Italia Concluso a Genova il congresso eucaristico nazionale. Le parole non bastano più

L’Osservatore Romano

C’è un tempo, ed è questo, in cui «le parole non bastano più» e diventa sempre più prepotente «l’esigenza del dono totale di sé». Parole del cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco. Il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) e inviato speciale del Papa, ha concluso ieri, domenica 18, dall’altare di piazzale Kennedy, dove è stata celebrata la messa con circa 15.000 fedeli, il ventiseiesimo congresso eucaristico nazionale. Quattro giornate, ritmate dalla preghiera, dalla testimonianze e dalla riflessione, che hanno fatto della città della Lanterna la “capitale spirituale” d’Italia tracciando un identikit di Chiesa all’insegna della missionarietà e della misericordia. In questo senso Bagnasco ha stilato «un preciso mandato missionario». Con destinatari in primo luogo, i giovani, le famiglie e i «diseredati della vita».
Il Vangelo, ha rimarcato il presidente della Cei, «racconta come Dio non s’arrenda davanti alla storia infranta degli uomini: vi entra e le dà una nuova direzione». E il congresso eucaristico «rende presente questa storia in forma corale e pubblica, annunciando che Gesù è il Signore». Si tratta di un annuncio che «attraversa i secoli, con il quale oggi il Santo Padre Francesco ci incoraggia a uscire incontro a ogni uomo». Proprio l’attesa di «felicità» e di «pienezza» presente nel cuore dell’uomo, di ogni uomo, è stato al centro della riflessione del porporato che ha spiegato come questa attesa sia «più grande di ciò che è temporale e puramente mondano». Infatti, «è questa fame dell’anima che spinge la folla a seguire Gesù, nell’intuizione che le sue sono parole autentiche — “parole di vita eterna” — che svelano e portano a compimento il mistero dell’esistenza.
Ora, in ogni rapporto di comunione, soprattutto sponsale, viene il momento in cui — da sole — le parole non bastano più. Si fa allora prepotente l’esigenza del dono totale di sé, che quelle parole invera». E, l’Eucaristia «è proprio questo dono, dove la Parola si fa Carne e Sangue, Pane che nutre di grazia la vita, principio e forza di un nuovo modo di stare nel mondo». In questo senso, «la carità rivela che nell’Eucaristia abbiamo incontrato il Signore e non noi stessi; che abbiamo adorato Dio e non il nostro io». E quindi, che «le opere di misericordia, tanto raccomandate dal Papa in quest’Anno santo, sono opere eucaristiche: scandiscono la lunga tradizione della Chiesa, ne rendono attuale la storia e interpellano tutta la nostra esistenza».
Proprio per questo, viene sottolineato, i vescovi italiani hanno voluto far coincidere la domenica in cui si è concluso il congresso eucaristico con la colletta nazionale in favore delle popolazioni dell’Italia centrale colpite dal terremoto. Da qui discende anche un «preciso mandato missionario», in linea con il tema del congresso: «L’Eucaristia, sorgente della missione». In primo luogo verso i giovani, ai quali ricordando le parole del Pontefice alla recente Gmg di Cracovia, ha ribadito l’invito a non scoraggiarsi perché «l’umanità ha bisogno di voi, di giovani svegli, desiderosi di rispondere al sogno di Dio e a tutte le aspirazioni del cuore».
Poi alle famiglie: «Lasciatevi incontrare dal Signore e custodite la Sua amicizia: una famiglia che prega non potrà mai essere semplicemente disperata né cadere totalmente in preda alla discordia». Quindi ai «diseredati della vita» ai quali viene rinnovata la «prossimità» della comunità ecclesiale: «Il Dio dell’amore ci spinga a camminare insieme, nella promozione della stessa dignità e nella responsabilità di un comune destino».
Il pensiero conclusivo è per il «nostro amato Paese», a quanti «guardano a questo grande cenacolo con l’attesa di una parola particolare. Vorremmo dirvi che vi siamo sinceramente vicini, che ci state a cuore, che ci anima una piena disponibilità a incontrarvi; insieme con voi ci sentiamo pellegrini verso casa».L’Osservatore Romano, 19-20 settembre 2016