Scrosci di verde

«Ascolti la terra le parole della mia bocca!

Scorra come pioggia la mia dottrina, stilli come rugiada il mio dire; come pioggia leggera sul verde, come scroscio sull’erba (…) Benedetta dal Signore la sua terra! Dalla rugiada abbia il meglio dei cieli, e dall’abisso disteso al di sotto; il meglio dei prodotti del sole e il meglio di ciò che germoglia ogni luna, la primizia dei monti antichi, il meglio dei colli eterni e il meglio della terra e di ciò che contiene». Una parola estrema per dire di una benedizione assoluta: quella di Dio che è ‘il meglio’ tra tanti beni che l’umano può avere. La matematica, la fisica e ogni altra scienza ci può dare beni secondari ma chi potrà darci il ‘meglio’? Il volto di Dio si forma a partire dalla rugiada della sua parola, dalla pioggia tenue della sua dottrina. Cromatismi che si contaminano e si rigenerano dall’azzurro del cielo, all’ocra delle steppe, agli scrosci di verde sull’erba. Per dare il ‘meglio’, un’abbondanza di benedizione!

È l’augurio che si realizzerà per la stessa autorità di chi lo fa: Mosè, nel libro del Deuteronomio. La rugiada ne è angelo e simbolo, conchiglia di primizia polare e temporale: del cielo e degli abissi, dei monti antichi e dell’attualità.