La Via Crucis – Le suore di Aden e Berta Caceres in Honduras, martiri di questi giorni. Ma anche i profughi in Italia con il corridoio umanitario, le donne di Cuba e la legge sull’omicidio stradale tra le notizie della settimana in dialogo con la Passione di Gesù

I profughi siriani arrivati a Fiumicino dal Libano e poi trasferiti a Trento grazie al corridoio umanitario
(foto Vita Trentina) – in vinonuovo.it

I STAZIONE
GESU’, TRADITO DA GIUDA, È ARRESTATO

Dal Vangelo di Luca: 22, 47-54

Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: “Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?”. Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: “Signore, dobbiamo colpire con la spada?”. E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: “Lasciate! Basta così!”. E, toccandogli l’orecchio, lo guarì.
Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: “Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre”.
Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote.

Venerdì di Quaresima, alla Mother Theresa’s House di Aden, nello Yemen. Mentre gli anziani ospiti sono a colazione, una banda con le armi in pugno irrompe nella casa di riposo. Un blitz per ammazzare i cristiani, tra i quali operatori, volontari e quattro suore di Madre Teresa. Sedici persone che avevano scelto di rimanere lì, col grembiule della condivisione.
«Questi sono i martiri di oggi! –  ha commentato il Papa all’Angelus di domenica 6 marzo – Non sono copertine dei giornali, non sono notizie: questi danno il loro sangue per la Chiesa. Queste persone sono vittime dell’attacco di quelli che li hanno uccisi, e anche dell’indifferenza».

Rimanere accanto, anche nel pericolo.
La notte circonda chi è fragile, chi può essere colpito impunemente.
Tu, Gesù tradito, tu Gesù colpito. Tu sei accanto a chi soffre, tu sei accanto e soffri.
L’umanità, nella sua notte, attende la luce del tuo amore.

Padre Nostro…

II STAZIONE
GESU’ E’ CONDANNATO DAL SINEDRIO

 

Dal Vangelo di Marco: 14, 55-64

I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi. Allora il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: “Non rispondi nulla? che cosa testimoniano costoro contro di te?”. Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?”. Gesù rispose: “Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”. Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia: che ve ne pare?”. Tutti sentenziarono che era reo di morte.

Per il timore dei sequesti aveva portato i suoi figli a vivere in Argentina. Berta Caceres, leader dei movimenti popolari e ambientalisti in Honduras, è stata uccisa la settimana scorsa da un commando entrato nella notte nella casa dove si era rifugiata.
Berta da qualche anno era minacciata di morte per il suo impegno per i diritti umani, ne aveva parlato in alcuni incontri negli Stati Uniti, in Italia (per tre volte a Bolzano) e anche a Roma con il Papa. Stava conducendo negli ultimi mesi una battaglia tenace contro una impresa che vorrebbe costruire una enorme diga sul territorio indigeno del Rio Blanco nell’Honduras occidentale.

Il potere condanna a morte, non ascolta il povero che invoca.
L’innocente muore ancora, nella polvere della storia. Come Gesú.
Dov’è la giustizia? Dov’è la tua mano potente, Signore, a fianco dei tanti figli perseguitati?
Nell’amore, unica via di salvezza. La nostra é una storia d’amore, ogni giorno.

Padre Nostro…

III STAZIONE
GESU’ E’ CARICATO DELLA CROCE

 

Dal Vangelo di Matteo: 27, 21

Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

Due film di successo, usciti nei cinema italiani negli stessi giorni, documentano la piaga degli abusi sessuali sui minori compiuti da sacerdoti: dopo il “Il Caso Spotlight” riferito alla diocesi di Boston negli anni Novanta, anche “Il Club” negli anni della dittatura cilena.
Questo pesante fardello – l’hanno riconosciuto anche alcuni vescovi dopo la visione dei film – può farsi però anche appello per un “mai più”. Vale come un  monito alla responsabilità, affinchè la storia non si rinnovi e la “pulizia” voluta da Benedetto e Francesco arrivi fino in fondo.

L’orrore travolge, il peso della colpa è grande.
No, non è possibile sopportarlo.
Fermare i carnefici. Proteggere i piccoli.
Invocare giustizia, la luce nelle tenebre.

Padre Nostro…

IV STAZIONE
GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

Dal Vangelo di Luca: 23, 26

Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.

Sono arrivati da pochi giorni, ospiti di una vecchia casa sulla collina ovest di Trento, un tempo residenza vescovile. Ventinove profughi siriani trasferiti con un volo dal campo profughi di Tel Abbas in Libano hanno ritrovato sollievo: “Qui i nostro bambini sono finalmente al sicuro”, continua a ripetere nonna Badee’ah, la matriarca delle quattro famiglie. Non smettono di ringraziare la Chiesa trentina e la Provincia autonoma che insieme alla Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese evangeliche Italiane  e le Chiese Valdesi e Metodiste  hanno realizzato questo primo corridoio umanitario, progetto-pilota segnalato anche dal Papa all’Angelus come via d’uscita per chi è nel tunnel della guerra.

Farsi carico. La croce non si può portare da soli.
Incontrare un Cireneo che porti con noi la croce.
Nella fatica riparo, nel pianto conforto.
Così, attraverso mani e ponti, lo Spirito scende e fascia le ferite, sana i cuori.
La dignità di essere uomini.

Padre Nostro…

V STAZIONE
GESU’ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Dal Vangelo di Luca: 23, 27-31

Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevamo il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: ‘Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato’. Allora cominceranno a dire ai monti: ‘Cadete su di noi’, e alle colline: ‘Copriteci’. Perché se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?

Nella Preghiera mondiale ecumenica delle donne,  celebrata sabato scorso alla vigilia dell’8 marzo, l’animazione quest’anno è stata affidata alle donne di Cuba: “Noi, come molte donne cristiane della mia generazione – ha scritto  Juana –  nonostante la discriminazione, abbiamo mantenuto la fede e continuato a partecipare alle celebrazioni. Abbiamo così trasmesso la Parola di Dio ai nostri nipoti, abbiamo perseverato nel tenere aperte le nostre chiese, anche quando poche persone partecipavano alle liturgie. Eravamo pietre vive, che danno ragione della loro speranza. Siamo donne con esperienza di resistenza e dolore, ma anche di gioia nel vedere come la verità fiorisce e come la Parola di Dio è accolta con gioia dal nostro popolo”.

Donna, madre della speranza.
Porti la vita e dai la parola.
Custodisci il bene, costruisci il futuro qui, oggi.
Balsamo del corpo e del cuore.
Fedele e preziosa.

Padre Nostro…

VI STAZIONE
GESU’ E’ CROCIFISSO

 

Dal Vangelo di Marco: 15, 22-27


Condussero Gesù al luogo del Golgota, che significa “Luogo del cranio”, e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirarono a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

Un tour di pace a Trento e Bolzano giovedì 10 marzo per il vescovo ausiliare del patriarcato  caldeo a Bagdad, mons. Shlemon Wardumi:  “Siamo in una grande prigione. Siamo passati dalla dittatura al caos ma talvolta il caos può essere peggio della dittatura. Che sorte è la nostra, se tanti aspetti della vita sono peggiori di prima”, ha ripetuto parlando ai giovani, in dialogo con don Renato Sacco di Pax Christi. Un appello a non spegnere i riflettori sull’Iraq, il Paese dove egli ha vissuto già quattro guerre, affinchè i crimini vengano bloccati e si aprano sentieri di riconciliazione.

La pace è ancora lontana, perché c’è violenza e ingiustizia.
Un’umanità colpita, ferita e denudata che non commuove i prepotenti.
Si spartiscono i suoi beni mentre è in agonia.
Invochiamo ancora:”Pace!”

Padre Nostro…

 

VII STAZIONE
GESU’ IN CROCE, LA MADRE E IL DISCEPOLO

 

Dal Vangelo di Giovanni: 19, 25-27

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Approvata in questi giorni dal Parlamento la legge che sancisce finalmente l’omicidio stradale e prevede arresto immediato e carcere fino a 18 anni.
“Non si tratta di una vendetta, ma di difendere il valore della vita”, si è detto mercoledì 9 marzo in occasione della firma della legge a palazzo Chigi. I familiari delle vittime di incidenti stradali, promotori delle misure preventive, ci sperano in nome dei loro figli: “Ora è importante non abbassare la guardia”.

Il valore di una vita data, di una vita perduta, di una vita strappata.
Diventare madri, padri, figli. Accogliere il dolore della perdita.
Proteggere la vita.

Padre Nostro…

 

VIII STAZIONE
GESU’ MUORE SULLA CROCE

 

Dal Vangelo di Luca: 23, 44-49

Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo, spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: “Veramente quest’uomo era giusto”. Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.

Non si è spenta a Padova l’eco positiva della visita di solidarietà del vescovo mons. Claudio Cipolla alle cucine popolari di via Tommaseo, vicino alla stazione, dove le forze dell’ordine chiedevano documenti a extracomunitari, disoccupati e badanti, avventori della mensa.  Dal pastore “solidale” anche con gli operatori e i volontari della mensa, solo poche parole: “Il nostro impegno è per i poveri. Per loro bisogna fare sempre di più e sempre meglio. Il termine schedatura, più volte risuonato sui giornali, non mi appartiene”.

Un uomo giusto.
Chi è, oggi, un uomo giusto?
Dà da mangiare agli affamati, da bere agli assetati.
Visita i prigionieri, veste quelli che sono nudi.
Invoca giustizia per loro, apre gli occhi di chi non vede che se stesso.

Padre Nostro…

 

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Per i meriti della Sua Passione e Croce il Signore ci benedica e ci custodisca. Amen