«Preghiamo per Pietro che è stato e per Pietro che verrà»

Erano due le intenzioni del Rosario recitato nella sera di sabato 2 marzo in Cattedrale a Reggio: ringraziare per il dono di Papa Benedetto XVI e invocare lo Spirito Santo nell’imminenza del Conclave che dovrà eleggere il suo successore.
Ogni mistero della gioia, introdotto dal parroco don Daniele Casini, è stato accompagnato dalla lettura del testo dell’ultima udienza generale di Ratzinger, quella del 27 febbraio in piazza San Pietro, mentre le meditazioni sono state proposte dal vescovo Massimo Camisasca.
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In apertura il presule, posizionato sul presbiterio ai piedi della statua raffigurante la Beata Vergine, ha invitato a ringraziare il Papa emerito per il suo insegnamento e per la sua testimonianza anche nell’ultimo “drammatico e luminoso momento di passaggio”.
“Siamo qui pieni di fede, cioè di certezza nell’assistenza di Dio alla sua Chiesa, pieni di gratitudine a Cristo che ci fa vivere delle pagine affascinanti nella sua storia in mezzo agli uomini e nello stesso tempo fiduciosi e abbandonati all’aiuto di Maria, Madre della Chiesa che non lascia mai soli i suoi figli”, ha detto Camisasca all’inizio della preghiera comune, partecipata da diverse centinaia di fedeli.
Il Vescovo ha invitato a vivere la vita all’interno del “Sì” dell’Annunciazione, imitando lo “sguardo positivo, proiettato in avanti” che Benedetto XVI ha saputo mantenere nel suo pontificato. Dalla Visitazione, poi, si impara a vivere una carità autentica, “che è portare Gesù in mezzo agli uomini, come ha fatto Maria”. Contemplando la nascita del Figlio di Dio, monsignor Camisasca ha affermato che il ministero stesso del Papa nasce dalla logica dell’Incarnazione: “Sulla fede in Cristo di Pietro si fonda la fede della Chiesa. Preghiamo per Pietro che è stato e per Pietro che verrà, e per la Chiesa, perché ascolti e segua la testimonianza di Pietro”.
Nel mistero della presentazione di Gesù al tempio, si è riflettuto sulla Chiesa come corpo vivo, fino all’invocazione del 5° mistero: “Chiediamo che anche a noi sia data la stessa fede di Pietro, semplice e profonda nello stesso tempo, fede che non si ferma ai momenti in cui Gesù sembra dormire, ma che sa vederlo nella brezza leggera della vita quotidiana, che gode della sua voce, del suo aiuto, dei suoi consigli, e che Egli è sempre a guidare la barca della Chiesa”. Il Vescovo ha quindi sottolineato l’importanza di pregare per i cardinali chiamati in Conclave, anche con una semplice “Ave Maria” quotidiana, “perché l’ispirazione che attraverso Maria arriva agli elettori del Papa trovi cuori disponibili”.
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