finanziati con capitale locale e globale, fautori della crisi climatica. 
— Impariamo a incarnare la nostra fede nella vita e nelle culture amazzoniche: molte volte abbiamo tollerato proposte missionarie suprematiste e distruttrici della diversa presenza di Dio nell’Amazzonia.
— Impariamo, dall’attuale processo del Sinodo sull’Amazzonia della Chiesa cattolica romana, dalla riflessione di Papa Francesco e dalla Laudato si’, a dialogare in questo momento di spiritualità e profezia, assumendo il nostro impegno e la nostra fede. 
«In difesa della grande Amazzonia, della sua gente e dei suoi esseri biologici. In difesa della nostra Casa comune. In difesa di ogni essere che respira. Vogliamo un’Amazzonia viva, sovrana e protetta. C’impegniamo nei dialoghi di fede e a conservare la nostra presenza nella regione, dando la priorità a tutti gli esseri e le culture dell’Amazzonia. C’impegniamo a: 
1. Continuare a far pressione sugli Stati affinché garantiscano che le comunità tradizionali minacciate (popoli indigeni, afrodiscendenti, rivieraschi, contadini, fra gli altri), abbiano accesso e controllo sulla terra e sui suoi beni comuni. 
2. Contribuire a far sì che le comunità storicamente escluse ed emarginate nella foresta e nelle città possano partecipare, influenzare e prendere decisioni nei processi che le riguardano in modo diretto nei loro territori. 
3. Difendere i difensori dei diritti umani e i difensori della natura che sono costantemente minacciati attraverso meccanismi efficaci di denuncia e di protezione.
4. Appoggiare le comunità locali a promuovere alternative economiche sostenibili e a far fronte al sistema economico vigente accogliendo le sfide della crisi climatica nella regione.
5. Sviluppare una spiritualità ecologica che ci aiuti ad ascoltare quello che lo Spirito dice alle Chiese, sentendoci parte della Casa comune e di tutto il mondo abitato.
6. Appoggiare organizzazioni locali e iniziative basate sulla fede nel conseguimento di questi obiettivi, mantenendoci sempre informati, pronti alle sfide e attivi in quello che è per noi un imperativo di fede: Siamo Amazzonia!
7. Invitare le nostre Chiese e organizzazioni umane nel sud e nel nord, a livello globale, alla preghiera e all’azione, consapevoli che i pericoli di estinzione del pianeta sono davanti a tutti, ma la solidarietà e la globalizzazione della speranza ci uniscono in difesa della Casa comune: il mondo che Dio tanto ama».
L’Osservatore Romano, 24-25 luglio 2019