DOPO IL CASO DEGLI INSULTI NO PASS ALLA SENATRICE A VITA SOPRAVVISSUTA ALL’OLOCAUSTO: «PAROLE VERGOGNOSE» Solidarietà a Segre

Tutti stretti intorno a Liliana Segre nel giorno in cui si ricorda il rastrellamento del Ghetto di Roma, il 16 ottobre del 1943. La solidarietà, dopo gli insulti ricevuti dalla senatrice a vita, sopravvissuta all’Olocausto, in una manifestazione di venerdì a Bologna sul Green pass, è generale. A partire dal primo cittadino Matteo Lepore, che ha definito quelle parole «vergognose» perché «rivelano ancora una volta il filo nero che attraversa molte di queste manifestazioni».

Gian Marco Capitani, del movimento No green pass, l’aveva definita «una donna che ricopre un seggio che non dovrebbe avere perché porta vergogna alla sua storia e che dovrebbe sparire da dove è». Ieri, in una lettera ha fatto, ma solo parzialmente, marcia indietro: «Il termine ‘sparire’ è stato certamente infelice e mi dispiace. La mia opinione è semplicemente legata al suo ruolo di presidenza della commissione per il contrasto dell’intolleranza. Non sono un razzista, non ho mai negato la Shoah».

Questo non basta però per cancellare la «vergogna» delle parole pronunciate, come commentano politici di ogni schieramento, dai ministri Mariastella Gelmini, Renato Brunetta, Mara Carfagna, al leader di Si Nicola Fratoianni, a Loredana De Petris di Leu. Solidarietà a Segre è arrivata anche dal segretario della Cisl, Luigi Sbarra.

E trasversale è anche il ricordo di quella tragedia vissuta 78 anni fa nel cuore di Roma. «1.022 tra uomini, donne e bambini vennero deportati dal ghetto ebraico di Roma. Sopravvissero solo in 16. Ricordare questo orrore, il momento più basso della storia d’Italia, è un dovere di ogni italiano. Mai più questo odio», ha sottolineato il presidente di Fdi, Giorgia Meloni. Per la presidente del gruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, si tratta di «una ferita insanabile. L’abominio nazifascista. Memoria, silenzio, preghiera. E impegno oggi e sempre – ha concluso – a svuotare i depositi del razzismo, dell’antisemitismo, dell’odio».

In prima linea per non dimenticare e fare tesoro degli errori della storia c’è il mondo della scuola. «Il rastrellamento del Ghetto di Roma è una pagina buia per il nostro Paese. Non dobbiamo smettere di ricordare e promuovere occasioni di consapevolezza », ha sottolineato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ricordando il progetto ‘Scuola e Memoria’. E proprio nella capitale è stato presentato un altro ‘Civico giusto’, quello di via Siacci 16 dove abitavano due famiglie, Laj e Giordano, che «non si voltarono dall’altra parte» e offrirono un sicuro rifugio ai coniugi ebrei Soria. (r.r.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA Unanime la condanna delle parole dette venerdì a Bologna da Capitani (in parte rinnegate). Il sindaco Lepore: «Frasi che rivelano il filo nero di certe manifestazioni». E la leader di Fdi ricorda i deportati dal ghetto di Roma

Liliana Segre