Fidanzati, famiglia e morale dominante La rivoluzione della misericordia

di Lucetta Scaraffia

Papa Francesco ha annunciato che il tema di discussione del prossimo concistoro sarà la famiglia mentre poco prima, nel giorno di san Valentino, riceverà i fidanzati. È un’altra conferma del suo interesse verso la famiglia, fortemente in crisi nel mondo moderno e di cui continua a sottolineare il ruolo centrale, anche per la trasmissione della fede. Ma la famiglia è pure l’istituzione più segnata dalla secolarizzazione, quella in cui le modalità di comportamento più diffuse sono le più distanti dalla morale cattolica.
Lo provano ancora una volta gli articoli pubblicati su riviste francesi e tedesche che hanno sondato i loro lettori sui temi del questionario in preparazione del sinodo, che avrà come tema proprio la famiglia. Le risposte sembrano confermare la distanza fra la morale cattolica e il comune sentire in tema di rapporti sessuali e relazioni affettive. E, come al solito, la pressione va nel senso di chiedere un avvicinamento della Chiesa alla morale dominante, considerata ormai immutabile anche se effetto essa stessa di un recente mutamento: la rivoluzione sessuale che ne ha determinato le caratteristiche principali, infatti, si è affermata negli ultimi cinquant’anni.
Il confronto con i fidanzati senza dubbio sarà decisivo, da questo punto di vista. Coloro che aspettano in castità di iniziare con il matrimonio cristiano la loro vita sessuale non esistono quasi più: in stragrande maggioranza, le coppie che seguono i corsi di preparazione al matrimonio, infatti, sono conviventi e spesso hanno già dei figli. La pressione mediatica chiede al Papa della misericordia di benedire questa svolta e di accettare il capovolgimento della morale sessuale cattolica.
Sono molti a non accorgersi che Papa Francesco sta certo mostrando la misericordia di Dio nei confronti di tutte le situazioni nuove e controverse nate da questa rivoluzione morale, ma a partire proprio dalle situazioni di sofferenza che essa ha creato. La comunione per i divorziati risposati, il battesimo dei figli delle coppie non sposate in chiesa o di quelle omosessuali e il loro futuro sono nel cuore del Papa, come situazioni su cui è necessario riflettere ed esercitare con la maggiore generosità possibile appunto la misericordia, ma ciò non significa certo un cedimento più generale alla morale dominante, del genere “fate come volete”.
Gli interventi di Papa Francesco e il suo volto misericordioso in realtà mettono in luce gli effetti dolorosi della rivoluzione sessuale, la sofferenza creata da un’utopia che prometteva la felicità per tutti garantita dalla libertà sessuale. E in questo modo suggeriscono, con pacata discrezione, di fare un bilancio sincero e coraggioso di quanto è veramente successo, al di là delle ideologie ancora dominanti. Solo a partire dalla constatazione dei tanti fallimenti di questa utopia, cioè solo medicando le ferite che essa ha inferto nelle vite umane, si può aprire infatti la possibilità di una nuova attenzione nei confronti della morale cattolica, in genere ormai archiviata come residuo inutile del passato.
L’immagine dell’ospedale da campo nel quale la Chiesa di oggi si trova a operare, cara a Francesco, rivela quindi un’altra possibilità di sviluppo inedita e creativa. Poi sarà necessario un passo successivo: trovare parole convincenti, un linguaggio nuovo, per spiegare il messaggio della Chiesa su questi argomenti e la ricchezza di una visione che non è solo divieti e regole. Ma piuttosto una diversa interpretazione della sessualità, che arricchisce la vita degli esseri umani e può renderla più armoniosa e serena. Senza nascondersi che per questo sarà necessaria una profonda rivoluzione culturale.