Il Papa: i cristiani senza speranza sono solo “turisti esistenziali”

Le mani del Pontefice che stringono altre mani(©Reuters) Le mani del Pontefice che stringono altre mani

Francesco a Santa Marta: occorre camminare verso le promesse di Dio; «il problema non è sbagliare strada; è non tornare quando uno si accorge che ha sbagliato»

Domenico Agasso jr
Roma – vaticaninsider

Chi ha fede cammina verso Dio e le Sue promesse, che mai deludono. Altrimenti, si girovaga solo per la vita e si diventa «turisti esistenziali». Lo ha detto papa Francesco nella Messa odierna a Casa Santa Marta, come riporta Radio Vaticana.
Il Pontefice ha identificato tre “categorie” di credenti: cristiani che si fidano delle promesse di Dio e le cercano e seguono; coloro che vivono in stallo, la cui vita ristagna; altri convinti di progredire e che invece sono solo «turisti esistenziali».

Bergoglio ha basato l’omelia sul brano di Isaia Prima Lettura di oggi: il Signore sempre «prima di chiedere qualcosa, promette». E la sua “assicurazione” è quella di una vita nuova e di «gioia». Ecco il «fondamento principale della virtù della speranza – ha precisato il Papa – fidarsi delle promesse di Dio», con la consapevolezza che mai «le delude». Questa è l’essenza della vita cristiana: «Camminare verso le promesse».

Ci sono però cristiani che hanno «la tentazione di fermarsi»: «Tanti cristiani fermi! Ne abbiamo tanti dietro che hanno una debole speranza. Sì, credono che ci sarà il Cielo e tutto andrà bene. Sta bene che lo credano, ma non lo cercano! Compiono i comandamenti, i precetti: tutto, tutto… Ma sono fermi». E di loro Dio «non può fare lievito nel suo popolo, perché non camminano. E questo è un problema: i fermi».

Poi, «ci sono altri fra loro e noi, che sbagliano la strada: tutti noi alcune volte abbiamo sbagliato la strada, quello lo sappiamo. Il problema non è sbagliare di strada; il problema è non tornare quando uno si accorge che ha sbagliato».
Il Vangelo fornisce l’esempio di chi crede e segue ciò che la fede indica: il funzionario del re che domanda a Cristo la guarigione per il figlio malato, e non ha dubbi nel mettersi in cammino verso casa quando Gesù gli garantisce di averla ottenuta.

Al contrario, ha osservato Francesco, c’è il gruppo probabilmente «più pericoloso», le persone che “ingannano se stesse”: «Quelli che camminano ma non fanno strada. Sono i cristiani erranti: girano, girano come se la vita fosse un turismo esistenziale, senza meta, senza prendere le promesse sul serio. Quelli che girano e si ingannano, perché dicono: “Io cammino!”. No, tu non cammini: tu giri. Gli erranti… Invece, il Signore ci chiede di non fermarci, di non sbagliare strada e di non girare per la vita. Girare la vita… Ci chiede di guardare le promesse, di andare avanti con le promesse come quest’uomo, come quest’uomo: quell’uomo credette alla parola di Gesù! La fede ci mette in cammino verso le promesse. La fede nelle promesse di Dio»
E la «nostra condizione di peccatori ci fa sbagliare di strada», ha avvertito il Pontefice, che però ha anche assicurato: «Il Signore ci dà sempre la grazia di tornare».

Francesco ha concluso: «La Quaresima è un bel tempo per pensare se io sono in cammino o se io sono troppo fermo: convertiti. O se io ho sbagliato strada: ma vai a confessarti e riprendi la strada. O se io sono un turista teologale, uno di questi che fanno il giro della vita ma mai fanno un passo avanti. E chiedo al Signore la grazia di riprendere la strada, di metterci in cammino, ma verso le promesse».